Home FixingFixing ANIS sulla CCIAA: “Ancora troppo marcata la presenza dello Stato”

ANIS sulla CCIAA: “Ancora troppo marcata la presenza dello Stato”

da Redazione

Dubbi sulle modalità di finanziamento ma c’è spazio per un confronto.

 

di Alessandro Carli

 

Il progetto di Legge sulla riforma della Camera di Commercio della Repubblica di San Marino è stato uno degli argomenti di discussione e confronto che ha caratterizzato la prima seduta del nuovo direttivo dell’Associazione Nazionale Industria San Marino, avvenuta il 14 luglio. In un’ottica di promozione efficace del sistema San Marino, gli Industriali – che sono azionisti della CCIAA attraverso Assoservizi per il 25,33% – da tempo sostengono che la Camera Commercio dovrebbe avere un ruolo importante e svolgere i servizi specifici che le sono propri. E sul progetto di Legge, che abbiamo presentato su San Marino Fixing numero 28, esprimono più di una criticità. Criticità (ma anche punti di forza e di prospettiva) che approfondiamo assieme a Carlo Giorgi, Segretario Generale dell’ANIS.

Da tempo l’Associazione Nazionale Industria San Marino sostiene che la Camera di Commercio debba essere riformata. Qual è lo stato dell’arte attuale e quali le prospettive?

“Attualmente la Camera di Commercio è una spa a maggioranza statale: l’Eccellentissima Camera detiene il 51% delle azioni mentre il restante 49% è suddiviso tra le associazioni di categoria. Il progetto di Legge prevede il passaggio da società per azioni a Ente di diritto pubblico, che acquisirà il patrimonio della Camera di Commercio spa. All’Eccellentissima Camera rimarrà il 51% delle azioni mentre il 49% sarà suddiviso tra tutte le Associazioni in ragione della loro rappresentatività, misurata per dipendenti e fatturato. Dalla riforma uscirà un unico soggetto giuridico con due divisioni autonome: la Camera di Commercio e la Camera Attrazione Investimenti”.

Quali sono le criticità che come Associazione avete individuato?

“Un primo esempio è rappresentato dall’assemblea dei soci. Ogni socio ha un voto per ogni quota posseduta. Per l’approvazione di un qualsiasi istanza, in prima convocazione occorrono i 2/3 dei voti, poi basta la maggioranza assoluta. Il che vuol dire che lo Stato, che ricordo ancora una volta detiene il 51% delle azioni, può decidere da solo. Attualmente per deliberare occorrono maggioranze qualificate che coinvolgono almeno, oltre al 51% del pubblico, altri uno o due soci. L’impianto che ritroviamo nella riforma, di fatto, estromette le associazioni – che sono in minoranza – dalle varie decisioni. In estrema sintesi, lo Stato può decidere da solo e le associazioni vengono relegate a un ruolo marginale, quasi di mera presenza”.

La Camera di Commercio del futuro verrà suddivisa in due divisioni funzionali, la CCIAA ‘classica’ e la Camera Attrazione Investimenti.

“Con una struttura più voluminosa, aumenteranno anche i costi. Il progetto di Legge difatti chiarisce che – oltre ai limiti temporali di incarico, ovvero mandato triennale rinnovabile per tre volte al massimo – il Direttore della Camera di Commercio verrà affiancato da un vice Direttore. Il Direttore della Camera Attrazione Investimenti invece non avrà un vice, ma chiaramente, per espletare il proprio lavoro – proporre alla Giunta Camerale promozioni e assunzioni, ma anche predisporre il budget che viene approvato dal Consiglio Camerale – quattro Segretari di Stato e il Presidente della Camera di Commercio, previo parere della Giunta Camerale – dovrà essere supportato da altri professionisti. Il testo chiarisce inoltre che la CAI, la Camera Attrazione Investimenti, avrà piena autonomia”.

Dal direttivo ANIS sono emersi altri nodi?

“Certamente. Il direttivo si è trovato coeso anche su altri aspetti. Da tempo l’Associazione Nazionale Industria San Marino ha una posizione ben precisa sulla presenza dello Stato, ad oggi ancora troppo marcata”.

Andiamo con ordine. Nella nuova Camera di Commercio quindi è decisamente forte la presenza dello Stato.

“Il documento, in questo senso, è esplicito. Il Consiglio Camerale sarà composto da quattro Segreterie: Industria, Finanze, Esteri e un ulteriore Segretario di Stato da indicare, nonché dal Presidente della Camera di Commercio, che verrà eletto da Consiglio Grande e Generale. Oggi la Repubblica San Marino ha bisogno di essere più snello, di avere ‘meno Stato’ e non di appesantirsi ulteriormente. Nella nostra visione, sarebbe opportuno che l’ente camerale del Titano venisse riformato in un’ottica di eccellenza, più aderente alle necessità delle imprese”.

Qual è la posizione dell’Associazione?

“Il direttivo di ANIS ha mosso più di un rilievo al progetto di Legge. C’è poca chiarezza sulle modalità di finanziamento della Camera di Commercio, ma anche, come detto, sugli obiettivi e sulle risposte alle domande delle imprese. Forse è il caso di guardare alle migliori organizzazioni dei diversi paesi e cercare di realizzare una vera Camera di Commercio. Occorre credere nella collaborazione con le associazioni degli imprenditori. La Camera di Commercio – come avviene, potrei dire in tutto il mondo – deve autogovernarsi. L’organo di gestione unico deve essere la Giunta Camerale, alla quale l’assemblea dei soci deve assegnare obiettivi chiari, definiti e condivisi. Obiettivi che devono essere sottoposti a verifiche periodiche. La trasparenza deve essere anche in questo caso un elemento portante. I privati devono partecipare alla camera con un contributo diretto ma deve esserci anche un contributo certo dallo Stato”.

Cosa fare ora? Avete già avuto qualche colloquio, qualche risposta?

“Il Segretario di Stato all’Industria e al Commercio Marco Arzilli ha assicurato che la proposta è assolutamente integrabile. Proporremo le nostre idee come sempre”.

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