Home FixingFixing “Incanto del Quasi”, l’orto del pittore Antonio Saliola

“Incanto del Quasi”, l’orto del pittore Antonio Saliola

da Redazione

Palazzo SUMS: la mostra è stata inaugurata il 19 luglio e rimarrà aperta sino al 13 settembre. Il curatore Luca Cesari: “Il suo non è un mondo a somiglianza ma in prossimità”.

 

di Alessandro Carli

 

Un inferno dantesco al contrario. Lì, nell’Alighieri, la soglia mette in guardia chi sta per entrare, ammonendo che l’uscio durerà in eterno e che una volta varcata la porta, non c’è speranza di tornare indietro. Qui invece, dove il qui è la mostra “Incanto del Quasi”, il percorso nell’arte del pittore Antonio Saliola, ospitata sino al 13 settembre a Palazzo SUMS, la porta rappresenta, come scrive magistralmente il curatore Luca Cesari, l’ingresso in un mondo fatto di “stanza di natura vera e romanzesca” che sono “il ricordo del giardino creato dal pittore al naturale e fuori dal dipinto”. Dipinti, prosegue, che “recano con sé – per un gioco di associazioni che compone l’interno con l’esterno – il piace di scambiare l’una con l’altra stanza, il reale col possibile, e le fioriture libere di essere ricreate. E poi i bossi, i topinambur, le panchine, gli archi leggeri e fioriti dell’andare più lontano”. Una soglia che trova una dimensione nuova anche nelle parole dell’artista, e che immette nel viaggio: “Quando ricevete un invito a visitare un giardino, pensateci due volte prima di entrare. Voi entrate nel giardino e siete convinti di varcare ‘solo’ quella soglia sotto quell’arco di rose. Ma non è così. Voi in verità state varcando gli invisibili cancelli dell’infanzia”. Alice, quindi, quella di Lewis Carroll? Anche. O meglio: quasi.

All’incanto e all’in_canto della fanciulla raccontata meravigliosamente da Charles Lutwidge Dodgson (questo il vero nome di Carroll), fa da contraltare un altro Eden, un’Arcadia che scorre lungo la via Emilia, che è scesa da Bologna, ha girato all’altezza di Santarcangelo di Romagna (poi vi spieghiamo perché non è giunta sino a Rimini) e si è diretta verso la Valmarecchia. “Mi sono innamorato del Montefeltro circa 20 anni fa – racconta Antonio Saliola -, anche per colpa di un grande Maestro, Tonino Guerra (ecco perché Saliola ha virato all’altezza del borgo clementino, il paese che ha ospitato per anni lo stesso Guerra), che mi ha ordinato di scoprire quella zona, un luogo pieno di fantasie. Nel tempo, con il Montefeltro ho instaurato un colloquio sempre più fitto. Lì c’è un cielo che raccoglie tutti i cieli del mondo: la mattina è quello degli Impressionisti francesi, al pomeriggio quello dei grandi pittori inglesi, all’imbrunire quello dei Romantici tedeschi. Il Montefeltro permette di incontrare le persone e non quello che rappresentano: si può parlare in giardino e si possono incontrare i pensieri”. Dopo 20 anni di giardini dipinti, il bisogno, il bi_sogno, un sogno doppio che diventa realtà: dipingere un giardino vero. Antonio Saliola ha preso casa a Petrella Guidi, un posto che dalla Marecchiese è quasi un puntino di storia in mezzo al verde, ma che a mano a mano che ci si avvicina, disvela il suo incanto. Qui è entrato in simbiosi con la Natura: un corteggiamento d’altri tempi – lo vogliamo immaginare così, elegante, che chiede la mano, un petalo, ad un fiore -, che ha visto alla fine la Madre terra chinare un po’ il capo e accogliere la sua grazia.


LA MOSTRA

“Il mondo del Quasi – scrive Luca Cesari – non è un mondo a somiglianza, ma in prossimità”. La personale riunisce una quarantina dei dipinti più importanti del Maestro. Ritornano i grandi temi quali i giardini, gli interni trasognanti, vecchie e misteriose biblioteche e si anticipa il tema della fascinosa rielaborazione della fiaba. La mostra sammarinese, il cui corpo centrale è allestito a Palazzo S.U.M.S. prosegue in Galleria di Cassa di Risparmio con speciali elaborazioni quali le “Fiabe d’Artista”.

 

L’AMICO PUPI AVATI

Pupi Avati non è solo un grande amico di Antonio Saliola. E’ un suo grande ammiratore, letteralmente rapito dalla poetica che i quadri del Maestro bolognese racchiudono. Lo testimoniano le parole con cui Avati – nel catalogo – getta uno sguardo profondo, intenso, ammirato sull’arte di Saliola: “Credo nella capacità di Saliola – scrive il celebre regista – di trasformare in ‘sempre’ ciò che è l’effimero, l’attimo sospeso e impalpabile, che è fatto da una mistura singolare di luce e di incanto. […] Le tele di Antonio Saliola, gonfie del vento della fantasticheria, compiono il loro volo silenzioso verso la terra dalla quale sono venute per rilluminarla per un attimo, per renderla meno segreta, per tentare di restituircela…”.

 

GLI SPONSOR

Anche per questa preziosa iniziativa è stata messa in campo una sinergia tra pubblico e privato. Oltre alla Fondazione San Marino Cassa di Risparmio – S.U.M.S., Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino, le segreterie di Stato alla cultura e al turismo, partecipano anche Sit Group, Reggini Concessionaria, Auxilium, Gruppo Supermercati C’E’, Colombini Casa, Colorificio Sammarinese, Del Conca Faetano, Liquorificio San Marino, Multistore Max Mara Centro Atlante, Robopac, Studio Magagnoli Bologna, Studio Legale Mularoni, Titan Engineering, Auriga, Fondazione Gilberto Terenzi, Informatica Bancaria Trentina, S. M. Service, Studio Picazio Napoli, Valpharma, Compagnia del Montefeltro, La Splendor, San Marino Sicurezza, R.A.S. Riunione Assicurativa Sammarinese, Righi La Taverna, Vivaio F.lli Pesaresi.

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