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Camera di Commercio, arriva la riforma: due divisioni funzionali

da Redazione

Intervista a Silvia Della Balda, Segretario Particolare per Industria e Commercio. All’interno dell’ente anche la Camera Attrazione Investimenti.

 

di Alessandro Carli

 

Dopo un lungo periodo di gestazione (la prima notizia, del tutto ufficiosa, l’avevamo scritta nel 2011), e comunque del tutto legittimo in quanto la materia è alquanto delicata, sta prendendo corpo e forma la riforma della Camera di Commercio. Un passo molto importante per tutto il sistema Paese, anche in vista del ruolo che dovrà assumere l’ente camerale che, come leggerete, raddoppierà i proprio impegni. Lo assicura la dottoressa Silvia Della Balda, Segretario Particolare per l’Industria, l’Artigianato e il Commercio e Coordinatore dell’Agenzia per gli Investimenti Diretti Esteri, che ha seguito con estrema attenzione il progetto sin dalle prime fasi, senza troppi clamori, con grande professionalità, senza mai ricorrere alla cassa di risonanza mediatica.

Come mai si è pensato di agire sulla Camera di Commercio?

“La Camera di Commercio è un’istituzione specificamente rivolta alla promozione degli interessi del sistema delle imprese, di cui ne è l’interfaccia statuale. Svolge, inoltre, un importante ruolo per lo sviluppo delle imprese e dell’economia del territorio in ogni Stato. Per questo ci sono molto aspettative attorno ad essa, sia da parte delle imprese, che delle associazioni delle categorie economiche che le rappresentano e con le quali Camera di Commercio collabora e si interfaccia, che delle istituzioni stesse, che di essa si avvalgono. Anche a San Marino, nel tempo, sono state affidate a Camera di Commercio diverse funzioni istituzionali per rispondere alle esigenze di trasparenza nel mercato e di sburocratizzazione di un sistema di per sé ingessato, quale quello della Pubblica Amministrazione; e da qui la tenuta di registri, albi, sistemi di certificazione, banche dati, erogazione di servizi alle imprese. La Camera di Commercio che vogliamo deve poter rivestire un ruolo attivo e incisivo nella politica industriale di San Marino; deve essere di reale sostegno alle imprese, alle quali deve semplificare la vita; deve poter essere luogo di raccordo e mediazione tra le esigenze delle imprese e le istituzioni. Un aggiornamento della normativa è quanto mai opportuno per far sì che questa importante istituzione si muova nella complessità in cui cerchiamo, mondo economico ma anche statuale, di sopravvivere. A questo si aggiunga una parola chiave che ha contraddistinto l’operato della Segreteria Industria, Artigianato e Commercio fin da subito, da quando nel 2009 il Segretario Arzilli e la sottoscritta hanno preso stanza a Palazzo Mercuri: internazionalizzazione. Tutti gli Stati attuano politiche di sostegno all’internazionalizzazione delle imprese e di attrazione di investimenti esteri. Con la legge di riforma di Camera Commercio ci siamo proposti di riunire queste due direttrici delle politiche di internazionalizzazione del Paese in un unico organismo, la ‘Camera di Commercio e di Attrazione Investimenti della Repubblica di San Marino’. È evidente che assorbirà in sé le funzioni dell’Agenzia per gli Investimenti Diretti Esteri di San Marino, istituita nel 2011 con Decreto Delegato”.

Cosa diventerà la Camera di Commercio di San Marino?

“La Camera di Commercio potrebbe diventare un ente autonomo di diritto pubblico a capitale misto, dotato di autonomia gestionale e operante in due Divisioni funzionali: Camera di Commercio e Camera di Attrazione Investimenti. Sono gli enti pubblici di questo tipo che nei Paesi industrializzati svolgono sostegno all’internazionalizzazione delle imprese in modo sinergico con la politica industriale e la politica economica e in un micro-Stato quale il nostro è quanto mai essenziale eliminare gli sprechi legati alla duplicazione di segmenti di attività che per loro natura sono complementari. È allo stesso tempo essenziale coordinare attività e azioni, sia nell’interesse pubblico alla crescita economica e nei rapporti economici con il resto del mondo, sia nell’interesse del sistema delle imprese. L’armonizzazione e il coordinamento fra le due direttrici delle politiche di internazionalizzazione del Paese diventano fondamentali anche per il lavoro operativo, quello di programmazione delle attività verso l’esterno, per accompagnare le imprese nei mercati esteri, che quelle da svolgere all’estero verso l’interno, per promuovere il Paese al fine di attrarre investimenti e guidare in territorio gli investitori verso le istituzioni e nei meandri della realtà burocratica sammarinese”.

Uno dei nodi da sciogliere è quello della rappresentatività delle associazioni. Che peso specifico avrà ciascuna associazione di categoria?

“Il tema della rappresentatività non è stato ancora approfondito con le associazioni. Sicuramente sarà uno dei temi da trattare con la massima attenzione, così come quello del sostentamento economico di Camera di Commercio. Al momento ci sono stati due incontri sulle linee generali della riforma con i Soci di Camera di Commercio ovvero le forze economiche, le banche e l’Università. Si parte da punti di vista diversi, ma l’auspicio comune è quello di venirsi incontro con spirito costruttivo. Non dobbiamo dimenticare che la politica ha chiesto alla Segreteria di Stato Industria di accorpare in unico soggetto Camera di Commercio e Agenzia per gli Investimenti Diretti Esteri e su questo input la Segreteria e Camera di Commercio hanno lavorato. L’obiettivo di dare vita ad una nuova Camera di Commercio, funzionale alle imprese e a San Marino, è comunque un obiettivo comune e la sfida di pensare in maniera innovativa questo nuovo soggetto è stata colta da tutti i presenti. Il prossimo incontro sarà con le associazioni di categoria e con l’associazione bancaria sammarinese in rappresentanza delle singole banche e sicuramente prima di Ferragosto si saranno sciolti alcuni importanti nodi. Cerchiamo di arrivare a settembre con un testo condiviso da presentare al Paese”.

Come si manterrà, dal punto di vista economico, l’ente camerale?

“Abbiamo alcune proposte che verranno discusse sia all’interno del Governo, sia con le forze politiche, economiche e sociali. Non c’è dubbio che occorre tenere conto dei vincoli e delle minori risorse disponibili nel Bilancio pubblico, ma è impensabile portare avanti una legge di riforma di questo tipo senza assegnare risorse adeguate al funzionamento e al respiro strategico delle attività della nuova Camera di Commercio e di Attrazione Investimenti. Una riflessione approfondita è in corso e va completata nel giro di breve tempo. Anche perché sempre maggiori funzioni sono state e saranno trasferite in capo a Camera di Commercio togliendole agli uffici della Pubblica Amministrazione, compreso il Registro delle Imprese”.

Infine, i tempi: entro quanto entrerà a pieno regime la riforma?

“E’ essenziale che la legge sia approvata entro dicembre sia per motivi di ordine economico-finanziario, visti i riflessi che ci saranno sul Bilancio dello Stato, sia per motivi di pianificazione e organizzazione del lavoro, con le nuove competenze che verranno attribuite a Camera di Commercio. I tempi auspicati, pertanto, presumono la prima lettura del progetto di legge entro ottobre”.

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