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San Marino, Incubatore e PST: “Grande opportunità per le imprese”

da Redazione

Il Presidente dell’ente, Valentina Vicari, elenca i successi del primo anno e guarda al futuro. “Oltre alle 15 start up insediate, abbiamo richieste e interessi da tutto il mondo”.

 

di Daniele Bartolucci

 

L’Incubatore d’impresa del Parco Scientifico e Tecnologico di San Marino continua a crescere: nuove start up e nuove richieste di insediamento sono ormai all’ordine del giorno. Nel frattempo i lavori per il Parco vero e proprio proseguono il loro iter, a iniziare da quello normativo. A inizio anno è stato deliberato lo Statuto della società “Techno Science Park San Marino – Italia S.p.A” e Valentina Vicari, già coordinatore dell’Incubatore, è stata nominata dal Consiglio Grande Presidente pro tempore. Proprio a lei chiediamo un aggiornamento delle attività.

Presidente, l’Incubatore di via Rovereta inizia ad essere un bel contenitore, pieno di idee, progetti e imprese. Siete soddisfatti di questa partenza?

“Assolutamente soddisfatti: gli imprenditori sono di qualità, hanno cultura manageriale e le loro idee hanno contenuti innovativi, ma allo stesso tempo valore commerciale. Siamo partiti il 26 maggio del 2014, nel primo anno abbiamo avviato 5 sessioni di valutazione, ogni tre mesi. Dall’apertura del bando di giugno 2014 abbiamo ricevuto più di 40 iscrizioni e presentato 21 business plan, di cui 16 esiti positivi che hanno portato alla firma di 15 contratti d’incubazione (10 in incubazione fisica e 5 in incubazione virtuale). Le aziende insediate hanno quasi subito attivato ricerca di personale e assunto sia figure tecniche dalle liste sammarinesi di mobilità, sia specializzati frontalieri”.

Una bella realtà, che Lei spesso ha definito ‘una novità’ a San Marino, soprattutto per la sinergia che si è creata, giusto?

“Cerchiamo di rifarci all’idea di Incubatore collettivo, così come ci insegna la cultura imprenditoriale oltreoceano. La trasparenza, il contatto e la collaborazione devono essere i motori principali. Qui le porte devono restare aperte, gli imprenditori si incontrano, non hanno timore di condividere opportunità e necessità. Di questa condivisione ne fanno tesoro. Stanno nascendo progetti collettivi in cui ogni singola azienda porta diverse competenze, allo stesso modo vorremmo che sia le istituzioni che il comparto industriale ci consideri un’intelligenza collettiva a loro disposizione. C’è grande disponibilità alla conoscenza e collaborazione. Apertura strutturale e di pensiero, non è forse una grande novità per il nostro sistema?”

Un modo nuovo di fare impresa, quindi, con molte agevolazioni ma anche controlli serrati.

“Abbiamo una copertura normativa molto interessante, le aziende incubate hanno detrazione 100% per 5 anni, la possibilità di assumere figure tecniche specializzate dall’esterno che possono poi richiedere un permesso di soggiorno speciale e ulteriori agevolazioni riguardanti il versamento del capitale sociale e la tassa di licenza. Il controllo è d’obbligo: in fase di accesso il progetto viene analizzato da figure professionali di varia estrazione, le valutazioni si attengono a criteri ben definiti che considerano la fattibilità, sostenibilità e sviluppo del piano imprenditoriale. Una volta “incubata” l’Azienda deve rinnovare il contratto trimestralmente solo a seguito della presentazione e discussione di un report trimestrale su attività sviluppate e raggiungimento degli obbiettivi. Questo significa che l’azienda è sotto una lente d’ingrandimento, il contatto e la verifica periodica ci aiutano a conoscere gli imprenditori ed aiutarli nel rispettare il percorso del progetto”.

In pratica c’è sia la semplicità di far partire un’impresa, sia la possibilità di farlo in maniera controllata e quindi seria. Questo genera richieste da fuori?

“Si, le richieste provengono soprattutto dall’esterno, anche molto esterno. E’ già stato ampiamente comunicato che abbiamo insediato un’azienda giapponese, ora sono in arrivo iscrizioni di spin-off universitari di Bologna e progetti dalle provincie lombarde e venete. Qualche eccellenza territoriale l’abbiamo insediata, abbiamo giovani sammarinesi che ci provano molto seriamente, ma sarebbe bello vederne di più. Come detto, abbiamo ricevuto più di 40 richieste d’iscrizione e ricevo settimanalmente richieste di appuntamento per approfondire l’argomento”.

Un inizio promettente, quindi, che fa ben sperare per quando il Parco Scientifico e Tecnologico sarà completamente operativo. Ci sono richieste anche su questo?

“Il progetto del Parco Scientifico e Tecnologico è una grande opportunità sia per il nostro Stato che, anche in funzione degli accordi con l’Italia, per le Regioni che ci sono accanto. Il mondo delle imprese ne percepisce il valore, diversi sono gli imprenditori che hanno dimostrato interesse sia per lo sviluppo di laboratori che possano essere utilizzati dalle industrie sia per l’effettivo insediamento strutturale/produttivo. Su questo fronte, dal punto di vista legislativo è attualmente allo studio anche una cornice normativa ad hoc per le imprese che si insedieranno nel PST. Ad oggi il nostro comparto industriale si sta dimostrando interessato e disponibile all’incontro con le aziende insediate, stiamo lavorando perché questo avvenga velocemente, facendo leva sulla grande opportunità che le imprese già strutturate possono avere sfruttando questo concentrato d’innovazione ed energia che il nostro Stato, al momento solo con risorse pubbliche, sta mettendo a disposizione di tutti”.

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