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Questione di num3ri di venerdì 3 luglio

da Redazione

In Italia il danno economico derivante da infortuni e malattie professionali superi il 3% del Prodotto Interno Lordo.

 

Qui da noi il suo nome dice poco o nulla, ma chissà la faccia dei 3 milioni di proprietari della nipponica Takata: le due case hanno inviato un altro maxi richiamo combinato a causa degli airbag difettosi.

Ma c’è 3 e una storia tutta italiana che ha catturato la nostra attenzione: in Emilia Romagna è artigiana un’impresa su tre. “Produciamo quasi il 15% del valore aggiunto e diamo lavoro ad oltre 300mila persone”: così il Presidente Confartigianato Imprese Emilia Romagna, Marco Granelli, riassume la fotografia scattata dal Centro studi con Confartigianato Emilia Romagna con dati aggiornati al primo trimestre 2015.

Cerved, leader nazionale nell’analisi del rischio del credito, vede il bicchiere mezzo pieno: sono circa 21mila le imprese che nel primo trimestre dell’anno hanno chiuso i battenti a seguito di fallimento, altre procedure concorsuali, o liquidazioni volontarie: oltre il 3% in meno dello stesso periodo 2014. “Dopo quasi 3 anni, i dati sulle chiusure aziendali in Italia sono positivi” ha commentato Gianandrea De Bernardis. La prima a risalire la china è l’industria, dove tutte le procedure monitorate diminuiscono con tassi a due cifre, seguita dalle costruzioni, comparto notoriamente in sofferenza cronica, che ora tenta la rimonta abbattendo tutte le procedure connesse alla crisi d’impresa.

I venti dell’est che soffiano sull’Europa hanno forza 3: per il presidente russo Vladimir Putin il contratto tra la società russa “Rosneft”, la compagnia statale russa “Rostec” e “Finmeccanica” per la produzione degli elicotteri “AW189” da impiegare nelle piattaforme assicurerà ordini alle imprese italiane pari a 3 milioni di euro fino al 2025.

Ma sul 3 ci sono anche altre notizie: una recente analisi dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, alla voce “costo degli infortuni e delle malattie professionali per il sistema economico”, ha detto che il danno economico derivante da infortuni e malattie professionali superi il 3% del Prodotto Interno Lordo.

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