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Il Presidente ANIS Stefano Ceccato: “Un piano pluriennale e apertura all’esterno”

da Redazione

Il “Progetto per San Marino” verrà rilanciato e implementato ma “spetta alla politica mettere in atto i cantieri”. Strategico riuscire ad attrarre nuovi investitori e favorire chi già opera sul territorio. Energia: va superato l’attuale regime di monopolio.

 

di Alessandro Carli

 

Cambio ai vertici dell’Associazione Nazionale Industria San Marino: il 25 giugno Stefano Ceccato è stato eletto Presidente ANIS.

L’incarico, della durata di tre anni, arriverà sino al 2018. Un impegno che il successore di Emanuel Colombini affronta “con grande entusiasmo ed energia. Conosco bene l’associazione degli industriali in quanto da anni ne sono parte attiva, anche nel Consiglio Direttivo. Ho seguito con attenzione tutte le evoluzioni di ANIS, della quale conosco con profondità lo spirito e la filosofia”.

Presidente, da dove partirà?

“Il mio mandato sarà all’insegna della continuità con il passato, ma con uno sguardo attento al futuro. Con il supporto di tutti i professionisti che lavorano nell’associazione verranno portate avanti le istanze che ANIS da tempo progetta e propone. Internamente verrà data maggior linfa ai servizi che l’associazione è in grado di proporre agli associati. Alle imprese voglio dire che siamo sempre a disposizione per capire e andare incontro alle esigenze che le aziende affrontano ogni giorno. Chiederemo agli associati di essere propositivi: solo coesi potremo dare risposte e progettare il domani”.

Verrà rilanciato anche il “Progetto per San Marino”?

“Il piano elaborato per favorire il rilancio del Paese, partito e lanciato dal Presidente Emanuel Colombini, contiene molto proposte. Siamo pronti, io e tutta l’associazione, a proseguire l’azione intrapresa in modo ancora più incisivo. Quello che possiamo e dobbiamo fare è concretizzare almeno alcune delle diverse proposte per favorire la ripartenza dell’economia. Poi spetta alla politica fare la sua parte. Personalmente sono convinto che sia interesse di tutte le forze politiche prestare maggiore attenzione alle nostre proposte. Perché la trasparenza, il confronto e il mercato sono argomenti fondamentali per il Paese”.

Quali sono le priorità che avete individuato?

“Il passaggio dall’imposta monofase al sistema IVA, previsto per il 1° gennaio 2016, ma che difficilmente verrà rispettato, ma anche il percorso di avvicinamento all’Unione europea, lo snellimento della Pubblica Amministrazione e una migliore efficienza degli uffici che influenzano il buon funzionamento delle imprese. Uffici che devono dare risposte chiare e tempestive. Non dimentichiamo poi la necessità di un progetto di ammodernamento delle tecnologie. Il Paese ha bisogno di accelerare e di guardare avanti, dialogando con gli altri Stati. In questo senso l’Europa rappresenta un’opportunità di mercato. Le imprese devono essere messe in condizione di essere competitive”.

Strategiche poi sono le relazioni con le altre Confindustrie del circondario e con l’Italia…

“Proseguirà il dialogo e il confronto con le associazioni di settore delle zone limitrofe. Oltre ai passi in avanti in campo di relazioni internazionali, suggellati con alcuni importanti riconoscimenti, come ad esempio l’uscita dalla black list, è necessario chiarire ulteriormente i rapporti con l’Italia. Aziende sammarinesi che hanno unità produttive anche in Italia, ancora oggi sono nel mirino. Credo si debba compiere uno sforzo politico per chiarire meglio lo stato dei fatti”.

Che San Marino vede ora?

“Dopo la profonda crisi economica che ha colpito anche il nostro territorio, si sta registrando una minima crescita. Qualcosa si sta muovendo: sarà fondamentale, quando partirà la ripresa, farsi trovare pronti. Dovremo e dobbiamo essere competitivi sia come aziende che come sistema Paese. La competizione è sempre più forte e globale. Sarà fondamentale riuscire ad attrarre investitori esteri”.

In che modo?

“Promuovendo il nuovo sistema paese. Definendo i progetti strategici da realizzare anche attraverso bandi internazionali. Servono idee chiare e condivise, regole certe e un piano pluriennale per realizzarle”.

Fondamentale però è anche il sostegno che il Paese da alle imprese che già operano sul territorio…

“E’ chiaro che si deve avere una particolare attenzione alle attività economiche che già operano sul territorio. Daremo ascolto soprattutto a loro. Si tratta di realtà che, nonostante tutte le avversità e i problemi, hanno tenuto e hanno prospettive di sviluppo, perché rappresentano un’imprenditoria vera e capace. Credo sia importante metterle in condizione di operare nel modo migliore. Se crescono l’intero sistema avrà ricadute positive”.

Serve chiaramente un sostengo anche da parte della politica…

“Certamente. Sono diverse le difficoltà che quotidianamente affrontano gli imprenditori; fra queste le principali sono un nuovo accordo con l’UE che semplifichi l’interscambio commerciale, l’introduzione di un sistema IVA e un mercato del lavoro più efficiente e dinamico. Purtroppo non sempre le logiche della politica sono allineate a quelle del mondo delle imprese. A San Marino, lo ribadisco, serve un progetto strategico di medio e lungo termine. Vi è poi la questione dello sviluppo dei servizi su un mercato competitivo come quello delle telecomunicazioni fondamentali in ogni settore: lavoro, turismo, vita privata. Così anche per l’approvvigionamento energetico ove va superato l’attuale regime di monopolio. Il Titano si deve aprire verso l’esterno: rimanere ‘chiusi’ – condizione che oggi non è più sostenibile – alimenta l’autoreferenzialità e rallenta la crescita in tutti i settori”.

Recentemente il contratto industria è stato rinnovato…

“Abbiamo svolto un proficuo lavoro con CSU, USL e OSLA. Poi con OSLA sono riemerse differenze di vedute sulla questione della rappresentatività, mentre USL è stata propositiva, dichiarando i propri iscritti ma non ha avuto il coraggio di affrontare questo argomento fino in fondo sottoscrivendo l’accordo per il rinnovo del contratto al quale ha lavorato in questi mesi. I rapporti con la CSU sono decisamente concreti: l’accordo sottoscritto in questi giorni è la dimostrazione di una comunione di intenti. La firma, che avrà durata sino al 2018, è un buon esempio di come ANIS e CSU abbiano condiviso un obiettivo comune che avrà ricadute positive sia per le imprese che per i lavoratori. L’accordo è il logico proseguimento del contratto siglato nel 2012 che ha introdotto molti punti innovativi necessari per dare competitività alle imprese”.

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