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Editoriale: BCSM, nuovi vertici al più presto

da Redazione

Oltre alla voluntary disclosure di settembre, sul piatto c’è l’importantissimo memorandum d’intesa tra le banche centrali del Monte e dell’Italia.

 

di Alessandro Carli

 

Le dimissioni in successione di Mario Giannini e Renato Clarizia, rispettivamente Direttore e Presidente di Banca Centrale della Repubblica di San Marino, sono arrivate in un momento piuttosto delicato per il Paese: oltre alla voluntary disclosure di settembre, sul piatto c’è l’importantissimo memorandum d’intesa tra le banche centrali del Monte e dell’Italia. Si deve affrontare con determinazione e concludere celermente il contenuto del Memorandum che disciplinerà i rapporti tra le due Banche Centrali e, tra l’altro, l’operatività reciproca delle banche nei due territori nazionali, come auspicato in più occasioni dagli istituti di credito sammarinesi i quali hanno diritto di poter ampliare il proprio mercato operativo anche per effetto del Memorandum allegato all’Accordo Ecofin sulla tassazione dei redditi da risparmio firmato dalla Repubblica di San Marino nel lontano 2003.

L’auspicio è che le sedie non rimangano vacanti come in passato quando, tra l’addio di Biagio Bossone e l’arrivo di Renato Clarizia, trascorsero numerose settimane: il rilancio e la piena normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi passano anche attraverso i rapporti tra le rispettive Banche Centrali.

Se per la successione di Giannini si è già fatto il nome di Daniele Bernardi, per la poltrona di “numero uno” di BCSM non sono emersi ancora nomi. In estate il tempo scorre molto veloce: il rischio concreto è che a settembre, al numero di telefono del Presidente di BCSM, potrebbe non rispondere nessuno.

Un lusso che San Marino, in un periodo davvero strategico per la normalizzazione dei rapporti, non si può davvero permettere.

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