Home NotizieSan Marino Consiglio Grande e Generale: la situazione dei vertici di Banca Centrale (1)

Consiglio Grande e Generale: la situazione dei vertici di Banca Centrale (1)

da Redazione

Il primo a prendere parola è il segretario di Stato per le Finanze, Gian Carlo Capicchioni, che anticipa di non volere soffermarsi sulle dimissioni dei vertici di via del Voltone, ma preferisce parlare di prospettive. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

I lavori consiliari sono stati interamente occupati dal dibattito sull’attuale situazione dei vertici di Banca Centrale, cui sono previsti 47 interventi.

Il primo a prendere parola è il segretario di Stato per le Finanze, Gian Carlo Capicchioni, che anticipa di non volere soffermarsi sulle dimissioni dei vertici di via del Voltone, ma preferisce parlare di prospettive. “A San Marino- manda a dire- non servono progetti roboanti, ma occorre creare le condizioni operative e reputazionali di luogo dal quale e nel quale è possibile svolgere attività finanziarie internazionali in un contesto adeguato”. In questo quadro, prosegue Capicchioni “Banca Centrale deve rafforzare i presidi e l’attività di vigilanza, essere parte attiva e propositiva nella definizione degli accordi strategici ad esempio quello di adesione all’Ue”. Nel perseguire questi scopi “la scelta della nuova leadership- sottolinea- è cruciale”. Il Responsabile delle Finanze delinea il ritratto delle nuove figure: abbiano “competenze, esperienze internazionali e integrità morale” per “stare alle pari con interlocutori internazionali”. Ma soprattutto, il segretario di Stato sottolinea l’esigenza di compiere “una selezione in tempi rapidi per dare nuovi punti di riferimento al sistema”. Seguono gli interventi del dibattito: Simone Celli, Ps, anticipa la presentazione di due ordini del giorno insieme ad Upr, uno di carattere generale, uno per revocare l’incarico di consulente della segreteria di Stato per le Finanze all’ex capo della vigilanza di Bcsm, Antonio Gumina.

Si accende poi lo scontro tra i consiglieri “civici” di Rete e Civico 10, Elena Tonnini e Mimma Zavoli, e il segretario di Stato Marco Arzilli. In particolare, Zavoli accusa gli attuali segretari di Stato di “aver scambiato le stanze delle segreterie di Stato per un ufficio finanziario”. Mentre Tonnini punta il dito contro “persone non marginali” che si sono fatte promotrici della vendita di licenze bancarie. “Se oggi- replica loro Arzilli- siamo arrivati a un Paese che può andare avanti a testa alta non è merito certamente del consigliere Zavoli o Tonnini”. “Non accetto- prosegue- di essere messo allo stesso livello di persone che io stesso ho combattuto. Io mi sento tranquillo”.

In Aula prosegue quindi il dibattito.

Di seguito un estratto degli interventi.

Comma aggiuntivo 2. Dibattito sull’attuale situazione dei vertici di Banca Centrale ed eventuali deliberazioni conseguenti.

Gian Carlo Capicchioni, segretario di Stato per le Finanze: “L’ordine del giorno su Banca centrale approvato nel 2014 è del tutto attuale. Non voglio soffermarmi sulla cronaca recente che parla di dimissioni e sospensioni. Voglio parlare di prospettive. San Marino sta affrontando un cambio di modello di sistema economico. Per poter dare corpo a un nuovo modello, occorre avere consapevolezza del contesto. Voglio soffermarmi sui principi come elementi centrali del confronto. In quest’Aula, negli ultimi anni, si parla molto di problemi e dinamiche economiche. Non dei problemi della società. Ma economia e società sono capitoli di uno stesso libro che si intersecano e influenzano a vicenda. L’adesione agli standard internazionali, la partecipazione al gruppo delle amministrazioni virtuose per lo scambio di informazioni sono obiettivi raggiunti: questi passaggi, se da un lato comportano un grande impegno dall’altro rappresentano il passaporto per la partecipazione a mercati più ampi. Per fare questo però occorre gestire i processi. In questo panorama, Banca Centrale ha un ruolo primario. E’ importante che ci sia un lavoro di riorganizzazione, norme e regolamenti, che la funzione di vigilanza venga svolta con rigore e che la funzione di indirizzo venga svolta in pieno. Che Banca Centrale abbia massima autorevolezza. Ciò che serve oggi è avere un orizzonte di sviluppo possibile nel nuovo contesto di regole internazionali. Il settore bancario deve rafforzarsi per garantire solidità di sistema. Il buono stato di salute di questo settore è cosa necessaria per l’intero sistema economico. Occorre imparare dagli errori del passato e fare tesoro degli insegnamenti. A San Marino non servono progetti roboanti, ma occorre creare le condizioni operative e reputazionali di luogo dal quale e nel quale è possibile svolgere attività finanziarie internazionali in un contesto adeguato. E’ evidente che si tratta di una missione impegnativa che coinvolge tutto il comparto, soprattutto Banca Centrale che deve rafforzare i presidi e l’attività di vigilanza. Deve essere parte attiva e propositiva nella definizione degli accordi strategici ad esempio quello di adesione all’Ue. Credo che oggi obiettivo da non fallire sia quello di dare la possibilità di concretizzare questa ambizione. La scelta della nuova leadership è cruciale: occorre fare uno scatto in avanti e adottare un approccio responsabile, libero da schemi preconfezionati, per individuare le figure apicali adatte a guidare l’istituzione in una fase complessa. Non partiamo da possibili candidati per costruire caratteristiche su misura. Cerchiamo quali competenze e esperienze servono. Competenze, esperienze internazionali e integrità morale: così avremo vertici autorevoli in grado di stare alle pari con interlocutori internazionali. Ulteriore esigenza è quella di fare una selezione in tempi rapidi per dare nuovi punti di riferimento al sistema. Conciliare la rapidità di selezione con un meccanismo adeguato e oggettivo non è semplice. L’ipotesi di emissione del bando internazionale era realizzabile in una situazione ordinaria, oggi è difficilmente praticabile, data l’urgenza. Serve una selezione più veloce, ma che garantisca oggettività e trasparenza. Primo passo è quello di definire i profili in parallelo alla costruzione di un meccanismo condiviso di selezione. In occasione di nomine di figure apicali prendono vita le fazioni del “sammarinese si” o del “sammarinese no”. Superiamo questi ragionamenti Concentriamoci sul livello di esperienza e competenze invece. L’eventualità di risorse di tale livello tra i nostri concittadini sarebbe piacevole, ma in caso contrario attendiamo con atteggiamento positivo altre possibilità. I nuovi vertici dovranno poi realizzare un efficace programma di formazione per trasformare le potenzialità in realtà professionale”.

Gian Nicola Berti, Ns: “Serve un ripensamento di un ente che rischia di essere sovrastrutturato rispetto alle esigenze del sistema sammarinese. Va dato atto a Banca Centrale che in questi ultimi anni ha avuto modo di distinguersi per efficienza nel sistema della vigilanza. In passato la vigilanza non esisteva. Nell’ultimo periodo la vigilanza è stata pregnante e ha fatto emergere anomalie che si erano radicate all’interno del sistema. Sul fronte della promozione e dello sviluppo i risultati invece non sono stati soddisfacenti. Credo sia importante non tanto guardare al passato, ma piuttosto iniziare a fare esercizio politico e dare linee di indirizzo che dovranno essere colti dalla Banca Centrale di domani. Sul dibattito sammarinese si o sammarinese no: io non riesco a fare questo genere di ragionamenti. Individuiamo quali sono gli obiettivi che vogliamo raggiungere. Poi individueremo la figura professionale che sarà utile per raggiungere questi obiettivi. Fino a quel momento, io non credo ci debba essere alcuna necessità di sostituire presidenza e direzione Banca Centrale. E’ certo che se vogliamo individuare le direttrici di sviluppo allora in quel momento attiviamo una ricerca di quali persone hanno il profilo adeguato al raggiungimento di quegli obiettivi. Ragioniamo su un fatto: le problematicità del sistema bancario nascono dall’acredine con cui noi abbiamo trattato il nostro sistema bancario e finanziario. Non abbiamo perso occasione per fare speculazione politica su quello o quell’altro istituto bancario. Cerchiamo di favorire il rientro dei nostri capitali all’estero”.

Simone Celli, Ps: “Nell’intervento del Segretario non ho ascoltato neppure una parola rispetto alle dimissioni del presidente e del direttore generale di Banca Centrale. Per prima cosa il Ps prende atto delle dimissioni del presidente e del direttore generale. Rispetto alle dimissioni: non sono d’accordo sul fatto che queste dimissioni rappresentino gesti di responsabilità. Io credo che nel caso del direttore rappresentino un atto dovuto, nel caso del presidente invece sono un atto indispensabile. Giudizio negativo sulla gestione Clarizia-Giannini. Cogliamo positivamente l’epilogo di questa vicenda anche se le dimissioni arrivano a distanza di qualche mese dalla conclusione naturale del mandato. La politica avrebbe dovuto intervenire molto prima. Siamo molto critici nei confronti dell’ex governance. Le indagini giudiziarie sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La gestione Clarizia-Giannini ha mostrato sin da subito limiti enormi. Non all’altezza. Obiettivi non raggiunti: 1) Banca Centrale non ha svolto la funzione di accompagnamento verso un nuovo sistema creditizio 2) Non c’è stata azione di promozione, sviluppo e internazionalizzazione. Apporto pari allo zero. Io vorrei riferirmi a queste ultime settimane. La barzelletta dell’autosospensione poi ritirata, poi rinnovata, poi culminata con le dimissioni ha avuto un convitato di pietra, ossia il Governo. Di fronte a questo festival dell’irrazionalità il Governo è stato zitto ed ha fatto una ingloriosa partecipazione alla conferenza stampa, dopo l’assemblea dei soci. In quell’occasione ha fatto lodi sperticate rispetto a risultati ottenuti da Banca Centrale: a mio avviso dichiarazioni imbarazzanti per occultare i fatti. Io confido che questo atteggiamento passivo non sia stato dovuto al rapporto confidenziale che alcuni segretario di Stato sembravano avere con i vertici di Banca Centrale. Con queste dimissioni si può guardare al futuro. Io credo si debba partire da un punto positivo. Apertura maggioranza va colta in termini positivi: approccio corretto. Il Ps vuole giocare questa partita, si mette a disposizione e vuole assumersi tutte le responsabilità del caso. Nell’interesse generale dello Stato. Serve accreditamento internazionale. Inoltre Banca Centrale deve fare parte del sistema delle Banche Centrali europee avendo la possibilità di accedere al sistema di liquidità europeo. Serve riforma statutaria di Banca Centrale: cerchiamo di intervenire anche dal punto di vista statutario. Impegniamoci sulla riorganizzazione della vigilanza in un’ottica di potenziamento e riqualificazione. Sottoscrizione del memorandum di intesa con Banca d’Italia: priorità delle priorità. Troviamo le condizioni affinché il nostro sistema riesca a tamponare gli effetti della volontary disclusure. Sulla base di questa mission dobbiamo individuare il candidato alla presidenza. Facciamo tutti gli sforzi per arrivare alla nomina del nuovo presidente entro la sessione consiliare di luglio. Profilo: competente, con relazioni, integrità morale riconosciuta, che esca dai vecchi circuiti incrostati della politica. Sammarinese? Sarebbe requisito importante ma sappiamo che le condizioni di oggi impongono la selezione di un candidato nel più rapido tempo possibile. Abbiamo presentato due ordini del giorno. Uno di carattere generale. Uno riguardo la necessità di revocare l’incarico al dottor Gumina”.

Francesco Morganti, Psd: “Banca Centrale deve permettere un processo di internazionalizzazione attraverso la promozione del sistema bancario locale all’estero. A breve deve firmare il memorandum con Banca d’Italia. Banca Centrale deve procedere a una sua riorganizzazione anche per contingentare costi di gestione. Le raccomandazioni del Fmi in merito ai principi di Basilea vanno recepiti in toto. Banca Centrale potrebbe armonizzare la disciplina sui fondi comuni, deve correggere le distorsioni economiche presenti nel sistema. Non può esserci sistema produttivo senza sistema bancario e viceversa quindi il sistema bancario svolge ruolo un fondamentale nello sviluppo del Paese. Le nuove figure apicali che dovremo nominare a breve devono garantire che Banca Centrale sia all’altezza delle sfide che avremo davanti”.

Remo Giancecchi, Upr: “La nostra forza politica non ha condiviso la nomina degli ultimi dirigenti, Presidente e Direttore, di Banca Centrale, tra l’altro con numerosi dubbi sulla votazione che riguardava la presidenza. Non avevamo condiviso queste nomine, muovendo vari rilievi, perché ritenevamo, già da allora, questa governance non adeguata per le necessità del Paese. Banca Centrale necessitava si di un rafforzamento nell’opera di vigilanza del sistema bancario sammarinese, ma doveva anche dimostrare una capacità di rilancio del nostro sistema finanziario, un rilancio di una economia che vedeva giungere alla fine il segreto bancario e l’anonimato societario. Le inadeguatezze sono sicuramente alla base di un clima generale di insoddisfazione sull’operato dei vertici di Banca Centrale giocato su tanti elementi equivoco o equivoci che non hanno fatto bene all’Istituto. L’arrivo di un Direttore generale non esperto di autorità di vigilanza ed istituzioni pubbliche. L’arrivo di un Presidente, vecchio amico del direttore, che non ha svolto quella funzione di controllo e critica sull’operato della struttura, contribuendo così allo stabilimento di una governance autoreferenziale che a tutti è apparsa estranea alla quotidianità del paese, e poco capace di trovare le migliori soluzioni per un settore che andava sempre più in difficoltà. Il maxi emolumento ad un Presidente poco presente e lontano dalla nostra realtà, di cui ricordiamo solo le interviste poco puntuali e le gaffe, non ultima, solo per confermare quanto ho appena affermato, la deposizione in cui sostiene di “non aver tempo per leggere la stampa sammarinese”. Quindi persone non adatte al ruolo, che hanno contribuito a incrinare l’immagine dell’Istituzione facendola sentire elemento estraneo ai cittadini e alla politica, soprattutto quella di opposizione. C’è poi la figura di Antonio Gumina nominato, lo scorso anno dal Governo, commissario osservatore per il recupero dei crediti delle banche oggetto di intervento dello Stato. E’ stata, a giudizio di Unione per la Repubblica, una nomina inopportuna, inutile e costosa. UPR auspica che questa sia ridiscussa a breve termine dal Congresso di Stato a favore di un’organizzazione più funzionale al recupero di crediti che stanno pesando enormemente sul Bilancio dello Stato. Detto questo mi auguro che dal dibattito possa emergere un confronto che faccia emergere quegli indirizzi politici indispensabili per una Banca Centrale più autorevole ed autonoma, con una chiara visione progettuale, su quale strada andare e su quale modello costruire un solido sistema finanziario sammarinese. Noi crediamo che la figura del un nuovo Presidente del Consiglio Direttivo debba essere dapprima ricercata tra i sammarinesi. Se non sarà possibile allora auspichiamo che il nuovo presidente possa garantire quella rete internazionale di relazioni, rete di cui il sistema bancario ha assoluto bisogno per garantirsi nuove prospettive di sviluppo”.

Antonella Mularoni, segretario di Stato per il Territorio: “Il dibattito ha senso se rivolto al futuro. Abbiamo parlato tante volte dei vertici di Banca Centrale. Dobbiamo partire dalla situazione che oggi ci troviamo davanti agli occhi: le dimissioni di direttore e presidente. Non è vero che al tempo della nomina la scelta non fosse conseguente alla missione datasi dalla maggioranza, ossia ricostruire rapporto con l’Italia. San Marino era messa al bando dalla comunità internazionale. Oggi il sistema è stato ripulito e siamo in una situazione di dialogo completamente differente. Sarebbe ingiusto dire che l a governance precedente non ha raggiunto alcun obiettivo. Ora però lo scenario è cambiato e dunque è giusto cambiare. Presidente e direttore attuali non sarebbero comunque stati confermati. Stabiliamo una road map in assoluta trasparenza e sapendo quale è l’obiettivo primario da raggiungere. Servono modifiche allo statuto, ad esempio sui mandati, ragioniamoci. Possiamo ragionare però in buona fede e con la volontà di trovare le migliori persone possibili che poi accompagnino il nostro sistema finanziario e bancario verso un mondo nuovo. Nella maggior parte dei nostri istituti c’è poca propensione a guardare al futuro. Io nel futuro penso che dovremo determinare quali sono i profili di presidente e direttore. Ed anche le retribuzioni. Se noi vogliamo un presidente più presente con grandi contatti internazionali iniziamo a guardarci intorno. Se in un bando internazionale poniamo obiettivi di grandissimo livello, 150 mila euro lordi all’anno sono pochi. Guardiamo gli altri Paesi e capiremo meglio. Per me ogni stipendio di alto livello deve essere legato agli obiettivi. E non vale solo per i vertici di Banca Centrale. E decidiamo qual è prospettiva che il nostro Paese vuole darsi: se certe persone decidono di venire a San Marino devono avere un trattamento economico comparabile a Paesi come il nostro. Per la selezione non dobbiamo avere troppa fretta. Individuiamo il profilo, poi più candidati si presentano meglio è. Più ne abbiamo di candidati meglio è. La selezione deve essere fatta cercando di scegliere la persona migliore. Nei mesi di luglio e agosto decidiamo quali sono i profili necessari in modo che già a settembre/ottobre potremo avere un candidato. L’attività di vigilanza continua a essere un’attività fondamentale che va fatta sempre. Non pensiamo che questa attività ora sia meno importante. Io mi auguro che questa discussione serva a trovare ampia condivisione su questioni fondamentali e poi insieme decideremo le modalità per attuarle. Banca Centrale è un’istituzione che merita rispetto e deve avere autorevolezza. Non possiamo rimetterci a discuterne in ogni discussione”.

Ivan Foschi, Su: “Le dimissioni del presidente di Bcsm e dei vertici arrivano dopo un lungo travaglio, il segretario Capicchioni non ha detto nulla a riguardo. Quantomeno una riflessione tra Bcsm e politica, che è stata chiamata in causa in certe vicende, è doverosa per arrivare a delle conclusioni, se la politica non arriva ad un’autocritica, come è possibile chiedere collaborazione? L’avventura di questa dirigenza è partita male dall’inizio, in Consiglio si è voluto imporre un nome non certo di fama. I 300 mila euro di stipendio per Clarizia non hanno similitudini, il presidente della Fed statunitense prende molto meno. Va fatta una riflessione poi sui risultati raggiunti dalla leadership. Altro punto nemmeno sfiorato: il rapporto tra Bcsm e congresso di Stato. Sono state registrate dalla magistratura interferenze e anomalie. E’ un tasto dolente per il governo che ripete vecchie abitudini, come nel ‘caso Caringi’. Sulle ingerenze ci è stata data risposta falsa, abbiamo chiesto se c’erano state per l’acquisizione di licenze, se c’erano stati incontri con i segretari di Stato per queste compravendite, e ci è stato negato. Pochi giorni fa leggiamo invece che nelle carte dei magistrati si riporta di un incontro con i segretari Arzilli e Belluzzi..è spiacevole conoscere queste cose dalle deposizioni di funzionari di Bcsm ai magistrati. Vuol dire che ci sono molte zone d’ombra su cui occorre fare chiarezza. L’istruttoria sulle licenze la deve fare Bcsm, non ci devono essere interferenze dei segretari di Stato. La nostra critica a questa leadership Bcsm è anche per la comunicazione deficitaria, a questa leadership non interessa il parere dei sammarinesi”.

Mimma Zavoli, C10: “Ci stiamo confrontando sulle dovute e necessarie dimissioni del presidente Clarizia, lo stesso che non si interessava del Paese che staccava per lui assegni faraonici, che non ha portato a conclusione il memorandum con Bankitalia. Quale poteva essere il suo attaccamento al suo compito di garanzia? Mi viene da pensare che il suo interlocutore non fossimo noi, ma qualcuno fuori confine. Ora Bcsm resta sguarnita del suo gruppo dirigenziale in un momento difficile, la vicenda porta in sé grande responsabilità. Molte sono le stanze in cui le discussioni si animano. E’ giunto veramente il momento di tagliare con il passato, per non correre il rischio di far fallire questa istituzione che ha subito ingerenze della politica e i suoi vertici lo hanno permesso. E’ una struttura compromessa. Sotto i nostri occhi si sta dipanando il disegno di alcuni segretari di Stato: vertici di Bcsm usati alla stregua di consulenti finanziari, segretari di Stato come Arzilli, Belluzzi, Valentini e uno di questi si è dovuto persino dimettere, ovvero Felici, ma anche Stolfi, Gatti, Podeschi. Hanno tutti scambiato le stanze delle segreterie di Stato per un ufficio finanziario. Il segretario Capicchioni nel suo riferimento ha parlato di responsabilità, consapevolezza, senso del limite, parole che ci vedono tutti nella stessa parte. Ma in quali di queste belle parole possiamo collocare quattro segretari di questo governo, uno dei quali dimesso, che si sono messi a giocare al miglionario? Dov’è il nuovo corso della politica che dovrà scegliere nuovi obiettivi per Bcms e i suoi vertici? Dov’è la nuova politica e la credibilità delle decisioni, se non si farà piena assunzione delle responsabilità?”.

Elena Tonnini, Rete: “Si ripete un prevedibile ritornello in Aula, ovvero l ‘invito che per avere prospettiva bisogna evitare di parlare dei fatti accaduti ,di cui ci dà notizia la magistratura. L’appello di chi dice che bisogna guardare al futuro, se no si è dei speculatori, arriva da consiglieri e da chi è avvocato di Vivoli. Noi facciamo le nostre considerazioni sul fallimento di Bcsm e di questo governo. Fallimento basato su obiettivi mancati, come la centrale dei rischi, il memorandum con Bankitalia, il rafforzamento della liquidità del patrimonio. Tutto questo a poca distanza da una volontary disclosure che preoccupa per l’emorragia di capitali. Tutti vogliamo andare avanti, ma non significa eludere l’analisi di quello che è successo. Pretendere di evitare di parlarne, da una parte dell’opposizione, ha lo scopo di non minare gli equilibri con la prospettiva delle prossime elezioni. I movimenti nascono contro queste logiche di convenienza e guardano oltre alla possibilità di avere una segreteria di Stato alle prossime elezioni.

Non erano persone marginali i promotori della vendita di licenze bancarie. Chi doveva vigilare si prestava a fare affari. Non si parla poi del passato, ma degli attuali segretari di Stato. Non aiuta che i segretari si prestino a giochi d’affari enormi e a intromissioni in Bcsm, all’aver demolito la credibilità delle segreterie di Stato e di ruoli apicali, legandoli alle indagini delle magistratura. A ciò si aggiunge l’inopportunità di Valentini e Capicchioni nell’aver sostenuto fino alla fine queste persone. Perché non è possibile aver e informazioni sull’incontro avuto a Roma i primi di giugno?

Gli obiettivi da raggiungere sono quelli che sono mancati. Le prospettive ci sono a riprova del fatto che analizzare l’accaduto non è in antitesi con il poter fare proposte. Non può esserci la firma di un memorandum per aprire il mercato, occorre una reciprocità tutelante per le banche sammarinesi. Manca la raccolta, quella attuale non giustifica nemmeno il personale bancario attuale, 869 persone occupate nel 2015 in tutto il settore nel 2012 erano 960. C’è stato un calo netto di 100 persone. Per evitare futuri problemi di disoccupazione occorre anche qui trovare una soluzione. Quindi creare prodotti e aumentare la raccolta, con possibilità di emettere fondi e obbligazioni, il tutto accompagnato da strumenti normativi”.

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri: “Sono preoccupato del quadro inquietante che si sta realizzando. Malgrado l’incertezza, stiamo vivendo un processo che in realtà deve iniziare nei luoghi deputati, ma viene celebrato da giorni sugli organi di stampa e in questo Parlamento. Questo Consiglio sta diventando molto sensibile alle commissioni d’inchiesta e mi permetto di proporne una su questo. Prima di dover chiamare gli elettori al voto, sarà bene scoprire le carte e dire a chi giova tutto questo e qual’è il progetto che stiamo servendo. Ho l’impressione che non abbiamo il coraggio di dire a viso aperto chi stiamo servendo. Ringrazio il collega Capicchioni e la collega Mularoni. Il primo si è soffermato sul fatto che le dimissioni dei vertici di Bcsm ci obblighino a pensare alla prospettiva, ma anche la seconda non ha nessun problema a parlare di come siamo arrivati a questo punto. Se dobbiamo parlare della mission di Bcsm, dobbiamo parlare e condividere il parere sul suo lavoro di questi anni. Credo sia difficile dire che dal 2009-2010 Banca centrale non abbia svolto una funzione di vigilanza, eppure è stata accusata del crollo del sistema, che la crisi che vivevamo era colpa sua, come se ci fossimo dimenticati della cloaca che ci stava sommergendo e non ci fossero i reati che stavano venendo alla luce. Per questa funzione di vigilanza, Banca centrale è stata fortemente criticata, persino dal Tribunale. Per passare da una segnalazione a un’indagine sono passati gli anni. Sono stato tirato in ballo, ma ricordo che uno dei primi atti che ho dovuto affrontare allora, come segretario alle Finanze, è stata la richiesta da parte di Bcsm di commissariamento della finanziaria Finproject, dopo una sequenza di irregolarità gravissime. Come governo abbiamo avuto un momento in cui abbiamo rischiato, perché in congresso si è messo in discussione quel commissariamento. Allora dissi che o eravamo capaci di nettezza di giudizio o potevamo chiudere, non solo il sistema bancario, ma San Marino. E’ questa capacità di giudizio che ha dato autonomia a Bcsm e credibilità all’esterno. Chi lamenta i meriti di Bcsm, vorrei che mi portasse un esempio nel quale, a causa sua, noi abbiamo avuto un problema rispetto l’esterno. Se il Memorandum e la centrale non sono arrivati, spiegatemi perché è colpa di Bcsm e se non è un problema relativo a tutti i ritardi che il riconoscimento esterno del sistema sta registrando. In questi anni, dal 2010 in poi, fatemi un rilievo sulle inadeguatezze di Banca centrale. Anzi, se determinati percorsi di accreditamento sono stati accettati, è perché abbiamo ricevuto elogi piuttosto che dinieghi. Se l’operazione oggi è dare maggiore consistenza a Banca centrale e dare spinta al sistema bancario attraverso l’internazionalizzazione, la prima missione da scrivere è quella di prendere distanze da una volontà di rivalsa e vendetta da una Banca centrale che ha fatto il suo lavoro. E’ il presupposto per avere un sistema credibile. E’ vero che sono stato tirato in ballo da Gumina. Ma non c’è stata nemmeno esigenza da parte magistratura di sentirmi, sulla vicenda non è mai partito nulla perché non poteva accadere. Ciò che è accaduto, per quello che mi riguarda, è una cosa semplicissima, ma chi opera in malafede non pensa sia così. Credo sia normale che l’allora segretario alle Finanze, ricevuta una lettera del liquidatore di una finanziaria che gli sottoponeva un problema, non abbia fatto altro che segnalarlo a chi se ne doveva occupare, Bcsm e i commissari. Se questa è un’ingerenza nella vicenda di Bcsm, mi dovete spiegare qual’è la funzione di un segretario di Stato, rispetto le segnalazioni che gli arrivano relative al suo settore. Sfido a trovare altre questioni, se ci fossero cose diverse le vorrei sapere. Ma sono sereno sul mio intervento. A chi dice che Bcsm è dentro una questione giudiziaria dico questo: guardiamo su che cosa Bcsm è tirata in ballo, su una funzione che più volte la politica e questo Consiglio gli ha chiesto. Quando chiedete l’internazionalizzazione del sistema bancario, quale dovrebbe essere il ruolo di Bcsm se non compiere verifiche?”.

Rossano Fabbri, Ps: “Quello che recriminiamo è la differenziazione di controlli dove sono stati fatti. Ci sono certe azioni di responsabilità che in questo paese sono iniziate solo contro i nemici. Contro una Finanziaria in particolare Banca Centrale se l’è presa solo con una persona. Perché invece non se l’è presa con alcuni ex clienti? Perché solo contro taluni? La questione dei controlli doveva durare un certo lasso di tempo. Prima o poi occorre ripartire e intraprendere quel percorso rivolto all’internazionalizzazione, alla sistemazione di questioni irrisolte. Per i ruoli di controllo, data la limitatezza del territorio, è auspicabile vengano evitati conflitti. Andiamo avanti. Cerchiamo soluzioni condivise. Se il percorso è quello che la maggioranza ha iniziato a intraprendere, il Ps farà la propria parte e porterà il proprio apporto positivo per il Paese”.

Enrico Carattoni, Psd: “Le esigenze del 2008 erano diverse rispetto a quelle di oggi. Si doveva dare priorità alla funzione di vigilanza. A livello normativo sono stati fatti però sforzi immani. Ma oggi abbiamo bisogno di guardare più allo sviluppo e meno alla vigilanza. Il ruolo della vigilanza però in questi anni è stato molto importante: sono state fatte sanzioni e sono stati presi provvedimenti nei confronti di alcune Finanziarie. C’è un Tribunale che sta indagando su presunte commistioni tra Banca Centrale e mondo politico e sono sicuro che non avrà alcuna remora a giungere ai chiarimenti del caso. Il tema della Vigilanza viaggia ormai su un solco segnato. Ora però dobbiamo fornire a Banca Centrale tutti gli strumenti per poter dare credibilità a un sistema e attirare investitori”.

Nicola Renzi, Ap: “Quello di oggi è un argomento delicato che abbiamo già trattato altre volte. Io credo che riducendo il discorso alle persone o semplicemente limitandoci a guardare al passato non riusciremmo a centrare l’obiettivo che è quello di avere una Banca Centrale che dopo le vicissitudini del passato oggi sia in grado di concentrarsi sulle priorità: internazionalizzazione del sistema bancario-finanziario e possibilità dei nostri istituti di credito di interagire con realtà vicine. Punti fondamentali sui quali anche la maggioranza si è confrontata e ha trovato modalità per stilare un ordine del giorno che credo contenga tutte queste priorità. Le possibilità per arrivare a una visione più condivisa possibile esistono. C’era un sistema che abbiamo visto più volte (es. le risultanze della commissione d’inchiesta su Cassa di Risparmio) era molto riluttante a capire, comprendere e aiutare l’azione di vigilanza. Quel sistema necessitava di azioni pesanti. Quello che è mancato sicuramente sono i punti che già altri hanno espresso: un collegamento rispetto ad altri istituti di vigilanza esteri che fosse paritario, la promozione del nostro sistema bancario e finanziario. Io credo che all’interno di questa partita non ci siano solo le questioni puramente tecniche, ma anche partite profondamente politiche. Io già più volte ho spronato i responsabili della gestione della nostra politica economica a cercare di far valere tutte quelle ragioni che la Repubblica di San Marino ha avuto ed ha ancora. Quello che dobbiamo fare adesso è: essere veloci, celeri e dare input giusti per realizzare alcuni obiettivi. In primis nella scelta del presidente quale figura di altissimo livello. Una figura che auspico possa essere sammarinese, ma mi rendo conto che prima di tutto dobbiamo avere una persona che non faccia capo a centri di potere, slegata da logiche passate, indipendente nei suoi metri di giudizio e già riconosciuta da altri organismi internazionali nel mondo della finanza. Concludo dicendo che spero si possa arrivare a risultati in tempi rapidi. Banca Centrale è per noi strategica. Dobbiamo sapere che abbiamo partite molto importanti e complicate da giocare come Paese. Serve un consenso più ampio possibile”.

Tony Margiotta, Su: “L’internazionalizzazione del sistema finanziario e il memorandum sono obiettivi che dovevamo raggiungere da tempo. Come può una persona con un ruolo così fondamentale per il sistema economico sammarinese, vivere fuori, con uno stipendio alla pari di un presidente o un Capo di Stato e addirittura permettersi di disinteressarsi a quello che succede nel Paese di cui lui dovrebbe curare gli interessi? Oggi ci troviamo a discutere delle dimissioni di un personaggio che ha portato avanti interessi di non so chi? Come ben sappiamo questa persona è stata incaricata attraverso una votazione discutibile del Consiglio grande e generale ed ora mi chiedo come ci si comporterà domani per poter individuare una persona competente che abbia il senso dello Stato. E’ importantissimo oggi trovare figure competenti che abbiano anche senso dello Stato. Io auspico che questo primo passo verso un percorso di discussione e condivisione per trovare una nuova figura possa essere un nuovo modo di affrontare problematiche come quella che stiamo discutendo”.

Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria: “Banca Centrale ha vissuto una serie di vicende che ne hanno segnato la storia, partendo dalle esigenze di un Paese che voleva e doveva cambiare. La Vigilanza è fondamentale. Deve proseguire nel suo percorso. Deve essere rafforzata e il nostro sistema deve essere messo nelle condizioni di operare serenamente. Una volta nominati i nuovi vertici di Banca Centrale dobbiamo dargli piena fiducia. Anche i mandati possono essere rivisti. Evitiamo di creare una Banca Centrale a misura di qualcuno. Dobbiamo crearla a misura di Paese. Ho ascoltato interventi che mi hanno lasciato molto perplesso: accuse inaccettabili non corrispondenti al vero. Alcuni hanno riportato il discorso da una visione di prospettiva a una visione populista che dice alla gente quello che la gente vuole sentirsi dire. Se oggi siamo arrivati a un Paese che può andare avanti a testa alta non è merito certamente del consigliere Zavoli o Tonnini. Non sono state loro protagoniste del cambiamento. Loro cavalcano solo l’onda di un lavoro già fatto da noi con grande difficoltà. Siamo intervenuti a gamba tesa in un sistema marcio. Non accetto di essere messo allo stesso livello di persone che io stesso ho combattuto. Io mi sento tranquillo. E se viene qualcuno che propone un investimento io chiedo a Banca Centrale di capire cosa vogliono queste persone. Cosa c’è di male? Niente. Non accetto che mi si dica di aver fatto il mio interesse. Lei Zavoli vada a denunciarmi. Usciamo da quest’Aula. Quello che ha detto qui è gravissimo. Io combatto i disonesti. Se vogliamo cambiare il Paese dobbiamo smettere di mettere il Paese contro il Paese. Noi ci siamo messi in gioco e non con atteggiamento populista. Io credo negli ideali dell’onestà e del senso dello Stato. Ma se noi valutiamo pregiudizialmente le persone perché sono stranieri e parlano una nostra lingua condanniamo il Paese a essere sempre più debole. Se si vogliono spiegazioni si chiedono. Io sono molto sereno. E se fossi costretto a comportarmi diversamente darei le dimissioni. Io sono a posto con la coscienza”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “Questo momento storico rappresenta due facce della stessa medaglia: da un lato la fine di un periodo, dall’altro l’inizio di un altro periodo. Io non accetto chi all’interno di quest’Aula getta fango sul sistema finanziario sammarinese. I vertici di Banca Centrale probabilmente non hanno operato al meglio per rilanciare un nuovo sistema finanziario sammarinese. Questo dibattito deve essere un’occasione non per guardare indietro ma per guardare avanti. Oggi le carte in tavola sono cambiate a livello internazionale ma il cambio di passo per rendere il sistema finanziario sammarinese capace di generare risorse e di occupare nuovi giovani sammarinesi, non è stato fatto. Dobbiamo portare avanti progetti di sviluppo. Il nostro sistema può aiutare la Repubblica a ripartire. Come? Puntando sull’internazionalizzazione. Il memorandum rappresenta una grossa opportunità, ma da solo non rilancerà il sistema economico e finanziario. Lasciare in una situazione di incertezza i vertici di Banca Centrale non serve a niente. Il nuovo presidente e il nuovo direttore generale devono essere i più condivisi possibile per rappresentare l’interezza del paese. Dall’altro lato vorrei mostrare una preoccupazione perché ad oggi non credo che questi ruoli possano essere ricoperti da professionalità sammarinesi. Non so se ci sono già o meno ma il profilo che stiamo ricercando è un profilo internazionale. Pochi mesi fa abbiamo votato un tetto alle retribuzioni ma a me non preoccupa la questione “tetto”. Io credo che chi meriti debba essere pagato ma deve fare bene il proprio lavoro. Dobbiamo arrivare il prima possibile a trovare delle persone da mettere alla guida di Banca Centrale perché se la fortuna aiuta gli audaci la prima che deve avere fortuna ora è la politica”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento