E’ proseguito nel pomeriggio il Dibattito sull’attuale situazione dei vertici di Banca Centrale, cui risultano 47 iscritti ad intervenire. Il report dell’agenzia Della Torre.
E’ proseguito nel pomeriggio il Dibattito sull’attuale situazione dei vertici di Banca Centrale, cui risultano 47 iscritti ad intervenire. Alle 16, come da ordine del giorno, i lavori sono interrotti, per proseguire alle 18 fino oltre le 24. La conclusione del dibattito su Bcsm, a cui mancano una decina di interventi più le repliche, slitta quindi in serata.
Di seguito un estratto degli interventi del pomeriggio.
Comma aggiuntivo 2. Dibattito sull’attuale situazione dei vertici di Banca Centrale ed eventuali deliberazioni conseguenti.
Andrea Zafferani, C10: “Due sono le questioni decisive per il futuro. Il primo che i mandati dei vertici di Bcsm devono essere più brevi. Se sbagliamo le nomine infatti diviene impossibile rimuoverle, a mio avviso il mandato dovrebbe essere triennale. Le nomine vanno misurate in base obiettivi e risultati fissati, altrimenti diventa tutto discrezionale e legato a simpatie e antipatie alle maggioranze di turno, a scapito dell’autonomia dei ruoli. Le nomine dei organismi di vigilanza del Paese dovrebbero essere previste a larga maggioranza, in modo che la condivisione sia praticata non solo quando è politicamente vantaggiosa. In passato la maggioranza ha imposto purtroppo i suoi candidati. Il nuovo management dovrebbe essere legato agli obiettivi e la retribuzione legata al loro raggiungimento. Non è stato portato a casa il memorandum con Bankitalia, per noi vitale, è la mancanza più grave. Dovremo cercare profili capaci di aprirci all’estero e capaci di farci raggiungere presto un accordo con Bankitalia. In ultimo, è fondamentale che i vertici siano presenti nella struttura. Su questi temi e basi noi siamo pronti a discuterne come sempre si dovrebbe fare quando ci sono di mezzo istituzioni di garanzia che non sono solo di tutta la maggioranza. Ora la parte meno propositiva del mio intervento: i comportamenti dei vari esponenti di governo negli ultimi anni su Bcsm sono inqualificabili. Parto dalla richiesta di Valentini sul bonifico di Banca commerciale: qual’era la ragione di Stato che ha spinto il segretario a ‘richiedere informazioni’ sulla mancata liquidazione del bonifico? Per conto di chi chiese informazioni? Su Arzilli e Belluzzi: posso apprezzare l’attività svolta in passato da Arzilli quando era difficile criticare il sistema, però credo che come politici non ci si possa cullare sul passato ma occorre essere sempre messi alla prova ogni giorno. Noi politicamente riteniamo inaccettabile che i segretari di Stato si facciano procacciatori di affari e che propongano operazioni non consone al nuovo indirizzo di trasparenza e antiriciclaggio. Non spetta a loro. Quella che chiamano promozione di investimenti per noi non è un ambito che compete loro. A questo aggiungiamo la vicenda Gumina, misteriosamente promosso a consulente di recupero credito per la banche. Con lui i crediti sono aumentati, la sua è stata un esperienza fallimentare. Mi chiedo perché questa difesa ad oltranza? Qualche membro di governo è tenuto in scacco? Credo che anche per Gumina sia giunto il momento di togliere il disturbo.
Vorrei capire poi chi intendeva Valentini quando si riferiva a ‘manovratori’ su cui vorrebbe aprire una commissione inchiesta, forse il tribunale?”.
Roger Zavoli, Upr: “Upr ha chiesto, insieme alle altre forze di opposizione che si tenesse già in questa sessione consiliare un dibattito su questo argomento poiché riteniamo debbano essere messi celermente dei punti fermi per garantire autorevolezza all’istituzione e massimo supporto al sistema finanziario e al paese in una fase congiunturale molto difficile. C’è un fatto evidente, l’azione della magistratura ha in pochi mesi stravolto l’assetto della governance di Banca Centrale, mai era accaduto nella storia dell’istituto che i massimi dirigenti della vigilanza bancaria fossero indagati. Mai era accaduto che un balletto, poco elegante, di autosospensioni, revoche e alla fine dimissioni coinvolgesse il top management di questa istituzione. La magistratura appurerà quanto accaduto, rimane però l’impressione, leggendo gli estratti di interrogatori dalla stampa, di una certa accondiscendenza dei vertici Bcsm al governo e alla maggioranza. Incontri ripetuti, disponibilità quasi immediata a rispondere a chiamate del governo o di autorevoli esponenti della maggioranza per discutere di iniziative imprenditoriali nel settore finanziario con i più disparati investitori. In questo non ci siamo fatti mancare nulla, giapponesi, ungheresi, colombiani un insieme arcobaleno di nazionalità unito dalla voglia di investire in banche o traferire fondi nella Repubblica di San Marino. Capisco e comprendo il ruolo che Bcsm ha verso il sistema, però sono rimasto sorpreso come sistematicamente il tutto ruotasse sempre verso esponenti di primo piano della maggioranza e membri di governo. Ritengo si sia rotta la neutralità che un’istituzione del genere dovrebbe avere verso la politica, maggioranza e opposizione e l’autonomia rispetto all’organo esecutivo. Ci sono comportamenti, regole non scritte, che mi pare siano state completamente ignorate, così come un bon ton istituzionale che non vede un’istituzione del genere autoreferenziale al solo governo e maggioranza. Il punto però è come ripartire da questa situazione incresciosa. Come restituire credibilità e incisività a una istituzione troppo spesso vittima della sciagurata sorte dei suoi dirigenti. Upr ha preparato un progetto di legge di riforma, siamo al momento l’unica forza politica a avere messo nero su bianco delle idee su come riorganizzare questa istituzione. Abbiamo fatto questo lavoro poiché siamo convinti che le critiche a se stesse non portino a nulla e ci sia necessità di avere un riferimento forte per tutto il sistema finanziario. A noi pare opportuno iniziare prendendo atto delle dimissioni del presidente e avviare un percorso da concludersi celermente per nominare il presidente del Consiglio Direttivo. Il nuovo presidente dovrebbe – a mio giudizio – essere individuato fra cittadini sammarinesi, con un metodo che spinga sulla condivisione e trasparenza affinché si rompa con vecchi schemi che poca fortuna hanno portato alla banca e allo stesso governo. L’auspicio è che la maggioranza abbia la capacità di cogliere le possibilità che si sono in questo passaggio storico e abbia il coraggio di dialogare con l’opposizione per gettare nuove basi di reciproca fiducia, sulla gestione di questo ente”.
Iro Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro: “Sono stato chiamato in causa più volte in Aula questa mattina, possiamo vedere che, a differenza di alcune forze di minoranza che cercano condivisione per far crescere Paese , c’è chi invece fa politica usando il sistema di dar fiato alla bocca, utilizzando elementi che trovano maggior riscontro in determinate fasce della popolazione, ovvero disinformazione e disonestà intellettuale, con cui si fa politica con la ‘p’ minuscola. Sottolineo la disonestà intellettuale del buon Andrea Zafferani cui ricordo che si è beccato anche un sindacato della Reggenza, per aver forzato la votazione all’interno del Consiglio grande e generale per la nomina del presidente di Bcsm. Se Zafferani è stato il primo attore di una parte di ciò che non ha funzionato bisogna ricordarlo. Non è che tutto passa in seconda linea. E’ successo poco tempo fa. Mi rivolgo all’opposizione: cerchiamo di individuare quelle personalità che abbiano senso dello Stato, persone autorevole con riconoscibilità a livello internazionale, è quello che serve. Rispetto le mancanze dei vertici di Bcsm, credo che non abbiano sviluppato la capacità di far emergere le mancanze di un sistema bancario non del tutto maturo. Un sistema bancario che deve essere fatto crescere. Tonnini, Zavoli e Zafferani indicano l’inopportunità di cercare chi investa nel Paese, io continuerò a farlo invece, anche se non è nelle mie deleghe. Il lavoro non si crea infatti attraverso leggi e decreti, ma portando qui chi vuole investire. Ammortizzatori e welfare non si creano con le norme. Voglio un Paese a cui i concittadini guardino con speranza. Prima che conoscessi chi voleva investire ho voluto fossero compiute delle verifiche da chi ne aveva le competenze .Vada al tribunale Zavoli se mi vuole denunciare. Non approfitti dell’immunità parlamentare. Mi dissocio da certe forme del fare politica. Ci confronteremo con i partiti di maggioranza e di opposizione che vogliono veramente bene al Paese”.
Massimo Andrea Ugolini, Pdcs: “L’ordine del giorno di un anno fa è una valida base dalla quale partire per tratteggiare la mission del sistema bancario dei prossimi anni. Il sistema è stato investito da una tempesta. Dalle Torri Gemelle in poi, con diversi passaggi, tutti i Paesi in cui c’erano anonimato societario e segreto bancario hanno dovuto scegliere dove stare. San Marino ha deciso di stare fra i virtuosi. Siamo entrati nella Sepa, abbiamo normalizzato i rapporti con l’Italia e speriamo che il memorandum sia prossimo alla stipula. La centrale rischi è stata avviata. Tanto si è fatto dal punto di vista della vigilanza. Per il rilancio del sistema qualche elemento di perplessità rimane. Abbiamo gli anticorpi per attrarre capitali dall’esterno. Abbiamo un problema di liquidità, se arrivano investitori con liquidità importanti, nel momento in cui non incidono sullo Stato e la Sanità pubblica, perché non pensare alla concessione di residenze qualificate? I futuri vertici di Banca Centrale in futuro avrebbero un elemento in più con il quale incidere. La politica si è fatta carico di banche e finanziarie in difficoltà. Il nostro sistema finanziario è sicurissimo, dal punto di vista degli investitori nessuno ci ha mai rimesso un centesimo, lo Stato è sempre intervenuto. Per quanto riguarda l’aspetto giudiziario sui vertici di Banca Centrale quanto ho appreso veniva dalla stampa, è difficile dare giudizio”.
Alessandro Mancini, Ps: “Parliamo di problemi che da tempo il Ps e altri colleghi di opposizione avevano denunciato in Banca Centrale. C’è delusione per come si è voluto affrontare questo dibattito sorvolando su alcune vicende, sottolineando solo le cose positive che questa dirigenza ha fatto. Non si è detto niente su ciò che non ha funzionato. In Banca Centrale le cose che con questa governance non hanno funzionato sono tante. Finalmente credo che abbiamo risolto un problema, queste persone sono tornate a casa loro. Questa governance non è stata in grado di gestire una fase delicata come quella affrontata dal Titano. Il bilancio di Banca Centrale è negativo. La vigilanza ha fatto bene il suo dovere in alcune situazioni. In altre poteva fare meglio. La vigilanza va riorganizzata dalla nuova dirigenza. Non si è raggiunto niente sul memorandum d’intesa. E’ disastroso. Non c’è stato sostegno al credito delle imprese delle aziende. Nemmeno la voluntary disclosure è stata affrontata in modo giusto. Noi abbiamo fatto una battaglia su Bcsm. E avevamo ragione. Ora non dobbiamo solo trovare il miglior presidente e il miglior direttore. C’è una mission da trasmettere a chi dovrà gestire Banca Centrale. Il presidente deve essere trovato dalla politica. Sul direttore, figura più tecnica, si può ragionare invece in modi diversi. Non sono d’accordo con chi si vorrebbe affidare ai cacciatori di teste. Chiedo a Valentini: cosa ha fatto il 25 novembre 2011 quando la Banca Commerciale fu chiusa con il blocco dei pagamenti e c’era la fila delle famiglie? C’era una signora incinta che non poteva prendere al bancomat i soldi per il latte al figlio. Cosa ha fatto Valentini per risolvere il problema?!”.
Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs: “Non c’è pace per Bcsm, è sempre stata nella tempesta. E’ corretta la scelta di rassegnare le dimissioni di Giannini. E che Vivoli abbia lasciato l’incarico. L’avviso di garanzia non è compatibile con un compito così delicato. Clarizia ha fatto bene a dimettersi, per permettere una riorganizzazione complessiva dell’ente. Sono stati commessi errori? Sarebbe semplice addossare le responsabilità a chi si è dimesso. La politica si deve fare un esame di coscienza. Valentini ha detto che non dobbiamo attaccare di continuo Banca Centrale. Ora parliamo dei vertici, non dell’intero istituto. Spero presto nella firma del memorandum con l’Italia. La vigilanza è stata ed è importante, va supportata maggiormente. Per il nuovo presidente occorre pensare con calma, possiamo aspettare e cercare di scegliere la persona giusta. E’ giusto pensare a una figura internazionale, magari indicata dal Fondo Monetario Internazionale, capace di far crescere figure dirigenziali attorno a sé. Basta con i consulenti esterni strapagati, portati dai direttori di turno, amici degli amici. Serve un metodo che mette al centro il dialogo con l’opposizione e chiuda le tensioni. La banca si deve riappacificare con il Paese e le sue istituzioni. I vecchi vertici hanno confuso il distacco con la neutralità. Sono cose diverse. Banca Centrale va ricostruita dalle fondamenta con un nuovo presidente, al quale dobbiamo come politica dare indirizzi ben precisi. Auspico che ci sia la volontà di tutti i gruppi di confrontarsi consapevoli che avere una Banca Centrale funzionale serve a tutto il Paese. Gli stipendi in alcuni casi sono troppo importanti, il personale è tanto. Sono argomenti che dovrebbero essere oggetto di riflessione”.
Maria Luisa Berti, Ns: “Il primo atto del Consiglio dovrebbe essere la presa d’atto delle dimisisoni del presidente del direttore. Qualcun ha definito le dimissioni come atto di responsabilità o atto dovuto, per me sono state più che opportune. Oggi la classe politica dovrebbe fare l’analisi degli errori passati per individuare finalità e obiettivi e modalità per raggiungere i profili dei dirigenti di Bcsm. E ciò non può prescindere da valutazioni sulla nuova missione dell’istituto. E’ vero che Bcsm nell’ambito di vigilanza è stata all’altezza del suo ruolo, nel compito di purificare un sistema bancario e finanziario piuttosto offuscato. Ma c’è stata una parte carente della sua attività: l’internazionalizzazione del sistema e l’accreditamento all’esterno e con Bankitalia. E’ opportuno che il profilo che dovrà assumere il ruolo dirigenziale dovrà avere tutta la professionalità necessaria e il rispetto per giungere a questi obiettivi. E per farlo si deve guardare a una figura di carattere internazionale e al di sopra delle parti. Non possiamo essere condizionati da suggerimenti esterni e input di appartenenza. Ci sta la riforma della sua struttura che è sovradimensionata. C’è un progetto di legge in deposito e in attesa in Commissione finanze. C’è un organico sovradimensionato e condivido le osservazioni sugli stipendi, ci sono figure impiegatizie che prendono più di un segretario di Stato. Per i ruoli apicali reputo opportuno lasciare aperte possibilità di retribuzioni più alte se si legano al raggiungimento di risultati. C’è ancora molto da fare. Qualcuno ha affrontato l’argomento Gumina. Penso sia più che opportuno attuare interventi di verifica dell’operato del Commissario rispetto i suoi risultati e i costi che questo incarico ci comporta come Stato. Osservazioni più politiche: dall’opposizione c’è chi ha vomitato parole addosso ad altri ed accusato ingiustamente chi ha svolto una politica di contrasto ad un Paese marcio quando i movimenti politici non erano ancora nati. Capisco che in termini elettorali e di consenso sia utile l’approccio populista di chi cavalca sempre il malcontento della gente e chi assume il ruolo di censore di turno dimenticandosi quello che hanno fatto gli altri. Mi spiace che l’Aula diventi luogo e occasione per formulare accuse e far diventare questa un aula di tribunale. E’ opportuno lasciare fare i lavori di indagine alla magistratura senza interferenze e senza portare avanti una politica di sospetti e anche senza commissioni di inchiesta. Oggi di falsità ne abbiamo ascoltate tante e credo sia grave definire dei segretari di stato dei procacciatori d’affari che abbiano usato i loro uffici per mercanteggiare. E soprattutto sia grave farlo dentro l’Aula, dove abbiamo l’immunità parlamentare. Vorrei le facessero fuori dall’Aula senza schermi per poterne rispondere. Credo che la politica seria possa confrontarsi su questi temi. E l’approccio di una parte dell’opposizione è in questa direzione”.
Gian Matteo Zeppa, Rete: “Si arriva in Aula, come il segretario di Stato Capicchioni, a parlare del futuro. Ma ritengo non si possa rinnegare il passato. Banca centrale ha fallito le missioni indicate dal suo statuto. Partendo dal presupposto che la politica ha fatto una scelta, nominando presidente e dando il gradimento al direttore generale, mi viene da pensare il motivo del perché il segretario di Stato non ne abbia parlato del passato. Tre capisaldi di Bcsm si sono dimessi, dopo la loro autosospensione e il ritiro della sospensione. A me pare fuori dai coppi. E’ difficile parlare di responsabilità quando non si fa riferimento a quanto successo. E’ un atteggiamento malavitoso non tenere conto quanto capitato. Parlare di dimissioni per senso di responsabilità è una presa in giro. Bisogna andare a valutare se la struttura di Bcsm, con quei numeri e costi, è ancora confacente alle necessità di San Marino. Abbiamo avuto anche che a Gumina, ex capo della vigilanza, l’ex segretario Felici gli ha dato l’incarico di riscuotere crediti. Vi pare normale che sia stata fatta un’interpellanza per vedere il contratto e che questo non si possa vedere? Bisogna che la responsabilità sia portata in campo, in quest’Aula, parlando qui del Memorandum d’intesa, non a Roma.
I segretari di Stato devono dare le linee da seguire per la legislatura, non devono avere ingerenze, ci sono enti di tutela, di vigilanza ci sono uffici preposti ad incontrare gli imprenditori. Capisco il voler unire le forze per dare continuità al Paese, ma non percepisco la volontà ancora di cercare questo percorso comune. Dobbiamo sapere le cose dai giornali o dai Roberti? Io sono per condividere. Portate tutto sul tavolo, siate trasparenti. Vi pare normale che un segretario di Stato non faccia riferimento a quanto successo appena una settimana fa? Il dubbio si insinua che ci sia qualcosa da nascondere. La collaborazione c’è per portare fuori il Paese dalle secche. Rete è lì , ma non la vedo questa volontà. Credo si utilizzino i microfoni per dire del falso”.
Manuel Ciavatta, Pdcs: “Non ho capito chi usa i microfoni per dire cose vere e false. In Aula tutti hanno la responsabilità di dire le cose vere. Spero usiamo i microfoni invece per deformare la verità o per fare attacchi che, se fatti fuori dall’Aula sarebbero coraggiosi, in Aula sono codardi. O rispettiamo le regole condivise del dialogo e del rispetto istituzionale, oppure non funziona e porta la politica a degenerarsi. Vorrei quindi riportare il dibattito alla ragione per cui è nato. Sono d’accordo che non si possa nascondere il passato. Ma non si può solo guardare il passato e denunciare solo gli errori e non vederei fatti positivi fatti. Non si può dire che non c’è stata evoluzione del sistema e non la si può negare. Parte del risultato, l’ingresso in white list, è merito anche della vigilanza di Bcsm.
La maggioranza si può assumere le responsabilità per quanto non ha ottenuto come risultati, ma non neghiamo quelli ottenuti, se no neghiamo la verità. Ho sentito cose fuori dal mondo, ci permettiamo di dire al governo che ha assunto un atteggiamento malavitoso, è gravissimo. Diamo attenzione alle parole a i toni, abbiamo la correttezza di non offenderci per denigrarci. Se riusciamo già a luglio a individuare persone condivise per Banca centrale, faremo bene al Paese. Impegniamoci in quest’ottica e diamo elementi per poter fare una scelta, non dimentichiamoci del passato ma non usiamolo solo per demolirci. I tempi sono stretti, concordo”.
Federico Pedini Amati, Indipendente: “Il Memorandum con Banca Italia non è stato ancora siglato. E’ il fallimento degli obiettivi prefissati. Ci si era impegnati a fare ogni sforzo per raggiungere nel 2014 il Memorandum d’intesa tra le banche centrali. A metà 2015 per pronta risposta arrivano le dimissioni, assolutamente dovute, dei vertici di banca centrale. E del Memorandum non c’è alcuna traccia. Il segretario di Stato non ha parlato delle dimissioni dei vertici di Banca Centrale. Non si può non parlare delle dimissioni dei vertici di Banca Centrale. Annuncio il mio voto favorevole all’allontanamento del signor Gumina: è incompatibile con il ruolo che aveva in precedenza”.
Massimo Cenci, Ns: “Prendiamo atto delle dimissioni del presidente e del direttore generale. Al termine di questo dibattito cerchiamo di arrivare a dire come vogliamo che sia Banca Centrale. Dobbiamo chiederci se ci serve una struttura con oltre 90 dipendenti. Una struttura di dimensioni importanti. Serve ancora? E’ evidente che qualcosa va rivisto. Sicuramente serve una Banca Centrale ripensata. La funzione di Vigilanza non può essere depotenziata anzi va rafforzata. Nelle ultime due legislature abbiamo assistito a diverse nomine. Quello che mi auguro da questo dibattito è che troviamo un percorso di definizione di questi soggetti e che non lasci dubbi. Vorrei una figura internazionale che esca dai confini in cui siamo abituati a ragionare. E’ proprio in un ambito internazionale che dobbiamo muoverci. Figure capaci di aiutarci in questo senso sapranno relazionarsi con gli altri paesi per offrirci opportunità. Alla nuova Banca Centrale chiederei anche un ulteriore requisito: dialogare in modo positivo con gli istituti di credito esistenti. Sono d’accordo con chi diceva che dobbiamo nominare il prima possibile i nuovi vertici di Banca Centrale. Mi piace l’approccio che quasi tutti stanno tenendo su questa nomina. Facciamo però attenzione a non sbagliare. Se serve mettiamoci anche qualche giorno in più”.
Franco Santi, C10: “Tutto quello che sta emergendo dalle indagini della Magistratura è stato reso possibile dalla connivenza della politica. Io credo che vada fatta una profonda riflessione politica per individuare e ribadire con forza la necessità di fare sistema. E pretendere che tutte le componenti facciano il proprio dovere. Se c’è stato qualche ritardo le responsabilità sono ascrivibili a tutti gli attori di questa partita. Sui criteri per le nomine. Io credo che sul piatto della bilancia dobbiamo mettere anche il nostro Paese. Se si seguisse questo tipo di approccio il fantomatico nodo della “retribuzione” verrebbe risolto da solo. Ai Segretari che si sono sentiti minacciati dall’intervento del consigliere Zavoli dico che la cosa che a noi dà fastidio riguarda l’inopportunità di organizzare questi incontri. Una modalità, un comportamento, che non ha nulla a che vedere con responsabilità penali, ma che denota una cultura e una modalità di portare avanti le cose che non condividiamo”.
Denise Bronzetti, Indipendente di maggioranza: “Abbiamo fatto molti dibattiti in quest’Aula su Banca Centrale. Fino a un certo punto, quando il sistema contava su poche banche, il sistema si reggeva. A un certo punto sono state rilasciate licenze finanziarie. A un certo punto la politica sammarinese ha pensato di potere fare tutto da sé ed anche i rapporti bilaterali hanno iniziato a deteriorarsi portandoci alle ben note conseguenze. Se come ho sentito dire, dagli errori del passato si deve imparare per ripartire su altri fronti, allora va da sé che questa ricostruzione ha necessità di essere fatta e di essere chiarita. Qual è, imparando dagli errori del passato, la situazione che ci può garantire nella scelta del futuro presidente e del futuro direttore dal punto di vista non solo dell’oggettività, per verificare i loro curriculum professionali?”.
Roberto Ciavatta, Rete: “Capicchioni ci ha presentato un libro dei sogni, ci ha detto i suoi auspici e poi ha aperto il dibattito di cui non so di cosa avremmo dovuto tenere conto. In questo caso il segretario Valentini ha fatto le veci del segretario per le Finanze, ma in modo non condivisibile, ha fatto un attacco alla magistratura. E’ arrivato a parlare di una commissione d’inchiesta per l’attività della magistratura. Credo sia pericoloso un attacco del genere fatto poi da un segretario di Stato che ha difeso tutte le persone poi saltate in aria. Valentini dice che non possiamo attaccare Banca centrale perché ha fatto il suo lavoro, a prescindere che i vertici siano indagati. Siamo arrivati alla farsa del ‘se qualcuno ha qualcosa da ridire sugli atteggiamenti dei segretari deve andare in tribunale a denunciarli’. I vertici non si sono dimessi perché si sono stancati, ma perché sono arrivate le indagini e sono stati costretti ad andarsene.
Si è già detto che per una nomina 150 mila euro sono pochi, ma bisogna dire che Clarizia è costato 300 mila euro perché è venuto a San Marino 50 volte all’anno e dovevamo pagarli pure le utenze nel suo studio. Questa è una presa per i fondelli. Io credo ci siano sammarinesi in grado di prendere il suo posto, ci sono sammarinesi impiegati all’estero in banche e organismi importantissimi, ma non tornano. Li abbiamo contattati e hanno detto che non tornano perché ancora non ci sono le condizioni di trasparenza. Per tenersi in linea con gli standard internazionali è indispensabile giungere ad un accordo con Bankitalia. La Centrale dei rischi, il Memorandum con Bankitalia sono punti da conseguire e mi unisco a chi ha detto che bisogna discuterlo in aula. Voglio sapere di cosa si sta discutendo e quali sono i motivi per cui non si firma, ancora non lo sappiamo. Serve uno snellimento dello statuto Di Bcsm ma poi bisogna rispettarlo. Lo Statuto impediva il contratto a Gumina alla segreteria alle Finanze, ma non è stato rispettato. Mi piacerebbe si parlasse a San Marino di una politica monetaria. Resto assolutamente contrario ad entrare nei sistema di finanziamenti della Bce che fa fallire gli Stati. Poi ridimensionare Bcsm, sono d’accordo, 110 dipendenti per la realtà sammarinese sono troppo. Non dico di cacciarli via, ma bisognerà fare in modo che Bcsm attivi dei servizi che impieghino le persone che sono lì dentro”.