Per quanto ne dica RETE e con toni certamente poco apprezzabili da parte di tutti, non vi è stata e non vi è da parte di nessuno la volontà di ledere il diritto ad una libera informazione.
Al contrario la principale funzione dell’Autorità Garante per l’Informazione è quella di presidio di qualità e serietà di una attività tanto essenziale, quanto centrale, per la vita di ogni Stato democratico.
Forse RETE è rimasta sorpresa dal fatto che il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Nils Muiznieks mi abbia ricevuto in tempi così celeri e che nell’incontro lo stesso Commissario abbia apprezzato e considerato estremamente utile l’approfondimento sull’articolato della legge e abbia garantito la disponibilità a valutare la proposta del Codice deontologico che sarà elaborato ed approvato dalla Consulta, prima che questo venga trasformato in norma.
Il punto cardine chiarito col Commissario è che l’irrogazione delle sanzioni amministrative da parte dell’Autorità è attività meramente esecutiva che consegue all’avvenuto accertamento di violazioni del Codice deontologico da parte degli operatori dell’informazione; Codice deontologico che per chi ancora non lo ha compreso o vuole chiaramente strumentalizza la cosa – ribadisco – a tutela della massima indipendenza dell’editoria e della professione giornalistica – sarà redatto ed approvato nei suoi contenuti dalla Consulta per l’informazione, che annovera tra i suoi componenti tutti gli editori e i giornalisti operanti nella realtà sammarinese.
Ad oggi, per quanto di mia conoscenza, non risulta esserci nessun eleborato – per cui forse si parla sul nulla – anzi invito gli operatori che aderiscono alla Consulta di procedere in tempi il più celeri possibili così da evitare ogni ulteriore strumentalizzazione.
La legge infatti, non prevede assolutamente che l’Autorità Garante abbia il potere di “imporre delle ammende o delle multe” ai giornalisti….
L’Autorità Garante si limiterà a seguito dell’accertamento della violazione di regole di comportamento pensate e fissate dagli stessi operatori di settore, alla conseguente applicazione dei rimedi sanzionatori, altrettanto previsti e stabiliti dalla Consulta; sanzioni che saranno tassativamente elencate nel Codice deontologico e che per quanto ne sappiamo potrebbero essere semplicemente mere ammonizioni in quanto – lo ripeto – saranno decise dagli stessi operatori dell’informazione.
Con il Commissario per i diritti umani si è inoltre chiarito come lo Stato di San Marino, vista la sua ridotta dimensione territoriale e il conseguente esiguo numero di operatori che compongono il “mondo dell’informazione”, ha deciso di non introdurre nell’ordinamento vigente un Ordine Nazionale dei Giornalisti, bensì ha deciso di dar corso alla costituzione di una Consulta che raccolga e veda la partecipazione diretta di tutti gli operatori del settore.
La Consulta è un organismo autonomo, e mai mi permetterei di intervenire sulle scelte fatte democraticamente dagli operatori dell’informazione.
La richiesta di Rete di portare avanti una vera e propria ingerenza da parte mia non è accettabile e completamente contraddittoria.
Da una parte si chiede che la politica faccia un passo indietro – e con la legge così si è fatto – passando da una Commissione di Vigilanza integralmente composta da componenti di nomina politica ad un’Autorità Garante, verso la quale il parlamento si limita ad individuare dei nominativi tra professionisti di incontrovertibile indipendenza; professionisti estranei riaffermo da qualsiasi commistione con le rappresentanze parlamentari o di partito.
Dall’altra si chiede di intervenire sulle scelte fatte da un organismo a cui la legge ha attribuito la massima autonomia operativa.
Ma forse ci arranca su questi punti per non dire chiaramente quello che emerge tra le righe.
Probabilmente gli aspetti della legge che preoccupano sono altri.
Invito pertanto RETE, portatore di messaggi legati alla trasparenza e alla legalità, affinché si faccia portavoce e solleciti gli editori sin da oggi, così come prescritto dalla nuova norma, a rendere pubblici i propri bilanci.
Ribadisco la mia forte preoccupazione sul clima di scontro che si è venuto a creare tra gli operatori del settore. Probabilmente elemento che ha portato alla decisione di Luca Salvatori, stimato professionista di RTV, a dimettersi dalla presidenza del Consiglio direttivo.
Auspico che lo scontro troppo spesso fatto di personalismi possa dissiparsi e che tutti collaborino affinché le energie spese possano essere indirizzate verso una crescita sempre più qualificante dell’informazione a San Marino.