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San Marino, il nuovo “collocamento” arriva alle battute finali

da Redazione

L’intesa anticiperà la riforma del mercato del lavoro, ancora da presentare. A breve l’operatività del protocollo per avvicinare domanda e offerta.

 

di Daniele Bartolucci

 

Il rilancio dell’occupazione e dell’economia passa dal collocamento dei lavoratori sammarinesi e dalla soddisfazione delle richieste delle imprese che necessitano personale specializzato per le proprie attività. L’incontro tra offerta e domanda è uno dei temi più discussi a San Marino da diverso tempo, a maggior ragione nel periodo di crisi da cui sembra si stia finalmente uscendo, che ha comportato un aumento sostanzioso della disoccupazione (passato dal 4-5% fisiologico ad un allarmante 8% e oltre) e anche la perdita di competitività per alcune aziende. Un tema che Segreteria al Lavoro, associazioni di categoria e sindacati hanno messo sul tavolo a inizio anno, addivenendo alla firma del Protocollo d’intesa che ha portato alla nascita di un “Comitato esecutivo per la formazione e l’occupabilità”. Nel protocollo sottoscritto a gennaio ci si era dati 3 mesi per la conclusione dei lavori e ora si è arrivati alla fase finale, quella che porterà a breve all’operatività del protocollo.

In questi mesi si sono infatti svolti diversi incontri tra le parti e tutti hanno convenuto dell’importanza di questa nuova gestione del rapporto tra offerta di lavoro e domanda, a cui partecipino attivamente sia gli Uffici dello Stato preposti (Ufficio del Lavoro e Centro Formazione Professionale soprattutto), sia le associazioni di categoria, sia i sindacati. Una gestione che, per velocizzare l’incontro tra domanda e offerta, si baserà sulla pubblicità e la trasparenza delle stesse: nuovi criteri di elaborazione dei curriculum, ad esempio, potranno agevolare le aziende nella individuazione delle risorse che servono, evitando fraintendimenti o colloqui a vuoto perché tra i requisiti del candidato mancano proprio quelli richiesti.

Un sistema, quello attuale, che ha delle criticità evidenti, come hanno condiviso tutti i firmatari del protocollo. La novità più visibile, come detto, sarà la condivisione online delle richieste attuali e delle esigenze future (piani aziendali, turno over, pensionamenti…) delle aziende, “poiché la condivisione delle informazioni e la disponibilità di un’infrastruttura informatica comune, una banca dati condivisa sulla base dell’attribuzione di specifiche deleghe, che tutti indifferentemente possano implementare, risulta elemento essenziale per il raggiungimento degli obiettivi individuati nel presente accordo e condivisi”.

In pratica tramite questa nuova gestione, sarà molto più semplice e diretto riuscire a mettere in collegamento domanda e offerta nel mercato del lavoro, laddove esista un profilo ricercato e un lavoratore con quel profilo. Nel caso contrario (o se ci sono più richieste), si attiveranno le iniziative di formazione professionale necessarie, generando un meccanismo virtuoso anche in funzione dell’aumento qualitativo della forza lavoro sammarinese.

Le parti stanno quindi per concludere questa fase di progettazione, per passare a quella operativa, ma per gradi: è stato proposto, infatti, di avviare una prima fase ‘sperimentale’ dove saranno le associazioni di categoria a ‘filtrare’ le domande e le offerte.

Sono del resto le associazioni di categoria ad essersi impegnate nell’implementare “la banca dati comune laddove possibile, con le informazioni relative al turn over e ai pensionamenti e l’integrazione con i dati relativi ai percorsi formativi e scolastici degli studenti, la creazione di una banca dati dei lavoratori sammarinesi all’estero” e a “effettuare un monitoraggio costante delle esigenze formative e occupazionali delle imprese”. Il protocollo infatti rappresenta “un fondamentale contributo nell’ambito dello sviluppo della parte riguardante la riforma del collocamento, all’interno della più ampia riforma della Disciplina dei rapporti di lavoro”. Riforma che nel frattempo tarda ad arrivare, così dall’opposizione avanzano una loro proposta, che viene respinta dalla maggioranza. Risultato, la riforma ancora non c’è, però se ne discute.

E’ quanto accaduto in questi giorni in Commissione Finanze, dove è stato presentato il Progetto di Legge sul lavoro di Civico 10. In verità sulla riforma del mercato del lavoro se ne discute da parecchio tempo, visto che la prima stesura del progetto di legge elaborato dal prof. Pietro Ichino, è stata presentata per sommi capi a febbraio del 2014. Nel frattempo in Italia è stato approvato il Jobs Act che, cancellando l’art. 18 ha introdotto i contratti a tutele crescenti, già presenti in diversi ordinamenti europei e non solo, prevedendo al contempo delle agevolazioni nei confronti delle imprese, che si sono aggiunte a quelle introdotte dall’ultima finanziaria. Come noto, però, “la realtà sammarinese per esempio non ha l’articolo 18 e presenta una flessibilità nel mondo del lavoro importante”, ha ricordato il Segretario al Lavoro Iro Belluzzi. Per questo “nel momento in cui la Segreteria ha sposato la prima stesura del progetto di legge elaborato dal prof. Ichino ci siamo resi conto che è un testo calibrato su una realtà differente dalla nostra e che certi aspetti andavano superati”. Alcuni altri aspetti, invece, contenuti nella proposta di Civico 10, potranno essere recuperati e condivisi nel testo che proprio Belluzzi ha annunciato di presentare a breve. Nel frattempo, però, stante l’aumento della disoccupazione e la necessità di molte aziende di trovare personale specializzato, diventa fondamentale concludere il percorso iniziato con il protocollo d’intesa, perché offerta e domanda si incontrino nel modo più veloce possibile, per rilanciare l’occupazione e permettere alle imprese di far ripartire l’economia.

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