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San Marino, Fondiss: nuove modalità per rendimenti maggiori

da Redazione

Finora utilizzati solo certificati di deposito, che rendono poco più del 2%. Decreto 39: dalla selezione dei gestori alla tipologia di investimenti.

 

di Daniele Bartolucci

 

Come fare rendere di più il Fondiss? La domanda nasce dal rendiconto fornito dal Segretario alla Sanità Francesco Mussoni nell’ultima sessione del Consiglio Generale, da cui si desume che l’attuale gestione, affidata esclusivamente a depositi presso le banche sammarinesi, ha garantito una rendita inferiore al 3%, anzi, molto vicina al 2% per le ultime convenzioni. Un trend che sicuramente tende al ribasso, stante l’abbassamento globale degli indici e la brevissima durata di questi certificati di deposito, fino ad oggi di soli 9 mesi. Fino ad oggi perché, nonostante le polemiche e i ‘vincoli’ introdotti dal famoso referendum, in Consiglio è finalmente approdato il Decreto delegato 39 del 30 marzo 2015, che fissa nuove possibilità e regole per il Comitato Amministratore tali – questo l’auspicio – da poter investire il fondo a disposizione in maniera più efficiente e redditizia.

Questo è l’obiettivo del Fondiss, in effetti, introdotto nell’ordinamento sammarinese proprio per garantire una rendita integrativa alla pensione ordinaria (cd. primo pilastro), che a seguito delle varie riforme non garantirà più un tasso di sostituzione tra salario e pensione come in passato. In numeri, se si stima che la pensione sarà pari a circa il 60-65% del vecchio reddito, il Fondiss dovrebbe garantire almeno 10-15 punti percentuali, per arrivare ad un 75-80%. Per ottenere questo risultato, però, occorre che il fondo venga valorizzato adeguatamente e costantemente di anno in anno, pur avendo insita in sé la garanzia del capitale versato dai lavoratori (raddoppiato, visto che anche il datore di lavoro ne versa altrettanto). Ed un’operazione che va fatta nel più breve tempo possibile, in quanto se è vero che oggi sono circa 21.486 gli iscritti (21.263 gli attivi che stanno versando) e la raccolta totale somma a oltre 14 milioni di euro, sia il numero degli iscritti che della raccolta è destinato a salire per almeno altri dieci anni (visto che gli ‘obbligati’ avevano meno di 50 e andranno in pensione dopo i 65 anni). Poi però, inizieranno anche le erogazioni a favore dei richiedenti, quindi il momento per accumulare e garantire una rendita adeguata è adesso. Una rendita superiore, almeno, di quella garantita oggi dai certificati di deposito. Ed è qui che entra in gioco il nuovo quadro normativo disegnato dal Decreto nr 39, che “stabilisce i requisiti per l’individuazione dei soggetti finanziari a cui eventualmente affidare la gestione”, ha spiegato Mussoni. “Ciò consentirebbe di ampliare la diversificazione del portafoglio finanziario tra le diverse tipologie di investimento coerenti con la natura previdenziale di Fondiss e sempre rispettando i limiti di legge”. Infatti, “il Comitato Amministratore si trova attualmente in una condizione di impasse normativa che non consente di espletare tale funzione operativa in mancanza di norme certe e procedure definite e condivise anche con Banca Centrale”. Mussoni ricorda anche che “il Comitato Amministratore, il cui mandato è in scadenza il prossimo 18 giugno, auspica che nel più breve tempo possibile vengano rimosse, anche a livello normativo, le situazioni di criticità attualmente presenti al fine di dare maggiore impulso all’attività”. Di qui la formulazione del Decreto Delegato nr. 39 che individua le modalità dell’affidamento in gestione del patrimonio Fondiss e anche il processo di selezione dei gestori. Basilare è “il principio della diversificazione”, ma non tra gli strumenti finanziari o gli investimenti, bensì solo “tra soggetti gestori”, quindi potrebbe essere che tutti i gestori propongano lo stesso prodotto, seppur a rendimenti diversi, come è accaduto finora. I soggetto gestori sono unicamente quelli previsti dall’art. 11, comma 5, della Legge 191/2011, ovvero quelli dell’Allegato 1 della legge 165 del 2005 alla Lettera D4 gestione di portafogli di strumenti finanziari, Lettera E Servizi di Investimento collettivo e Lettera F Servizi di investimento collettivo non tradizionali.

Resta in capo al Comitato Amministratore la scelta degli “obiettivi e modalità gestionali in coerenza dei quali condurre la selezione dei gestori”, ovvero facendo riferimento “all’orizzonte temporale, alle tipologie di investimento, agli stili di gestione, ai benchmark, alle eventuali garanzie di risultato”. Sull’orizzonte temporale, però, all’art. 5 comma g) è specificato che “la durata della convenzione non potrà essere superiore in ogni caso ai 36 mesi”, limitando di fatto la possibilità di investimenti a medio lungo periodo che, ai tassi attuali, garantirebbero un rendimento maggiore.

La selezione dei gestori avverrà tramite bando, ma in via preliminare il Comitato dovrà definire i requisiti quantitativi e qualitativi dei candidati, attraverso un Questionario (art. 6), delineando una griglia di punteggi che tengano conto della remunerazione richiesta per il servizio, del livello di formazione e preparazione delle persone che se ne occuperanno, la compagine azionaria e la struttura del gruppo di appartenenza, il controllo dei rischi dell’azienda, il patrimonio netto dell’azienda, la tipologia della clientela, le attività di gestione svolte sia su San Marino che sui mercati internazionali, i rendimenti conseguiti almeno nell’ultimo triennio.

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