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Gruppo SIT, doppia fermata a Milano

da Redazione

L’azienda a Ipack-Ima è stata tra i promotori di un “Codice deontologico”. Neni Rossini su Expo: “Si vive la consapevolezza di tante realtà”.

 

di Alessandro Carli

 

Milano capitale del mondo. In concomitanza con Expo 2015, la città meneghina ha ospitato – dal 19 al 23 maggio – anche Ipack-Ima, una delle manifestazioni internazionali più di richiamo per i fornitori di tecnologie e materiali per il processing e il packaging in quanto capace di dare spazio, voce e nuovo slancio a tutti i protagonisti del sistema con un insieme di idee, iniziative, anticipazioni che si rinnovano ad ogni edizione.

Una fiera realmente disegnata sui mercati di destinazione, capace di offrire ai suoi utenti una vera e propria finestra sugli scenari futuri, alla quale ha partecipato anche il Gruppo SIT.

“E’ stata un’occasione – racconta Neni Rossini, una delle proprietarie del Gruppo assieme alla madre Simona Michelotti, a Milano assieme a Marta Michelotti de ‘La Serenissima’ – per presentare alcuni prodotti del nostro Gruppo, ma soprattutto per comunicare la nostra presenza sui mercati e prendere contatti con alcuni potenziali clienti. Abbiamo anche incontrato i rappresentanti di alcuni marchi con cui lavoriamo già da tempo. Lo stand è stato sempre gremito di persone per tutta la durata della fiera. Abbiamo dato la giusta visibilità alle produzioni che già facciamo come ad esempio il packaging per Ferrero, Mars e Barilla, ma anche tecniche ed effetti grafici nuovi, che giocano sulle potenzialità e sulla resa delle vernici. Effetti che visivamente rappresentano un valore aggiunto”.

Neni Rossini si sofferma poi su un progetto molto importante, nato proprio a Milano nei giorni scorsi. “A Ipack-Ima abbiamo anche attivato una collaborazione di partnership con la rivista ItaliaImballaggio, e che ha dato vita, assieme ad altre realtà imprenditoriali, alla ‘Carta etica del packaging’ (Il progetto nasce da un’ipotesi emersa da molteplici sollecitazioni, si è concretizzato nell’incontro tra mondo della ricerca universitaria, dell’editoria di settore, delle associazioni rappresentative delle imprese e si è infine tradotto in un documento aperto che sollecita l’impegno di tutti i soggetti coinvolti nella progettazione, nella produzione, nell’utilizzo degli imballaggi, ndr), una sorta di ‘Codice deontologico’ per le aziende del settore, su cui hanno lavorato, tra gli altri, anche il Politecnico di Milano. Questa ‘Carta’ si sviluppa attraverso 10 punti: il packaging deve essere responsabile, equilibrato, sicuro, accessibile, trasparente, informativo, contemporaneo, lungimirante, educativo e sostenibile”.

A poca distanza dalla Fiera di Rho, il villaggio globale di Expo. “Una sera siamo andati a visitare l’Esposizione Universale. L’impatto con il padiglione di San Marino è stato per me molto emozionante: ho avvertito un senso di calore. Abbiamo così visto, assieme al Commissario Mauro Maiani, i video del nostro sistema Paese. Abbiamo avuto poi l’occasione di cenare nel Padiglione della Calabria”.

Non una fotografia a 360 gradi di Expo, ma piuttosto qualche dettaglio, come una fotografia macro.

“Il tempo era poco in quanto siamo arrivate attorno alle 19 – prosegue – ma l’impressione che ho avuto è intensa: a Expo si respira un certo clima internazionale ed è bellissimo muoversi tra gli Stati Uniti d’America, il Marocco e il Titano percorrendo un lungo corridoio. E’ un evento che dà la consapevolezza di tante realtà. Ci siamo promessi di tornare”.

Anche Simona e Marta Michelotti sono rimaste colpite dal padiglione sammarinese: si sono più volte complimentate con lo staff presente per l’eleganza e lo stile della ‘casa del Titano’, che hanno contributo a realizzare con il supporto delle loro aziende. “E’ stata una vera emozione, per noi, vedere le immagini del nostro Paese nel bellissimo filmato che accoglie gli ospiti del Padiglione – hanno raccontato assieme -, circondate dal calore e dall’entusiasmo del gruppo di sammarinesi che sta lavorando alla buona riuscita di questo evento. Ci siamo sentite davvero a casa”.

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