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San Marino, FATCA: gli Usa avranno i dati al 1° luglio 2014

da Redazione

Valentini (Esteri): “L’accordo intergovernativo IGA 2 si sta concludendo”. Sul tavolo anche doppie imposizioni (DTA) e Sicurezza Sociale.

 

di Daniele Bartolucci

 

L’amministrazione fiscale degli Stati Uniti (Internai Revenue Service, IRS) avrà i dati patrimoniali di tutti i cittadini statunitensi residenti a San Marino, grazie all’accordo FATCA. Come noto, tale iniziativa, partita dagli Usa, è volta a rendere conoscibili tutti i redditi dei propri cittadini nel mondo, anche quelli con doppia cittadinanza che non hanno mai vissuto negli Usa, in prospettiva anche di chiedere loro conto delle imposte non versate negli anni. La normativa statunitense, infatti, prevede che a livello fiscale conti la cittadinanza non la residenza. Purtroppo non tutti i sammarinesi con doppia cittadinanza erano a conoscenza del loro obbligo fiscale e il FATCA è stato visto come strumento per un ‘salasso’ imprevisto. Come spiegato su Fixing nr 44/2014 verranno schedati solo i patrimoni sopra ai 50mila dollari ed è prevista una sorta di agevolazione (SOFP) che permette una regolarizzazione fiscale presentando la dichiarazione dei redditi degli ultimi 3 anni e dei 6 anni precedenti di FBAR, senza alcuna penalità. Nonostante l’invito ufficiale dell’Associazione Fratellanza San Marino-America ad aderirvi, non è chiaro quanti sammarinesi abbiano già regolarizzato la loro posizione, né quanti siano in totale quelli tenuti a farlo. C’è chi stima almeno 10mila sammarinesi, ma ufficialmente “non è noto il numero esatto tra cittadini originari e naturalizzati”, come ha spiegato il Segretario agli Esteri, Pasquale Valentini, rispondendo all’interpellanza dei Consiglieri Luca Lazzari e Federico Pedini Amati. “Il Governo sammarinese”, si legge nella risposta di Valentini, “ha deciso di intraprendere la via dell’accordo intergovernativo a tutela del sistema bancario e finanziario, al fine di agevolare la posizione delle banche verso I’IRS, ossia producendo l’effetto di un notevole alleggerimento degli adempimenti che sarebbero stati molto più pesanti in caso di mancato Accordo fra i due Governi”. Come detto la regolarizzazione della propria posizione fiscale era un obbligo anche prima, tanto è vero che il FATCA “non richiede adempimenti ai cittadini, ma soltanto alle istituzioni finanziarie che, in virtù della loro registrazione presso I’IRS, hanno assunto l’obbligo di inviare dati sui conti correnti detenuti da cittadini americani”.

Riguardo a chi deve comunicare i dati, “entro il 1° luglio 2014 ogni istituzione finanziaria sammarinese tenuta alla comunicazione ha dovuto registrarsi sul sito web dell’IRS, impegnandosi così a rispettare determinate disposizioni sul piano dell’adeguata verifica, della comunicazione e dell’attività di sostituto di imposta”. Nello stesso periodo si è aperta la citata collaborazione tra i due Stati per un Accordo intergovernativo FATCA- IGA 2 (invio diretto di informazioni univoco all’istituto finanziario sammarinese all’IRS, ndr), che ora “si trova nella sua fase conclusiva”.. “La trasmissione dei dati doveva essere effettuata entro il 31 marzo, ma con proroga di 90 giorni è stata posticipata al 29 giugno 2015. Gli intermediari finanziari sammarinesi ricadono in entrambe le categorie (local e non local) e ciascuno dovrà comportarsi di conseguenza”. Va detto che “le istituzioni finanziarie sono tenute alla comunicazione riguardante i conti finanziari detenuti al 30 giugno 2014 identificati come conti statunitensi, e devono richiedere a ciascun titolare di conto il proprio codice fiscale statunitense ed il consenso a comunicare, informando contemporaneamente per iscritto che, in caso di rifiuto a fornire quanto richiesto, saranno trasmesse all’IRS informazioni aggregate”. In pratica quello che era a luglio 2014 verrà comunicato dalle banche direttamente, quindi “i cittadini statunitensi non devono procurarsi documenti bancari ai fini del FATCA, poiché sono le banche a eseguire l’invio dei dati già in loro possesso e non i cittadini personalmente”. Lazzari e Pedini però parlano di ‘tariffe’ applicate dalle banche per fornire questi dati ai correntisti, tariffe disomogenee ed onerose a quanto pare. Probabilmente, come ha spiegato Valentini, queste richieste sono ai fini delle “procedure di dichiarazione fiscale statunitense”, per le quali “il Governo ha chiesto all’Associazione Bancaria Sammarinese di adoperarsi per uniformare il più possibile le procedure ed i costi per agevolare i correntisti che devono compilare la dichiarazione dei redditi statunitense”. Tra i documenti richiesti figurano anche quelli previdenziali, per i quali non esiste un accordo tra i due Stati sulla sicurezza sociale tra i due Paesi. “Il Governo ha iniziato a reperire informazioni presso le autorità americane competenti in merito a questo tipo di accordo e sarà in grado di effettuare una valutazione in tempi brevi”. Discorso differente per l’accordo contro le doppie imposizioni (DTA), che “dovrebbe limitare il carico contributivo verso il Paese di cittadinanza (Stati Uniti d’America) in virtù del versamento delle imposte nel Paese di residenza (Repubblica di San Marino), e viceversa. Trattandosi però di un tipo di accordo complesso, che comunque viene negoziato tra due parti, non si è in grado di definire – al momento – la tipologia di Accordo da sottoscriversi”. Va detto però che “il Governo sammarinese ha avanzato alle autorità americane la richiesta di stipulare l’Accordo DTA per la prima volta nel 2003. Tale richiesta è stata rinnovata diverse volte, l’ultima delle quali in occasione della lettera di cui al punto 6, e comunque mantenuta sul tavolo durante il negoziato per l’accordo FATCA. La risposta è stata finora negativa, con motivazioni variabili, ma il Governo sammarinese continua nella sua azione di sollecito anche tramite contatti ad alto livello con il Dipartimento di Stato ed il Dipartimento del Tesoro americano”.

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