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San Marino, Commissione finanze: mozione di Rete sul “Compro Oro”

da Redazione

La risposta del segretario di Stato per l’Industria e il Commercio, Marco Arzilli. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

I lavori della Commissione si aprono con la mozione sul “Compro Oro” di Rete cui risponde il segretario di Stato per l’Industria e il Commercio, Marco Arzilli, offrendo un quadro aggiornato sull’attività finita sotto la lente dei civici.

Si è passati quindi al dibattito e all’esame dei 34 articoli del progetto di legge “Modifiche alla legge 10 agosto 2012 n.122 in materia di armi ed esplosivi”. L’esame si è interrotto all’articolo 17 e riprenderà nella sessione serale alle ore 20.

Di seguito un estratto degli interventi odierni:

Comma 2, Mozione, conseguente alla trasformazione dell’interpellanza presentata dal Movimento Civico R.E.T.E. per conoscere i dettagli connessi all’attività di “Compro Oro”

Roberto Ciavatta, Rete: “Sono passati due anni e mezzo dall’interpellanza e sono cambiati molti elementi. Chiedo al segretario di Stato se l’attività è ancora in piedi e se ci sono novità. In particolare, sul Banconomat, chiedo se il macchinario è ancora attivo. Chiedo poi se a distanza di due anni all’ufficio tributario sono mai state dichiarate transazione superiore ai 15 mila euro e se si è proceduto, se la clientela non sammarinese, al pagamento dell’imposta del 5%. Si parlava allora di carenza normativa in questo settore, il segretario aveva anticipato di una proposta di legge in piedi dal 2011 che lui stesso aveva ripreso in mano, dato che si parlava allora di 8 attività di comproOro in assenza di una legge specifica. Chiedo se questa legge è andata avanti. Allora si parlava di 8 dipendenti e chiedo se oggi siano assunti o non lo siano più. Ancora si vedono poi insegne inaccettabili all’ingresso di San Marino e non sono un bel biglietto da visita. Che tipo di iniziative si vogliono prendere a distanza di oltre due anni per questo disagio?”.

Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria: “Fino al 2013 molte cose sono cambiate e altre sono invariate. Le attività del comproOro restano quelle della risposta all’interpellanza, 4 attive e 3 sospese. Oggetto dell’interpellanza è stata la Titan Gold. Del Banconomat non c’è traccia, c’è solo il brevetto depositato dal defunto titolare, l’attività fa mera attività di compro oro. Ha tre dipendenti a tempo indeterminato e l’attività è tuttora in funzione. E’ stata sanzionata perché faceva attività di vigilanza senza autorizzazione. L’insegna, malgrado le sollecitazioni della segreteria, è rimasta invariata. Nel frattempo sono stati fatti molti controlli dall’Aif. Non ho a disposizione dati su operazioni superiori di 15 mila euro, non sono stati comunicati, ma abbiamo dati sul controllo dell’Oro in generale, su ingrossi, gioielleria etc. Non si è mossa solo Aif, ma anche il nucleo antifrode che ci ha permesso di avere una fotografia del settore. La bozza di legge del 2011 è stata rivisitata nel 2014 perché sono cambiati gli scenari, c’è richiesta eccessiva di ingrossi che il congresso di Stato non sta autorizzando, in attesa di norme specifiche. Dobbiamo decidere se il settore ci interessa o no e comunque è un settore da regolamentare. Sono d’accordo che va tenuto sotto controllo per il rischio di riciclaggio, le nostre norme sono stringenti ma vanno implementate. Ci siamo concentrati per ora sui controlli su ingrossi, meno evidenti dei ComproOro, e dobbiamo addivenire a breve a norme. Le ditte di ComproOro sono limitate nei numeri, come in Italia hanno prima avuto boom e poi si sono ridimensionate. Se non ci sono inciampi, con l’iter normativa proseguiremo con un confronto a luglio”.

Comma 3. Esame del progetto di legge “Modifiche alla legge 10 agosto 2012 n.122 in materia di armi ed esplosivi”.

Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria e il Commercio: “Questa modifica sulla norma sulle armi arriva dopo tre anni dal testo approvato da un governo che non aveva più la maggioranza, ma vista l’urgenza del settore, si era deciso di proseguire con l’iter normativo. E’ una materia complessa e la legge deriva da una crisi di relazioni su di essa con l’Italia. Allora le nostre armerie hanno avuto problemi nella vendita con la clientela italiana. L’Italia poneva problemi per il fatto che eravamo Paesi non Ue e, dopo tanti anni di attività seria, da allora si è cominciato un percorso di difficoltà. E’ nato così un progetto di legge di respiro europeo e in linea con le normative Ue. E’ un testo che ha cambiato il settore armi, c’è chi ha storto il naso perché abbiamo imposto dichiarazioni di possesso, introdotto il registro telematico per avere un monitoraggio reale su magazzino, vendita e presa in carico dell’acquirente per dimostrare che noi avevamo sotto controllo il settore. Sono poi seguiti confronti con operatori e Gendarmeria sulle esigenze e su in particolare le armerie leggere, che vendono softair. Di qui l’esigenza di introdurre una serie di modifiche alla norma anche sulla vendita on line e di introdurre migliorie e precisazioni al testo. Nel frattempo, la situazione con l’Italia si era normalizzata, si stava pensando ad un accordo ma a fine 2013 l’Italia ha fatto un passo indietro dicendo che le norme europee hanno valenza superiore rispetto agli accordi bilaterali e quindi la questione è rimasta sospesa. Stiamo lavorando con i ministeri italiani per cercare di arrivare comunque a un’intesa tecnica nuova sul rapporto tra clientela italiana e le nostre armerie. E’ un settore di nicchia, con pochi operatori, ma è una questione che riguarda la nostra sovranità. E ribadisco, siamo molto più controllati noi come comunicazioni e procedure che oltre confine. Ad oggi siamo in fase di assoluto confronto, è una norma necessaria per avere un primo raccordo del testo, ma è in continua evoluzione e avremo bisogno di modifiche in itinere anche nei prossimi mesi se proseguono confronti e modifiche con Italia. Non possiamo lasciare queste aziende in difficoltà e scoperte su l’e-commerce. In ultimo, abbiamo visto che le armerie hanno fatto dimostrazioni forti, come manifesti funebri sulle vetrine, etc. Al di là delle normative, la problematica è reale ma lo Stato ha fatto di tutto e di più, ma quando ci si trova di fronte a un’interlocutore che cambia idea è difficile dare certezze. E’ una settore che portava 6 mln di euro di monofase prima della crisi, oggi ne porta scarsamente 2 mln di euro, ha avuto un ridimensionamento enorme e sono tutte imprese a livello familiare passate di generazione in generazione, non ci sono mai stati problemi di ordine pubblico. Ma oggi sono esasperati perché non riescono più a lavorare, cerchiamo di fare un passo in avanti”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Si tratta di una norma molto tecnica, per la maggior parte le modifiche introdotte inseriscono dei chiarimenti migliorandone la stesura e chiarendo punti critici Abbiamo avuto modo di confrontarci con chi opera nel settore che è in difficoltà. E’ anche vero che dal momento in cui un settore tira nascono100 attività e c’è saturazione del mercato. Quindi l’unico limite alle modifiche presentate è che si corre il rischio di trasformare le armerie leggere in armerie e incrementare la saturazione di un mercato già saturo. Ci sono poi alcune modifiche che non condividiamo e abbiamo fatto alcune proposte di modifica. Per chi ha più di 20 armi ci si limita ad un’autocertificazione, è una norma blanda, poi la possibilità di vendere archi e balestri on line forse darà ulteriori problemi con l’Italia perché è difficile verificare che chi compra ha più di 18 anni, ricordiamoci il caso di Striscia la notizia. Ci pare un punto poco chiaro. Così come non è chiaro su manganelli fissi ed estensibili: qui si prevede che i fissi possano essere venduti anche da non armerie. Sono state date norme più stringenti per il rilascio del porto d’armi e questi sono interventi che condividiamo, per il resto discuteremo i nostri emendamenti”.

Tony Margiotta, Su: “Anche noi presenteremo degli emendamenti sul progetto di legge che consideriamo molto importante e che va a regolamentare e limitare il rilascio del permesso di poter avere armi. E’ una concessione che deve essere fatta con criteri chiari e per chi ha le caratteristiche per poter detenere un’arma. Pensiamo che chi richiede di poter detenere armi debba avere dei limiti. Ci sono collezionisti ee anche questa “passione” deve essere comunque regolamentata. Un’altra questione è l’articolo 30 dove si parla di perquisizioni in presenza di armi, il cittadino ha dei diritti e dare la possibilità all’autorità giudiziaria, solo per un sentito dire, di entrare in casa e perquisire l’abitazione non è corretto. Crediamo in passaggi più regolamentati e meno discrezionali. Non possiamo creare uno stato di polizia. Faremo emendamenti tecnici per limitare il numero di armi, cartucce, polvere da sparo”.

Remo Giancecchi, Upr: “Non entro nel tecnico della legge che sicuramente serve per completare l’esistente. Voglio solo fare un distinguo quando si prevedono perquisizioni solamente sulla base di semplici segnalazioni. Dobbiamo essere molto attenti per non superare il limite dei diritti delle persone, serve una normativa su perquisizioni in caso di pericolo, ma non deve passare solo come una denuncia fatta alla polizia civile o alla Gendarmeria ma va presentata in tribunale e l’autorizzazione deve essere rilasciata da un Commissario della legge”.

Paolo Crescentini, Ps: “Ribadisco l’aspetto sulle perquisizioni, capisco il bisogno di controllo, ma non la caccia alle streghe. Ok un controllo con l’ausilio dei cittadini, ma purché non si arrivi a denunce su denunce con controlli costanti. O si prevede di elevare il numero dei denuncianti o si introduca l’intervento del tribunale per evitare la caccia alle streghe. Invito la commissione a valutare attentamente questo articolo e a ricercare soluzioni”.

Guerrino Zanotti, Psd: “Ho un’avversione personale a parlare di vendita d’armi, ma mi rendo conto l’importanza, se il nostro mercato ha visto una diminuzione introito di monofase da 6 a 2 mln di euro. Mi rendo conto ci sia la necessità di tutelare un settore commerciale che porta beneficio alle entrate per lo Stato. Ben venga una normativa stringente”.

Andrea Zafferani, C10: “Anche io a livello personale ho diversi dubbi su questa materia, ma mi rendo conto che queste norme sono essenziali per dare gambe a un settore che deve poter lavorare. Con il collega di Su abbiamo presentato emendamenti che mirano a dare qualche limitazione in più, i numeri nella legge ci sembrano elevati. Anche io sono preoccupato dall’articolo 30 della legge, bisogna lavorarci bene, per il resto è una materia tecnica su cui non entro”.

Marco Arzilli, segretario di Stato replica: “Ci siamo trovati anche noi a lavorare su una materia che non ci entusiasma, ma è dovere istituzionale farlo. E’ stato importante procedere al censimento, siamo un Paese di collezionisti e ce ne sono di armi a San Marino, ma servono norme a riguardo per la custodia. Sull’articolo 30 ne abbiamo parlato all’incontro con le forze dell’ordine, viste le motivazioni portate dalla Gendarmeria, in mia coscienza, mi sento di riportare l’articolo. Ricordo che qualunque cosa si faccia da parte delle autorità va comunque comunicato al tribunale. Non mi posso permettere di non portare all’attenzione della commissione questo articolo, non voglio avere sulla coscienza situazioni che possono sfociare in tragedie e non dare alla Gendarmeria la possibilità di intervenire in modo preventivo. Non è una questione politica ma di coscienza”.

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