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Consiglio, il Piano Sanitario e Socio-Sanitario per il triennio 2015-2017

da Redazione

Approvato a larga maggioranza: sono infatti 37 i voti favorevoli, 4 i contrari e 3 gli astenuti. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

Nel corso della seduta della mattina, al termine di un partecipato dibattito, il Piano Sanitario e Socio-Sanitario per il triennio 2015-2017 viene approvato a larga maggioranza: sono infatti 37 i voti favorevoli, 4 i contrari e 3 gli astenuti. Respinto invece l’ordine del giorno presentato da Cittadinanza attiva nel corso del dibattito che, tra l’altro, avrebbe impegnato il governo a rivedere le decisioni sulle indennità di malattia e lo avrebbe vincolato a favorire convenzioni con strutture pubbliche.

L’Aula passa ad affrontare il comma successivo, dedicato alla ratifica dei decreti delegati e dei decreti legge. Tra questi, il segretario di Stato per le Finanze, Gian Carlo Capicchioni, interviene per annunciare la sospensione del n.52 “Modifiche al Titolo IV della Legge 16 dicembre 2013 n.166, Imposta Generale sui Redditi”. Dopo la ratifica dei decreti scorporati e quella del decreto

n. 38 “Omologazione apparecchiatura per il rilevamento di velocità”, si apre un lungo dibattito sul decreto n. 39 “Modalità per l’individuazione dei gestori del patrimonio di Fondiss, Riforma Previdenziale, istituzione del sistema complementare”. Dibattito che proseguirà nella seduta pomeridiana.

Di seguito un estratto degli interventi del mattino.

Comma 22. Approvazione del Piano Sanitario e Socio-Sanitario, ai sensi dell’articolo 4, primo comma della Legge 30 novembre 2004 n.165, per l’anno 2015-2017

Guerrino Zanotti, Psd: “In questo Piano Sanitario si è stabilito il principio per cui, in linea con quanto fatto in passato, la persona e la collettività devono essere al centro del sistema. E’ questo l’obiettivo che deve raggiungere il sistema e tutte le politiche attuate devono mirare a raggiungere quel traguardo. Il Piano contiene tutti gli elementi affinché l’obiettivo della salute e del benessere possa essere raggiunto. Dobbiamo puntare alla salvaguardia di buoni livelli di assistenza, all’equità e alla solidarietà. Sulla libera professione abbiamo riconosciuto la particolare attività del personale medico-sanitario per raggiungere buoni livelli di professionalità. Questo però non deve incidere sulla qualità del servizio offerto. Teniamo sotto controllo il problema delle liste d’attesa: uno dei primi elementi che può determinare la qualità del servizio. Ringrazio l’Authority per il lavoro tecnico e la Segreteria perché ha creduto in questo documento che, a mio avviso, è all’avanguardia”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “La sanità pubblica è baluardo del nostro sistema. Gratuità delle cure nei confronti di tutti è uno dei principi cardine di San Marino. Vorrei partire da alcuni dati per capire l’evoluzione del sistema sanitario sammarinese: siamo ancora una delle prime realtà al mondo come indice di longevità. Il Piano sanitario ci dice di investire in Università e di credere nella ricerca e nello sviluppo come volano per l’economia: un’eccellenza. Dobbiamo puntare su progetti d’eccellenza, magari di nicchia, ma di altissima qualità. Il settore medico ad oggi rappresenta una grande opportunità per molti ragazzi sammarinesi. Confrontandomi con la direzione Iss ho scoperto che nei prossimi anni andranno in pensione 10 medici e non abbiamo giovani per sostituirli. Informiamo i giovani sammarinesi che oggi ci sono le possibilità di lavorare all’interno dell’ospedale. Stesso discorso vale per gli infermieri. Quello che dobbiamo dire chiaro e tondo è che la sanità non si tocca e resterà gratuita. Caposaldo del nostro sistema. Penso però che debba evolversi e credo che per i giovani possa rappresentare un’opportunità. Valuto positivamente il Piano Sanitario”.

Vladimiro Selva, Psd: “Noi dobbiamo essere consapevoli di tutto ciò che di buono abbiamo in questo paese. Il Piano lancia sfida interessante: come migliorare ulteriormente la salute dei nostri cittadini? Ci vengono fornite risposte importanti. Il Piano ci dice che non è un problema di soli medici e di soli strutture. Il problema riguarda le politiche complessive che attuiamo. Dobbiamo fare in modo che in ogni ambito in cui interveniamo, dall’ambiente all’industria alla sicurezza stradale fino allo sport, teniamo in considerazione il Piano socio-sanitario. Purtroppo in molti interventi ho sentito parlare di tante cose però non si deve perdere di vista l’orizzonte. E l’orizzonte è proprio quello di maggiore salute, di popolazione sana, che si ammala di meno, può lavorare di più e garantire maggior benessere. La salute è uno dei più importanti nuovi indicatori di benessere che vanno oltre il Pil”.

La replica del Segretario di Stato per la Sanità, Francesco Mussoni: “La Sanità come punto di riferimento per lo sviluppo della nostra società: questo è il punto saliente del Piano socio-sanitario. In questa visione che parte da lontano abbiamo dato un mandato estremamente chiaro di confermare quella che è la nostra sanità e il nostro stato sociale. E in un momento di contrazione dei fondi economici non è poco confermare un sistema universalistico, gratuito fortemente radicato nel territorio. Oggi rilanciamo la sanità di fronte alle sciocchezze che ho sentito in questi anni in merito ai tagli della sanità. Sulla sanità dobbiamo essere obiettivi. E’ un valore aggiunto del paese. Non lo diciamo noi ma l’Oms, il Corriere della Sera. Questi sono dati non chiacchiere. Sulla sanità ci saranno cose da migliorare ma il nostro sistema è in salute. Oggi possiamo rilanciarla con questo Piano sanitario. Oggi alla sanità c’è lavoro di squadra tra comitato esecutivo, Authority e Segreteria di Stato. E poi ci sono i problemi che affrontiamo con questo gioco di squadra. Cosa farà la sanità nei prossimi anni? Intanto è una sanità non isolata rispetto al mondo ma che ha accordi di rete con regioni limitrofe. Sul personale dobbiamo aprire un dibattito importante, sulla libera professione urge una riflessione. Il referendum ha cancellato la scelta politica ma questo non significa che nel nostro paese non si può fare la libera professione. Deve essere fatta in un certo modo con garanzia di sicurezza per i servizi pubblici. Uno strumento importante. L’Iss significa anche qualità dell’aria, sicurezza sul lavoro, qualità dei prodotti. Questo settore andrà potenziato molto. Serve una visione politica e sociale. Non basta avere medici bravi occorre che ci siano una serie di elementi circostanti. Sull’aspetto previdenziale c’è uno studio in corso: se c’è situazione che va affrontata la dobbiamo affrontare. Appena completato lo studio lo renderò noto. La Sanità è un aspetto del sistema Paese fondamentale”.

Mimma Zavoli, C10: “Non mettiamo in discussione la qualità del nostro sistema sanitario. Le condizioni però sono molto difficili e noi, insieme, cerchiamo di trovare la soluzione migliore. Gli attacchi fatti dalla Sanità sono stati fatti dalla maggioranza che in molti casi, per bocca del Segretario Mussoni, ha fatto proposte che sono state rinviate al mittente. Chiedo al segretario di Stato di usare con molta attenzione le sue parole perché molto spesso a queste parole non seguono le azioni conseguenti”.

Franco Santi, C10: “Non possiamo perdere tempo sulla previdenza. Non vorrei tornassero le condizioni per cui la politica non decide perché non ha il coraggio di farlo. E ci tocca aspettare anno dopo anno. Ribadisco: facciamolo subito questo ragionamento sul sistema previdenziale”.

Augusto Michelotti, Su: “Il popolo sammarinese non vuole la doppia professione per i dipendenti pubblici. Si creano diseguaglianze. Mi auguro che questo discorso venga riportato nei giusti binari: quello che c’era rimane ma non allarghiamoci troppo perché il popolo sammarinese si è espresso in maniera molto chiara”.

Mario Lazzaro Venturini, Ap: “Non so come facciano alcuni consiglieri d’opposizione a essere così sicuri che il decreto del ’91 parli di libera professione intramuraria. Io non ne sono così sicuro. Ha ragione il consigliere Michelotti quando dice che c’è stata un’indicazione chiara dei sammarinesi. Non vogliono la libera professione. Io penso sia una scelta scellerata ma i cittadini si sono espressi dunque aboliamo il decreto del ’91: i sammarinesi pagheranno il peso delle proprie decisioni. Aboliamo il decreto del ’91 così la facciamo finita con le polemiche e ridimensioniamo definitivamente la nostra sanità. Quando il popolo compie scelte scellerate ne paga le conseguenze. Altra scelta scellerata sarà quella di porre il tetto di 100 mila euro agli stipendi dei medici. Verrà così ridimensionata la sanità sammarinese. Non possiamo attirare i professionisti di oltre confine, di cui abbiamo bisogno, con queste decisioni scellerate. E così, ripeto, ridimensioneremo la sanità. Cosa vogliono i cittadini? Pochi soldi per i medici e sanità d’eccellenza, ma purtroppo sono elementi non combinabili”.

Francesca Michelotti, Su: “Il documento presentato è eccellente perché ci offre visione completa del sistema socio-sanitario sammarinese. Questo documento mi ha ridato fiducia sulle nostre capacità di potere avere in mano il destino di questo Paese. Vogliamo parchi e spazi sociali, ambienti di lavoro sicuri, stili di vita più appaganti. Non è pensabile guastare una realtà che funziona nonostante tutto ossia il sistema socio-sanitario sammarinese. Non roviniamo tutto: con gestioni sbagliate e privatizzazioni striscianti”.

Matteo Zeppa, Rete: “E’ un intervento poderoso quello del Segretario Mussoni. Non sono condivisibili le linee guida della sua Segreteria anche in riferimento al comitato esecutivo dell’Iss. Il Piano è scritto bene. Sui referendum: se i referendum politici su Fondiss e liberi professionisti sono stati persi dalla Segreteria di Stato e dalla maggioranza. Chiedo al segretario di Stato la cortesia, siccome il comitato esecutivo dell’Iss deve riportare le delibere, di essere garante del fatto che i cittadini possano interagire con l’Iss. E’ una mancanza democratica non pubblicare quelle delibere. Il Piano è molto bello ma c’è forte discrepanza tra realtà e fantasia”.

Marco Podeschi, Upr: “Il comitato esecutivo dell’Iss è un organismo non trasparente per colpa della legge del 2004. Si voleva resettare la gestione allargata dell’Iss. Si voleva estromettere sindacati, associazioni di categorie e partiti dalla gestione. E’ tutto nelle mani del direttore generale. Un organismo composto da appena 3 persone non può funzionare per gestire un settore così complesso come la sanità”.

Segretario di Stato Francesco Mussoni: “La sanità prima di altri settori ha fatto tagli e riduzioni del budget del 12%. Ora però non si può toccare più la sanità. Al di là del politichese. Grazie al dottor Gualtieri perché il lavoro fatto non è assolutamente comune”.

La Reggenza pone in votazione il Piano Sanitario: (Favorevoli 37 Contrari 4 Astenuti 3). Il Piano è approvato.

Manuel Ciavatta, Pdcs: “Ci sono alcuni aspetti positivi nell’Odg di Cittadinanza Attiva ma su alcuni aspetti, penso alla questione indennità, su cui la maggioranza sta lavorando. Voteremo contro”. Mimma Zavoli, C10:”Registro che purtroppo spesso le parole che ascoltiamo sono solo parole. Il nostro odg va nella direzione che ci siamo dati fino adesso. Non c’è capacità e volontà di recepire le linee che questo odg vuole sottolineare. Rammaricata ma evidentemente le posizioni si devono mantenere”. Francesca Michelotti, Su: “Sono rammaricata per la decisione della maggioranza. E preoccupata per il processo di privatizzazione strisciante che è in corso. E che può minare i capisaldi dell’Iss”. Mario Lazzaro Venturini, Ap: “Occorre informarsi sulle convenzioni e gli accordi che l’Iss stipula con strutture private prima di dire certe cose. Siamo ad esempi convenzionati con Cotignola. Perché? Perché ci sono interessi privati sotto? No, perché è una delle migliori cliniche d’Italia nel suo settore”. Roberto Ciavatta, Rete: “Siamo favorevoli all’ordine del giorno”. Vladimiro Selva, Psd: “Alcuni problemi evidenziati nel dibattito ci sono e devono essere risolti però come gruppo esprimeremo voto contrario all’Odg perché ha toni non utili e anzi sicuramente esagerati e sbagliati”. Marco Podeschi, Upr: “Qui c’è una visione ideologica di come deve essere vista la sanità. Legittima ma non la condivido. Noi guardiamo l’efficienza dei servizi”. Segretario di Stato Mussoni: “La mia indicazione è stata di votare contro l’odg di Cittadinanza Attiva”.

La Reggenza pone in votazione l’ordine del giorno di Cittadinanza Attiva. L’ordine del giorno è respinto.

Comma 23. Ratifica decreti delegati e decreti legge

Decreto n.39. Modalità per l’individuazione dei gestori del patrimonio di FONDISS, istituito dalla Legge 6 dicembre 2011 n.191 – Riforma Previdenziale: istituzione del sistema complementare

Elena Tonnini, Rete: “Il referendum si era espresso per mantenere la gestione dei fondi a soggetti sammarinesi ed escludere le assicurazioni. La volontà era di favorire la gestione interna e non l’esternalizzazione. Nella serata di ieri di Rete, C10 e Su, al castello di Serravalle, abbiamo illustrato la nostra proposta nel rispetto dell’esito referendario, un tema che non è stato ancora affrontato direttamente con la segreteria. Ad ottobre è stata avanzata la nostra proposta al tavolo con tecnici e forze politiche su Fondiss, ma ci è stato detto che era un’urgenza il decreto sulla gestione terzi e che non c’era tempo per valutare altre opzioni. Ma visto che il decreto è stato emesso a marzo forse c’era tutto il tempo, mancava invece la volontà. Ci troviamo quindi oggi a valutare questo decreto. Anche al tavolo avevamo posto degli emendamenti al testo e come Rete, Su e C10 ci ritroviamo a ripresentarli oggi in Aula per introdurre la possibilità di gestione diretta del comitato amministratore Mi auguro ci sia volontà di affrontare di nuovo questa proposta che abbiamo avuto modo di approfondire. Quello che era mancato al tavolo era un indirizzo di tipo politico. Da parte nostra c’è la volontà di proseguire il confronto al tavolo. Un’alternativa c’è per la gestione di questi fondi”.

Andrea Zafferani, C10: “Il decreto era atteso, doveva essere emesso a norma di legge tempo fa, ma purtroppo sia la politica che il comitato gestore sono stati più impegnati a modificare la legge che ad applicarla con gli strumenti previsti. Si è arrivati così a fare un regolamento contro legge che aveva bisogno a sua volta di un decreto, poi abrogato. Se si fosse pensato subito a fare questo decreto, avremmo fatto molto prima. Era ora arrivasse, meglio cercare di applicare quello che prevede la legge che smantellarla. Il decreto credo sia fatto discretamente, do atto al segretario di Stato di aver accolto alcune nostre proposte. Ci sono infatti rispetto la prima versione del testo dei miglioramenti sulla trasparenza e sulla capacità di valutare offerte e prevedere parametri di risultato dei gestori. La nostra proposta è la gestione diretta fatta dal comitato amministratore, avvalendosi del supporto gratuito di Banca centrale per compiere scelte di investimento sui mercati finanziari. E’ una possibilità che purtroppo non si è mai voluta esplorare e porre in essere”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Perché non prevedere una gestione pubblica che può creare posti lavoro per i giovani sammarinesi? Noi, per creare la proposta presentata ieri alla cittadinanza, ci siamo avvalsi di tecnici, perché i tecnici trovano soluzioni in base a indicazioni della politica.

La nostra proposta è chiara, porta dei dati, che diversamente non ci sono stati dati nella proposta governativa, di cui non sappiamo i costi. Oltre tutto in questa ultima non si tiene conto della legge che indica come opzione di scelta non solo un gestore, ma anche il comitato amministratore. Noi riproponiamo proposte non accolte, quelle sostanziali”.

Tony Margiotta, Su: “Con il referendum su Fondiss la cittadinanza non è stata scellerata. Noi dobbiamo portare avanti le istanze del pensiero unico della cittadinanza e come riferimento dobbiamo avere la volontà della maggioranza che si è espressa con il referendum. Dovrebbe essere la linea guida, invece la volontà di governo e maggioranza non sono state in linea. E’ giusto fare un passo indietro e tornare all’indicazione referendaria. Sono stati presentati emendamenti da parte Su, C10 e Rete che durante l’articolato andremo a discutere, auspicando che ci sia la volontà di condividerli”.

Guerrino Zanotti, Psd: “Su questo argomento bisogna scindere i livelli di discussione. Siamo in sede di ratifica del decreto 39 che stabilisce le modalità di individuazione dei gestori cui Fondiss si affida per aministrare il patrimonio accumulato. Mi sembra di capire dall’intervento di Zafferani che ha espresso anche apprezzamento per le disposizioni introdotte. E discuteremo nei singoli emendamenti le proposte di modifica. Rispetto al ritardo dell’emissione del decreto, l’impegno era di farlo entro il 31 dicembre del 2011 e siamo qui a parlarne dopo tre anni e mezzo e non ci sono scusanti, ma è uno strumento che ancora non sarà usato appieno da Fondiss perché l’entità del patrimonio non dà la possibilità di fare chissà quali tipi di investimenti. Negli interventi si è prospettata volontà di investire fuori territorio, in realtà il decreto ribadisce quanto previsto dalla legge, ovvero che il comitato si rivolgerà a soggetti del territorio, non c’è una volontà diversa. Sono curioso sulla proposta di Rete, C10 e Su, ma se devo pensare a una gestione pubblica del patrimonio di Fondiss, forse sono pregiudizi, ho delle remore. L’esperienza di centinaia di fondi in territorio italiano infatti non ha mai indirizzato verso strutture pubbliche e forse un motivo ci sarà. Spero di essere smentito dai documenti che state presentando”.

Manuel Ciavatta, Pdcs: “Non è né giusto, né corretto dire che la cittadinanza non sa votare bene e che c’è sfiducia, è un modo per metterla contro la maggioranza. Credo invece che su una materia estremamente tecnica non è semplice capire le conseguenze di certe scelte e le risorse necessaria.

Nessuno toglie legittimità a un referendum, ma se possono arrivare svantaggi, mi devo porre la questione dei suoi effetti, senza togliere legittimità all’espressione di voto. Mi auguro si vada nell’ottica della condivisione e del confronto per una soluzione il più ampiamente condivisa”.

Nicola Selva, Upr: “Credo fosse necessaria l’emanazione del decreto, procrastinato da tempo. Va gestito subito il patrimonio accumulato, i lavoratori già da tempo versano i propri contributi obbligatoriamente sul secondo pilastro, questo è il punto. Oggi dibattiamo, ma dobbiamo introdurre nel modo migliore la gestione dei fondi. I lavoratori devono far fruttare i soldi che versano”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità, replica: “Volevo mantenere un profilo tecnico. Il decreto viene dopo il referendum, che è andato come è andato, i cittadini sono sovrani. Ma una valutazione la faccio. Scellerati sono stati coloro che hanno fatto di un referendum su temi previdenziali la loro battaglia politica e oggi si vede che è stato un errore. Mi rendo conto che siete in difficoltà a motivare che i cittadini hanno perso il 3% dei rendimenti e del perché vi siete alzati dal tavolo su Fondiss. Oggi avete una proposta e la vogliamo vedere. Dal momento in cui c’era un tavolo politico, non c’era il governo ma una serie di incontri con le forze politiche. A fine agosto anche la segreteria ha chiesto di esserne parte perché non si stava concludendo molto. Il tavolo non rimetteva in discussione il modello introdotto dalla legge. Se la parte tecnica ti dice che la soluzione ideale non funziona, noi lavoriamo sulla realtà. Al tavolo si è preparato un testo nel rispetto dell’esito del referendum ma che facesse fare un passo avanti al rendimento dei fondi. A marzo abbiamo raggiunto una sintesi tecnica che voi non conoscete perché non eravate al tavolo, ma vi permettete di criticarla. Da marzo abbiamo avuto incontri con i sindacati ma non c’è nulla di chiuso. Da qui a dire che presenteremo un progetto di legge che andrà a regolamentare una questione che il referendum non ha risolto, ce n’è . Oggi discutiamo di un altro decreto delegato che è molto più specifico e di cui si parlava anche nel tavolo che avete abbandonato. Ma l’altra questione del tavolo è ancora aperta. Per me è importante cercare una sintesi, cerchiamo di confrontarci. Aspetto anche io la vostra proposta, ne parleremo, nel frattempo cerchiamo di parlare del primo decreto delegato del gestore interno in rispetto al referendum”.

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