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Consiglio, divieto di appartenenza ad associazioni segrete o riservate

da Redazione

Presentato in prima lettura da tutti i gruppi consiliari e dai consiglieri indipendenti, ottiene il via libera alla procedura d’urgenza, votata con 41 voti a favore, 6 contrari e zero astenuti. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

In apertura della sessione pomeridiana, il progetto di legge “Divieto di appartenenza ad associazioni segrete o riservate”, presentato in prima lettura da tutti i gruppi consiliari e dai consiglieri indipendenti, ottiene il via libera alla procedura d’urgenza, votata con 41 voti a favore, 6 contrari e zero astenuti.

Terminato il dibattito sul provvedimento, il relatore Augusto Michelotti, Su, chiede di posticipare l’esame dell’articolato e la conclusione del comma nell’ultimo giorno della sessione consiliare, per dare modo ai consiglieri di approfondire gli emendamenti presentati al testo.

Si passa quindi al comma successivo, “Approvazione del piano sanitario e socio sanitario” su cui si apre un lungo e partecipato dibattito, nel corso del quale Cittadinanza attiva avanza un Ordine del giorno e con cui si conclude la sessione odierna.

I lavori riprenderanno domani mattina alle ore 9.

Di seguito un estratto degli interventi della sessione pomeridiana del 26 maggio.

Comma 21.”Divieto di appartenenza ad associazioni segrete o riservate”

Augusto Michelotti, Su: “Chiedo che questo progetto di legge sia attuato con procedura d’urgenza. E che sia votata la procedura d’urgenza. Le tematiche affrontate sono importanti e interessanti. Quando si è chiesta la condivisione a tutti i gruppi, con una sola astensione, tutti i gruppi hanno aderito a firmare la legge, riconoscendo l’importanza della tematica. La relazione: ‘Si propone al Consiglio Grande e Generale di introdurre nell’ordinamento alcune norme che -in maniera semplice e chiara -intendono tutelare la Repubblica dal pericolo di danni che le possono derivare dalla subordinazione, fosse pure soltanto morale, di cittadini o funzionari investiti di poteri pubblici, rispetto ad associazioni che, per essere segrete, possono a buon diritto essere considerate estranee alle tradizioni e alla cultura di questo Paese e capaci di porsi in contrasto con le leggi e le istituzioni democratiche. I danni -dei quali si vuole evitare non solo il verificarsi in concreto ma anche il rischio ragionevolmente ipotizzabile, ossia il fondato timore, possono essere i più vari: dal semplice, ma non trascurabile, danno di immagine, dalla lesione della dignità o prestigio internazionale della Repubblica, alla emanazione di atti (politici, giudiziari, amministrativi) ispirati da interessi che non sono quelli della Repubblica, o non lo sono per intero, perché viziati dall’interferenza di organismi occulti e non qualificabili, dall’inquinamento di funzioni pubbliche, dall’effettivo pregiudizio della libertà o della indipendenza di San Marino, dall’indebita compiacenza verso certe persone o pregiudiziale ostilità verso altre, alla vera e propria deviazione di servizi e funzioni pubbliche. Se l’una o l’altra di queste forme di infedeltà avesse a manifestarsi, essa avrebbe effetti devastanti sulla organizzazione e sulla personalità dello Stato. Perciò deve essere contrastato e ad ogni costo evitato anche il rischio di infedeltà, essendo questo un pericolo troppo nascosto o insidioso nelle forme, e troppo grave nelle sue possibili conseguenze, per essere tollerato. Esaminando ora i diversi articoli del progetto, si può osservare come l’elencazione contenuta nell’art. 1 -seppur per certi aspetti assai ampia- sia, sotto il profilo del rischio possibile, parziale e insufficiente. Va detto però che, se il progetto verrà approvato, la legge avrà essenzialmente valore morale, così da imporre i principi che la sorreggono a tutti coloro che esercitano funzioni di decisione, rappresentanza, imperio od ogni altra funzione a servizio della Repubblica. Alle radici di questa legge c’è una scelta morale che si impone a tutti i cittadini: l’esclusivo bene della Repubblica prima di ogni altra cosa e al di sopra di ogni altro interesse.

L’art. 2 contiene una definizione di associazione “segreta e riservata” che non lascia spazio a dubbi. Può essere utile precisare questo: l’espressione “riservata” vuole indicare quelle associazioni che rendono sconosciuti soltanto taluni aderenti o occultano solo in parte finalità e attività associative. L’art. 3 contiene la comminatoria di sanzione per chi, in urto alla legge, faccia parte di associazione segreta o riservata. Non si tratta di sanzione penale: primo, perché non se ne vede la necessità; secondo, perché il caso non sembra inquadrabile in alcun articolo del codice né si crede convenga introdurre nuove figure di reato in ogni occasione. Sembra invece appropriata ai principi di moralità pubblica e di supremo ed esclusivo interesse del bene del Paese che ispirano il progetto, considerare la violazione del divieto di cui all’art.1 come atto capace di infrangere il giuramento di fedeltà alla Repubblica o capace di impedire il giuramento pieno di fedeltà e per questo incompatibile con l’esercizio imparziale e non viziato delle funzioni assunte. La decadenza è la misura con la quale di norma l’ordinamento toglie, a chi non ne abbia più i requisiti, l’onore di servire e rappresentare la Repubblica. Altrettanto naturale è che la appartenenza ad associazioni segrete o riservate impedisca la candidatura agli incarichi politici di rappresentanza del corpo elettorale elencati all’art. 3, costituendo una chiara causa di ineleggibilità per evidente mancanza di un requisito essenziale. E’ con lo spirito di garantire che la nostra Repubblica sia rappresentata e amministrata da persone che operano per l’esclusivo bene dello Stato prima di ogni altra cosa e al di sopra di ogni altro interesse, è per l’alto valore di moralità pubblica che i pochi articoli di cui si compone hanno la capacità di esprimere che si chiede l’approvazione del presente progetto di legge”.

Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs: “Con questa legge vogliamo evitare danni all’immagine e al prestigio internazionale della Repubblica. La nostra Repubblica deve essere amministrata da rappresentanti che operano nell’esclusivo interesse dello Stato. Dato l’alto valore morale del testo, auspico che si possano trovare ulteriori convergenze tra tutti i gruppi per rendere la legge ancora più efficace”.

Enrico Carattoni, Psd: “In sede di emendamenti auspico che si possano risolvere le criticità di questo provvedimento. Esprimo comunque il voto favorevole del mio gruppo”.

Ivan Foschi, Su: “E’ una legge che non limita il diritto di associazione ma pone delle incompatibilità per chi si appresta a ricoprire determinare incarichi pubblici. Non si può giurare fedeltà alla Repubblica e accettare che si sia fatto giuramento anche un’altra società segreta. Non dimentichiamo quello che è successo in Italia con la loggia P2”.

Franco Santi, C10: “Condivido questa proposta di legge che va a introdurre nel nostro ordinamento regole che vanno a chiarire un aspetto specifico che riguarda la questione morale e la trasparenza. Ribadisco l’appoggio convinto a questo provvedimento di C10”.

Marco Podeschi, Upr: “Il gruppo Upr è favorevole a questo progetto di legge. Lo esplicito e con gli altri del gruppo abbiamo votato la procedura d’urgenza. Ma vanno fatte alcune osservazioni. Bisogna inserire il Capitano Reggente tra le figure istituzionali previste. Altro aspetto è quello dei cittadini forensi che rivestono incarichi rilevanti nelle istituzioni sammarinesi. Se un sammarinese deve ottemperare certi requisiti per certi incarichi per altri non è previsto neanche un giuramento di fedeltà alla Repubblica. Quindi si devono prevedere meccanismi di controllo anche per cittadini forensi non residenti nominati da quest’Aula. E ancora: come mettere in opera la legge. Il principio introdotto va reso concreto o con auto-dichiarazioni o controlli. Quindi auspichiamo l’introduzione di giuramento di fedeltà alla Repubblica”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “E’ un progetto di legge giusto e attuale. E’ da questi provvedimenti che può iniziare la rivalutazione del ruolo politico. Si pone in essere un giuramento di fedeltà alla Repubblica e quindi è un provvedimento di impatto mediatico immediato. Abbiamo esempi di massoneria deviata in Italia e di quello che ha portato, avevano referenti politici, di grandi aziende, etc. che avevano stretto alleanza. Certamente bisogna considerare i Reggenti, introdurre tempistiche…ma il messaggio è importante, quello di giurare fedeltà alla Repubblica e a nessun altro. E’ la Repubblica che in primis deve essere tutelata e non le logge massoniche. E’ un piccolo progetto di legge, ma grande nella sostanza”.

Luca Santolini, C10: “Ci sono appartenenze ad associazioni segrete o meno che possono inficiare- in quanto prevedono giuramenti di solidarietà con altri membri- un dovere come quello di essere un consigliere o di chi ha un ruolo apicale nella Pa che è l’interesse pubblico. Siamo assolutamente favorevoli alla legge che è necessaria per evitare che il perseguimento di interessi particolari, come successo negli ultimi 20-30 anni, si possa presentare in futuro. C10 è assolutamente favorevole, siamo disponibili al confronto anche sugli emendamenti per fare in modo che sia impugnabile”.

Gian Nicola Berti, Ns: “Un processo di trasparenza nell’attività sammarinese passa anche dalla trasparenza della politica. In questo senso il Pdl nelle finalità è apprezzabile. Resta da chiarire alcuni punti. Non si può attribuire nella legge che chi appartiene alla massoneria ha accesso ad incarichi nella Pa. Resta invece da fare una riflessione radicale sul conflitto di interesse nelle posizioni apicali delle forze dell’ordine, dei tribunali, del pubblico. A chiunque deve essere consentito di partecipare alle elezioni come elettore attivo e passivo. Non è corretto andare a limitare questa facoltà alla luce di un’appartenenza ad una associazione oggi in auge e domani forse bistrattata. Ci esporremmo a condotte limitanti della libertà della persona. Diverso invece è individuare associazioni che sono contro l’interesse dello Stato, come organizzazioni malavitose, e far sì che chiunque vi appartenga decada da ogni incarico pubblico. Diverso è il ragionamento di chi appartiene ed è appartenuto ad associazioni, è un diritto costituzionale, ma al candidato si chiede piuttosto trasparenza nel palesare la sua appartenenza. Una dichiarazione giurata sarebbe un passo in avanti, così come che in tribunale ci sia l’elenco degli iscritti delle associazioni”.

Federico Pedini Amati, Indipendente: “Ci sono alcune discriminanti rispetto a talune associazioni non segrete. Se con questa norma vogliamo evitare che si formino associazioni segrete è aspetto legittimi. Ma se, al di là delle associazioni segrete, si va a discriminare solo la massoneria io non penso che sarà provvedimento efficace. Rischiamo di fare una norma incostituzionale e discriminatoria per chi fa parte di associazioni a carattere non segreto. Prendiamoci un po’ di tempo per normare adeguatamente questa legge.

Denise Bronzetti, Indipendente: “Io ritengo questa legge una legge opportuna che ha obiettivo preciso. E non è quello persecutorio nei confronti di qualcuno. Non dovrebbe stupire nessuno il fatto che arrivi in Aula una legge con questo intento perché il giuramento fatto alla Repubblica è di tutt’altro genere rispetto a quello fatto ad una associazione segreta”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Abbiamo constatato il fatto che la stesura della legge crea buchi normativi. Serviranno accorgimenti ma la ratio della norma è chiaro ossia vogliamo stabilire che all’interno delle istituzioni non possono entrare persone che hanno giurato fedeltà a qualcosa di diverso dalla Repubblica di San Marino. Entro giovedì mi auguro che potremmo portare in Aula questa legge per l’approvazione. Un passo in avanti importante”.

Manuel Ciavatta, Pdcs:”E’ una legge importantissima che va portata avanti. L’incompatibilità dovrebbe scaturire non appena si presta giuramento di fedeltà alla Repubblica. San Leo con Cagliostro è uno dei territori considerati la patria della massoneria: è dunque un tema sentito nel nostro territorio”.

Come da accordi presi con i rappresentanti degli altri gruppi consiliari, il testo del provvedimento sarà oggetto di approfondimento e verrà discusso nell’ultimo giorno della sessione consiliare fissato per giovedì 28 maggio.

Comma 22. Approvazione del Piano Sanitario e Socio-Sanitario, ai sensi dell’articolo 4, primo comma della Legge 30 novembre 2004 n.165, per l’anno 2015-2017

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “E’ difficile riassumere 160 pagine di piano sanitario. Cercherò di svolgere alcuni ragionamenti. Il piano si è costruito con una certa lentezza per consentire approfonditi dibattiti con gli interlocutori alla vita sanitaria del Paese. E’ un documento preparato congiuntamente con l’Authority e detta le linee di indirizzo di politica sanitaria per i prossimi anni. Segue le linee del piano “Health 2020″ dell’Oms. C’è un altro aspetto qualificante: il piano parte dal target di salute dalla popolazione e fa un focus sulla persona in senso lato. La sua approvazione consentirà l’inserimento graduale della medicina non convenzionale, le forme più sicure e protocollate, nell’ambito dell’Iss, è un altro aspetto qualificante del sistema. C’è poi la programmazione dell’Iss, c’è un riferimento chiaro sugli obiettivi di ottimizzazione di programmazione dell’Iss e del suo personale. Nel corso del dibattito darò ogni informazione richiesta”.

Stefano Canti, Pdcs: “Ci troviamo ad affrontare un dibattito importante, al termine del quale, su proposta del Governo, l’aula Consigliare approverà le indicazioni relative contenute nel Piano Sanitario e Socio Sanitario per il triennio 2015 – 2017.

Prima di entrare nel merito del Piano Sanitario, vorrei ricordare che il Sistema Sanitario del nostro Paese è un sistema invidiato da tutto il mondo, è gratuito grazie all’intervento dello Stato che copre quasi l’85% delle spese. La politica in questo particolare contesto economico, a mio avviso, non può scegliere di seguire il modello del Sistema Sanitario Italiano. Nonostante gli interventi di riorganizzazione volti al contenimento della spesa messi in campo dal Segretario di Stato, i fattori strutturali che condizionano l’andamento della spesa sanitaria – prevedibili per almeno il prossimo triennio – continueranno a determinare un aumento di spesa, qualunque sia il livello di funzionamento del modello organizzativo e di modalità di finanziamento che si dovesse scegliere. Quindi, oggettivamente se nel lungo periodo non si daranno al sistema i mezzi per sostenere un triennio che si profila dominato da una forte innovazione assistenziale e tecnologica, difficilmente si potrà perseguire quel miglioramento richiesto. Io sono convinto che il Piano Sanitario sia di grande valore. Un piano che saprà rispondere ai bisogni di salute della popolazione mantenendo e migliorando i livelli di assistenza appropriati”.

Marco Podeschi, Upr: “Il piano dovrebbe spiegare come si può conciliare il sistema sanitario gratuito con una capacità ridotta di stanziamento pubblico. Credo sia possibile ottimizzare alcune spese. La sede per la segreteria di Stato alla Sanità è all’interno dell’ospedale di Stato, dove c’è coincidenza con l’aspetto politico, con l’Authority… quando si parla di mischiare i ruoli, la logistica ha il suo peso e qualche riflessione va fatta. Quindi il problema di pediatria: mancano pediatri e ci sono state prese di posizione e impegni per colmare questa lacuna. Non è accettabile che la fascia di popolazione dei bambini sopporti la mancanza di professionisti. Nel documento si parla di cultura dei cittadini, prevenzione, ma bisogna capire quale sarà l’impatto delle scelte terapeutiche non convenzionale sul sistema sanitario. Altro elemento in termini di costi e prospettiva è quello dell’aspetto demografico nei prossimi 10-15 anni. Ultimo dettaglio, la pianificazione delle necessità di personale dell’Iss. Una criticità è infatti la mancanza di professionisti sammarinesi in tutti i settori della sanità pubblica. E’ ora di fare pianificazione. Occorrono politiche a riguardo, il direttore dell’Iss non è sammarinese e così non lo era quello precedente”.

Franco Santi, C10: “Sulla prevenzione il Piano Sanitario ci dice che è necessaria maggiore integrazione tra uffici Iss e quelli che non sono direttamente riconducibili all’istituto. Il Piano promuove tavoli di lavoro interdisciplinari per raggiungere obiettivi di prevenzione. Credo sia la strada da perseguire. Si parla di un coinvolgimento anche delle giunte di Castello e delle associazioni di volontariato. Sull’assistenza domiciliare il Piano spinge sempre più verso una logica di assistenza domiciliare integrata. Questo documento rappresenta un punto di partenza imprescindibile per affrontare una politica sanitaria. Avendo al centro il cittadino. Questo è il giusto e logico punto di partenza che la politica ha il dovere di tenere in considerazione. Ringrazio l’Authority per l’ottimo lavoro svolto. Spero che la maggioranza sappia valorizzare il ruolo dell’Authority all’interno dell’Iss. Mi compiaccio di quanto prodotto e auspico che possa dare risposte operative in tempi rapidi”.

Elena Tonnini, Rete: “Mi soffermo sulla visione che il Piano promuove: una visione che mette al centro non il budget. Il budget è uno strumento per raggiungere i veri obiettivi ossia la salute dell’Iss per l’erogazione di servizi. Significa che l’obiettivo primario sono le esigenze della popolazione. Si identificano la medicina proattiva e la prevenzione come ambiti fondamentali in cui investire per aumentare la qualità della vita. Il baricentro della sanità si sposta verso un sistema pubblico attento alla prevenzione. La Magistratura ha dimostrato come in questi 20 anni le risorse pubbliche sono state usate per fare cose che non hanno nulla a che vedere con la sanità. E’ il clientelismo che costa, è la mancanza di trasparenza che costa. Voglio fare qualche proposta di buon senso per andare a diminuire i maggiori costi degli ultimi 20 anni: eliminazione di tutti i contratti ad personam e coinvolgimento delle giunte di castello scambiando idee. Il sistema sanitario è peggiorato e continua ad proporre misure inique. Il Piano sanitario è ottimo ma fino a quando non affronteremo i veri problemi rischia di essere un libro dei sogni”.

Massimo Andrea Ugolini, Pdcs: “E’ opportuno mettere in campo una riorganizzazione dei servizi e valorizzare e responsabilizzare le risorse umane dell’Iss. E’ chiaro che occorre cercare di investire in tecnologie e cercare nicchie specifiche su cui eccellere. Bene dunque spingere sulla ricerca scientifica. Un’opportunità interessante potrebbe essere rappresentata dalla medicina non convenzionale”.

Tony Margiotta, Su: “I criteri con cui sono stati individuati tutti questi obiettivi sono i soliti che hanno garantito l’universalità del servizio a San Marino a partecipare dal 1945. Quella garanzia di buona salute che soprattutto negli ultimi 30 anni ha accompagnato i nostri cittadini. Purtroppo la situazione non è più la stessa. La qualità negli ultimi anni ha subito una situazione negativa dovuta a riduzioni di budget e defezioni nei reparti. Questo Piano Sanitario ci permette di avere dei dati molto specifici sui sammarinesi. C’è poi il tema delle risorse economiche date all’Iss: ogni anno ci sono sempre meno risorse che vanno a sostenere il sistema. Dal 2011 al 2014 c’è stata diminuzione di contributo pari a 3 milioni e mezzo di euro. Se il confronto venisse fatto ancora più lungo la diminuzione ammonterebbe a 6/7 milioni di euro”.

Simone Celli, Ps: “Il dibattito è molto importante perché esamina da un punto di vista politico il Piano Sanitario presentato dall’Authority che ha fatto lavoro molto dettagliato e che definisce linee guida molto interessanti rispetto allo sviluppo del nostro sistema socio-sanitario. Le linee di indirizzo di questo documento si collocano nella tradizione del nostro sistema: equità, solidarietà e universalismo sono valori che vengono confermati. E di questo siamo soddisfatti. Da tempo ribadiamo il concetto di difesa del nostro sistema socio-sanitario. Una difesa che deve prendere in considerazione anche i temi della modernità e dell’innovazione. Sull’universalità del sistema il Ps non è disponibile a fare passi indietro o rinunce. Il sistema socio-sanitario sammarinese è sempre stato preso come modello. Noi abbiamo molte sfide davanti e credo che alcuni aspetti contenuti nel Piano debbano essere sottolineati nell’ottica di un contenimento dei costi: potenziamento sistemi di prevenzione. La qualità della diagnostica e il potenziamento della prevenzione sono due aspetti chiavi. Elaboriamo poi un Piano di educazione alimentare moderno perché è fondamentale per prevenire alcuni tipi di malattie. C’è però un’emergenza delle emergenze che va affrontata subito: la politica di gestione del personale e di valorizzazione dei nostri professionisti. Se vogliamo erogare con il nostro ospedale servizi di alto livello servono medici validi. Se vogliamo attuare politiche attrattive per certi professionisti di alto livello il tema della contrattualistica c’è. L’argomento rischia di essere impopolare ma ricordiamoci che il welfare non è un costo ma un investimento. Se vogliamo medici all’altezza del compito devono essere retribuiti come in altre realtà a prescindere dalla spending review. Dobbiamo poi valorizzare professionalità sammarinesi. Abbiamo molti medici ed è importante intensificare gli accordi con le Università italiane e con le scuole di specializzazione. Il Governo deve riattivarsi in questa direzione. Permettiamo ai nostri giovani di inserirsi nelle migliori Università. Il Segretario di Stato ha tanto materiale su cui lavorare ma questo Piano socio-sanitario rappresenta un’ottima base di partenza per consolidare il nostro sistema socio-sanitario”.

Francesco Morganti, Psd: “Il 22 dicembre 1955 con l’approvazione di tutte le forze politiche venne istituito un sistema obbligatorio di sicurezza sociale. Il piano presentato oggi all’Aula ha matrice europea e un chiaro respiro internazionale, la salute non coinvolge solo il settore sanitario, ma trasversalmente anche scuola, lavoro, ambiente e finanze.

Nel considerare favorevolmente la riorganizzazione dell’Iss, sottolineo il ruolo svolto dall’Authority che va necessariamente potenziata. Va apprezzato il lavoro fatto nello sviluppare le collaborazioni tecniche con l’Italia e l’Europa. Si auspica che effettui un monitoraggio costante al fine di verificare il raggiungimento degli obiettivi prefissati nel piano e l’impatto sulla comunità”.

Mimma Zavoli, C10: “E’ difficile non giudicare in modo positivo il documento sottoposto oggi all’attenzione dell’Aula. E’ difficile dire che le linee tracciate non siano assolutamente condivisibili, anzi, sono un bel modo di poter gettare oltre lo steccato le visioni di una realtà importante come quella dell’Iss. In questi tempi, molte sono state le condizioni che hanno reso difficile alla popolazione la comprensione degli intenti sia della segreteria che quelli organizzativi, perché di rivoluzioni, non semplici, ne abbiamo viste parecchie. Ma crediamo che dei problemi ci siano e ne terremo conto. Uno è l’articolo 48 sulle indennità, per esempio. Aspetti che non possiamo sottacere e non possiamo fare in modo che la condizione resti in secondo piano. Abbiamo depositato un ordine del giorno, già consegnato a tutti i gruppi, che vorremmo portare in Aula e che attesta quanto detto da noi e Su, visto che l’Odg è di Cittadinanza attiva. Ne do lettura. ‘Il Consiglio grande e generale, considerato che l’Iss rappresenta un bene fondamentale e un presidio da custodire gelosamente (…), invita il Governo e gli organi di gestione dell’Iss a rivedere le decisioni sulle indennità di malattia in accordo con le associazioni sindacali, rendere noti e documentati i vantaggi derivanti da convenzioni in corso e future, in particolare con strutture private, far sì che siano privilegiate convenzioni con strutture pubbliche. Si impegna inoltre a prevedere che, come previsto dal piano sanitario, personale dei reparti e associazioni di malati e familiari siano coinvolti prima di compiere scelte strutturali che li riguardino'” .

Fabio Berardi, Pdcs: “E’ un piano più evoluto e maturo rispetto a quello precedente e poggia sulla realtà del sistema attuale, basa l’analisi su una fotografia reale con dati statistici che 5-6 anni fa mancavano. C’è un’attenzione nuova da parte di chi ha steso il piano verso le matrici ambientali oggi affrontate con lettura critica e lucida. C’è consapevolezza che gran parte delle malattie degenerative o neoplasie possono derivare dall’inquinamento.

Nel piano troviamo attenzione su prevenzione, attività terapeutiche specialistiche per una risposta concreta che mette la persona sempre al centro, apertura a nuove terapie alternative che il piano inizia a valutare e catalogare. E’ innovativo e rappresenta una risposta moderna per un sistema eccellente che vogliamo rimanga tale. Dichiaro il mio sostegno al piano”.

Mario Lazzaro Venturini, Ap: “Il dottor Gualtieri, con cui mi complimento per il piano ben fatto, ha raccolto complimenti da tutti. Preferisco però mettere l’accento sulle criticità del momento e su quello che deve rappresentare un campanello d’allarme. Problemi come la trasparenza, della privatizzazione, sono importanti, ma ci si dimentica di una cosa fondamentale, la sanità è fatta dagli operatori. Possiamo continuare a investire un sacco di soldi nella tecnologia e nelle strutture, ma se non abbiamo professionisti all’altezza non andiamo da nessuna parte. La possibilità di dilatare i contratti con professionisti esterni è opportuna ma è solo un primo passo. Siamo alle prese con un fenomeno di fuga dalla nostra realtà sanitaria. Pediatria ha perso dieci medici perché ogni volta che qualcuno veniva qui per fare formazione, poi trovava condizioni di lavoro migliori fuori, come contratti a tempo indeterminato e la possibilità di svolgere la libera professione. Ecco perché la gente va via. E non c’è solo Pediatria a rischio. E’ giunto il momento di riflettere su questi elementi.

Con l’esito del referendum sulla libera professione si è compiuta una scelta scellerata, i cittadini sono stati indotti da una campagna referendaria per un complesso di motivi. Si è generata invidia verso una categoria ritenuta di privilegiati, come se rubasse lo stipendio a fine mese”.

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