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Consiglio Grande e Generale: scuola ed erogazione di indennità temporanea al lavoro

da Redazione

I lavori consiliari nella seduta mattutina proseguono con la presentazione in prima lettura di due progetti di legge. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

I lavori consiliari nella seduta mattutina proseguono con la presentazione in prima lettura di due progetti di legge. Il primo, al comma 19, è il Pdl “Scienze e tecnologie informatiche nei curricula scolastici”, portato in Aula dal segretario di Stato per l’Istruzione e la Cultura, Giuseppe Maria Morganti. Il secondo progetto di legge, al comma 20, è “Modifiche alle disposizioni che regolano la erogazione di indennità temporanea al lavoro”, presentato dal gruppo consiliare dell’Upr, illustrato in Aula dal capogruppo William Giardi. Su entrambi i provvedimenti si apre e conclude il dibattito.

I lavori riprenderanno nel pomeriggio dal comma 21, con l’ultimo progetto di legge in prima lettura all’ordine del giorno, “Divieto di appartenenza ad associazioni segrete o riservate”, presentato da tutti i gruppi consiliari e dai consiglieri indipendenti.

Di seguito un estratto degli interventi della mattina.

Comma 19. Progetto di legge “Scienze e tecnologie informatiche nei curricoli scolastici” (I lettura)

Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per la Cultura e l’Istruzione: “La rilevanza formativa dell’acquisizione di adeguate competenze digitali e del loro sviluppo lungo l’arco dell’intero percorso di istruzione e formazione è stata più volte messa in evidenza nelle Raccomandazioni Europee, a partire dalla Raccomandazione del Consiglio d’Europa del 18 dicembre 2006, relativa alle competenze chiave di cittadinanza per l’apprendimento permanente. Il Sistema di Istruzione Sammarinese, tramite l’adozione del “Curricolo verticale di alfabetizzazione informatica” (Decreto 2 marzo 2006 n.53), si è dotato di un valido strumento che ha agevolato, in quasi dieci anni di applicazione, il conseguimento di importanti risultati educativi e formativi da parte del corpo docente dei diversi ordini scolastici. Nel frattempo, a livello internazionale, è emersa una crescente consapevolezza riguardo alla necessità di rafforzare la presenza delle scienze dell’informazione nei curricoli scolastici, arricchendola di valenze e significati che affiancano e consolidano quelli tradizionalmente riconosciuti alle tecnologie informatiche nel campo dell’istruzione (acquisizione, da parte di tutti gli studenti, di un adeguato livello di alfabetizzazione informatica e promozione dell’apprendimento delle altre discipline). Anche all’interno del nostro tessuto sociale stanno emergendo, negli ultimi anni con sempre maggiore frequenza, richieste di innovazione didattica e organizzativa cui la Scuola Sammarinese vuole e deve rispondere, per affermare con rinnovata autorevolezza il ruolo che le è sempre stato proprio, di Istituzione in grado di fornire alle nuove generazioni modelli di interpretazione critica della realtà e un bagaglio di competenze trasversali utili ad affrontare le sfide della vita adulta. Per rispondere a queste esigenze e nuove sensibilità, sempre più avvertite ed espresse dalle famiglie dei nostri studenti, il presente progetto di legge intende: 1) Nell’immediato rafforzare la presenza nei curricoli scolastici delle scienze e tecnologie informatiche, riconoscendo ad esse il ruolo di disciplina specifica caratterizzata da un proprio impianto di conoscenze e propri metodi di indagine; a tal fine si istituisce, in tutti gli indirizzi della Scuola Secondaria Superiore, l’insegnamento dell’Informatica, con una programmazione ed. un carico orario settimanale modulati in base alle specifiche esigenze di ciascun indirizzo. 2) Conferire deleghe strutturate per consentire un’ampia e articolata riflessione sull’evoluzione del modelli pedagogici di insegnamento e apprendimento, in un quadro di crescente influenza delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nei contesti socio-culturali, educativi e formativi”.

Franco Santi, C10: “Si valuti meglio lo strumento per poter inserire questo tipo di strumento all’interno dell’offerta formativa della scuola superiore. Se l’obiettivo è quello di introdurre l’informatica, occorre farlo in maniera convinta con obiettivi formativi ben specifici. Auspico che ci sia la possibilità di incontrare gli operatori del settore e le forze politiche e sociali per approfondire al meglio questo argomento”.

Milena Gasperoni, Psd: “Per la prima volta è stato inserito nel provvedimento anche il centro di formazione professionale. Un fatto positivo. Posto che l’attività del centro è un’attività molto specializzata e che deve mantenere propria autonomia gestionale”.

Mariella Mularoni, Pdcs: “Sono favorevole all’inserimento dell’informatica nelle scuole superiori, soprattutto nell’indirizzo scientifico, mentre resto più perplessa sul fronte del liceo classico. Credo che andrebbe approfondita la questione”.

Mimma Zavoli, C10: “Io penso che proseguire con stralci che aprono dei focus in un ambito piuttosto che in un altro, senza pensare a un ragionamento globale, non sia un buon approccio. C’è bisogno che la scuola sammarinese in tutti i suoi ambiti trovi un linguaggio che li accomuni. Le nuove tecnologie sono un forte linguaggio di comunanza”.

Tony Margiotta, Su: “C’è un atteggiamento positivo del nostro gruppo verso questo provvedimento. La scuola a San Marino è di alto livello, ma va aggiornata”.

Grazia Zafferani, Rete: “Apprezzo l’impegno di questo progetto di legge, ma credo ci voglia ancora più coraggio da parte delle istituzioni. Siamo ancora molto in ritardo”.

Nicola Selva, Upr: “Siamo in ritardo. Sono d’accordo con chi ha detto che questo ambito deve essere visto in un disegno più globale. Siamo di fronte al cambio di un’era e il mondo scolastico deve adeguarsi, altrimenti siamo fregati. La tematica va vista con un’ottica globale. Dobbiamo essere noi a guidare il processo di cambiamento, altrimenti ci sfugge di mano. Introduciamo nella nuova scuola questi strumenti”.

Nicola Renzi, Ap: “Questo testo di legge va verso una direzione, che è quella della specializzazione, che mi sento di condividere soprattutto per la scuola superiore. Anche perché riguarda una attualizzazione dell’insegnamento nei vari indirizzi. Se posso dare un consiglio è quello di ampliare l’articolo 1, per far sì che questo non sembri un semplice intervento che riguarda solo un grado di scuola. E’ un intervento che comunque dimostra l’attenzione della Segreteria di Stato alla tematica”.

Marco Podeschi, Upr: “Questo progetto potrebbe generare nuova economia. Si potrebbero sviluppare piccole start up. Si tenga in considerazione l’ipotesi di avviare, oltre al progetto di legge, anche delle collaborazioni e delle sperimentazioni all’interno del nostro sistema scolastico da parte di società operanti in questo settore”.

Replica del segretario di Stato Morganti: “La scuola è attrezzata ad affrontare questi ragionamenti. In questi due anni e mezzo ho visto un’implementazione dei mezzi informatici all’interno del sistema scolastico sammarinese. L’utilizzo di queste tecnologie è importante. Mi sono reso conto che proponendo il primo documento su questo tema specifico c’è una certa difficoltà nell’accettare proposte che giungono dall’alto. Ecco perché sono stati istituiti tre tavoli per discutere del provvedimento in questione”.

Comma 20 Progetto di legge “Modifiche alle disposizioni che regolano la erogazione di indennità temporanea al lavoro”. Presentato dal gruppo consiliare Upr.

William Giardi, Upr: “Dopo solo tre mesi dalla sua presentazione questa proposta di legge è stata colta dal Consiglio grande e generale, un record per una proposta della minoranza, probabilmente perché governo e maggioranza si sono resi conto che qualcosa non funzionava e noi pertanto ringraziamo. La nostra proposta potrebbe essere però ripensata. Un elemento che voglio sottolineare è che nella proposta Upr vi è il fatto che si sono mantenute aliquote dell’86% che potrebbero essere riviste. Sarebbe auspicabile per un Paese ricco e senza problemi che i giorni di malattia fossero pagati al 100%, ma questo sarà oggetto di discussione e verrà da indicazione del governo, non certo dell’Upr. La proposta mira a limitare gli eccessi di tanti utenti che approfittano dei giorni di malattia. Si è pensato a creare una penalizzazione crescente. I primi due eventi, a prescindere dalla durata della malattia, sono quindi pagati all’86%. I dati Istat italiani dimostrano che mediamente, a persona, sono riconducibili 2,08 eventi-malattia e anche nelle nostre riflessioni possiamo ipotizzare che si possa stare male per due episodi all’anno. Dal terzo evento, i soli primi 2 giorni sono decurtati al 66% e dal quarto evento i primi giorni sono penalizzati. In questo modo si colpiscono persone che fanno molti eventi di malattia per periodi corti. Resta invariato il discorso sugli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali. Le malattie oncologiche e degenerative rimangono un terreno particolarmente scivoloso. E’ spiacevole fare un gradiente delle malattie. Sono quindi escluse poi le malattie psichiatriche. E’ un capitolo lasciato a parte. Così sono escluse dalle malattie comuni anche gli interventi estetici privi di specifiche esigenze terapeutiche. Ringrazio ancora il segretario per l’accoglimento di questa proposta, Upr si rende disponibile al confronto in commissione auspicando che la legge non venga snaturata”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “Ringrazio il consigliere Giardi per avere chiarito. La norma introdotta in Finanziaria di sé non è sbagliata ma l’applicazione ha creato casi di non copertura della malattia e di fatto l’applicazione concreta non ha funzionato come doveva. Non dobbiamo fare l’errore di mettere le bandierine sulle proposte. Mi è parsa una proposta intelligente l’inserimento all’Odg di questo progetto dell’Upr. Deve essere l’occasione per la Commissione preposta di trovare una sintesi migliorativa rispetto una norma che non dà la risposta richiesta. Confido che in Commissione ci sia una sintesi soddisfacente che elimini la polemica sterile usata come elemento di conflittualità”.

Elena Tonnini, Rete: “Questa proposta deriva dalla presentazione e votazione dell’articolo 48 sulle indennità di malattie in Finanziaria. In quel contesto il nostro movimento uscì dall’Aula. Rete infatti ritiene che non sia stato fatto di tutto per eliminare sprechi e per rendere efficaci i controlli. Si è deciso di tagliare le indennità di malattia in un contesto sbagliato. Si parte da un problema esistente, che non è stato mai negato da Rete, ovvero la necessità di eliminare gli abusi. Ma era evidente che che non solo quell’articolo avrebbe eliminato gli abusi. Ma le penalizzazioni sono state fatte ricadere sui malati veri. Si taglia anche per le lunghe malattie e per quelle oncologiche e degenerative. Se Mussoni vuole dare un segnale, secondo il nuovo piano sanitario che mette davvero la persona al centro, deve abrogare l’articolo 48. E se si vuole incidere su chi se ne approfitta ci sono altri strumenti. Il segretario può promuovere più controlli. E’ lui il segretario alla Sanità e come tale deve assumersi la responsabilità di tutelare i nostri malati.

Il progetto di legge di Upr non va a trattare questi problemi, ovvero i tagli alle malattie lunghe di sei mesi e quelli per le malattie oncologiche e degenerative”.

Mimma Zavoli, C10: “Quando una cosa parte male non può che portare a soluzioni maldestre. Sullo sciagurato articolo 48 non è stato possibile ragionare, è incostituzionale. Quando si sbaglia bisogna ammetterlo e fare un passo indietro, ma il segretario preferisce trovare gli escamotage e dice che lui non sceglie niente, ma lo fa il comitato Iss. Dovreste vergognarvi di aver fatto quell’articolo e averlo inserito in Finanziaria. Questo progetto di legge non è accoglibile perché certi aspetti vanno affrontati. La mia paura è che si finisca per fare distinzioni tra malati”.

Nicola Selva, Upr: “Anziché fare demagogia e dare contro a priori, Upr ha presentato una proposta di legge che va nella direzione di portare un maggior equilibrio nelle indennità di malattia. I tagli non devono colpire nel mucchio, ma devono contrastare gli abusi. Auguro che il progetto sia accolto per riportare un maggior equilibrio”.

Guerrino Zanotti, Psd: “E’ innegabile che bisogna correre ai ripari dalla situazione introdotta dall’articolo 48. Un articolo fortemente criticato e che ha sicuramente dei limiti. La lista di malattie del Comitato esecutivo ha sicuramente avuto la responsabilità di vedere un’applicazione peggiorativa rispetto allo spirito di quell’articolo. Le difficoltà espresse da più parti, medici di base e non solo, hanno portato a quell’intervento in Finanziaria. Apprezzo quanto indicato nella lettera D di questo progetto, relativamente alla chirurgia estetica. Va tenuta in considerazione la proposta perché la condivido. Invece sull’autocertificazione anche io esprimo perplessità. Non è per scarsa fiducia nei confronti dei lavoratori, ma ritengo possa essere pericoloso il ricorso alla autocertificazione perché significa sottovalutare un malessere temporaneo evitando di andare dal medico. La proposta ci ha dato la possibilità di parlare di questo problema che resta tale e va risolto, mi auguro si possa discutere presto di una proposta risolutiva sull’indennità di malattia”.

Francesca Michelotti, Su: “E’ evidente che il progetto si collega a quelle innovazioni introdotte dall’articolo che ha provocato inutile sofferenza. La ricaduta negativa va infatti a gravare anche sugli aventi diritto. E’ stata fatta un’operazione con motivazioni anche giuste- non voglio pagare un ladro- ma lo strumento è stato sbagliato. Andava rafforzato il meccanismo che andava a punire gli abusi. Si è cercato di fare qualcosa che ha portato a un danno collaterale. Ammetto però la buona fede. Tornando all’articolo 1 di questa legge, credo che l’ipotesi di Upr, che porta a un aumento della diminuzione delle indennità al crescere di eventi di malattie, è un’interpretazione del fenomeno distorsivo che potrebbe essere fronteggiato meglio in questo modo. Ma mi chiedo, una persona che soffre di emicranie ricorrenti si trova punita per una cosa che non è una distorsione? Noi di Su crediamo nel modello del medico di base, che ti conosce e si rende conto dei possibili abusi”. Franco Santi,C10: “Valutiamo cosa non funziona nel sistema che ha permesso questi numeri esorbitanti di giorni di malattia per paziente che la statistica dell’Iss ci ha fornito. Analizzando questo dato nella sua evoluzione, potremo capire dove andare a lavorare: sulla possibilità del controllo della medicina fiscale e sulle capacità del medico di base di fare da filtro. La strada del taglio lineare non è quella giusta da seguire. Neppure la soluzione prospettata dall’Upr credo sia quella giusta”.

Denise Bronzetti, Indipendente di maggioranza: “Il percorso che ci eravamo dati era chiaro, malattie oncologiche e degenerative avrebbero dovuto avere un’indennità pari al 100%. Quello che è intervenuto dopo, era al di fuori della volontà del Consiglio grande e generale. E a me questa cosa ha stupito moltissimo. E’ inutile parlare di abusi se ci riferiamo a questa tipologia di malattie. E’ inutile prevedere un’indennità di malattia diversa da quella già espressamente indicata dal Consiglio. Chiedo di poter ripristinare l’intento di allora. Non si è tenuto conto della volontà del Legislatore. Sia ripristinata in fretta la legalità. Ci sono persone che ne hanno bisogno”.

Tony Margiotta, Su: “Il medico è un mestiere che ha una finalità molto chiara: curare i pazienti. Se un paziente ha una situazione poco chiara perché non sta bene, questo medico ha la responsabilità di curarlo. Se il paziente non ha sintomi è giusto che vada a lavorare”.

Manuel Ciavatta, Pdcs: “Se ci sono state difformità nell’applicazione del provvedimento normativo interverremo. Il mandato deve tornare ad essere quello che era stato definito. Occorre riconfigurare l’indennità di malattia prevista per malattie oncologiche e degenerative. La finalità dell’intervento non è di bilancio. Il problema è che a San Marino abbiamo tante malattie degenerative e rare. Ci sono 6/7 casi che costano 60/70 mila euro l’uno ed un caso che costa qualche centinaio di migliaia di euro. Spero che il Governo continui il dialogo con i sindacati per rivalutare questo aspetto. Il fatto che lo Stato voglia garantire a tutti la sanità pubblica penso sia un principio estremamente importante. Fortunatamente, rispetto al passato, le malattie rare hanno cure più lunghe, però questo comporta spese maggiori. E se vogliamo garantire la sanità pubblica servono interventi il più possibile solidaristici. Se un lavoratore sta a casa e ha sanità gratuita e assistenza gratuita: è corretto che prenda anche il 100% della paga?”.

Rossano Fabbri, Ps: “Chi mi ha preceduto ha voluto ribadire le motivazioni che hanno portato all’approvazione di un provvedimento che noi abbiamo fortemente contestato. Abbiamo fatto un provvedimento che, siccome ci sono coloro che abusano delle indennità di malattia, taglia a tutti. Ma basta fare i controlli per risolvere il problema. Perché non si va a vedere quante persone stanno male di lunedì? Quante persone invece stanno male il venerdì? Questo provvedimento tende a cercare una soluzione. Non so se sia la soluzione ottimale, però responsabilizzerebbe coloro che vanno ad autocertificare una malattia. E’ inutile che stiamo a ribadire la contrarietà del Ps rispetto a quel provvedimento buttato in mezzo alla Finanziaria”.

Matteo Zeppa, Rete: “C’è disonestà intellettuale a posteriori rispetto a quello che è accaduto a dicembre. Ammiro la capacità di fare tuffi carpiati da parte del Segretario Mussoni. Credo ci siano i presupposti per dichiarare l’articolo anti-costituzionale perché si va a ledere il diritto del malato. Mi chiedo se nel momento in cui parliamo di milioni di debito e diciamo che non è una legge fatta per fare bilancio ma la legge stessa è all’interno di un esercizio finanziario, mi chiedo dove volete andare a parare? Il Segretario Mussoni parla di sterili polemiche riferito alla cittadinanza che ha riportato sulla stampa alcuni casi di chi soffre di quelle malattie. C’è troppa improvvisazione”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Io credo che questo Pdl rappresenti un accordo al ribasso. Ci sono difficoltà e abusi, ma si sarebbe dovuto limitare quegli abusi attraverso maggiori controlli e attraverso la verifica dei dati. Si tratta di un accordo al ribasso perché siamo di fronte alla solita logica. Io credo che non ci siano ragionamenti da fare in questa direzione. Si deve tornare al sistema così com’era. Che funzionava ed era segno di civiltà di questo Paese che è stato tra i primi a garantire l’universalità delle cure. Non possiamo ragionare in termini di equità nel momento in cui togliamo dei diritti. Ristabiliamo la situazione precedente. Dal nostro punto di vista la posizione resta quella manifestata a dicembre, ossia che questo è un elemento di quelli che non si devono toccare. Partiamo da tutte le altre situazioni poco chiare sulle quali si potrebbe incidere e lasciamo stare le malattie. Non ci sto alla contrattazione su queste tematiche. La nostra posizione resta quella di dicembre: i primi 14 giorni all’80%, poi al 100% fino al sesto mese, dopodiché l’80%”.

Marco Gatti, Pdcs: “Quando parliamo di indennità non si parla di bilancio dello Stato, è un fondo a parte alimentato da contributi di lavoratori e datori di lavoro. Non è stato fatto quindi un intervento per aggiustare il bilancio dello Stato ma è stato guidato da logiche diverse. Ci sono comunque degli abusi e un amministratore non può tollerarli. E’ un errore scaricare ai medici la responsabilità degli abusi. Oggi si è pensato a una ridistribuzione diversa. Non aver fatto un approfondito confronto con il sindacato è una pecca avuta come maggioranza, ma ora la stiamo affrontando e si sta portando avanti un confronto. Questa prima lettura consente di proseguire in questo confronto, cerchiamo le condizioni migliori per dare al fondo le garanzie di continuità”.

William Giardi, Upr, replica: “Non ho letto prima la relazione sul provvedimento in quanto la ritenevo già superata dai fatti. Voglio rassicurare chi ha detto che bisogna tener conto delle indicazioni della Csu, la mia unica preoccupazione è solo che la legge venga snaturata. E’ stata fatta una proposta a reazione a quanto emerso a dicembre, altrimenti in tema di indennità ci sarebbe da argomentare per giorni e giorni, a partire dalla legge del ’55 in cui si parla di indennità temporanea assoluta”.

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