Home NotizieSan Marino Consiglio Grande e Generale: la sintesi della seduta del 21 maggio

Consiglio Grande e Generale: la sintesi della seduta del 21 maggio

da Redazione

E’ stato il segretario di Stato alle Finanze Giancarlo Capicchioni a comunicare che “i tre soggetti dell’istituto di vigilanza di Banca Centrale auto-sospesosi il 23 aprile hanno revocato la loro autosospensione”. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

I lavori consiliari si sono aperti, come di consueto, con il comma comunicazioni. E’stato il segretario di Stato alle Finanze Giancarlo Capicchioni a comunicare che “i tre soggetti dell’istituto di vigilanza di Banca Centrale auto-sospesosi il 23 aprile hanno revocato la loro autosospensione”. Poi è stato approvato l’ordine del giorno presentato da Nicola Renzi (Ap) per manifestare la solidarietà del Consiglio a Palmira, la città siriana finita in mano all’Isis e con cui viene chiesto “di listare a lutto le sedi culturali del Paese”. Approvato anche l’ordine del giorno con cui il Consiglio Grande e Generale istituisce la Giornata della Legalità nella data del 23 maggio. Ps e Su chiedono che i consiglieri usciti dal gruppo, rispettivamente Federico Pedini Amati e Luca Lazzari, nel prossimo Cgg vengano sostituti nella commissione a cui appartengono dalle nuove nomine proposte dal Ps e da Su. Il segretario di Stato alla Sanità Francesco Mussoni ha letto la relazione sulla gestione e il rendiconto d’esercizio 2014 di Fondiss. Successivamente si è aperto il dibattito sulle dimissioni dei consiglieri del Psd Claudio Felici e Stefano Macina.

Di seguito un estratto degli interventi:

Comma 1 “Comunicazioni”

Segretario di Stato alle Finanze Giancarlo Capicchioni: Si sono aggiunti elementi di novità su Banca Centrale. Ieri durante il consiglio direttivo i tre soggetti dell’istituto di vigilanza autosospesi il 23 aprile hanno revocato la loro autosospensione. Nicola Renzi (Ap): “Voglio richiamare l’attenzione sui gravissimi fatti che accadono in Siria e nella città di Palmira. Purtroppo oltre alle dolorose perdite di vite umane registriamo la perdita di patrimonio culturale e storico appartenente a tutta l’umanità. Non rituale impegnarsi su queste tematiche ma credo sia il caso di farlo in questo caso. Depositerò un ordine del giorno.” L’ordine del giorno presentato da Nicola Renzi (Ap) chiede di: “Condannare in maniera netta gli attentati terroristici e le devastazioni perpetrate ai danni del patrimonio culturale dell’umanità. Prendere una posizione ferma e proattiva in ogni organismo internazionale, tesa alla difesa del sito archeologico di Palmira e delle altre vestigia del passato, patrimonio irrinunciabile dell’umanità. Sensibilizzare i cittadini sammarinesi circa i gravi fatti che minacciano non solo la popolazione delle zone mediorientali colpite dall’azione di gruppi terroristici ma anche i beni culturali in essi contenuti. Adottare forme simboliche di solidarietà listando a lutto le sedi culturali più ragguardevoli (scuole, monumenti e musei)”. L’ordine del giorno è approvato all’unanimità.

Lorella Stefanelli (Pdcs Ns): La delegazione consiliare che ha partecipato a assemblea plenaria a Strasburgo ha ricordato le vittime del Mediterraneo con un minuto di silenzio.

Segretario di Stato alla Cultura Giuseppe Maria Morganti: Proponiamo il 23 maggio come giornata della legalità. Sempre sul tema il 5 giugno a San Marino confronto tra il professor Canfora e Zagrebelsky. Michele Muratori (Psd) legge un ordine del giorno sottoscritto da tutti i consiglieri tranne Lazzari (Indipendente): “Il Cgg istituisce nella Repubblica di San Marino la “Giornata della Legalità” e fissa nel 23 maggio la data nel corso della quale possano manifestarsi le iniziative che durante l’intero anno verranno prodotte in particolare nel mondo della scuola, degli uffici promotori di cultura della legalità e dai mezzi di informazione”. L’ordine del giorno è approvato.

Gian Matteo Zeppa (Rete): Abbiamo presentato un ordine del giorno con cui chiediamo al Cgg di impegnare il Governo “a prevedere che alle documentazioni già previste da allegare alla richiesta di residenza a San Marino ci sia anche quella sulla posizione contributiva che i richiedenti hanno nei confronti dei paesi d’origine e che questa documentazione sia messa a disposizione della commissione Affari Esteri”. Sul Polo del Lusso ho letto comunicati assurdi. Ma non c’è stata la politica presente in quel progetto. Quella politica che ha portato all’inchiesta del conto Mazzini e alle dimissioni del direttivo dell’ordine dei medici. Venga il segretario Lonfernini a spiegare le motivazioni politiche al comitato del “No”. Paride Andreoli (Ps): Insieme a Sinistra Unita abbiamo presentato un ordine del giorno che, prendendo in considerazione le dimissioni dai rispettivi gruppi consiliari dei consiglieri Luca Lazzari e Federico Pedini Amati confluiti nel gruppo degli Indipendenti, chiede di inserire un apposito comma nella prossima seduta del Cgg con cui si prenda atto delle nuove designazioni all’interno della commissione in questione da parte del Ps e di Sinistra Unita. Il secondo ordine del giorno chiede invece, considerando le dimissioni di Federico Pedini Amati dal gruppo consiliare del Partito Socialista, di escluderlo dalla commissione sul fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata di inserire un apposito comma in cui si prenda atto di queste dimissioni. Tony Margiotta (Su): In linea all’ordine del giorno di Andreoli ne presentiamo un altro. Considerando che Lazzari, dimessosi dal gruppo di Sinistra Unita, continua a far parte della delegazione consiliare presso l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa sottolineiamo come Sinistra Unita non abbia ora un proprio membro all’interno di quell’organismo. Disponiamo di inserire apposito comma nella prossima seduta per revocare la nomina di Lazzari e stabilire la nuova nomina.

Comunicazione del Segretario di Stato per la Sanità relativamente al Rendiconto 2014 di FONDISS. Segretario di Stato alla Sanità Francesco Mussoni: Al 31 dicembre 2014 gli iscritti al Fondo erano 21.486, 21.263 dei quali attivi ossia con almeno un versamento al Fondo. Nel corso del 2014 si è proceduto in primis a reinvestire la somma di 900 mila euro derivanti dal Fondo di Perequazione. In data 8 settembre il Comitato Amministratore, dopo aver indetto apposita gara d’offerta alla quale hanno partecipato tutti gli istituti bancari sammarinesi, ha deliberato di investire 495 mila euro presso Banca di San Marino in un certificato di deposito con scadenza 9 mesi al 2.30% e 405 mila euro presso Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino in un certificato di deposito con scadenza 9 mesi al 2.51%. Le somme derivanti dalla raccolta dei versamenti contributivi ammontano a 14 milioni e 18 mila euro. Il Comitato amministratore ha potuto procedere con l’investimento in depositi monetari a termine presso istituti bancari sammarinesi deliberando in data 17 febbraio 2014, dopo aver indetto apposita gara d’offerta alla quale hanno partecipato tutti gli istituti bancari sammarinesi. Il Comitato amministratore ha stabilito di investire con scadenza a nove mesi il 40% delle somme presso Banca di San Marino al tasso del 2.927%, il 25% presso Asset Banca al tasso di 2.80%, 20% presso Banca Cis al tasso del 2.75% ed il 15% presso Banca Sammarinese di investimento al tasso del 2.67%. Alla scadenza di questo investimento, in data 25 novembre 2014, dopo aver indetto apposita gara d’offerta, alla quale hanno partecipato tutti gli istituti bancari sammarinesi e dopo aver constatato la correttezza e la completezza della documentazione presentata e considerati i dati patrimoniali e di bilancio e la solidarietà finanziaria e di esposizione del rischio nonché i rendimenti offerti, il Comitato Amministratore ha deliberato di reinvestire in depositi a termine con scadenza a nove mesi il 35% delle somme presso Banca di San Marino al tasso del 2.50%, il 35% presso Cassa di Risparmio al tasso del 2.51%, il 15% presso Asset Banca al tasso del 2.30% ed il 15% presso Bsi al tasso del 2.27%. In data 30 marzo è stato emanato il decreto delegato 39 del 2015 che stabilisce i requisiti per l’individuazione dei soggetti finanziari a cui eventualmente affidare la gestione. Ciò consentirebbe di ampliare la diversificazione del portafoglio finanziario tra le diverse tipologie di investimento coerenti con la natura previdenziale di Fondiss e sempre rispettando i limiti di legge. Tuttavia, nelle more delle procedure dibattimentali tuttora in corso in seno al legislatore relativamente alla riformulazione degli articoli di legge istitutiva di Fondiss che disciplina la gestione finanziaria, il Comitato Amministratore si trova attualmente in una condizione di impasse normativa che non consente di espletare tale funzione operativa in mancanza di norme certe e procedure definite e condivise anche con Banca Centrale di San Marino. Il Comitato Amministratore, il cui mandato è in scadenza il prossimo 18 giugno, auspica che nel più breve tempo possibile vengano rimosse, anche a livello normativo, le situazioni di criticità attualmente presenti al fine di dare maggiore impulso all’attività. Il valore della quota al 31 dicembre 2014 è pari a 10,211 euro.

Dimissioni del consigliere Claudio Felici da membro del Cgg e sua eventuale sostituzione. Dimissioni del consigliere Stefano Macina da membro del Cgg e sua eventuale sostituzione. Eventuale sostituzione dei consiglieri dimissionari

Vladimiro Selva (Psd): Macina e Felici hanno presentato le loro dimissioni. E’ chiaro che le vicende che hanno portato i due a essere indagati e poi rinviati a giudizio non hanno più segreto e sono di pubblico dominio. Oggi per la prima volta nella storia del Paese il tribunale si occupa di questo genere di problematiche. Al tribunale va riconosciuto il merito di avere aperto uno scorcio sul modo che la politica ha utilizzato nel passato per gestire da un lato il potere, dall’altro la sua attività. Servono sentenze prima di dare giudizi. Questo Paese deve fare i conti con quello che è avvenuto nella politica ma non solo, perché il mondo economico, delle imprese, le banche, le finanziarie, le società rilasciate, erano in parte causa e in parte effetto di quel modo di fare politica. Macina e Felici lo hanno combattuto. Questi due uomini hanno dei meriti che io riconosco, sono certo che Felici e Macina non hanno perseguito un interesse personale di arricchimento. Secondo le accuse avrebbero utilizzato mezzi di cui la politica non deve disporre. Su questo c’è presa d’atto e rammarico. Il Psd per tempo ha messo in campo azioni come l’approvazione del codice etico nel congresso del 2013. Le dimissioni avvengono con una decisione sofferta ma maturata con convinzione. Auguro a loro che riescano a dimostrare la loro estraneità.

Maria Luisa Berti (Noi Sammarinesi)

Esprimo rispetto e apprezzamento di fronte alle dimissioni, che non significano ammettere la propria colpevolezza, ma mostrare responsabilità e rispetto verso le istituzioni e gli incarichi che si ricoprono. Si sta generando un qualche cosa che mi fa paura: una sorta di giustizialismo mediatico prima che i processi vengano celebrati. I media devono riportare le notizie ma non condannare se non ci sono sentenze. La magistratura deve accertare responsabilità penali. Spero che la verità emerga il prima possibile.

Wiliam Giardi (Upr)

Esprimo solidarietà sul piano umano a Macina e Felici. L’Upr ribadisce la sua posizione: le persone sono innocenti fino all’ultimo grado di giudizio. Si vive invece un clima di giustizialismo e di sentenze decretate dai giornali e dai commenti della gente.

Nicola Renzi (Ap): Ammetto imbarazzo e dispiacere umano per quello che sta capitando a persone con cui ho collaborato pur per un breve tratto e di cui hi potuto apprezzare le capacità politiche. Questo ovviamente non deve sovrapporsi con il percorso giudiziario che si aprirà con i dibattimenti. Comprensione umana delle difficoltà che i due consiglieri stanno provando. Questo atto di dovuta responsabilità dimostra che alcune cose stanno cambiando nel Paese. Ricordiamoci che tutto quello che sta succedendo in questo Paese, comprese le vicende giudiziarie, non succede per caso. E’ il frutto di un percorso di cambiamento intrapreso nel 2008 con ferma volontà. Da un lato la via giudiziaria dovrà assolutamente andare avanti e il Cgg ha fatto di tutto per non intralciare in alcun modo l’operato della Magistratura, dall’altra ci deve essere la capacità di un’analisi politica complessiva. Negare tutti i passaggi compiuti e gli atti di responsabilità fatti non sarebbe realistico. L’auspicio è che si possano avverare presto le cose che ho sostenuto.

Ivan Foschi (Su): Sarebbe puerile nascondersi dietro la dicitura del comma senza fare un’analisi politica su quanto accaduto. Non è mia intenzione fare processi sommari e andare a giudicare e a sentenziare sull’operato dei singoli: questo spetterà alla Magistratura. Dispiace da un punto di vista personale però per quanto riguarda gli episodi al di là delle responsabilità dei singoli c’è un’intera stagione politica finita sotto la lente dei magistrati. Sono emersi episodi che dovrebbero allarmarci altrimenti non capiamo l’indignazione dei cittadini. Un sistema malato. Un marciume che oggi trova riscontro nelle carte giudiziarie.

Andrea Zafferani (Civico 10): Dimissioni? Era ora. Noi abbiamo detto più volte che la presenza in Aula dei consiglieri Macina e Felici ha tolto autorevolezza all’Aula. Gli addebiti contestati sono molto gravi e, se confermati, possono aver distorto l’esito delle elezioni. L’Aula consiliare deve essere composta in ogni momento da persone limpide e credibili. Essere indagato non vuol dire essere colpevole però c’è un problema di credibilità della politica e tutti comprendevamo che l’indagine si basava su presupposti molto concreti e non era campata per aria. I consiglieri Felici e Macina hanno scelto un altro approccio ed anzi il loro partito gli ha recentemente invitati a tenere duro contro quella che era rappresentata quasi come un calunnia a loro danni. Dal Psd mi sarei aspettato in Aula una forte valorizzazione del codice etico. Credo sarebbe stata una cosa da rivendicare. E invece ho letto dal Psd argomentazioni ben diverse. Il Psd ha parlato di “capi di imputazione marginali”, ha detto che Felici e Macina “hanno affrontato con onestà loro impegni” e che sono certi che Felici e Macina “non abbiano utilizzati per fini elettorali i contributi ricevuti”. Neppure di fronte a quello che è emerso i partiti riescono ad ammettere gli errori commessi in questi anni. Partiti sono stati dominati non da politici ma da procacciatori di affari. Solo ammettendo queste responsabilità si può essere credibili quando si fanno le riforme

Elena Tonnini (Rete): Non è detto che il peggio sia passato, pensarlo sarebbe un errore, non bisogna abbassare la guardia. Le indagini continuano, e non emergono opere di singoli, ma un intero sistema. Cosa ne è dei patrimoni che sono nelle pance delle banche? Sembra che alcuni uffici pubblici e alcuni soggetti che dovevano essere anticorpi si siano prestati ad affari criminali. La politica ha il dovere di condannare queste cose. Ma come possiamo pretendere di parlarne di fronte a chi in quest’Aula si ferma ai tecnicismi giuridici? Deve arrivare una condanna politica da quest’Aula. E anche sociale. Dovrebbe essere promossa dalla politica. Imprenditori capaci e professionisti competenti sono stati tagliati fuori da un sistema in cui i politici prevedevano regole malate. Mi auguro che il Consiglio non si limiti a cercare condivisioni su ordini del giorno cambiando le virgole e i punti al testo. Potremmo difendere il ruolo dell’informazione libera invece di farla dipendere dalle sovvenzioni ben indirizzate. Potremmo rompere i legami fra la mafia e la politica assicurando la trasparenza agli appalti, che sono ancora oggi, nonostante le leggi promosse, ostaggio delle licitazioni private e delle privatizzazioni selvagge.

Giuseppe Morganti (Segretario di Stato alla Cultura): Chi riveste incarichi politici è maggiormente esposto e deve rispettare in maniera rigorosa le regole. Questa è la logica con cui il Psd nel 2013 ha approvato un codice etico che prevede la dimissione dall’incarico ricoperto con il rinvio a giudizio. Invitiamo gli altri partiti ad approvare codici interni con questa precisione. Ma non è stato il codice etico a portare alla decisione di Macina e Felici. Ci stiamo battendo, e qui il segretario Capicchioni si sta battendo, per lo scambio automatico di informazioni. Abbiamo lavorato per potenziare la magistratura. Ci siamo battuti per la legge elettorale che ha cambiato le cose e inserito fra i reati il finanziamento dei partiti quando non è trasparente. A San Marino le evoluzioni non sono mai state rivoluzioni. Si deve lavorare sotto la cenere, aprendo i varchi, disponibili al confronto. Ora il Paese è conforme alle norme internazionali. La white list dà credibilità al sistema finanziario, ce la siamo conquistata con i denti. Merito va riconosciuto anche a Macina e Felici per la loro determinazione. Il Paese che abbiamo oggi chi l’ha costruito?

Gian Nicola Berti (Noi Sammarinesi): La nostra società dagli anni 90 ha iniziato a cambiare con flussi di ricchezza a volte inspiegabili. In molto spingevano per l’emulazione, si andavano a chiedere favori alle segreterie, privilegi, qualcuno a volte era costretto a supplicare il rispetto dei propri diritti. Spero che ce lo siamo lasciati dietro. Ci sono strascichi giudiziari importanti, che faranno riflettere e dibattere. Si attenda con serenità i provvedimenti di condanna e di assoluzione. Senza fare liste di condannati e inserendo se stessi nella lista degli innocenti, anche fuori da quest’Aula. Podeschi dal carcere tira in ballo Noi Sammarinesi riferendosi all’ala aggregante che nel 2006 poteva togliere consensi. Lì c’erano Maria Luisa Berti, Marco Gatti e Marco Arzilli. Cerchiamo tutti di fare un salto in avanti. Non serve una legge che dice che quando un consigliere è rinviato a giudizio si deve dimettere. E’ la cosa più elementare del mondo. E’ fondamentale. Anche se assolti con formula piena, temo che difficilmente Macina e Felici avranno il consenso per ricoprire ruoli politici in futuro. Fatti, misfatti e sospetti in questo Paesi diventano condanne preventive. Ergersi a custodi della verità assoluta e della giustizia è un esercizio scorretto e ingiusto. C’è chi ha subito e chi ha approfittato, queste categorie vanno distinte, fra chi ha subito tanti sapevano ma non hanno avuto il coraggio di denunciare. Chi non denuncia è compartecipe.

Guerrino Zanotti (Psd): Pretendo dal consigliere Zeppa le “scuse” nei confronti di tutti quei consiglieri che ha infamato definendoli collusi e mafiosi. Si rivolgeva soprattuto a quelli del Psd. Le stupidaggini vanno evitate. Non c’è bisogno che ci arrivi l’invito di qualcuno per prendere una posizione politica chiara in merito le recenti vicende giudiziarie. Abbiamo preso distanza con le parole e con i fatti. Siamo andati in un’altra direzione. Non possiamo neppure pensare di ripetere ogni volta le stesse cose. Speravate che noi condannassimo già i colleghi Macina e Felici? Questo non lo possiamo fare perché non abbiamo elementi. Io sono convinto che riusciranno a dimostrare la propria estraneità ai fatti ma in ogni caso è la Magistratura che deve fare chiarezza. Non il Cgg e non la stampa.

Massimo Cenci (Pdcs Ns): E’evidente che il Tribunale anche grazie alla politica sta facendo il suo lavoro e lo sta facendo bene. E continuerà a farlo. Noi dovremo dargli la massima disponibilità per continuare a lavorare con la massima serenità. Io credo che ci sarà ancora tanto da parlare dentro quest’Aula ma anche fuori da quest’Aula perché forse il fenomeno è più complesso di quello che immaginiamo. Lasciamo tempo alla Magistratura di fare luce su questa vicenda.

Tony Margiotta (Su): Prendo atto delle dimissioni. Scelta dovuta e doverosa. Mi vengono spontanee alcune riflessioni. I due leader politici hanno utilizzato questo denaro proveniente da privati per la campagna elettorale e questo mi fa pensare che le votazioni sono state manipolate per interessi personali di questi leader o addirittura per coloro stessi che li hanno finanziati. Elezioni manipolate. Non voglio ripetermi e non voglio continuare a insinuare criticità nei confronti di queste persone. I due partiti di riferimento coinvolti però devono prendere posizioni chiare, ferme e decise. Devono rinnegare l’operato di certi personaggi. Se ci sono mele marce all’interno di ogni partito è giusto che questo partito, per il bene della politica sammarinese, faccia il suo dovere.

Mimma Zavoli (Civico 10): I cittadini stavano bene e non sono stati bravi nel cogliere i segnali e la macchina guasta ha continuato con i suoi effetti. Ci sono parti della popolazione, cioè noi consiglieri, che hanno l’obbligo di imparare dagli errori. Servono norme che vincolano noi a comportamenti e linee precise per la correttezza personale e istituzionale. L’onestà non si insegna, occorre coltivarla ogni giorno, distinguendo ciò che è bene da ciò che non lo è. Abbiamo l’obbligo istituzionale di porre limiti su noi stessi. Ritenere come letto nel comunicato del Psd che visto che Macina e Felici erano in prima linea in una stagione di adeguamenti legislativi importanti la loro posizione giudiziaria possa passare in secondo piano non è giusto. Mi chiedo: cosa abbiamo imparato? Poco. Credo di aver capito che ci sono difficoltà nel lasciare andare le cose come devono andare. Che un atto di autocritica è impossibile da esprimere, come chiedere scusa alla gente. Ma è un atto che io mi aspetto. Un cattivo politico non si può difendere. Io invece avverto difese fino alle fine. Ciò non fa onore a coloro che bisognerebbe rappresentare.

Grazia Zafferani (Rete): Le dimissioni non sono prevedibili. Di più. Il mio movimento le aveva già chieste. Non riesco a capire con quale coraggio il governo riesca ad andare avanti nonostante sia completamente inondato da atti giudiziari che richiamano ex segretari di Stato, passati presenti e futuri. Lo dico perché pare che prossimamente ci saranno altre news. Si parla di abuso di ruolo istituzionale per un programma criminale. Si parla di condizionamento delle istituzioni. Si condizionava il funzionamento degli organi costituzionali della Pubblica amministrazione, che forse opera con gli stessi dirigenti di allora. E’ qui che il governo deve fare il suo lavoro, pretendendo che il dirigente risponda delle sue condotte. Se politicamente parlando alcuni dipendenti della Pa hanno operato in modo lesivo dello Stato devono risponderne.

Francesco Mussoni (Segretario di Stato alla Sanità): Maggioranza e governo vivono un momento politico di sfiducia. C’è la presunzione di colpevolezza per chi fa politica. Faccio una riflessione sul giustizialismo: la magistratura ha i poteri per accertare i fatti. Dobbiamo avere fiducia. Sarà la giustizia a dare sentenze quando lo riterrò opportuno. E farà collegamenti e valutazioni. Rischiamo in questo clima di togliere fiducia a noi stessi, alla politica e alle istituzioni. Ma ci sono problemi di rappresentanza politica in quest’Aula. E’ vero che dall’inizio della legislatura ci sono state molte sostituzioni in Consiglio grande e generale. C’è un tema di governabilità: quando c’è sfiducia nelle istituzioni c’è anche nell’azione del governo. Dobbiamo chiedere alla magistratura di andare avanti, evitare di fare processi politici in Aula, e avere coerenza personale molto forte. Dovremo fare leggi specifiche per chiarire quando si possono presumere certe responsabilità, non si può lasciare alla prassi. Ma ci deve essere presunzione di innocenza. Ognuno di noi in Aula e deve fare una cosa, non scontata: che dichiari che non ha in corso atti o procedimenti penali o amministrativi. Io lo farò. Non chiedo di farlo a nessun altro. Quando ci sarà questa chiarezza cominciamo a gestire maggioranza e governo con più precisione.

Manuel Ciavatta (Pdcs): Io credo si possa educare all’onestà e alla legalità. Non sarò certo io a difendere Macina e Felici, che se hanno sbagliato dovranno pagare. Ma il giudizio non dobbiamo darlo noi. Hanno fatto bene a dimettersi, per difendersi in maniera più serena. Non vorrei che questo venga utilizzato per screditare un’opera che anche loro hanno fatto di cambiamento di questo Paese. Le norme sulla trasparenza le abbiamo fatte con loro. Non spetta a noi fare una netta distinzione fra buoni e cattivi. Non era tutto marcio una volta e non è tutto marcio oggi. Il mio partito pubblicherà le dichiarazioni dei redditi sul sito web. Io non sono per le rivoluzioni. Ma un cambiamento c’è, noi lo stiamo facendo.

Francesca Michelotti (Su): La corruzione ha profondamente alterato la vita democratica di questo paese. Non c’era parità delle armi alle elezioni tra le liste che partecipavano. Cinici politici speculavano sulla disinformazione dell’elettorato estero o ancora sui bisogni dei sammarinesi. Macina e Felici se ne vanno con un rinvio a giudizio dopo due anni di agonia. Io avevo consigliato loro di andare via prima perché sono una donna di buon cuore. Si sarebbero difesi meglio fuori di qui. Il Psd fa un comunicato stampa in cui parlano di “sofferenza”, di “dignità”, di “amicizia”, di “aver anteposto l’interesse del partito a quella personale” e parlano di “due compagni che hanno affrontato con onestà i loro impegni trovandosi in difficoltà proprio perché oggi il sistema grazie ai provvedimenti del Psd oggi è cambiato”. Gravissimo. Avrebbero fatto meglio a non dirlo. Noi non siamo qui a fare gli amici degli amici. Noi dobbiamo fare l’interesse collettivo. Altrimenti ci comportiamo come le famiglie mafiose.

Giovedì 28 Aprile/Notte

Dopo i tre interventi di Luca Santolini, Matteo Zeppa e del Segretario di Stato agli Affari Esteri Pasquale Valentini la seduta è stata sospesa intorno alle 20 per poi riprendere alle 21 con gli ultimi interventi in merito alle dimissioni dei consiglieri Stefano Macina e Claudio Felici. Terminato il dibattito l’Aula ha votato l’accoglimento delle dimissioni. Entrambe sono state accolte: 43 favorevoli, 3 contrari e 1 astenuto per Felici e 39 favorevoli 6 contrari e 1 astenuto per Macina.

Luca Santolini (Civico 10): I comunicati a cui altri hanno fatto riferimento sono deliranti. L’aspetto giudiziario non mi compete. Sotto questo punto di vista auguro a tutti quelli che si sono dimessi di dimostrare la loro estraneità verso le gravissime accuse. Sul piano politico sottolineo l’opportunità di queste dimissioni. Non si illudano i cittadini che con queste dimissioni si volterà pagina. Lo stesso per gli arresti di Stolfi e Podeschi. I comunicati stampa cercano di difendere a spada tratta o prendere goffamente le distanze dagli interessati. Si parla di un sistema correttivo accettato nei partiti e nel mondo delle imprese e delle cittadinanza. Smettiamo di pensare come ragionieri e facciamo politica. A Felici e Macina auguro di ricevere giustizia, a chi rimane di guardare al passato con sincerità, senza interessi elettorali.

Matteo Zeppa (Rete): Sinistra Unita, Civico 10, Rete, i consiglieri indipendenti, Noi Sammarinesi e Ap sono esclusi dal mio discorso perché non toccati da rinvii a giudizio. Si parla si quella che viene definita tangentopoli e io definisco corruttopoli o svendopoli, perché si è svenduto un Paese. Il segretario Morganti ha fatto un discorso quasi bucolico, con un buonismo di fondo. La politica è marcia, si salvano in pochi. Queste non sono dimissioni normali, si tratta di un ex segretario di Stato e di un capogruppo. Veniamo qui a parlarci sopra senza fare un’analisi di quello che è successo. Mi sono stufato dell’essere garantista, qui qualcuno ha impoverito una società, i sammarinesi sono diventati più cattivi a causa della crisi portata dalla politica. E voi dite che hanno preso poco? Ma scherzate? C’è una gara al ribasso? Non è mai successo che in una legislatura ci fossero così tante dimissioni. Accadute perché il tribunale ha lavorato e sta facendo pulizia nella politica. Sono schifato. Voi dovete scusarvi con la cittadinanza. Le scuse sarebbero comunque false, io non le accetterei.

Pasquale Valentini (Segretario di Stato agli Affari Esteri): Da Zeppa non accetto la presunzione di qualcuno che pensa di sapere dove sta il bene e dove sta il male. Quando mi sono assunto questa responsabilità non ho sentito nessuno parlare con rispetto del fatto che comunque i giudici della credibilità sono coloro che ci eleggono. Chi pensa di avere strumenti diversi per farlo pensa a un sistema non democratico. Io ho scelto di militare nel Pdcs. Ciò non significa che non ci sia stata necessità in quel partito di fare una lotta per affermare quello che ritenevo doveroso nell’interesse del Paese. E’ stato possibile arrivarci non pensando di fare la guerra a qualcuno, ma lottando per quello che ritenevo giusto, prendendo molte botte nei denti. Non accetto l’ipocrisia di alcuni interventi. Non è vero che in passato quando la ricchezza ha consentito di gonfiare tutto, compresi gli stipendi, la gente chiedeva un altro sistema scendendo in piazza. Ci sono state stagioni in cui la magistratura non ha fatto il suo dovere, idem Banca Centrale e le associazioni di categoria. Contemporaneamente c’è stato chi lavorava per trasformare le cose. La magistratura può fare emergere i fatti, ma non darci l’energia per costruire una prospettiva al Paese. Io ho lavorato con Macina e Felici per cambiare la realtà di questo Paese. Ora ci serve una capacità costruttiva, non distruttiva.

La seduta si è interrotta alle 20. Ed è poi ripresa alle 21 con gli ultimi interventi dei consiglieri in merito alle dimissioni di Stefano Macina e Claudio Felici

Federico Pedini Amati (Indipendente): Ho ascoltato l’intervento del segretario Valentini che dice di non accettare l’ipocrisia. L’ipocrisia passa anche attraverso un paese che non ha detto niente e non è sceso in piazza. Il popolo di questo paese non ha fatto la sua parte. Nel nostro paese sono emersi reati come voto di scambio, corruzione, collusione, associazione a delinquere, appalti truccati, vendita di banche e finanziarie. Qui dentro c’è qualcuno che è ugualmente responsabile rispetto a coloro che hanno commesso i reati. Le ordinanze del Tribunale sono piuttosto circostanziate. Ci sarebbero molte cose da dire. Bisognerebbe creare una norma che preveda la sospensione dalla carica istituzionale nel momento in cui una persona viene rinviata a giudizio. Automaticamente deve sospendersi. Per quanto riguarda le dimissioni di Felici e Macina io le ho chieste loro più volte. Atto dovuto. Mi dispiace sul lato umano ma quando si rivestono certi ruoli un passo indietro è indispensabile. Anzi avrebbero dovuto farlo in tempi diversi.

Denise Bronzetti (Indipendente): Non accetto che si faccia di tutta un’erba un fascio. Questo sistema vive sulla base di addentellati che sono sparsi ovunque. Nei posti cardine della P.A., dei poteri economici e anche in altri meccanismi vitali del Paese. Una cosa però a me fa estremamente arrabbiare del quadro disegnato dalla Magistratura solo in parte. Io non accetto che passi l’idea che finanziamenti occulti fossero arrivati ai partiti. Finanziamenti occulti sono arrivati ai partiti per finanziare alcuni della politica ma non i partiti nella loro interezza. E’ molto facile dimostrare questo teorema perché se davvero questi finanziamenti ingentissimi fossero arrivati al partito e non a qualcuno del partito i partiti non si sarebbero trovati con i debiti. Il Psd ha combattuto per anni con i debiti. Nè io né i colleghi che con me hanno combattuto quel tipo di situazione e di logica vogliamo portare una croce che non ci appartiene. Io mi smarco. E chi si smarcava non sempre era supportato a dovere da questo Paese perché il benessere annebbiava la mente dei sammarinesi che si dimenticavano di fare certe battaglie. Battaglie che dentro i partiti esistevano già. Non accetto che si dica che il 70/80% dei membri di questo Cgg non sono legittimati a stare qui.

Roberto Ciavatta (Rete): In questa mandata di rinvii a giudizio abbiamo 8 ex Segretario di Stato. In quest’Aula c’è una proporzione di rinvii a giudizio molto più alta rispetto a quella che c’è nella popolazione. Dimissioni sono atto dovuto ma giungono tardive. Rimanendo qui fino all’ultimo momento utile hanno cercato fino alla fine di nascondere la polvere sotto il tappeto. Siamo dinanzi a reati di una gravità inaudita. A me pare molto difficile che chi stava vicino a certi personaggi dentro i partiti non sapesse cosa stesse succedendo. C’era volontà politica di coprire quello che stava succedendo. Prima c’era un sistema criminale che impediva alla Magistratura di operare. Non si può dire che ci siamo lasciati questa cosa alle spalle: questa cosa è qui dentro. Molti esponenti che siedono qui dentro sono espressione diretta di Fiorenzo Stolfi, Gabriele Gatti e altri. Si tratta di voto di scambio. Se oggi siamo in questa situazione lo siamo anche perché certi atteggiamenti erano la prassi. Come i dipendenti della P.A. che in un solo colpo passavano dal quarto all’ottavo livello senza averne il titolo. Diventa antipatico stare sempre in quest’Aula a discutere sempre di dimissioni. Ma non possiamo non farlo. Dobbiamo iniziare a ragionare su cos’è il Congresso di Stato in questo Paese. Perché possa decidere tutto: da dove realizzare una pensilina o a chi dare o togliere un lavoro. Nell’augurio che ci si voglia fermare a ragionare un attimo senza contrapposizioni ideologiche su cosa sono le istituzioni in questo paese, mi chiedo, con tutto quello che è successo com’è possibile che Governo faccia spallucce e continui ad andare avanti? Forse l’opposizione è inesperta e poco incisiva. Ma, e mi rivolgo ad alcune componenti della maggioranza, perché si continua a tenere in piedi un Governo fallimentare?

Franco Santi (Civico 10): Ennesimo dibattito sulla questione morale. I partiti hanno perso di vista il proprio ruolo fondamentale e hanno cambiato in corso le proprie finalità per diventare associazioni a delinquere con un unico obiettivo: il consenso. E il consenso si otteneva molto più velocemente utilizzando il denaro e il potere. Il sistema è ancora in piedi e non solo nella politica ma anche nelle organizzazioni economiche e sociali. Di strada ce n’è tanta da fare. Ed è per questo che la politica ogni volta che può deve dare segnali chiari. Ed è per questo che a leggere certi comunicati viene il mal di pancia.

Augusto Michelotti (Su): Sono stato preso in giro per tutta la vita. Perché al potere sono andate persone che non se lo meritavano ma che truccavano le elezioni. Quando il consenso è pilotato non si è in una democrazia compiuta. Ed io mi sento molto preso in giro. Il cambiamento è dovuto venire. Non è stato voluto da qualcuno. Siamo stati obbligati a cambiare perché il nostro sistema non era solo sbagliato ma era anacronistico. Il Segretario Valentini ha fatto un discorso di una scorrettezza unica, una vigliaccata: ha detto che i cittadini erano complici di uno Stato che viveva sul malaffare solo perché non scendevano in piazza in cambio di uno stipendio alto. Una vergogna quello che ha detto il segretario Valentini. Dalle nostre denunce sono partite le indagini più importanti della Magistratura ed è per questo che non mi sento né complice né coinvolto. Ci sono persone oneste in questo Cgg ma anche persone disoneste che in cuor loro sanno che ora dovrebbero essere da un’altra parte e non qui dentro. Spero che la loro coscienza torni a funzionare.

Mario Lazzaro Venturini (Ap): Il provvedimento con cui l’Autorità Giudiziaria ha rinviato a giudizio uomini politici di primo piano non ha precedenti nel nostro Paese. Sono contento di alcuni riconoscimenti. E’stato detto che abbiamo assistito a un vero e proprio sistema che ha finito per occupare non solo la politica ma molti settori della vita del nostro paese. Tuttavia è stato precisato che seppure si sia trattato di un sistema non tutti ne facevano parte. E in tanti hanno riconosciuto che in anni lontani non tutti si adattavano al sistema dominante. Non solo Ap che allora denunciava fortemente il denunciare della deriva della politica sammarinese. Lo hanno fatto anche Sinistra Unita e Noi Sammarinesi. Non sono d’accordo con chi dice che non è cambiato nulla rispetto al passato. Alcuni provvedimenti importanti ci sono stati. Abbiamo iniziato la legislatura che ero l’unico a prendersela con i cittadini ora invece ho fatto proseliti: nessuno deve sentirsi escluso da responsabilità. Neppure i cittadini. Il presente però non è uguale al passato. Oggi non si continua sulla falsariga del passato: dirlo è un’esagerazione. Così come mi pare esagerato dire che il congresso di Stato è l’origine di tutti i mali. Voglio ricordare che in tutti gli organismi siedono gli uomini. E non è giusto attribuire tutte le colpe all’organismo Congresso di Stato. E’ sempre l’uomo a fare la differenza. Siamo lontani dal traguardo ma il paese è vicino a un cambiamento.

Paride Andreoli (Ps): In alcuni interventi mi è parso di essere già in un’Aula di Tribunale anzi che in Consiglio Grande e Generale. Al di là delle posizioni legittime che possiamo tenere all’interno del Consiglio dobbiamo lasciare lavorare la Magistratura. In questi giorni era stata paventata l’ipotesi di una nuova commissione d’inchiesta. Per fortuna questa idea è stata scartata: io credo poco alle commissioni d’inchiesta. Non si può aprire una commissione d’inchiesta a latere di un lavoro portato avanti dalla Magistratura. Se fosse stata aperta una commissione avrebbe intralciato il lavoro della Magistratura stessa. La politica negli anni ha dato alla Magistratura puntualmente strumenti idonei. Bisogna capire dov’è il confine del clientelismo e dove invece è consentito fare campagna elettorale per ottenere consenso. Altrimenti dobbiamo chiuderci dentro casa i 20 giorni precedenti alla campagna elettorale. La Magistratura darà risposte importanti e puntuali ma noi del Consiglio siamo chiamati a dare altre risposte. Spero ci siano le condizioni per dare risposte a quei cittadini ansiosi di conoscere, l’esito delle vicende giudiziarie, ma anche il percorso futuro della loro vita e di quella dei loro figli.

Gerardo Giovagnoli (Psd): In quest’Aula si fanno paragoni citando Benito Mussolini. Significa che gli argomenti sono pochi. E nella prossima seduta non avranno più i bersagli da attaccare. Anche perché vedono che nonostante tutto questa maggioranza non cade. Noi non siamo in un Tribunale: qui si fanno le leggi. Per la prima volta nella nostra storia si parla di maxi-processo e di aule spostate nei teatri. Vengono messi in stato di accusa interi comparti del nostro sistema sociale ed economico. E queste cose abbiamo già visto a cosa possono portare. Lo abbiamo visto in Italia. Le conseguenze le conosciamo tutti. Dal punto di vista politico non è arrivato certo qualcuno di meglio rispetto al passato e anche dal punto di vista economico la situazione non è migliorata. Il mio partito ha messo da tempo al centro i problemi di cui stiamo parlando oggi. Io non posso fare meno di citare il contributo dato, insieme ad altri, da Stefano e Claudio. L’operazione non è terminata ma non si può dire che siamo al punto in cui eravamo 20 anni fa. Il livore di certe affermazioni deve considerare che le responsabilità arriveranno a diramarsi molto verso il basso arrivando a coinvolgere tante persone. Che magari conosciamo pure. Ci vuole grande sensibilità. Perchè a volte si fa sciacallaggio. Ci vuole cautela: denunciamo le malefatte ma non accaniamoci contro gli uomini e la loro storia. Il Psd ha avanzato leggi delle quali oggi gli organismi internazionali riconoscono la portata. C’è ancora molto da fare per essere immuni e forse non lo saremo mai. Mettiamo al centro dell’attenzione quello che noi possiamo fare: le proposte di legge.

Marco Gatti (Pdcs Ns): In alcuni interventi ho avuto la sensazione di essere in un’Aula di Tribunale. Quando io sento di dire che l’Aula non è legittimata e che la politica è marcia io non l’accetto perché se in questo Paese è avvenuto un cambiamento è avvenuto perché la politica ha dato strumenti ben precisi alla Magistratura. E ora qui viene avanti un tema: onestà intellettuale e disonestà intellettuale perché non si possono raccontare le cose come non sono. Sarebbe stato impossibile favorire un cambiamento se i principali partiti si fossero messi di traverso. Coloro che urlano più forte il cambiamento sono proprio coloro che non vogliono il cambiamento. Però urlano e destabilizzano gettando il fango. Io vorrei che questa Aula fosse più onesta. Io non ho problemi a dire che certe cose le abbiamo portate avanti insieme però io vorrei onestà anche dall’altra parte. Se oggi il Paese ha una prospettiva è per merito degli uomini e delle donne che siedono in quest’Aula e allora basta di delegittimarci. Non lo accetto più. Io non faccio il Giudice. La Magistratura lavori con serenità. Ma noi facciamo tutti un passo in avanti. Collaboriamo anche nella diversità delle opinioni.

Le dimissioni di Claudio Felici (Favorevoli 43 Contrari 3 Astenuti 1) e di Stefano Macina (Favorevoli 39 Contrari 6 Astenuti 1) sono accolte dal Consiglio Grande e Generale.

La Reggenza ha sospeso la seduta.

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