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Consiglio Grande e Generale: accolte le dimissioni dei consiglieri Macina e Felici

da Redazione

Dopo i tre interventi di Luca Santolini, Matteo Zeppa e del Segretario di Stato agli Affari Esteri Pasquale Valentini la seduta è stata sospesa intorno alle 20. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

Dopo i tre interventi di Luca Santolini, Matteo Zeppa e del Segretario di Stato agli Affari Esteri Pasquale Valentini la seduta è stata sospesa intorno alle 20 per poi riprendere alle 21 con gli ultimi interventi in merito alle dimissioni dei consiglieri Stefano Macina e Claudio Felici. Terminato il dibattito l’Aula ha votato l’accoglimento delle dimissioni. Entrambe sono state accolte: 43 favorevoli, 3 contrari e 1 astenuto per Felici e 39 favorevoli 6 contrari e 1 astenuto per Macina.

Luca Santolini (Civico 10): I comunicati a cui altri hanno fatto riferimento sono deliranti. L’aspetto giudiziario non mi compete. Sotto questo punto di vista auguro a tutti quelli che si sono dimessi di dimostrare la loro estraneità verso le gravissime accuse. Sul piano politico sottolineo l’opportunità di queste dimissioni. Non si illudano i cittadini che con queste dimissioni si volterà pagina. Lo stesso per gli arresti di Stolfi e Podeschi. I comunicati stampa cercano di difendere a spada tratta o prendere goffamente le distanze dagli interessati. Si parla di un sistema correttivo accettato nei partiti e nel mondo delle imprese e delle cittadinanza. Smettiamo di pensare come ragionieri e facciamo politica. A Felici e Macina auguro di ricevere giustizia, a chi rimane di guardare al passato con sincerità, senza interessi elettorali.

Matteo Zeppa (Rete): Sinistra Unita, Civico 10, Rete, i consiglieri indipendenti, Noi Sammarinesi e Ap sono esclusi dal mio discorso perché non toccati da rinvii a giudizio. Si parla si quella che viene definita tangentopoli e io definisco corruttopoli o svendopoli, perché si è svenduto un Paese. Il segretario Morganti ha fatto un discorso quasi bucolico, con un buonismo di fondo. La politica è marcia, si salvano in pochi. Queste non sono dimissioni normali, si tratta di un ex segretario di Stato e di un capogruppo. Veniamo qui a parlarci sopra senza fare un’analisi di quello che è successo. Mi sono stufato dell’essere garantista, qui qualcuno ha impoverito una società, i sammarinesi sono diventati più cattivi a causa della crisi portata dalla politica. E voi dite che hanno preso poco? Ma scherzate? C’è una gara al ribasso? Non è mai successo che in una legislatura ci fossero così tante dimissioni. Accadute perché il tribunale ha lavorato e sta facendo pulizia nella politica. Sono schifato. Voi dovete scusarvi con la cittadinanza. Le scuse sarebbero comunque false, io non le accetterei.

Pasquale Valentini (Segretario di Stato agli Affari Esteri): Da Zeppa non accetto la presunzione di qualcuno che pensa di sapere dove sta il bene e dove sta il male. Quando mi sono assunto questa responsabilità non ho sentito nessuno parlare con rispetto del fatto che comunque i giudici della credibilità sono coloro che ci eleggono. Chi pensa di avere strumenti diversi per farlo pensa a un sistema non democratico. Io ho scelto di militare nel Pdcs. Ciò non significa che non ci sia stata necessità in quel partito di fare una lotta per affermare quello che ritenevo doveroso nell’interesse del Paese. E’ stato possibile arrivarci non pensando di fare la guerra a qualcuno, ma lottando per quello che ritenevo giusto, prendendo molte botte nei denti. Non accetto l’ipocrisia di alcuni interventi. Non è vero che in passato quando la ricchezza ha consentito di gonfiare tutto, compresi gli stipendi, la gente chiedeva un altro sistema scendendo in piazza. Ci sono state stagioni in cui la magistratura non ha fatto il suo dovere, idem Banca Centrale e le associazioni di categoria. Contemporaneamente c’è stato chi lavorava per trasformare le cose. La magistratura può fare emergere i fatti, ma non darci l’energia per costruire una prospettiva al Paese. Io ho lavorato con Macina e Felici per cambiare la realtà di questo Paese. Ora ci serve una capacità costruttiva, non distruttiva.

La seduta si è interrotta alle 20. Ed è poi ripresa alle 21 con gli ultimi interventi dei consiglieri in merito alle dimissioni di Stefano Macina e Claudio Felici

Federico Pedini Amati (Indipendente): Ho ascoltato l’intervento del segretario Valentini che dice di non accettare l’ipocrisia. L’ipocrisia passa anche attraverso un paese che non ha detto niente e non è sceso in piazza. Il popolo di questo paese non ha fatto la sua parte. Nel nostro paese sono emersi reati come voto di scambio, corruzione, collusione, associazione a delinquere, appalti truccati, vendita di banche e finanziarie. Qui dentro c’è qualcuno che è ugualmente responsabile rispetto a coloro che hanno commesso i reati. Le ordinanze del Tribunale sono piuttosto circostanziate. Ci sarebbero molte cose da dire. Bisognerebbe creare una norma che preveda la sospensione dalla carica istituzionale nel momento in cui una persona viene rinviata a giudizio. Automaticamente deve sospendersi. Per quanto riguarda le dimissioni di Felici e Macina io le ho chieste loro più volte. Atto dovuto. Mi dispiace sul lato umano ma quando si rivestono certi ruoli un passo indietro è indispensabile. Anzi avrebbero dovuto farlo in tempi diversi.

Denise Bronzetti (Indipendente): Non accetto che si faccia di tutta un’erba un fascio. Questo sistema vive sulla base di addentellati che sono sparsi ovunque. Nei posti cardine della P.A., dei poteri economici e anche in altri meccanismi vitali del Paese. Una cosa però a me fa estremamente arrabbiare del quadro disegnato dalla Magistratura solo in parte. Io non accetto che passi l’idea che finanziamenti occulti fossero arrivati ai partiti. Finanziamenti occulti sono arrivati ai partiti per finanziare alcuni della politica ma non i partiti nella loro interezza. E’ molto facile dimostrare questo teorema perché se davvero questi finanziamenti ingentissimi fossero arrivati al partito e non a qualcuno del partito i partiti non si sarebbero trovati con i debiti. Il Psd ha combattuto per anni con i debiti. Nè io né i colleghi che con me hanno combattuto quel tipo di situazione e di logica vogliamo portare una croce che non ci appartiene. Io mi smarco. E chi si smarcava non sempre era supportato a dovere da questo Paese perché il benessere annebbiava la mente dei sammarinesi che si dimenticavano di fare certe battaglie. Battaglie che dentro i partiti esistevano già. Non accetto che si dica che il 70/80% dei membri di questo Cgg non sono legittimati a stare qui.

Roberto Ciavatta (Rete): In questa mandata di rinvii a giudizio abbiamo 8 ex Segretario di Stato. In quest’Aula c’è una proporzione di rinvii a giudizio molto più alta rispetto a quella che c’è nella popolazione. Dimissioni sono atto dovuto ma giungono tardive. Rimanendo qui fino all’ultimo momento utile hanno cercato fino alla fine di nascondere la polvere sotto il tappeto. Siamo dinanzi a reati di una gravità inaudita. A me pare molto difficile che chi stava vicino a certi personaggi dentro i partiti non sapesse cosa stesse succedendo. C’era volontà politica di coprire quello che stava succedendo. Prima c’era un sistema criminale che impediva alla Magistratura di operare. Non si può dire che ci siamo lasciati questa cosa alle spalle: questa cosa è qui dentro. Molti esponenti che siedono qui dentro sono espressione diretta di Fiorenzo Stolfi, Gabriele Gatti e altri. Si tratta di voto di scambio. Se oggi siamo in questa situazione lo siamo anche perché certi atteggiamenti erano la prassi. Come i dipendenti della P.A. che in un solo colpo passavano dal quarto all’ottavo livello senza averne il titolo. Diventa antipatico stare sempre in quest’Aula a discutere sempre di dimissioni. Ma non possiamo non farlo. Dobbiamo iniziare a ragionare su cos’è il Congresso di Stato in questo Paese. Perché possa decidere tutto: da dove realizzare una pensilina o a chi dare o togliere un lavoro. Nell’augurio che ci si voglia fermare a ragionare un attimo senza contrapposizioni ideologiche su cosa sono le istituzioni in questo paese, mi chiedo, con tutto quello che è successo com’è possibile che Governo faccia spallucce e continui ad andare avanti? Forse l’opposizione è inesperta e poco incisiva. Ma, e mi rivolgo ad alcune componenti della maggioranza, perché si continua a tenere in piedi un Governo fallimentare?

Franco Santi (Civico 10): Ennesimo dibattito sulla questione morale. I partiti hanno perso di vista il proprio ruolo fondamentale e hanno cambiato in corso le proprie finalità per diventare associazioni a delinquere con un unico obiettivo: il consenso. E il consenso si otteneva molto più velocemente utilizzando il denaro e il potere. Il sistema è ancora in piedi e non solo nella politica ma anche nelle organizzazioni economiche e sociali. Di strada ce n’è tanta da fare. Ed è per questo che la politica ogni volta che può deve dare segnali chiari. Ed è per questo che a leggere certi comunicati viene il mal di pancia.

Augusto Michelotti (Su): Sono stato preso in giro per tutta la vita. Perché al potere sono andate persone che non se lo meritavano ma che truccavano le elezioni. Quando il consenso è pilotato non si è in una democrazia compiuta. Ed io mi sento molto preso in giro. Il cambiamento è dovuto venire. Non è stato voluto da qualcuno. Siamo stati obbligati a cambiare perché il nostro sistema non era solo sbagliato ma era anacronistico. Il Segretario Valentini ha fatto un discorso di una scorrettezza unica, una vigliaccata: ha detto che i cittadini erano complici di uno Stato che viveva sul malaffare solo perché non scendevano in piazza in cambio di uno stipendio alto. Una vergogna quello che ha detto il segretario Valentini. Dalle nostre denunce sono partite le indagini più importanti della Magistratura ed è per questo che non mi sento né complice né coinvolto. Ci sono persone oneste in questo Cgg ma anche persone disoneste che in cuor loro sanno che ora dovrebbero essere da un’altra parte e non qui dentro. Spero che la loro coscienza torni a funzionare.

Mario Lazzaro Venturini (Ap): Il provvedimento con cui l’Autorità Giudiziaria ha rinviato a giudizio uomini politici di primo piano non ha precedenti nel nostro Paese. Sono contento di alcuni riconoscimenti. E’stato detto che abbiamo assistito a un vero e proprio sistema che ha finito per occupare non solo la politica ma molti settori della vita del nostro paese. Tuttavia è stato precisato che seppure si sia trattato di un sistema non tutti ne facevano parte. E in tanti hanno riconosciuto che in anni lontani non tutti si adattavano al sistema dominante. Non solo Ap che allora denunciava fortemente il denunciare della deriva della politica sammarinese. Lo hanno fatto anche Sinistra Unita e Noi Sammarinesi. Non sono d’accordo con chi dice che non è cambiato nulla rispetto al passato. Alcuni provvedimenti importanti ci sono stati. Abbiamo iniziato la legislatura che ero l’unico a prendersela con i cittadini ora invece ho fatto proseliti: nessuno deve sentirsi escluso da responsabilità. Neppure i cittadini. Il presente però non è uguale al passato. Oggi non si continua sulla falsariga del passato: dirlo è un’esagerazione. Così come mi pare esagerato dire che il congresso di Stato è l’origine di tutti i mali. Voglio ricordare che in tutti gli organismi siedono gli uomini. E non è giusto attribuire tutte le colpe all’organismo Congresso di Stato. E’ sempre l’uomo a fare la differenza. Siamo lontani dal traguardo ma il paese è vicino a un cambiamento.

Paride Andreoli (Ps): In alcuni interventi mi è parso di essere già in un’Aula di Tribunale anzi che in Consiglio Grande e Generale. Al di là delle posizioni legittime che possiamo tenere all’interno del Consiglio dobbiamo lasciare lavorare la Magistratura. In questi giorni era stata paventata l’ipotesi di una nuova commissione d’inchiesta. Per fortuna questa idea è stata scartata: io credo poco alle commissioni d’inchiesta. Non si può aprire una commissione d’inchiesta a latere di un lavoro portato avanti dalla Magistratura. Se fosse stata aperta una commissione avrebbe intralciato il lavoro della Magistratura stessa. La politica negli anni ha dato alla Magistratura puntualmente strumenti idonei. Bisogna capire dov’è il confine del clientelismo e dove invece è consentito fare campagna elettorale per ottenere consenso. Altrimenti dobbiamo chiuderci dentro casa i 20 giorni precedenti alla campagna elettorale. La Magistratura darà risposte importanti e puntuali ma noi del Consiglio siamo chiamati a dare altre risposte. Spero ci siano le condizioni per dare risposte a quei cittadini ansiosi di conoscere, l’esito delle vicende giudiziarie, ma anche il percorso futuro della loro vita e di quella dei loro figli.

Gerardo Giovagnoli (Psd): In quest’Aula si fanno paragoni citando Benito Mussolini. Significa che gli argomenti sono pochi. E nella prossima seduta non avranno più i bersagli da attaccare. Anche perché vedono che nonostante tutto questa maggioranza non cade. Noi non siamo in un Tribunale: qui si fanno le leggi. Per la prima volta nella nostra storia si parla di maxi-processo e di aule spostate nei teatri. Vengono messi in stato di accusa interi comparti del nostro sistema sociale ed economico. E queste cose abbiamo già visto a cosa possono portare. Lo abbiamo visto in Italia. Le conseguenze le conosciamo tutti. Dal punto di vista politico non è arrivato certo qualcuno di meglio rispetto al passato e anche dal punto di vista economico la situazione non è migliorata. Il mio partito ha messo da tempo al centro i problemi di cui stiamo parlando oggi. Io non posso fare meno di citare il contributo dato, insieme ad altri, da Stefano e Claudio. L’operazione non è terminata ma non si può dire che siamo al punto in cui eravamo 20 anni fa. Il livore di certe affermazioni deve considerare che le responsabilità arriveranno a diramarsi molto verso il basso arrivando a coinvolgere tante persone. Che magari conosciamo pure. Ci vuole grande sensibilità. Perchè a volte si fa sciacallaggio. Ci vuole cautela: denunciamo le malefatte ma non accaniamoci contro gli uomini e la loro storia. Il Psd ha avanzato leggi delle quali oggi gli organismi internazionali riconoscono la portata. C’è ancora molto da fare per essere immuni e forse non lo saremo mai. Mettiamo al centro dell’attenzione quello che noi possiamo fare: le proposte di legge.

Marco Gatti (Pdcs Ns): In alcuni interventi ho avuto la sensazione di essere in un’Aula di Tribunale. Quando io sento di dire che l’Aula non è legittimata e che la politica è marcia io non l’accetto perché se in questo Paese è avvenuto un cambiamento è avvenuto perché la politica ha dato strumenti ben precisi alla Magistratura. E ora qui viene avanti un tema: onestà intellettuale e disonestà intellettuale perché non si possono raccontare le cose come non sono. Sarebbe stato impossibile favorire un cambiamento se i principali partiti si fossero messi di traverso. Coloro che urlano più forte il cambiamento sono proprio coloro che non vogliono il cambiamento. Però urlano e destabilizzano gettando il fango. Io vorrei che questa Aula fosse più onesta. Io non ho problemi a dire che certe cose le abbiamo portate avanti insieme però io vorrei onestà anche dall’altra parte. Se oggi il Paese ha una prospettiva è per merito degli uomini e delle donne che siedono in quest’Aula e allora basta di delegittimarci. Non lo accetto più. Io non faccio il Giudice. La Magistratura lavori con serenità. Ma noi facciamo tutti un passo in avanti. Collaboriamo anche nella diversità delle opinioni.

Le dimissioni di Claudio Felici (Favorevoli 43 Contrari 3 Astenuti 1) e di Stefano Macina (Favorevoli 39 Contrari 6 Astenuti 1) sono accolte dal Consiglio Grande e Generale.

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