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L’aerodromo di Torraccia, aeroporto di interesse nazionale per San Marino

da Redazione

Ad aprile tre ingegneri dell’ENAC hanno effettuato un accurato sopralluogo. Entro l’estate la SMIA SpA presenterà lo studio di fattibilità. Il nodo? La lunghezza della pista.

 

di Alessandro Carli

 

Tempistiche rispettate. Il Consiglio Grande e Generale, con Ordine del Giorno assunto nella seduta del 22 dicembre 2014, aveva conferito alla San Marino International Airport S.p.A. (SMIA S.p.A.) l’incarico di approntare uno studio di fattibilità per lo sviluppo infrastrutturale e aeronautico dell’aerodromo di Torraccia della Repubblica di San Marino “entro la primavera del 2015” al fine di creare un progetto di aviazione legata al business. A fine aprile la SMIA, attraverso tecnici esperti, ha effettuato un sopralluogo dell’area per verificare l’idoneità del sito ad ospitare l’ampliamento e le attività aeronautiche auspicate.

Il progetto di Torraccia è uno degli “interventi infrastrutturali ritenuti strategici” dal Governo e che, è bene ribadire a scanso di equivoci, deve essere complementare a quello da realizzarsi all’interno del sedime dell’Aeroporto Internazionale di Rimini – San Marino, nelle aree affidate dall’Italia al Titano.

Al Presidente della SMIA, Gerardo Pelosi, chiediamo qual è l’importanza strategica del progetto di sviluppo dell’attuale aerodromo in aeroporto di interesse nazionale. “La Repubblica di San Marino – racconta al nostro settimanale lo stesso Gerardo Pelosi -, sin dagli albori degli anni ’90, insegue un suo progetto ambizioso ovverosia quello di poter disporre, attesa l’esiguità del proprio territorio, di un’infrastruttura aeroportuale in grado di porla, permanentemente e in piena autonomia, in collegamento stabile con le principali capitali degli altri Paesi del mondo. Imprimendo accelerazioni, che spesso si sono infrante contro il muro della diffidenza, dello scetticismo e a volte anche del sospetto, oggi possiamo dire di essere realmente ad un passo dal traguardo. Un traguardo che vede delinearsi, parallelamente al più noto progetto di utilizzazione e sviluppo a fini aviation di determinate aree di sedime dell’Aeroporto Internazionale di Rimini-San Marino affidate in uso quarantennale dallo Stato italiano a quello sammarinese, una nuova sfida. Trasformare il piccolo, ma efficiente Aerodromo di Torraccia, oggi riservato ad un circoscritto numero di appassionati cultori dell’aviazione da diporto e sportiva e di conseguenza ritenuto un sito esclusivo per pochi privilegiati, in un aeroporto dalle caratteristiche analoghe a quelle di altri scali, con specifiche vocazioni e specializzazioni”.

Sotto il profilo strategico, cosa rappresenta Torraccia?

“La rilevanza strategica di tale progetto consentirà, una volta dichiarato lo scalo di Torraccia aeroporto di interesse nazionale, di poterlo considerare a pieno titolo un nodo essenziale per l’esercizio delle competenze esclusive della Repubblica. Una struttura che, opportunamente adeguata e potenziata nelle sue componenti di volo, di assistenza e di accoglienza e senza tradire la sua originaria vocazione, possa essere in grado di gestire e soddisfare un segmento di domanda molto particolare, che dovrà trovare un’adatta collocazione rispettando la nuova mission, con particolare riferimento all’aviazione business e generale, anche in un’ottica di partnership con società europee e non. La predisposizione e l’appeal di San Marino per il mercato dell’aviazione d’affari, ritengo possa rappresentare una concreta opportunità di crescita economica. Infatti, entrare come players importanti in un mercato remunerativo dal punto di vista aeronautico, caratterizzato da un elevato spending per passeggero rappresenta, se sostenuto da iniziative ed eventi mirati, un volano per catalizzare nuovi investimenti nel comparto finanziario e turistico di fascia alta. Si tratta, in altri termini, di sposare un progetto che intende ricollocare sul nuovo scalo sammarinese parte di quel traffico che non trova posizionamento sugli scali italiani sia per effetto di saturazione degli stessi, sia per gli effetti negativi su detta componente, rappresentati dall’introduzione in Italia della ‘Luxury tax’, che ha significato una forte contrazione dei volumi di traffico business e generale a favore degli aeroporti comunitari, ove detta imposizione fiscale non trova riscontro. In tale contesto, la riqualificazione dell’attuale aerodromo di Torraccia e il suo passaggio ad aeroporto di interesse nazionale potrà costituire, per le potenzialità dello scalo, un’opportunità reale non solo per lo sviluppo del futuro aeroporto, ma anche per le positive ricadute economiche ed occupazionali sul territorio”.

Visto che la SMIA sta predisponendo uno studio di fattibilità, quali difficoltà il progetto potrebbe incontrare?

“Proprio qualche giorno fa, tre qualificati ingegneri appartenenti alla competente struttura tecnica di certificazione degli aeroporti italiani dell’Enac, l’Autorità dell’Aviazione Civile italiana, hanno effettuato un accurato sopralluogo sul sito di Torraccia per accertare le concrete possibilità di sviluppo dello scalo. Il problema principale, non lo nascondo, sta nella possibilità di allungare la pista dagli attuali 650 metri ad almeno 1.100 metri riposizionandola, ove necessario, di uno o due gradi per evitare sconfinamenti in territorio italiano. Occorrerà, una volta dichiarato il progetto di preminente interesse nazionale, avviare la redazione di un nuovo piano particolareggiato che contempli l’allocazione di tutte le strutture e i servizi del costruendo aeroporto, procedere, solo se assolutamente necessario, all’acquisizione di alcuni terreni confinanti o circostanti e colmare evidenti avvallamenti di terreno oggi esistenti, con importanti movimenti di terra. Sarà necessaria una puntuale progettazione esecutiva dell’opera che non lasci insoluto alcun aspetto né di carattere strutturale, né idrogeologico, né ambientale, né paesaggistico. Il progetto di fattibilità che la SMIA SpA dovrà presentare al Governo prima della prossima estate conterrà una dettagliata disamina sull’analisi del sito, sulle soluzioni tecniche praticabili – individuazione delle soluzioni tecniche che consentono la massimizzazione della lunghezza della pista esistente – e sull’analisi di sostenibilità economico-finanziaria”.

All’interno del macro progetto legato al mondo dell’aviazione, in che modo Torraccia e aeroporto di Rimini possono dialogare?

“La modernità di un Paese si misura in base alla capacità di uno Stato di promuovere una infrastruttura di rete che fornisca al territorio servizi di trasporto sicuri, efficienti e integrati. Nell’ambito di un’economia globale che vuole superare i confini nazionali, il trasporto aereo costituisce uno strumento fondamentale e in larga parte insostituibile per garantire il diritto alla mobilità dei propri cittadini e promuovere lo sviluppo economico del proprio territorio. Sono sempre stato dell’avviso che, là dove possibile, sia più opportuno utilizzare strutture già esistenti, benché con capacità da potenziare, incentivando la costituzione di ‘reti aeroportuali’, gestite da un unico soggetto, ciò al fine di conseguire indubbi vantaggi quali la differenziazione e specializzazione di ruolo degli aeroporti (low cost, cargo, charter, distribuzione stagionale del traffico), risparmi sui costi, migliore utilizzazione della capacità aeroportuale, ottimizzazione nell’acquisizione di beni e servizi. L’Aerodromo di Torraccia, una volta riqualificato e specializzato, può assumere un ruolo di supporto e complementarietà a quelle contenute nel business plan riguardante le aree di sedime aeroportuale dello scalo di Rimini-San Marino, più adatte per voli charter e per il cargo. Relativamente ai voli charter sul lungo raggio (ex URSS, Far East, Medio Oriente), il traffico potrebbe svilupparsi e consolidarsi facendo dell’Aeroporto Internazionale di Rimini-San Marino il punto di arrivo e partenza di tour organizzati dalle agenzie di viaggio, con trasferimenti veloci dei passeggeri nella Repubblica, utilizzando come base l’Aeroporto di Torraccia. Per quanto riguarda, invece, il cargo, San Marino potrebbe diventare la porta di arrivo e partenza delle merci verso i Paesi che si stanno sempre più imponendo nell’economia a livello mondiale e che ancora non sono riusciti a trovare un loro appropriato terminale in Italia. La realizzazione di un centro intermodale in territorio sammarinese e l’indotto che può generare è di estrema importanza se si considera lo sviluppo delle attività terziarie legate all’investimento. È importante che tutto l’indotto generato dall’insieme di queste attività su entrambe gli scali (Rimini e Torraccia) resti a San Marino nella percentuale più alta possibile, sfruttando il regime di fiscalità più vantaggioso che, senza dubbio alcuno, lo scalo esistente sul territorio sammarinese può consentire di far conseguire”.

In tutto questo, l’Aeroclub come si colloca?

“Le logiche industriali che sottendono al progetto che il Governo di San Marino intende perseguire, implicano una gestione del futuro scalo di Torraccia maggiormente articolata rispetto all’attuale contesto. Occorre, infatti, distinguere e separare tutte quelle attività aeroportuali legate all’assistenza, allo sviluppo ed alla gestione della componente dell’aviazione business e generale dalle attività proprie dell’Aeroclub San Marino concentrate sull’espansione del volo da diporto, sullo sviluppo della Scuola di volo, sull’implementazione dell’attività sportiva. Se da un lato non possiamo dimenticare che l’Aeroclub è da molti anni il gestore dell’Aerodromo, per mandato e per conto del Governo di San Marino, proprietario della struttura medesima; che nel corso degli anni ha impegnato cospicue risorse finanziarie per la realizzazione delle infrastrutture esistenti; che negli appartenenti a questa Associazione risiedono competenze tecniche specifiche che, unite alla passione per il volo e per il volontariato, hanno consentito di far crescere negli anni questa Struttura; dall’altro non può configurarsi un’ipotesi, seppur remota, che le attività statutarie che oggi impegnano l’Aeroclub possano costituire un ostacolo al raggiungimento dell’obbiettivo strategico del Governo. A seguito di una serie di incontri e confronti schietti e leali con i vertici dell’Aeroclub sul futuro delle attività dell’Associazione, si è convenuto di stilare un ‘Protocollo d’Intesa’ tra la SMIA SpA e l’Aeroclub che disciplini ruoli, funzioni e attività in previsione della assunzione della gestione dello scalo da parte di soggetti, pubblici o privati, che dovranno assicurare il razionale, efficiente ed efficace funzionamento della struttura medesima”.

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