Home FixingFixing La storia dei francobolli del Titano secondo i grandi artisti

La storia dei francobolli del Titano secondo i grandi artisti

da Redazione

Emilio Greco, Jacovitti, Altan, Aligi Sassu, Tonino Guerra, Ermanno Olmi, Marcenaro: soprattutto dagli anni Settanta in poi molte celebrità hanno interpretato per la Repubblica le grandi ricorrenze storiche. Gli “errori” fatti con le Ferrari di Maranello e scoperti dalla Gazzetta dello sport, le donne, l’Expo 2015 di Milano.

 

di Alessandro Carli

 

La storia di un Paese può essere raccontata dai libri, ma anche e soprattutto dall’arte. E quella che la Repubblica di San Marino scandisce attraverso i francobolli è una continua scoperta: numerosissimi artisti difatti, nei decenni, hanno lasciato una propria impronta al Titano. Bozzetti realizzati da artisti di fama come Emilio Greco, ma anche collaborazioni con Jacovitti, Altan, Marcenaro, Gina Lollobrigida, Aligi Sassu, Tonino Guerra, Ermanno Olmi: questi sono alcuni dei nomi che hanno impreziosito le “uscite” dell’ex AASFN e oggi Ufficio Filatelico e Numismatico e che sono stati chiamati a interpretare, secondo la propria poetica, alcune importanti ricorrenze.

Il dialogo più duraturo è stato probabilmente quello instaurato con Emilio Greco, un artista che il grande Pablo Picasso definì “il più grande disegnatore che abbiamo in Europa”. Il rapporto si concretizzò negli anni Settanta: è del 1974 la serie “Europa”. In quell’occasione la CEPT, la Conferenza Europea delle amministrazioni delle Poste e delle Telecomunicazioni, si raccomandò con San Marino di riservare particolari attenzioni alle sculture e il Titano dedicò i due valori a un nudo femminile dell’artista catanese, collocato nei giardini adiacenti alla Cava dei Balestrieri. Il progetto “Le virtù civili” invece coprì il 1976 e il 1977. Il catalogo dell’Ufficio Filatelico e Numismatico, in merito all’ultima pubblicazione, riporta che “i disegni sono di Emilio Greco e alcuni sono già stati riprodotti – si differenziano solamente nei colori – nell’emissione del 4 marzo 1976”. Ritroviamo Greco poi a dicembre del 1977 quando viene chiamato a interpretare il Natale. Sono soggetti appositamente realizzati dallo sculture, che ha sintetizzato ed espresso la Natività in tre distinti soggetti recepiti nei tre valori: in quello da 170 lire ha rappresentato un angelo che richiama l’annuncio a Maria della maternità; nel valore da 230 lire ha messo la palma e l’ulivo “sopra i quali s’illumina sfolgorante una stella” e il valore da 300 lire mostra una giovanile e moderna mamma-Madonna. L’opera di Greco figurerà anche nel valore da 2.200 lire della serie “Un museo all’aperto” del 1987.

L’incontro con Aligi Sassu – che ha lasciato alcune opere anche sul Titano, su tutte il Cavallo che spicca nella rotonda che porta dalla porta del Paese verso Kursaal – raggiunge la perfezione nel 1983 quando firma il bozzetto del “XX Programma alimentare mondiale”: Sassu per l’occasione disegna un puledro che trae alimento dalla madre mentre in lontananza si scorge il profilo sfumato del Titano che emerge dalle nebbie del primo mattino.

Nel 1984 invece Jacovitti è chiamato a contribuire al progetto “Scuola e filatelia”: riconoscibili, come sempre, i suoi personaggi, l’emissione consta di sei francobolli molto colorati del valore di 50 lire, 100 lire, 150 lire, 200 lire, 450 lire e 550 lire. Si passa all’euro per altri due straordinari artisti, Tonino Guerra e il regista Ermanno Olmi. Nel 2006 sono tra le firme della serie composta da quattro valori (0,05 euro, 0,65 euro, 0,85 euro e 1,40 euro) dedicata alle opere più rappresentative della produzione di Roberto Rossellini, Luchino Visconti, Jacopone da Todi (1236-1306) e di Wolfgang Amadeus Mozart.

Il cilindro del principe di Salina ne “Il Gattopardo” è il simbolo scelto da Ermanno Olmi per il valore di 0,65 euro per richiamare, insieme al fondo prezioso, la ricercatezza stilistica e di scelta dell’opera cinematografica e teatrale del Maestro Luchino Visconti. A lato compare la sua filmografia e un suo intenso primo piano. Il francobollo di 0,85 euro riproduce un dipinto di Tonino Guerra ispirato all’opera di Iacopone da Todi, mentre la bandella decorativa riporta l’elenco degli incipit di alcune delle sue famose Laudi religiose e il ritratto del frate-poeta che regge un libro con l’inizio di una di queste, tratto dall’affresco a lui dedicato nel Duomo di Prato, attribuito a Paolo Uccello.

Nella storia del Titano non manca poi un caso “Gronchi rosa”. O meglio, un “Gronchi rosso (Ferrari)”. Nel 1998 l’azienda emette una serie del valore di 800 lire sui bolidi di Maranello: la 125 S, la 500 F2, la 801, la 246, la 156 sino alla F 310, la vettura di Michael Schumacher che permise alla casa italiana di tornare ai vertici della Formula Uno. La Gazzetta dello sport del 13 marzo 1998 pubblica un articolo, firmato da Mauro Mori, in cui si parla di una “gaffe”, o più precisamente di “tre errori”. Così Mori: “Con la denominazione 500 F2 / 1952 è rappresentata una vettura sicuramente con motore a 12 cilindri e non a 4. E’ indicata invece come 801/1956 una vettura nata come Lancia nel 1954 e ceduta l’anno dopo dalla Casa torinese alla Ferrari, che nel 1956 fu impiegata dal Cavallino Rampante mantenendo la denominazione D50 originaria. Le monoposto di Maranello sono state distinte con la sigla 801 nel 1957 ma erano scomparsi i serbatoi paralleli alle fiancate, caratteristici della D50. Al posto, infine, della 246 Dino del 1958 è raffigurata una monoposto di alcuni anni prima, con motore a 4 cilindri e caratterizzata da una vistosa presa d’aria sul cofano. Questi errori dispiacciono ma è sempre meglio un’emissione imperfetta che il nulla delle Poste Italiane”. L’azienda sammarinese comunque replicò che la serie fu approvata dalla stessa Ferrari.

Finiamo il viaggio con la stretta attualità, Expo 2015.

San Marino, che sarà presente con un proprio padiglione situato nel “Cluster Bio-Mediterraneo”, ha voluto così attraverso l’emissione filatelica, curata e disegnata Mauro Vincenzo Bubbico, docente di Design della comunicazione visiva all’Isia di Urbino, offrire un preambolo ed un viatico d’eccezione all’Esposizione internazionale. Bubbico, esperto di design finalizzato all’educazione ambientale e sociale, ha inteso così dar voce al tema di questa edizione dell’Expo, “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, con un foglietto dai toni suggestivi e simbolici. Il foglietto mostra tre personaggi tesi a rappresentare il lavoro dell’uomo artigiano, il sole e la terra senza i quali il miracolo della vita non sarebbe possibile. Nel primo a farla da padrone, il grappolo d’uva e quindi il vino, nel secondo un ramo d’ulivo a celebrare l’olio e nel terzo tre spighe di grano. L’utilizzo della lamina in oro ha infine lo scopo di nobilitare il progetto, conferendo un’aura universale al messaggio dell’Expo.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento