La FLI-CSU tiene la barra a dritta sul contratto nazionale del settore industriale e invita l’Anis a dare corso alle intese raggiunte al tavolo negoziale.
SAN MARINO – Dopo aver constatato l’impossibilità di trovare una intesa più larga con Osla e Usl, la FLI-CSU dà un colpo di acceleratore al rinnovo contrattuale. “Su due temi cruciali – spiegano i segretari FLI-CSU, Enzo Merlini e Giorgio Felici – come la contrattazione aziendale e la rappresentatività abbiamo una visione diametralmente opposta con le proposte e con il modello avanzato al tavolo congiunto da Osla e Usl”.
Sul fronte contratti aziendali, il direttivo della FLI-CSU ha difeso con forza l’impianto della contrattazione nazionale, in base al quale le aziende più forti si fanno carico di sostenere anche quelle più deboli. “Destrutturare il contratto nazionale – sottolineano Merlini e Felici – significa aprire la strada ad una frammentazione contrattuale e al rischio elevato di accordi peggiorativi. La filosofia dei contratti aziendali, infatti, può produrre effetti positivi ove ve ne siano le condizioni, ma anche negativi in caso contrario. E in questo contesto di crisi economica che sembra non finire mai e di un tessuto imprenditoriale in larghissima parte costituito da piccole e medie imprese, non è difficile vedere la sproporzione dei rapporti di forza tra aziende e lavoratori e quindi la forte possibilità di chiudere accordi peggiorativi per quest’ultimi”.
Quanto al tema della rappresentatività, il direttivo FLI respinge al mittente le accuse lanciate da OSLA ed USL di voler limitare la libertà sindacale. “Pluralità nella chiarezza di chi e verso chi si rappresenta” è la replica dei segretari Merlini e Felici, che aggiungono: “Le intese raggiunte con ANIS rappresentano un modello di riforma che non impedisce la nascita di nuove organizzazioni sindacali, ma determina criteri precisi per evitare che queste diventino delle corporazioni finanziate dall’attuale sistema di contribuzione. Senza avere la pretesa che siano la verità assoluta, i principi cardine dell’accordo sulla rappresentatività sono tuttora validi, in quanto basati sulla necessità di avere norme contrattuali chiare ed inequivocabili, raggiunte attraverso procedure democratiche, quali il referendum obbligatorio in caso i firmatari non rappresentino la maggioranza assoluta dei lavoratori e delle imprese”.
“Un sistema di relazioni basato sull’anarchia – è la conclusione dei Segretari FLI-CSU – che pretende di imporre le proprie scelte anche se minoritarie e inoltre favorisce i più forti nella contrattazione, non può essere certo abbracciato. Per questo, se OSLA ed USL non condividono i punti basilari in tema di relazioni sindacali previsti dagli accordi tra CSU ed ANIS, è ipocrita proseguire un confronto che non ha alcuna possibilità di produrre risultati utili per i lavoratori e le imprese”. Conseguentemente, la FLI si siederà nuovamente al tavolo congiunto solo quando tali nodi saranno sciolti formalmente. Se ciò non avverrà in tempi brevi, il direttivo FLI ha invitato l’Associazione industriali a dare corso alle intese già raggiunte, che sono la naturale prosecuzione di quelle sottoscritte nel 2012.