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Mese dantesco, Valentina Rossi e Verter Casali e “La comunicazione dialettale”

da Redazione

Si è tenuto ieri mercoledì 29 Aprile, presso la Sala Alberoni della Biblioteca di Stato e Beni Librari della Repubblica di S. Marino, il secondo incontro del Mese Dantesco 2015 organizzato dalla Società Dante Alighieri di San Marino.

Valentina Rossi e Verter Casali, insegnanti della nostra Scuola Secondaria Superiore, hanno evidenziato in maniera encomiabile l’importanza della cultura dialettale e come la parola dialettale sia sempre ancorata alla realtà.

Il dialetto è “lingua degli affetti”, come lo definisce Camilleri, confidenziale, familiare, intima. Pirandello ha detto che la parola dialettale esprime “la cosa stessa” nella sua natura intrinseca, mentre De Mauro definisce i dialetti “una vera e propria riserva di autenticità”.

Questo perché generazioni e generazioni di italiani sono nate dentro la sola lingua dialettale, hanno cioè imparato a decodificare e articolare il mondo tramite l’unico gergo posseduto dalla loro comunità popolana e dalla loro famiglia. La lingua italiana infatti è stata fino a qualche decennio fa un idioma d’elite, utilizzato solamente da una percentuale ridottissima di persone erudite.

Il numero degli analfabeti era elevatissimo anche a San Marino: nel 1865, su 7.080 residenti censiti, i “letterati” erano appena 862, e con “letterati” s’intendeva spesso solo chi sapeva leggere in maniera rudimentale e scrivere la propria firma. Ancora nel 1910 gli analfabeti erano circa il 73%.

Queste migliaia di persone, tuttavia, avevano capacità comunicative, riuscivano a capire e a farsi capire, di certo non con pensieri complessi e astrusi, ma con i pochi vocaboli autentici e attaccati alla realtà quotidiana che possedevano. Pietro Rossi, il poeta contadino, grazie ai suoi scritti dimostra chiaramente quanto la comunicazione dialettale sia crudamente empirica e testimone del suo mondo povero e concreto, un mondo in cui le novità facevano paura, dove il bianco era bianco e il nero era nero, senza sfumature e possibilità di compromessi, senza particolari volontà di complicarsi la vita e di mutarlo.

C’era però anche chi voleva far progredire la massa analfabeta, insegnandole concetti nuovi, facendola distaccare dal suo mondo obsoleto, stimolandola a comprendere che aveva diritti da rivendicare per vivere in modo migliore e per far vivere meglio i propri figli.

Per giungere a tanto però occorreva entrare in comunicazione con questa gente e lo si poteva fare nell’unica lingua pienamente comprensibile da tutti: il dialetto, appunto, con cui sono stati scritti testi propagandistici splendidi da Gino Zani, Gino Giacomini e altri ancora, preoccupatissimi di far comprendere anche alla massa analfabeta che era ora di muoversi per migliorare il mondo, acquisendo il coraggio per abbandonare il vecchio per il nuovo.

Molto brava Laura Rossi, già Direttrice della Biblioteca di Stato, che ha provveduto alla lettura dei diversi testi proposti, dimostrando una grande e corretta qualità espressiva.

Al termine della conferenza i due relatori e la lettrice sono stati ringraziati dal folto pubblico presente, che ha loro tributato un prolungato e caloroso applauso; tutto a ringraziamento per l’originale lettura dantesca, che ha posto in evidenza la loro grande preparazione culturale e le loro spiccate capacità dialettiche.

La Dante Alighieri ringrazia la Biblioteca di Stato per la generosa ospitalità e invita tutti al terzo incontro, che si terrà mercoledì 6 maggio, alle ore 21, al Teatro Titano. Gli allievi di IV Liceo Linguistico A, diretti dai loro insegnanti Donatella Agostini e Michele Ghiotti svilupperanno il tema: TRAGEDIA NELLA COMMEDIA – Il Virgilio dantesco: una questione contemporanea.

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