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Consiglio Grande e Generale: ratifica dei decreti delegati

da Redazione

La prima parte dei lavori è dedicata in particolare ai decreti n.10 e n.32, relativi ai permessi di soggiorno per i dipendenti di Star up ad alta tecnologia. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

SAN MARINO – La ratifica dei decreti delegati- sono 14 quelli scorporati rimasti da esaminare- occupa l’intera seduta del 27 aprile. La prima parte dei lavori è dedicata in particolare ai decreti n.10 e n.32, relativi ai permessi di soggiorno per i dipendenti di Star up ad alta tecnologia. Su entrambi si apre un lungo dibattito prima della loro ratifica. Il primo fissa il limite di cento permessi per il 2015 che possono essere richiesti, mentre il secondo elimina l’obbligo per i dipendenti di stipulare la polizza assicurativa a copertura sanitaria, ma lo mantiene per i familiari. Il decreto n. 10 è ratificato a maggioranza, il n.32 ottiene 23 voti a favore e 17 contrari.

Al decreto n.33 “Modifica al decreto ‘Disposizioni in materia di credito agevolato a supporto delle imprese'” dai banchi della minoranza si chiede la sospensione del suo esame, in quanto manca la relazione illustrativa che dovrebbe accompagnarlo. Il segretario di Stato per l’Industria, Marco Arzilli, assicura che il documento dalla sua Segreteria è stato inviato per tempo, il 14 aprile scorso, ma per un disguido non è stata consegnata ai gruppi. Alla fine la relazione viene distribuita in Aula e si procede con l’esame del decreto che viene quindi ratificato.

Condivisione sull’importanza del decreto n. 13. “Codice di condotta per gli appartenenti ai corpi di polizia” viene espressa da tutti i gruppi. Nel corso dell’esame dell’articolato, viene accolto un emendamento di Cittadinanza attiva, concordato con il segretario di Stato Gian Carlo Venturini, all’articolo 7 “Prevenzione e contrasto alla corruzione”, in cui si aggiunge la specifica che la trasparenza deve essere alla base dell’attività dei corpi a contrasto della corruzione. Tutti gli altri emendamenti della minoranza sono invece respinti. Il decreto è ratificato, così come il n. 36. “Modifica all’allegato A della Legge in materia di editoria e di professione degli operatori dell’informazione”

Ratificati infine altri decreti: il n.15 “Disposizioni attuative Convenzione di Cape Town e relativo Protocollo aeronautico”; il n.11 “Piano per il controllo dei corvidi”, . n. 34 “Disposizione in materia di celebrazione del matrimonio civile in Repubblica e aggiornamento della tassa”, il n.17 “Determinazione della retribuzione annua massima”; il n.18 “Variazione del costo della vita e relativi coefficienti”; il n.24 “Disposizioni in materia di revoca dei rimborsi dell’imposta sulle importazioni”. La seduta si interrompe al dibattito sul decreto n.25 “Incremento quota forfetaria degli oneri deducibili – modifiche al Decreto Delegato 28 gennaio 2014 n.11 e successive modifiche” di cui si riconosce l’utilità, ma l’opposizione coglie l’occasione per riaprire la critica sull’iter di applicazione della riforma fiscale. Il dibattito riprenderà nella seduta di questa mattina.

Di seguito un estratto degli interventi.

Comma 15. Ratifica decreti delegati e decreto-legge

Decreto n.10- Flussi di migrazione per i dipendenti di Imprese Start Up ad alta tecnologia /approvato a maggioranza

Tony Margiotta, Su: “Noi come gruppo di Su abbiamo chiesto lo scorporo perché venerdì non c’era la relazione e volevamo avere spiegazioni su un decreto che, sicuramente darà risposta a alle imprese che arriveranno con il parco scientifico, ma tratta comunque un argomento delicato ed è importante avere tutte le delucidazioni”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Anche io chiedo spiegazioni al segretario su questo decreto che regolamenta flussi di immigrazione per le start up. E’ un decreto che prevede il rilascio di 100 permessi di soggiorno. Chiedo poi ad Arzilli se il decreto resterà a sé stante e come si incastrerebbe con il normale decreto sui flussi che ogni novembre il governo emette. Vista anche la prima lettura sulla legge in merito sulle residenze, sarebbe ottimale accorpare l’atto per contrastare la proliferazioni dei decreti. Credo poi che i cento posti siano anche esagerati e chiedo perché sono stati indicati cento e non per esempio sessanta”.

Roberto Ciavatta, Rete: “A me preme conoscere se vi sia pianificazione per i permessi di soggiorno che si vuole rilasciare annualmente. Il Liechtenstein ne lascia al massimo 99 in tutto. Loro hanno fatto un conto per capire quanti permessi sono sostenibili. Qua manca ogni pianificazione, contando che sarà L’Iss a pagare le spese sanitarie di queste soggetti con tutti i problemi che ne possono derivare”.

Andrea Zafferani, C10: “Leggendo il decreto e la scarna relazione trovano conferma le previsioni che feci con l’emissione del decreto sulle start up che diventavano a loro modo delle ‘Repubbliche indipendenti’. Mi sembrano numeri esagerati, anche rispetto le realtà già consolidate che hanno numeri più bassi per i permessi. Sono d’accordo anche io di mettere i permessi tutti insieme. La relazione dice che il numero ipotetico perché ‘non c’è uno storico consolidato’. Sarebbe interessante sapere fino a questo momento, quali sono i numeri sull’incubatore, di quanti permessi per lavoratori hanno finora usufruito, erano numeri da inserire nella relazione”.

Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria: “Mi scuso per il mancato invio della relazione, abbiamo cercato di rimediare. E’ una relazione sulla scia del decreto sulle start up dello scorso maggio. E allora era già presente il numero cento. L’obiettivo del governo per introdurre una quota annuale da aggiornarsi sulla base delle previsioni. Il primo bando per le start up è del giugno scorso, si è mantenuto lo stesso numero. Governo, la maggioranza e molti dell’opposizione hanno riconosciuto il valore del Parco scientifico e oggi abbiamo questo decreto per l’assunzione di persone confacenti alle start up. Obiettivo è che questa norma funzioni e non ci siano blocchi allo sviluppo economico. Per il 2016 avremmo dati maggiori per iniziare a fare una pianificazione. E non sono dati esagerati perché parliamo di imprese che nascono. Sono inaccettabile i discorsi che questi numeri tolgono lavoro ai sammarinesi. Si, ci potrebbe essere un’unificazione con tutti i numeri insieme e su questo ci ragioneremo. È un suggerimento che ha un senso. Il decreto aggiuntivo introduce l’armonizzazione con la normativa presente. E’ stata tolta l’assicurazione ai lavoratori dipendenti perché ne hanno diritto, ma è rimasta quella per i ricongiungimenti familiari. Da giugno dell’anno scorso ad oggi ci sono 13 imprese nell’incubatore, poi 2 con contratto di associazione e 2 si stanno costituendo. Sono stati rilasciati 3 permessi di soggiorno per un totale di 23 dipendenti delle 13 imprese. Se guardiamo i numeri, la legge è interessante. Le aziende stanno cercando softwaristi a San Marino, ma faticano a trovarli. Non dobbiamo avere paura dello sviluppo”.

Andrea Zafferani, C10, replica: “Faremo un’interpellanza per avere dei dati ufficiali, ma ho capito che esistono 13 imprese incubate, più qualcun’altra, e che all’interno di questi, 7 sono sammarinesi, e 3 i permessi di soggiorno speciali su 23 lavoratori totali. I numeri sono già qui, quando parliamo di sammarinesi che faranno fatica a lavorare in questo settore. La cosa strana è il numero molto alto di permessi rispetto altri settori. Rispetto alla retorica per cui non ci sarebbero sammarinesi all’altezza di questi ruoli, ritengo che sia necessario fare politiche per formarli allora. La formazione in questo Paese non c’è e non c’è mai stata, bisogna metterla in agenda, diversamente il 70% e più dei lavoratori non sarà sammarinese in un settore su cui stiamo basando il futuro”.

Roberto Ciavatta, Rete: “E’ da rigettare la tesi che chi non sostiene il decreto rifiuta i lavoratori esteri. Noi abbiamo grossi problemi per mantenere lo stato sociale e con questo decreto si dà possibilità di cento permessi di soggiorno senza l’obbligo di assicurazione sanitaria perché le spese sono a carico dell’Iss. Andrà fatta una pianificazione per viabilità, urbanistica, welfare”.

Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria: “Ho solo detto che su questo settore l’apertura è fondamentale perché su di esso si basa il futuro e non solo di San Marino. Altri Paesi su queste figure hanno un’apertura diversa. Ho una grande fiducia nei sammarinesi e ritengo che i nostri giovani abbiano le caratteristiche giuste. Le aziende vogliono assumere sammarinesi. Proprio per questo dobbiamo vedere gli effetti dei primi anni delle nuove norme e iniziare a fare formazione e orientamento nelle scuole, al fine di vedere come si sta muovendo economica sammarinese. La formazione è fondamentale, ma dobbiamo avere indirizzi chiari su cui orientare i ragazzi. In questa direzione si inserisce l’iniziativa di domani: gli studenti del liceo economico andranno proprio in visita all’incubatore”. Decreto approvato a maggioranza.

Decreto n.32 – Modifiche agli articoli 7, 8 e 11 del Decreto Delegato 24 luglio 2014 n. 116 – Provvedimenti in materia di Start Up ad alta tecnologia.

Andrea Zafferani, C10: “C’è il tema del ricongiungimento familiare che porta a far sì che il numero dei richiedenti permessi di soggiorno in prospettiva possa essere un numero molto più elevato, ma questo è un tema che sarà da vedere nel corso del tempo. Chiedo chiarimenti rispetto al tema dell’assicurazione per capire bene la ragione della modifica”.

Guerrino Zanotti, Psd: “I frontalieri versano e non usufruiscono dell’assistenza a San Marino ma San Marino riconosce la quota all’Italia per la copertura delle spese sanitarie. Dal mio punto di vista ritengo che si sia correttamente modificato il testo del decreto precedente anche se si tratta di situazioni da monitorare”.

Matteo Zeppa, Rete: “Questo decreto modifica un decreto di pochi mesi fa. Si cambia la ratio di un decreto legge, è inopportuno. Al di là di calibrare il tiro su quanto ruota intorno alle start up. Nel decreto precedente a questo si chiedeva copertura assicurativa anche ai titolari delle start up. Qualcosa è successo. Ora il titolare di start up non deve più sottoscrivere alcuna assicurazione. Perché poi sono stati tolti completamente i controlli post della Gendarmeria sulle residenze?

Marco Arzilli, segretario di Stato all’Industria: “Nessuno sconvolgimento della norma. Si introducono due questioni. Si specifica che i dipendenti pagano i contributi e dunque era inutile chiedergli di pagare anche l’assicurazione. Il dipendente si paga comunque la sua copertura. Rimane invece l’assicurazione per i ricongiungimenti dato che i familiari del dipendente non versano già i propri contributi”.

Andrea Zafferani, Rete: “Chi lavora ha già la sua contribuzione e non deve versare la polizza mentre ai familiari, dato che si pensa non lavorino e dunque non versino alcun contributo, è chiesto il pagamento della polizza. Ma se poi dovessero trovare lavoro?”.

Marco Arzilli, segretario di Stato: “Se c’è modifica nella condizione dei ricongiunti ci sarà anche una modifica nella loro contribuzione”.

Rete presenta diversi emendamenti tra cui quello per sopprimere l’articolo 1 del decreto e reintrodurre l’obbligo per il dipendente della Start up di farsi carico delle spese sanitarie tramite polizza assicurativa. Questo, insieme agli altri emendamenti di Rete, sono respinti.

Il decreto è infine ratificato con 23 voti favorevoli e 17 contrari.

Decreto n. 33 “Modifica al decreto delegato n. 93 ‘Disposizioni in materia di credito agevolato a supporto delle imprese'”.

Andrea Zafferani, C10: “Ho chiesto lo scorporo per assenza della relazione. Chiederei di rinviare il voto”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Mi associo alla richiesta del collega Zafferani”.

Marco Podeschi, Upr: “Vi chiediamo di mettere relazioni sintetiche, niente di più, niente di meno”.

Marco Arzilli, segretario di Stato replica: “La Segreteria ha inviato le relazioni il 14 aprile, ho il numero del protocollo, se poi c’è stato un problema non è imputabile alla Segreteria. (nel frattempo la relazione viene distribuita in Aula). Il decreto è un articolo per intervenire sull’applicazione del decreto sui crediti agevolati. Mancava un raccordo che lasciava la possibilità di avere agevolazioni anche alle aziende che non svolgono più attività economica. E’ una norma di salvaguardia per le casse nello Stato. E’ una semplice modifica dell’articolato che specifica che, in caso cessazione e revoca della licenza, siano revocati i contributi dello Stato. E’ una norma necessaria”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Chiedo alla Reggenza di non portare in ratifica i decreti se non hanno la relazione. In questo caso c’è stato un disguido, bisogna verificare che questa eventualità non ci sia”.

Rossano Fabbri, Ps: “Va approfondita la questione, la relazione al decreto dovrebbe essere allegata nel momento dell’adozione del decreto e bisognerà interrogarsi su queste modalità che non si devono ripetere”.

Andrea Zafferani, C10: “La relazione va inviata al momento dell’adozione del decreto, la legge lo prevede, quindi il 14 aprile a norma di legge è stato comunque tardi. Chiederei la sospensione per discuterne”. Ratificato.

Decreto n. 13. “Codice di condotta per gli appartenenti ai corpi di polizia”

Elena Tonnini, Rete: “Questo decreto fa seguito alla legge di condotta per gli agenti pubblici. Non è così facile, e non avviene attraverso un decreto, stabilire che si debbano svolgere ore di formazione. Non è sufficiente stabilirlo per decreto. Occorre confrontarsi con la realtà esistente. Inoltre i regolamenti dei Corpi di Polizia sono molto vecchi e datati e forse andrebbero rivisti perché realtà sammarinese è molto diversa dai regolamenti del 1987”.

Andrea Zafferani, C10: “E’ un intervento opportuno: principi condivisibili ma sarà l’attuazione pratica di questi principi a determinare la validità del provvedimento. Non voglio entrare nel merito degli aspetti del decreto, le linee di indirizzo sui doveri di imparzialità e segnalazione, sulla possibilità di evitare conflitti interessi sono condivisibili, ma vanno rivisti i regolamenti dei Corpi e resi più attuali alla luce di quello che dice il decreto”.

Marco Podeschi, Upr: “E’ giusto che San Marino si doti di un codice deontologico per i Corpi di Polizia. Lo fanno in tante altre parti d’Europa. In questo codice deontologico vengono però messi insieme militari e civili che hanno una disciplina completamente diversi. I due corpi militari hanno un referente politico diverso da quello della Polizia Civile. Si facciano gli interventi normativi all’interno delle leggi che regolamentano i tre corpi in maniera tale che le novità normative che andremo a introdurre siano omogeneizzate”.

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni: “E’ un decreto previsto dalla normativa sui corpi di polizia che rinvia a norme armonizzate a quelle adottate dal consiglio dei ministri d’Europa. E’ ovvio che alcuni aspetti contenuti nell’articolato devono rispecchiare queste direttive, anche se in certi casi sembrano superflue. Gli appartenenti del corpo si devono attenere a queste. Non che questo non avvenisse già, ma per gli organismi internazionali andavano messe a norma raccomandazioni che possono sembrare superflue. Il discorso della formazione a tutti i livelli nella Pa a maggior ragione è necessario per le forze di polizia. Il decreto dà linee di indirizzo in questo senso. Si riferisce a Polizia civile, Gendarmeria e Guardie di rocca”.

Elena Tonnini, Rete: “Sull’articolo relativo all’avanzamento carriera, che avvengono per concorso, abbiamo chiesto se va contro i regolamenti esistenti che prevedono altri tipi di avanzamento. Questo ci è stato segnalato, è importante dare subito risposta”.

Denise Bronzetti, Ind. di maggioranza: “Per associarmi a quanto chiesto da Tonnini. Se c’è la possibilità di valutare qualora la normativa sia in contrasto con gli attuali regolamenti ed intervenire”.

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni: “Dobbiamo rivedere le norme sulla progressione interna, sarà necessario aggiornare il dettato di alcuni regolamenti, con gli stessi dipendenti e organizzazioni sindacali ci sarà possibilità di confronto”. Il decreto è ratificato.

Decreto delegato n. 36. Modifica all’allegato A della Legge in materia di editoria e di professione degli operatori dell’informazione.

Tony Margiotta, Su: “Abbiamo chiesto lo scorporo per avere approfondimenti da parte del segretario su questo decreto importante che va a specificare in modo completo la recente riforma sull’editoria”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Potrebbe essermi sfuggito e chiedo al segretario, visto che nella legge entrata in vigore il 5 dicembre si parlava del codice deontologico fosse approvato dopo tre mesi dall’entrata in vigore, chiedo a che punto siamo”.

Iro Belluzzi, segretario di Stato con delega all’Informazione: “Decreto è stato varato in fase transitoria per dare a tutti gli operatori la possibilità di partecipare alla Consulta. C’è stata tutta una fase in cui gli operatori, verificando le professionalità, le esperienza e tutto lo stato di fatto per poter definire chi poteva partecipare alla consulta. Decreto nasce da possibilità di ricomprendere due ruoli considerati anche in Italia operatori informazione, il cineoperatore e la segretaria di redazione. Mi auguro alla sessione di maggio si possa arrivare, se non alla ratifica del decreto, almeno a definire l’Autorità garante dell’informazione”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Mi spiace dire che quella legge ha avuto un lungo travaglio , spiace sentire arrampicarsi sugli specchi per dire che per il codice si andrà fuori delega”.

Iro Belluzzi, segretario di Stato: ” E’ vero la legge ha suscitato un grosso dibattito tra gli operatori dell’informazione ma ringrazio gli stessi per come l’hanno accolta e per l’impegno di cui si sono fatti carico e siamo riusciti a definire una categoria che prima non era considerata, governo e maggioranza sono entrati in punta di piedi per lasciare libera l’informazione. I tempi che occorreranno per il decreto saranno quelli per cui la consulta e gli operatori stessi avranno per costruire un codice deontologico corrispondente alla propria sensibilità. Sono sicuro che alla fine si costruirà un buon prodotto”. Ratificato

Decreto Delegato n.25 – Incremento quota forfetaria degli oneri deducibili – modifiche al Decreto Delegato 28 gennaio 2014 n.11 e successive modifiche

Tony Margiotta, Su: “Abbiamo chiesto lo scorporo del decreto perché viene modificato in modo sostanziale il modo di certificare gli oneri deducibili. Attraverso questo decreto ogni cittadino può dedurre la quota forfettaria senza alcun tipo di certificato fino a 9 mila euro. Lo vediamo come un’opportunità e una soluzione importante a mesi e mesi di caos, dove non si capiva se si dovevano conservare anche gli scontrini dei caffè. E’ una soluzione intelligente da parte di governo e maggioranza e doveva essere proposta da subito”.

Marco Podeschi, Upr: “Lo avevamo detto e io stesso sono stato irriso. Quando si fanno leggi così avveniristiche bisognerebbe capire se si è in grado di gestirle. Avete fatto un macello completo con questa legge e i decreti successivi. La gente girava per farsi fare la ricevute, ci si poteva pensare prima”.

Andrea Zafferani, C10: “Questo decreto ha del comico. E’ sicuramente buono in sé perché semplifica una situazione paradossale creata l’anno scorso, evitando di portare montagne di carta a sindacati e commercialisti per fare la dichiarazione dei redditi. Ma arriva dopo un anno, quando nel 2014 i cittadini si sono sbattuti a tenere e avere scontrini. A febbraio 2015 si sa che lo sforzo è stato inutile. E’ dilettantismo, non eravate pronti e ad oggi non si è pronti con la Smac. C’è una modifica al mese sulla riforma tributaria, un vero fallimento”.

Roberto Ciavatta, Rete: “A gennaio 2014 discutevamo qua del decreto sul 30% delle esenzioni. Al segretario dissi che doveva rimettere mano al decreto e scommisi con l’allora segretario Felici una bevuta. Si parla di 15 mesi fa, noi chiedevamo una fase di transizione. Oggi chiediamo più attenzione, un minimo di confronto con le forze sociali e le altre forze politiche per ragionare qualche mese in più può portare a fare meglio e ad evitare provvedimenti inutili, facendo meglio la legge iniziale”.

Gian Carlo Capicchioni, segretario per le Finanze: “Prendo spunto dall’invito a lavorare meglio. L’impegno ce lo stiamo mettendo anche se la perfezione è difficile da raggiungere se ci addentriamo poi in un sistema complesso come quello introdotto da una legge di quella portata che, ricordo, ci ha consentito di uscire dalla black list. Gli effetti li produrrà e li vedremo presto, ma è rivoluzionaria e qualche ritocco è inevitabile. A chi parla dei tanti problemi della Smac card, rispondo che qui c’è un rifiuto da parte dei commercianti dell’uso di questo strumento. Il nostro sistema non era abituato ad averlo, ma parlare di problemi tecnologici è fuori luogo. Lo strumento funziona, ci sono criticità in alcuni settori e sono stati fronteggiati. E i commercianti oggi non hanno tutte le ragioni che vogliono far credere sulla Smac. E’ chiaro che è un cambiamento epocale ed è difficile accettarlo. Farà emergere altri problemi e credo sia giunto il momento che vadano affrontati e rimossi. Oggi la riforma ha chiesto ai lavoratori dipendenti di pagare qualcosa di più. Ora ci aspettiamo che qualcosa di più arrivi anche dall’altra parte. Questo ci attendiamo dal conguaglio e dalla presentazione delle dichiarazioni dei redditi perché si mantenga questo stato sociale. Sul decreto in sé la stessa opposizione concorda come necessaria la sua adozione. E’ un provvedimento necessario proprio perché avrebbe creato diversamente disfunzioni e malumori e sopperisce a problemi che per il 2015 non ci saranno più”.

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