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“La ripresa c’è, imperativo non rallentare sulle riforme”

da Redazione

Il report del Csc aumenta le stime del Pil italiano: +0,2% già a marzo, migliorerà in estate. Confindustria mette in luce i segnali positivi e lancia un monito al Governo Renzi.

 

di Daniele Bartolucci

 

La ripresa dell’economia italiana si è avviata trainata da spinte esterne e i prossimi mesi diranno a quale velocità; il Pil dovrebbe crescere dello 0,2% nei primi 3 mesi del 2015 per poi migliorare ulteriormente in corso d’anno. Questa la stima del Centro studi di Confindustria nella “Congiuntura flash” di Aprile 2015, che ammonisce il Governo a cui ricorda che è “imperativo tenere la barra dritta sulle riforme”.

 

LA RIPRESA C’È MA NON VANNO FERMATE LE RIFORME

“Le potenti spinte esterne hanno innescato la ripresa italiana”, spiegano gli analisti di Confindustria. “La bilancia degli indicatori congiunturali pende senza dubbio dal lato della risalita del PIL. Il punto interrogativo rimane sulla velocità, che ordini, aspettative e indici anticipatori segnalano in accelerazione dalla primavera”. L’altra buona notizia è che “come scritto dal CSC tre mesi fa, le nuove previsioni rilasciate da vari istituti sono riviste verso l’alto; i valori rimangono opportunamente prudenti perché si tiene conto del fatto che l’Italia soffriva di lenta crescita prima della crisi. La stessa crisi ha azionato freni straordinari: alta disoccupazione, credit crunch, ampia capacità inutilizzata, settore immobiliare fragile, margini di profitto ai minimi e risparmio da ricostituire intralciano la ripartenza della domanda interna e delle attività produttive. Per ciascuno di essi, tuttavia, arrivano rassicuranti segnali di allentamento della morsa. In questo scenario, con il DEF il Governo attenua correttamente l’impostazione restrittiva della politica di bilancio; sul fronte degli investimenti pubblici si dovrebbero utilizzare appieno i fondi europei e i margini di flessibilità per il loro cofinanziamento”. “Il Pil è atteso crescere dello 0,2% congiunturale nel 1° trimestre e accelerare in primavera. Inoltre, l’anticipatore Ocse, in progresso da tre mesi (+0,14% in febbraio), intravede un ulteriore e più forte incremento del PIL nei mesi estivi”, si legge nel report di Aprile. Il Csc ha già annunciato che migliorerà le proprie previsioni di crescita per l’Italia che al momento sono di +0,5% per quest’anno e di +1,1% per il 2016: “I valori rimangono opportunamente prudenti perché si tiene conto del fatto che l’Italia soffriva di lenta crescita prima della crisi”. Ovviamente, “il punto interrogativo rimane sulla velocità, che ordini, aspettative e indici anticipatori segnalano in accelerazione dalla primavera”. Di qui il monito alla politica, e al Governo Renzi in particolare: “Imperativo, sia per avere spazi di manovra nei conti pubblici sia per innalzare il potenziale del Paese, è tenere la barra dritta sulle riforme. Che sono la benzina per alimentare la fiducia dei partner e dei mercati finanziari, di nuovo in allerta per il rischioso stallo nelle trattative sulla Grecia”. Il contesto globale rimane comunque favorevole: “In USA clima, scioperi portuali, ricadute dell’arresto del boom nel settore petrolifero e dollaro forte hanno rallentato la crescita, che è attesa riprendere vigore; la Cina è in atterraggio pilotato, ma continuerà a essere un potente motore di sviluppo mondiale; l’Eurozona, con il peso maggiore sull’export italiano, è in progressivo miglioramento; le condizioni di Brasile e Russia sono difficili ma non si aggravano. I tassi di interesse resteranno bassi a lungo, in calo quelli di mercato, grazie alla BCE”.

 

PRODUZIONE ED EXPORT FINALMENTE IN CRESCITA

Analizzando le varie aree, si notano inoltre indici positivi su più versanti: “La produzione industriale italiana è stimata dal CSC in aumento dello 0,1% congiunturale in marzo, dopo il +0,6% in febbraio. Ciò porta a +0,2% la variazione nel 1° trimestre e a +0,3% il trascinamento al 2°. L’indice PMI manifatturiero”, inoltre, “è salito in marzo a 53,3 (da 51,9 in febbraio) con ordini totali in forte accelerazione (54,5 da 51,2). È anche tornato a segnalare espansione il PMI terziario, dopo la stagnazione rilevata in febbraio (51,6 da 50,0), grazie all’incremento dei nuovi affari (53,1). L’export italiano è salito del 2,0% in febbraio, dopo il -2,1% in gennaio (dati a prezzi costanti). È ripartito anche quello delle principali economie europee: Germania (+1,1%, da -2,6%) e Francia (+1,0%, da -0,2%). Nel 1° bimestre le esportazioni italiane sono cresciute dello 0,4% sul 4° trimestre 2014 (+1,5% extra Area euro, -1,3% intra). Prospettive in miglioramento anche per effetto di euro debole e domanda europea più forte. Più favorevoli le valutazioni sugli ordini esteri manifatturieri in marzo: al massimo da 9 mesi la componente PMI (56,7) e da 11 mesi i giudizi ISTAT (saldo a -13). Sono al top dal 2011 le attese delle imprese industriali sulla domanda estera per il 2° trimestre (Banca d’Italia-Il Sole 24 Ore). Le importazioni hanno registrato un calo in febbraio (-1,0%; segue il +2,5% in gennaio), dovuto interamente a minori acquisti energetici (+0,6% al netto dell’energia). Nel 1° bimestre hanno segnato un robusto +2,4% sul 4° trimestre 2014, indice che è in atto una ripresa della domanda interna”.

 

CALA LA DISOCCUPAZIONE E CRESCONO I CONSUMI

Nei primi due mesi dell’anno “il numero di persone occupate in Italia è rimasto sostanzialmente stabile sui livelli dell’ultimo quarto 2014, quando già era rimasto fermo. Si tratta di un arresto temporaneo dopo la progressiva risalita tra settembre 2013 e settembre 2014 (+232mila unità). Nei prossimi mesi le assunzioni a tempo indeterminato saranno sostenute da sgravi contributivi e nuove norme sul contratto a tutele crescenti. L’occupazione nel suo complesso avanzerà in presa diretta con la congiuntura, stando al forte miglioramento delle aspettative delle imprese: per primavera 2015 il saldo delle risposte è balzato in territorio positivo per la prima volta dall’inizio della crisi, a +4,9 per le condizioni in cui operano le aziende e a +3,8 per l’occupazione (Banca d’Italia-Il Sole 24 Ore). Il tasso di disoccupazione è sceso al 12,7% nel primo bimestre 2015 (dal 13,0% nel 4° trimestre), a fronte di una forza lavoro in momentanea flessione, dopo il +0,9% nel 2014. La maggior fiducia nel trovare un posto, coerente con il forte ridimensionamento dei timori per l’andamento della disoccupazione, sosterrà l’espansione della forza lavoro, rallentando tuttavia il rientro della disoccupazione stessa”.

“Segnali positivi per la domanda interna italiana” e “le condizioni per investire secondo gli imprenditori sono nettamente migliorate: il saldo dei giudizi è salito a 14,5 in marzo da -15,0 in dicembre; per il 2015 nel complesso lo scarto percentuale tra chi si attende un aumento e chi una diminuzione dei piani di investimento è salito a 16,4 da 3,6 (Banca d’Italia-Il Sole 24 Ore). Migliorano, inoltre, ordini dall’interno (-30,7 nel 1° trimestre, da -34,0 nel 4° 2014) e attese dei produttori di beni strumentali (ISTAT), segno che si rispolverano i piani di acquisto di macchinari e attrezzature. Favorevole anche la tendenza dei consumi.

L’indicatore ICC in volume è aumentato dello 0,1% nei primi 2 mesi del 2015 e le immatricolazioni di auto del 7,4% nel 1° trimestre, rispetto al 4° 2014. Il saldo dei giudizi sugli ordini interni dei produttori di beni di consumo è salito a -20,0 (da -23,3 nell’ultimo quarto del 2014). Il forte incremento della fiducia tra i consumatori preannuncia una maggiore spesa: in marzo l’indice è cresciuto di 3,2 punti (+8,4 nel trimestre); bene anche il clima personale, più correlato con le decisioni di consumo delle famiglie, che è salito per il 3° mese di fila (+1,7 in marzo, +4,3 nel trimestre)”.

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