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San Marino, Consiglio Grande e Generale: il Polo del lusso

da Redazione

La presentazione in prima lettura del progetto di variante del Prg di Rovereta da parte del segretario di Stato per il Territorio, Antonella Mularoni, è infatti l’occasione di un lungo confronto di tutti i gruppi sulla proposta imprenditoriale. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

Il Polo del lusso è al centro dei lavori odierni: la presentazione in prima lettura del progetto di variante del Prg di Rovereta da parte del segretario di Stato per il Territorio, Antonella Mularoni, è infatti l’occasione di un lungo confronto di tutti i gruppi sulla proposta imprenditoriale alla ribalta delle cronache, sono infatti una quarantina gli intervenuti al dibattito.

In mattinata i lavori consiliari riprendono con una condivisione unanime di un ordine del giorno sui genocidi presentato dal Psd e sottoscritto da tutti i gruppi. A darne lettura è il consigliere Guerrino Zanotti: “Il Consiglio grande e generale, considerando che il 24 aprile ricorre il genocidio del popolo armeno, stabilisce che ogni anno la giornata internazionale della Pace celebrata il 21 settembre a San Marino sia dedicata alla memoria di tutti i genocidi perpetrati”. L’ordine del giorno, spiega Zanotti, invita San Marino a svolgere “sempre più un ruolo vigile e attivo nella difesa dei diritti umani con particolare attenzione alla tragedia che in questi giorni si sta consumando nel canale di Sicilia”. Con l’approvazione del testo, segue un minuto di silenzio dell’Aula in ricordo delle vittime del genocidio armeno.

Quindi si apre il comma 14 con la presentazione della variante del Prg da parte del segretario di Stato Mularoni: un intervento “necessario a consentire l’attuazione di un progetto utile allo sviluppo economico del Paese ed in particolare di un investimento privato denominato ‘Luxury Departement Store San Marino’- spiega all’Aula- che prevede il coinvolgimento dei marchi della moda e del lusso più rinomati a livello internazionale”. Mularoni spiega che la variante è “un tassello del progetto che prevede anche investimenti in Repubblica di 30 milioni di euro in tre anni” e assicura un confronto a breve con i promotori più approfondito di quello già avuto. Lancia infine un monito: “Se spaventeremo gli investitori con bugie e polemiche non avremmo fatto un bel servizio per il nostro Paese”.

Si apre quindi un lungo dibattito che occupa l’intera giornata consiliare e che estende il discorso dalla variante di Prg alle valutazioni sulla realizzazione del Polo del lusso su cui nessuna forza in Aula ammette la contrarietà a prescindere, anche se l’opposizione non manca di sollevare dubbi, preoccupazioni, ma anche di avanzare proposte. In Aula emergono quindi reazioni diversificate: il sostegno all’iniziativa delle forze di maggioranza, un’adesione condizionata però all’avvio di una programmazione sul territorio da parte di Ps e Upr, che chiedono anche maggiori informazioni su costi e impatti del progetto. Accoglienza più tiepida da parte delle forze di Cittadinanza attiva e di Rete che riconoscono il valore dell’investimento, ma lamentano la mancanza programmazione e di contropartite di fronte alle richieste degli investitori. E fanno proprie anche le preoccupazioni delle categorie, per le possibili ricadute negative sul commercio del centro storico. C10 e Su avanzano poi diverse proposte, tra cui quella di una patrimoniale sui grandi patrimoni immobiliari per evitare altra cementificazione del territorio. Proposta che viene raccolta tra le fila della maggioranza. Vladimiro Selva, Psd, infatti ripropone una Patrimoniale “mirata a coloro che, in queste situazioni, non vogliono vendere a un prezzo equo”, per scongiurare che in futuro lo Stato sia costretto ad urbanizzare nuove aree. Anche Manuel Ciavatta, Pdcs, si dice “non contrario” a “tassare proprietà e latifondi lasciati fermi perché bloccano lo sviluppo”.

Nel corso del dibattito emergono inoltre informazioni sul progetto del Polo del lusso: il segretario di Stato per le Finanze, Gian Carlo Capicchioni, anticipa 300/350 occupati, e 6/7 milioni di euro di gettito di monofase previsti per le casse pubbliche, mentre “costi diretti da parte dell’amministrazione non ne vedo- spiega- al massimo ci saranno incentivi previsti dalle leggi vigenti”.Teodoro Lonfernini, segretario di Stato per il Turismo, si dice convinto che il futuro centro commerciale aumenterà il flusso di visitatori: “L’outlet diventa un ottimo servizio per generare turismo”. Mentre Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria e il Commercio, assicura che il confronto avviato sul polo del lusso sarà volto a “realizzare uno sviluppo armonico” di tutto il comparto commerciale del Paese, che “parta dal centro storico, scenda fino a Rovereta e comprenda anche gli altri centri storici”.

Dalla maggioranza Marco Gatti, Pdcs, sottolinea che il valore del progetto non è solo nei nuovi posti di lavoro e nell’indotto che creerà:”Farà pubblicità a San Marino senza farci spendere niente- assicura- e questo consentirà un recupero d’immagine più rapido”. Maria Luisa Berti, Ns, riconosce nel Polo un’occasione per il Paese ed esprime apprezzamento per le preoccupazioni dell’opposizione emerse nel dibattito. Sono invece da stigmatizzare, aggiunge, “le sterili polemiche che alimentano malcontento, ma non propongono mai nulla”. Per Marino Riccardi, Psd, “questo progetto può far ripartire l’edilizia e dare fiducia al sistema economico”.Infine Nicola Renzi, Ap, osserva che la responsabilità a cui tutti sono chiamati è “dire si o no” al progetto. Ma rifiutarlo, osserva, significa “‘dire no’ a posti di lavoro nuovi e a presenze turistiche maggiori”.

Per larga parte dell’opposizione governo e maggioranza si dimostrano troppo accondiscendenti con le richieste degli imprenditori. Per Federico Pedini Amati, indipendente, “non è accettabile che qualsiasi imprenditore venga a San Marino, faccia delle richieste e poi noi trasformiamo la destinazione di una zona del nostro territorio da Parco a Edificabile”. Per Andrea Zafferani, C10, “ci si approccia con le mutande un po’ abbassate” prevedendo due interventi ad hoc, variante e incentivi su cui “non sappiamo cosa partorirete”. Il progetto è di livello, riconosce Roberto Ciavatta, Rete, ma “quello che manca è la controparte politica, qualcuno che dica loro le condizioni”. Infine, Francesca Michelotti, Su, di fronte all’aumento del valore delle proprietà oggetto della variante osserva che”il sospetto della corruzione e della spinta clientelare è fortissimo” e servono “misure cogenti di trasparenza e di partecipazione politica e sociale”.

Simone Celli, Ps, ammette l’interesse sul progetto, ma pone il rilievo dell’esigenza di una nuova programmazione urbanistica. Marco Podeschi, Upr, sollecita il governo a dire chiaramente quali saranno gli oneri per San Marino, sia come incentivi e sgravi, sia per gli interventi urbanistici necessari.

Concluso il dibattito della prima lettura, il Consiglio passa al comma successivo sui decreti delegati: sono ratificati quelli non scorporati, mentre lunedì si passerà all’esame dei 16 decreti cui è stato chiesto lo scorporo.

Di seguito un estratto del dibattito odierni.

Comma 14. Progetto di legge “Modifiche alla legge 29 gennaio 1992 n. 7- Piano regolatore generale per l’attuazione di interventi di sviluppo economico”.

Antonella Mularoni, segretario di Stato Territorio, dà lettura della relazione:”‘La proposta di legge che si sottopone all’esame dell Consiglio grande e generale ha ad oggetto modifiche al vigente Piano Regolatore Generale (P.R.G.)-Legge 29 gennaio 1992 n.7. Le modifiche al P.R.G. costituenti oggetto del progetto in esame sono finalizzate ad apportare al vigente strumento di pianificazione generale del territorio l’adeguamento necessario a consentire l’attuazione di un progetto utile allo sviluppo economico del Paese ed in particolare di un investimento privato denominato “Luxury Departement Store San Marino”, che prevede il coinvolgimento dei marchi della moda e del lusso più rinomati a livello internazionale. L’area é stata individuata per la sua posizione visibile già dalla Superstrada Rimini-San Marino e facilmente accessibile in entrata e uscita dalle principali arterie di traffico e dal vicino casello dell’autostrada A14. Il luogo offre la possibilità di realizzare un outlet con un progetto architettonico che prevede costruzioni con altezze contenute, l’inserimento di elementi iconici e distintivi del luogo che determineranno un contesto piacevole seguendo l’andamento naturale del terreno. Lo stretto contatto con la rimanente area a Parco sarà un valore aggiunto che avrà lo scopo di mitigare l’aumento del costruito e al tempo stesso offrire al visitatore un ambiente gradevole che stimoli la permanenza in territorio abbinando allo shopping visite turistico-culturali ed eno-gastronomiche. Il progetto crea continuità con quello precedentemente avviato con la modifica della zona produttiva di Rovereta in zona produttiva e commerciale. Il progetto prevede contestualmente la realizzazione di almeno 2 mila posti auto, in parte coperti, mille mq da destinare a ristorazione, aree di accesso e aree dedicate alla logistica delle merci’. Stiamo cercando di favorire l’attrazione di investimenti a San Marino e questo è un tassello del progetto che prevede anche investimenti in Repubblica di 30 milioni di euro in tre anni. I promotori del progetto incontreranno categorie, sindacati e forze politiche presenti in Aula a breve. Penso che nessuno abbia dei dubbi sulla solidità del gruppo interessato all’investimento. Mi fa piacere che, al di là di qualche amenità uscita sui media, la solidità di persone che hanno saputo costruire centri analoghi a quelli che vorrebbero costruire in Repubblica non sia stata messa in discussione. Nel mese di maggio faranno altri incontri in Repubblica. La campagna pubblicitaria che faranno e che insieme cercheremo di sviluppare nel modo migliore sarà mirata alla valorizzazione dell’intero territorio. I benefici che questa attività porterà al territorio: 1) far ripartire il mondo dell’edilizia dato che l’intenzione del gruppo è di avvalersi di ditte sammarinesi 2) si stima un indotto occupazionale tra le 250 e le 300 persone 3) questo genere di eccellenze attirano il turismo. Inizialmente il gruppo era interessato a investimenti nel centro storico, ma hanno realizzato che la proprietà immobiliare nel centro storico è fortemente parcellizzata, quindi il discorso all’interno del centro storico è fallito. Se non viene realizzata una struttura del genere a San Marino con buona probabilità verrà realizzata in realtà a noi limitrofe. Non è vero che queste attività non verseranno nelle casse dello Stato la monofase: dal primo all’ultimo euro invece verranno versati nelle casse pubbliche. Noi avevamo bisogno in questa fase di dimostrare agli investitori che questo progetto ci interessa. Un segnale che deve arrivare entro l’estate perché gli investitori a settembre sono pronti a partire con i lavori. Da adesso a luglio avremo tutto il tempo di valutare le loro richieste per sincerarsi che queste siano compatibili con la nostra realtà. Perché quell’area? Hanno bisogno di un’area facilmente accessibile, non troppo lontana dal confine e dal casello autostradale. Nel mese di maggio ci confronteremo con la cittadinanza ed anche i promotori sono disponibili a tornare per spiegare il progetto. Vogliono far capire che dove questo gruppo è intervenuto ha rivitalizzato le attività commerciali. Noi saremo i primi a preoccuparci che il progetto venga realizzato nel modo migliore ma saremo ugualmente i primi a sostenere un progetto per il rilancio dello sviluppo del Paese. Se spaventeremo gli investitori con bugie e polemiche non avremmo fatto un bel servizio per il nostro Paese. Sparare a zero raccontando le bugie non fa bene a San Marino. Mi aspetto anche da chi si comporterà così progetti alternativi per garantire lo sviluppo del paese. Altrimenti parliamo del nulla”.

Claudio Felici, Psd: “Gli interlocutori sono giusti. Il progetto non è improvvisato. Il progetto è partito due anni fa. Ci sono state difficoltà sulle ubicazioni. Abbiamo scelto Rovereta per questioni di viabilità, la possibilità di convertire in immobili commerciali le strutture di quell’area, la collocazione del polo può essere adiacente ad un’area commerciale già definita. Mi sembra tutto molto coerente. Il potenziale di creazione di ricchezza di un’iniziativa come questa è alto: creazione di posti di lavoro e di fenomeni economici capaci di generare lavoro. Ma non basta la considerazione di 250/300 posti di lavoro più un altro centinaio creati dall’indotto (logistica, sicurezza e comunicazione). Occorre considerare anche le entrate che quei fenomeni economici genereranno per l’erario pubblico. La questione dovrebbe essere: è vero o no che il fruitore medio di questo tipo di struttura è disposto anche a compiere un’ora e mezzo di viaggio per trascorrere la giornata in un polo del genere? Non credo che questo genere di fruitori verrebbero a San Marino per un acquisto nelle nostre attività di residenza. E’ invece vero che, venendo in un centro di questo tipo, si crea un afflusso verso le altre attività sammarinesi. Dobbiamo progettare un collegamento di natura commerciale per espandere la visita al centro di Rovereta nel resto del paese e del centro storico sammarinese. Dobbiamo studiare come capitalizzare milioni di presenze che in Toscana, nel sud del Piemonte e nel Lazio vengono garantire da questi centri a favore di tutto l’indotto economico”.

Luca Santolini, C10: “Chiedo se la centrale elettrica dovrà essere spostata e in caso a spese di chi? Vengo poi al parco pubblico che dovrebbe essere inserito nel progetto. Il terreno per realizzarlo dovrà essere acquistato a 150/160 euro al metro. Ma nessuno acquista a quelle cifre per realizzare un parco. Allora mi chiedo dietro a questo acquisto cosa c’è? Ci sono gli affari dei soliti? Approvare una variante così invasiva per l’insediamento di un’unica attività commerciale a mio avviso è sbagliato e controproducente. Realizzare un centro simile a Rovereta, seguito magari da un altro Outlet a breve, a mio avviso avrebbe impatto molto negativo sulle attività presenti in Paese. Quasi nulla di quello che noi riteniamo altrettanto importante per creare posti di lavoro è stato finora considerato”.

Augusto Michelotti, Su: “I discorsi intorno a questo intervento iniziano a diventare interessati. Anche tra il detto e il non detto. Ci sono elementi poco trasparenti. Dobbiamo stimolare tutte le situazioni che possono portare benessere al nostro paese e il momento di crisi presuppone che si debba essere accondiscendenti verso nuovi investitori. Ma fino a un certo punto. Ho fatto una serie di osservazioni sulle ripercussioni positive che questo outlet avrà sul turismo sammarinese. Io non ci credo. La localizzazione di quel centro a Rovereta secondo me non è il presupposto più invitante per portare visitatori in centro storico. Le mie perplessità sulla localizzazione sono pesanti. C’è poi il discorso della bretella di accesso al centro che i proponenti hanno detto ‘bisogna che ci sia’ perché non possiamo utilizzare la viabilità attuale. Le nostre zone industriali hanno degli accessi che fanno piangere. I problemi sono in primis di localizzazione, adeguata per chi costruisce ma non per chi vorrebbe creare indotto turistico”.

Teodoro Lonfernini, segretario di Stato al Turismo: “Non voglio entrare nel merito delle opinioni di chi è a favore o contro. Voglio partire dalle parole del consigliere Michelotti. Io non sono d’accordo con lui quando dice ‘qui siamo decisamente accondiscendenti verso un gruppo che si affaccia a San Marino’. Dalle sue parole ho la sensazione che pensi San Marino sia in sudditanza. Non è così. Stiamo cercando di cogliere opportunità per il nostro Paese. Il Polo del Lusso è un nuovo insediamento economico all’interno del nostro Paese e come tale dovremmo trattarlo. Non è né sudditanza, né accoglienza, ma accompagnare un grande progetto avendo ricreato quelle condizioni necessarie per rapportarsi con regole certe del gioco. In questo caso io voglio vedere qualcosa che rappresenta il nostro futuro. Ne ho sentite di tutti i colori in questi giorni. Mi sembra si vogliano fare strumentalizzazioni. Ma il Paese non ne ha bisogno in questo momento. In maniera lecita dobbiamo raggiungere non soltanto questo progetto, ma anche altri. Quando si dice che questo centro aumenterà il flusso di visitatori dentro il nostro paese si dice una cosa logica. L’outlet diventa un ottimo servizio per generare turismo. E partiamo da dati positivi. Il nostro paese ha chiuso il 2014 con un aumento considerevole di afflussi turistico: più di 2 milioni di visitatori”.

Federico Pedini Amati, Ind.: “E’ giusto parlare con i cittadini delle opere di questa portata. L’impostazione che sta dando questa maggioranza, a mio modo di vedere, è sbagliata sotto l’aspetto della volontà politica. Stiamo discutendo la variante al Piano Regolatore Generale: non possiamo modificarlo in funzione delle varie richieste che ci giungono dagli imprenditori. Borletti e il Gruppo Dea sono seri, ma non possiamo accettare che qualsiasi imprenditore venga a San Marino, faccia delle richieste e poi noi trasformiamo la destinazione di una zona del nostro territorio da Parco a Edificabile. Oltre a questo, c’è anche il tema dello spostamento della centrale elettrica, che potrebbe costare 10 milioni di euro e della realizzazione della bretella di collegamento. Prendiamo tutto troppo alla leggera. Si parla di un’area di 100 mila metri quadri che, guarda caso, è sempre di proprietà dei soliti noti: parenti e imprenditori amici dei segretari di Stato. A mio avviso stiamo ricadendo nella logica di “costruire, costruire e costruire” senza una reale necessità. Si parla poi di 250/300 persone sammarinesi assunte: siamo sicuri che questi brand venendo a San Marino non vogliano poi far assumere persone di loro fiducia non sammarinesi? Stiamo realizzando una cattedrale nel deserto”.

Marco Gatti, Pdcs: “Il recupero di immagine legato al fatto di essere stati in procedura rafforzata e in black list ancora non è stato fatto. Almeno dalla parte economica, perché in ambito internazionale abbiamo ottenuto tanti riconoscimenti. Il recupero d’immagine per il rilancio economico ancora però non c’è. E se noi giochiamo d’attesa ci vogliono 10 anni. Allora dico: abbiamo tempo per aspettare 10 anni per i nostri giovani? Io credo di no. E allora bisogna esaminare le proposte che arrivano, guardando se c’è un discorso di prospettiva e di sviluppo economico. Proviamo ad analizzare questo progetto uscendo dall’invidia. Tutti hanno detto che gli investitori sono seri e importanti: è un punto fermo. Tutti puntiamo sul valore di questo progetto dicendo che porta posti di lavoro, ma secondo me sbagliamo se pensiamo che il valore è solo quello. La realtà è che questo progetto ci mette nelle condizioni di mettere alla prova la nostra capacità di cambiare il Paese una volta per tutte. Farà pubblicità a San Marino senza farci spendere una lira. Questo consentirà un recupero d’immagine più rapido. Ecco il grande valore di questo progetto”.

Elena Tonnini, Rete: “Noto in questo progetto un paradosso della politica, in alcuni casi è troppo presente, ovvero dove dovrebbe creare le condizioni, ed è assente dove dovrebbe creare il bene del Paese, identità e partecipazione. Ero imbarazzata nell’incontro con gli investitori per la superficialità con cui la politica affrontava il progetto. A loro è stata delegata tutta la promozione del progetto, è normale, ma se è valido, lo è a prescindere dalle esigenze del nostro Paese, luogo in cui il progetto deve essere incastonato. Ed è qui che manca la politica. Quando non risponde alle domande su costi e sugli impatti, sui costi della rotonda, dello spostamento della centrale elettrica, sull’impatto sulla popolazione di Dogana. Nella serata informativa di ieri delle opposizione, la gente di Dogana ha detto che avrebbe bisogno di piste ciclabili e sottopassi. Non aiuterebbe anche questo il comparto edile? Mi spaventa il ricatto della Mularoni, quando dice che se diremo di no, non avremo alterative. Ciò significa che non abbiamo molto da spendere per il futuro di San Marino. Oggi ci si chiede di modificare il nostro ordinamento con qualcosa che d’altra parte non è stato messo sul piatto. Non è normale che un investitore si rivolga direttamente a un segretario di Stato. Sono anni che questo progetto è portato avanti ma lo sappiamo da pochi giorni e ora ci viene detto che c’è urgenza, ma in due anni nessun incontro è stato fatto con la gente. Se tutto va bene il congresso pianta la bandierina, ma se va male, si risponderà come con il comandante della Gendarmeria, che abbiamo avuto solo sfortuna? Felici ci chiama retorici dell’elettoralistica, ma la verità è che questo progetto si inserisce in una verifica vuota, in uno scandalo che coinvolge la politica e chi prende le distanze vuole allora qualcosa di spendibile in campagna elettorale, ovvero la promessa di posti di lavoro. Marco Gatti ci chiede di fare sistema, com’è che non ci è stato chiesto di fare sistema per la banca cinese? Qua ognuno assume ruoli impropri, troppa politica la vediamo nei terreni a Parco dei privati che vengono sbloccati di proprietà di nomi altisonanti. Troppa politica la vediamo nella forzatura della delega in bianco contenuta nell’articolo 2 del progetto, si cambia Prg e si introduce una ‘Zona Progetto speciale di sviluppo’, si crea ad hoc una nuova zona all’interno del Prg. Al segretario Mularoni, quando parla di posti di lavoro, ricordo che manca uno studio di compatibilità tra domanda e offerta di lavoro a San Marino”.

Stefano Canti, Pdcs: “Condivido al 100% la relazione del segretario Mularoni che ha toccato la grave crisi economica che imperversa nel Paese. La maggioranza ha fatto un’analisi dei settori che possono rilanciare il Titano. Il sistema bancario non ci darà gli introiti del passato, il settore industria dovrà essere sviluppato, ma in questo momento quello su cui puntare sono settore turistico e commerciale, un binomio che potrà portare nell’immediato enorme introito nelle casse dello Stato. Ricordo i provvedimenti portati in Aula da governo e maggioranza: abbiamo aperto il tavolo per lo sviluppo in cui hanno partecipato tutte le associazioni di categoria, mondo imprenditoriale e sindacati. Al tavolo sono state prese delle decisioni, è stata fatta una legge sullo sviluppo in cui è stata inserita possibilità di ridurre i tempi per fare varianti al Prg e ora ne siamo conseguenti. Abbiamo intercettato un investitore interessato a sviluppare la propria impresa a San Marino e dobbiamo rispondere a un’opportunità per rilanciare il settore turistico e commerciale. Il governo deve valutare se l’intervento proposto è adeguato o meno, poi deve essere il privato a decidere dove farlo. Se è un progetto che porta due milioni di turisti all’anno in più a San Marino rappresenta un’opportunità per attirare il nuovo flusso turistico che deve essere intercettato per essere portato anche nel centro storico. Le associazioni di categoria devono entrare nella gestione del flusso turistico con il gruppo. Poi da considerare è anche la pubblicità che può portare a San Marino”. Ivan Foschi, Su: “Su non è contraria a prescindere al progetto, anche per noi è un opportunità, ma sui numeri sarei più cauto, non mi abbandono a facili entusiasmi. Trovo però mancante una certa analisi politica. In un Paese normale non è il governo che fa la mediazione e cerca la soluzione più adeguata per gli imprenditori. Se ci sono dei permessi da ottenere, in caso di attività lecite, la maggior parte dei lavori si fa negli uffici. C’è un residuo di discrezionalità politica troppo ampio. Non possiamo poi giustificare la mancanza di programmazione, malgrado i problemi del Paese. Se il progetto può essere inserito in un piano di richiamo turistico, con ricadute sull’immagine del Paese, con visite del centro storico, bisogna lavorarci, non possiamo limitarci a dire ‘speriamo vengano anche nel centro storico’. Non mi metto a giudicare il singolo progetto, non credo sia nemmeno il compito dei consiglieri. Mi chiedo però se ci siamo posti il problema di quanto sia anacronistica la statale 72, 10 chilometri con 10 semafori. Non è un collegamento veloce, ma una strada urbana. Questo è un primo problema. Secondo, perché si interviene con la trasformazione da area parco a servizi per una sostanziale indisponibilità degli immobili privati. E’ un tappo che bloccherà anche gli investimenti futuri. E’ follia pensare che ogni volta ci sia una variante e che si faccia da mediatori. E’ qui che Michelotti parlava di atteggiamento accondiscendente. Per tutelare la proprietà privata dobbiamo rinunciare agli investimenti? Perché questi signori, i soliti noti, davanti alla possibilità comunque di un guadagno, preferiscono di mantenerli invenduti, sparando cifre fuori mercato? Qualcuno gli ha promesso qualcosa? E’ questo un problema su cui la politica deve intervenire. Noi abbiamo proposto una patrimoniale per incentivare di immettere gli immobili sul mercato. Su questa posposta di Ca non abbiamo ancora avuto riscontri”.

Massimo Cenci, Ns: “Ho apprezzato molto intervento di Mularoni che ha evidenziato in modo chiaro tutte le caratteristiche del progetto. E’ un’occasione che non possiamo perdere, troppo spesso in questo Paese abbiamo perso treni importanti. E vedere, in momenti di crisi, i parcheggi dell’Ikea e delle Befane pieni, mentre i nostri non lo sono, mi lascia perplesso. Credo perciò che il progetto sia una grande opportunità che meriti però tutte le tutele che servono. E come ha detto Mularoni queste tutele le affronteremo insieme, in Commissione e in Consiglio. Ma il messaggio che deve uscire da quest’Aula è che siamo tutti d’accordo, che gli investitori sono validi, e che il progetto a certe condizioni può andare avanti e il Paese c’è. Questa è anche una grande sfida per il Paese, ci obbliga ad affrontare situazioni nuove. E’ un investimento che non lascia indifferenti, è uno stimolo per tutti non solo per il governo, per le categorie che dovranno iniziare ad essere parte attiva. Con questo progetto, unitamente alla conversione delle aree di Rovereta da industriali e commerciali, ci porterà a fare nuovi ragionamenti sulle imposte. Conviene il passaggio ad Iva? L’impatto lo valutiamo sulla base delle monofase? Su questi e altri temi si dovranno aprire confronti e tavoli.

In Consiglio parleremo anche di altri interventi sullo sviluppo del centro storico e in quella fase chi ascolta potrà comprendere la sinergia fra vari aspetti turistici ed economici del territorio e anche in questa fase è importante l’attivazione di tavoli di confronto”.

Marco Podeschi, Upr: “Noi non abbiamo pregiudiziali di natura ideologica contro questo progetto. Desidero ringraziare il segretario Mularoni per gli incontri organizzati con l’opposizione e investitori per aver dato una serie di elementi, ma dagli elementi avuti restano perplessità. Il primo problema è dato dal fatto che il Consiglio è chiamato a fare una variante del Prg. C’è un Odg di Ps e Upr, presentato a inizio seduta, per fare un intervento complessivo di Piano regolatore e bisognerebbe ragionare sulla programmazione urbanistica del territorio che manca. Secondo: di grandi centri commerciali se ne parla dal 1994-95, è un dubbio che ha assillato maggioranze e governi. Il problema è che oggi la recessione ci induce a molta concretezza. In questi 25 anni sono stati fatti diversi sperimenti, con 3 centri commerciali, allora contrastati per l’impatto sul territorio, però oggi una valutazione globale su cosa accadrà al Paese va fatta. Mi piacerebbe avere slide e diapositive con cui il governo ci dice in modo chiaro gli oneri per la Repubblica di San Marino. La legge 71 del 2013 prevede incentivi pesanti per le nuove imprese, e vogliamo sapere quali incentivi e sgravi il gruppo potrà avere. Vorrei poi sapere quanto lo Stato dovrà pagare per tutti gli interventi urbanistici. Infine, parliamo di grande distribuzione e chiedo come il governo intende coniugare la Smac con l’ipotesi di un centro con oltre 100 esercizi commerciali. Noi, come opposizione, vi faremo osservazioni, ma la maggioranza avrà la facoltà di approvare o no il progetto”.

Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs: “Mi rincuora molto vedere oggi un dibattito pacato. Credo che siamo ad una svolta epocale per il nostro Paese, E’ un primo grande investimento sul nostro territorio. Cambierà sicuramente l’aspetto del Paese. Sarebbe stato un sogno ritrovarsi oggi ed essere tutti favorevoli, ma bisogna rispettare le opinioni di tutti quando si parla di sviluppo. Ecco perché bisogna coinvolgere categorie, forze sociali e in particolare la cittadinanza di Serravalle, dove il centro sorgerà. Un’opportunità di tale portata va sviscerata e fugata da ogni dubbio, mettendo sul tavolo gli interventi pubblici da fare e le sue condizioni. Mi auguro che con una gara d’appalto trasparente e senza sotterfugi gli appalti siano indirizzati a imprese sammarinesi. Le parole del segretario mi danno una certa tranquillità. Anche rispetto al collegamento con il rilancio del centro storico. So che alla segreteria Industria ci sono imprenditori che hanno intenzioni di fare grossi investimenti in centro storico per parcheggi, viabilità, in sinergia pubblico e privato. Ben vengano e mi auguro arrivino alla luce quanto prima. Un investitore di tale portata sarà di richiamo per altri investitori”.

Gian Franco Terenzi, Pdcs: “Siamo a discutere su questo progetto di variante al Prg per poter fare il centro interno all’area di Rovereta che il governo ritiene utile allo sviluppo economico del Paese. Si condivide la necessità di rilanciare l’economia del Paese attraverso interventi efficaci e puntuali, in collaborazione con gruppi di investitori credibili, rispettosi della nostra Realtà e utili alla ripresa. Statistiche di realtà simili a quella proposta evidenziano come una cittadella del lusso possa essere un elemento di richiamo per le cifre dei potenziali visitatori attratti da questa realtà. Il risultato è raggiungibile se la struttura trova ubicazione in un’area idonea come quella identificata a Rovereta, facilmente raggiungibile, vicina al casello autostradale e visibile dalla superstrada. Il progetto deve prevedere però uno sviluppo commerciale organico, quindi anche con il centro storico, quindi ci dovrà essere sinergia forte, non lasciata al caso, ma progettata in modo strutturato. La scelta deve favorire uno sviluppo paritetico e contestuale delle due aree, tenendo conto le esigenze di rivitalizzazione del centro storico, la riqualificazione dei parcheggi. Quindi è importante prevedere elementi di tutela delle realtà commerciali già esistenti, in particolare del centro storico, individuando misure idonee a far sì che il nuovo centro non arrechi danno, ma sia di vantaggio. E’ un punto su cui invito alla riflessione. Complessivamente l’iniziativa è apprezzabile e positiva per il Paese”.

Tony Margiotta, Su: “Si sta parlando da due anni di questo progetto: vorrei sapere se i titolari dei terreni su cui dovrebbe sorgere la nuova struttura sono titolari da sempre o lo sono diventati solo nell’ultimo anno? Si rischiano speculazioni da parte di nomi che conosciamo molto bene. Potrebbero generarsi sospetti su eventuali fenomeni speculativi”.

Mariella Mularoni, Pdcs: “Non sono d’accordo con chi dice che il Polo del Lusso non porterà alcun beneficio da un punto di vista turistico. Anzi dovremmo cercare di coinvolgere anche le associazioni di categoria nella gestione dell’afflusso turistico. E’innegabile che San Marino ha fatto enormi passi in avanti negli ultimi due anni diventando Paese appetibile per gli investitori. Oggi l’occupazione è la prima emergenza del Paese: ecco allora che il Polo della Moda rappresenta una risposta ed una risorsa in termini di lavoro. Per questo auspico che si apra un confronto nel Paese per approfondire molte cose da definire e che tutto sia fatto con la massima trasparenza. Oggi l’antica Repubblica ha invocato una nuova strada. Verso un’economia sana. Non accetteremo che il clima di sospetto generato dalla questione morale possa mettere in dubbio questo progetto”.

Maria Luisa Berti, Ns: “Il progetto che stiamo discutendo e per cui viene proposta una modifica al Prg è visto da me come una grande opportunità. Io ci tengo in particolare a esprimere alcune considerazioni prioritarie e non mi spaventano le riserve espresse da una certa parte di Paese. 1) Questo investimento non deve contrapporsi e pregiudicare ciò che già esiste 2) Si deve fugare il dubbio inoltre che ci si trovi dinanzi all’ennesima speculazione immobiliare. Ho apprezzato gli interventi dell’opposizione preoccupata sull’impatto del progetto sul nostro territorio. Credo invece siano da stigmatizzare le sterili polemiche che alimentano malcontento, ma non propongono mai nulla”.

Francesca Michelotti, Su: “A questo progetto si oppongono i commercianti che temono che il centro commerciale possa appropriarsi di una buona fetta della propria clientela e, nel particolare, i commercianti del centro storico che temono che il Polo del Lusso in quella posizione possa intercettare anche il flusso turistico diretto verso il centro storico. E’ una preoccupazione fondata. Altro tema. I proprietari dell’area quadruplicano il valore delle loro proprietà e dunque quei 50 mila metri passano da un valore di un milione e mezzo a quasi 8 milioni di euro. Il sospetto della corruzione e della spinta clientelare è fortissimo e non dobbiamo stupirci dato che siamo in piena questione morale. Qui si tratta di adottare misure ancora più forti e cogenti di trasparenza e di partecipazione politica e sociale. Di fronte a una prospettiva di questo tipo, 300 posti di lavoro, a cui guardano con ansia le persone in liste d’attesa, noi dobbiamo fare in modo che la scelta sia il più possibile condivisa. E che non comporti dinamiche speculative. Proposte: una localizzazione diversa, intorno all’area di città, oppure una possibilità di perequazione affinché in questa caso a speculare sia lo Stato e non i privati”.

Marco Arzilli, segretario di Stato per il Commercio: “Siamo in Aula a parlare di un investimento perché abbiamo un problema in questo Paese, ovvero ogni progetto di investimento ha a che fare con la questione immobiliare. Pochi costruttori hanno in mano il mercato immobiliare del Paese. E come riuscire a risolvere questo problema ce lo dobbiamo porre. Il promotore di un’iniziativa che ha un nome importante si è trovato ad affrontare questo problema quando ha deciso di investire nel nostro Paese. L’investitore sceglie di venire a San Marino per quanto è attrattivo e oggi trasparente, poi si trova di fronte alla realtà e al problema di dove insediare le propria azienda. Per questo siamo in Aula oggi con un piano regolatore. Questo è il primo punto. E di fronte a un progetto di investimento importante il governo non può non essere attento. Non come mediatore, ma come governo che può favorire questo insediamento. E se abbiamo paure oggi per chi viene nel nostro Paese, perché è troppo grande o troppo piccolo, forse dovevamo averle di più tempo fa. Non dobbiamo aver paura di progetti se in linea con le nostre norme e con la nostra idea di sviluppo. Il Consiglio è investito in modo forte in questo progetto, non solo con questa variante, ma anche nel valutare la convenzione che sarà fatta con gli investitori. Il progetto può essere valutato positivamente se pensato come progetto globale di sviluppo del Paese. Non introduciamo qualcosa che c’è già, ma qualcosa che dovrebbe aggiungere una nuova offerta, non porterà valore aggiunto al centro storico se non farà parte di un’offerta più ampia. Ci vuole un governo capace di progettare e non come in passato, un governo che non ha progettato. In passato sono sorti più centri commerciali che hanno creato l’impoverimento l’uno dell’altro.Come governo garantiremo che il progetto non abbia altri fini, che ci siano speculazioni, che ci siano le condiziono perché cresca in armonia. La chiarezza è fondamentale, se ci sono ombre e dubbi vanno chiariti. Sui proprietari dei terreni: purtroppo quando si ha a che fare con il territorio i nomi sono sempre gli stessi, ma non è dipeso da noi. Ci confronteremo per realizzare uno sviluppo armonico che parta dal centro storico, scenda fino a Rovereta e comprenda anche gli altri centri storici”.

Nicola Selva, Upr: “Ho sentito oggi grandi esperti di marketing e imprenditori. Io non voglio fare previsioni e non ne ho le competenze. Il progetto del polo del lusso ha anche zone d’ombra, diventerà forse un’isola Rovereta o un’effettiva opportunità per San Marino? Io do atto al segretario che in un momento come questo ha portato un progetto, sicuramente da discutere. Noi come Upr non siamo mai stati contrari a investimenti esteri, per questo abbiamo ascoltato il riferimento sul progetto. Ma al momento non ci sono chiari i dati per verificare le ricadute del Paese, visto anche che i benefici per gli investitori non saranno pochi, come gli incentivi offerti dalla legge di sviluppo. Non è niente di scandaloso creare incentivi per investimenti, ma quando si intende procedere con progetti di questa entità vanno visti nel contesto del Paese e devono essere supportati dai dati. Quante le visite previste, i ricavi previsti, costi, impatto su commercio e turismo…sono tutta una serie di dati che mi aspetterei per valutare in modo concreto e dare risposte ai dubbi. Il punto che ci lascia più perplessi è la necessità di un intervento legislativo che cambi l’uso dei terreni a Parco. Serve ls massima trasparenza in ogni atto da parte politica. Qui vi prendete una grossa responsabilità dopo tante battaglie contro la cementificazione del territorio perché andiamo di nuovo a edificare in una zona verde adibita a zona parco”.

Simone Celli, Ps: “Il Ps ha tenuto fin dall’inizio una posizione estremamente chiara su questo argomento, non abbiamo pregiudizi ideologici di fronte all’accoglimento di progetti di investimento di altissimo livello. Il nostro è un approccio di serietà in corrispondenza di un Paese in recessione da oltre 6 anni e con oltre mille disoccupati, un Paese che si misura quotidianamente con grandissime crisi aziendali. Bisogna affrontare questo argomento con pragmatismo. Credo che in questo caso il governo abbia usato un metodo apprezzabile, oggi non possiamo lamentarci della mancanza di confronto, anche con i promotori. E’ una discontinuità da tenere in considerazione e fa trasparire la volontà di collaborare e rendere trasparente l’iniziativa. Il Ps vuole ulteriori approfondimenti sull’iniziativa sicuramente. Rileviamo in primis l’interesse su questo progetto, è un’iniziativa di qualità e che non riguarda solo il polo del lusso, ma un indotto rilevante che si può creare a livello di professionisti e attività parallele. Il primo rilievo che facciamo al governo è che serve una nuova programmazione urbanistica, legato al nuovo modello economico da costruire. Abbiamo un Prg superato e abbiamo depositato un Odg per l’avvio di un confronto sulla definizione di un piano strategico per lo sviluppo del territorio.

Rovereta è un’area che ben si concilia alla trasformazione dell’area commerciale. Sono d’accordo con l’appello del segretario Arzilli per cercare di rendere compatibile questo sviluppo con le attività commerciali esistenti e non solo del centro storico. A riguardo, Ps e Upr da anni sollevano la proposta di incentivare consumi interni con un paniere di beni a fiscalità agevolata, valutiamo bene anche questo tipo di proposte”.

William Giardi, Upr: “Upr non ha alcune preclusione sull’investimento. Il progetto di legge appare una precondizione all’accordo tra le parti e si sposta il dibattito di oggi su quello che è l’impatto per il sistema Paese. Personalmente non mi interessa di chi siano i terreni, né lo spettro delle speculazioni, visto anche le opere incompiute che ci sono lungo la superstrada. Mi preoccupano invece le spese per lo Stato. Sono accordi tra privati, ma se qui oggi ragioniamo di questo tema c’è un motivo: come variazione del Prg andiamo a variare un valore per creare una condizione favorevole affinché l’accordo vada a buon fine. Oggi sono giunte più rassicurazioni che chiarimenti. Mi aspetto assicurazioni sui posti di lavoro, non vorrei che delle 250 assunzioni previste per 100 negozi, 100 persone siano invece persone di fiducia degli investitori. Che queste cose siano chiare fin da subito. Anche io non sono stupito che un intervento come questo abbia ricadute sull’intero sistema. I commercianti vanno incoraggiati con incentivi, valutando anche l’impatto che può avere il Polo”.

Vladimiro Selva, Psd: “A questo Paese serve una normativa per metter in gioco gli immobili che ci sono quando ci sono investitori seri. Quando c’è un interesse collettivo in ballo non possiamo restare vincolati alla volontà di vendere o meno. L’anno scorso abbiamo fatto una Patrimoniale: riproponiamola mirata a coloro che, in queste situazioni, non vogliono vendere a un prezzo equo. Tutti coloro che dispongono di immobili e hanno la possibilità di continuare a disporne anche senza venderli costringendo lo Stato ad urbanizzare nuove aree, non devono più poterlo fare. E’ successo così con questa variante. Auspico anche che si possano raccogliere le sollecitazioni che questo dibattito in Consiglio è stato in grado di generare”.

Matteo Zeppa, Rete: “Ho forti dubbi su questa operazione. Non tanto sul progetto perché non ho competenze. La classe politica di questo Paese è quella di qualche anno fa che ha costruito cattedrali nel deserto. Io ho il timore che la classe politica sia succube della classe imprenditoriale ed economica di questo Paese. Si è parlato di 300 posti di lavoro e raddoppio flussi turistici, utenza di 9 milioni di persone: stime degli imprenditori e non della politica ed è qui che si manifesta mancanza della politica. Loro stesso hanno detto che a pieno regime per lo Stato possono esserci introiti per la monofase dai 7 ai 14 milioni di euro. Si tratta di numeri e cifre che arrivano dagli imprenditori. La politica si limita a sperare. Avete valutato l’impatto territoriale delle 700 auto che arriveranno nelle ore di punta in quella zona? Non accetto che ci si scagli contro i commercianti. I commercianti invece hanno capito che quell’opera va anche contro quello che ha detto il Governo. I proprietari di quei terreni hanno nomi cari. Lungi da me non pensare che ci possa essere una speculazione”.

Marino Riccardi, Psd: “La variante rappresenta un’opportunità per San Marino. Resto allibito da alcune affermazioni. Un progetto di questo tipo rappresenta un lasciapassare per portare a San Marino tanti imprenditori. L’imprenditore non si muove per simpatia: ha bisogno di uns Pa efficiente, norme certe, stabilità politica e poi il livello di imposte locali. La variante del Prg: c’è tutto il tempo tra la prima e la seconda lettura per definire gli atti necessari che devono essere fatti. Se noi riusciamo a portare un Polo di questa portata a San Marino, significa che siamo tornati appetibili ed attraenti per gli investitori. L’area Parco: il plusvalore pagato dagli acquirenti potrebbe essere utilizzato per incrementare le entrate dello Stato. Questo progetto può far ripartire l’edilizia, dare fiducia al sistema economico. L’introito della monofase poi non è da sottovalutare: si va dagli iniziali 6 milioni fino ad 11. Il nostro impegno è quello di portare in Consiglio con la massima trasparenza questo progetto”.

Gian Carlo Capicchioni, segretario di Stato per le Finanze: “Il primo effetto immediato è quello di dare una boccata d’ossigeno a un settore in crisi nera come appunto il settore edile. C’è l’impegno del governo e degli investitori affinché si utilizzino le imprese sammarinesi. Poi ci sono ricadute positive in termini occupazionali. Abbiamo 1.800 disoccupati e gli ammortizzatori sociali non ce la fanno più. Occupare 300/350 cittadini in questo progetto è una risposta importante e valida. Altro aspetto importante riguarda la riscossione dei tributi: in termini di monofase avremmo un gettito superiore ai 6/7 milioni di euro. E si tratta di un incasso netto. Solo incentivando i consumi interni riusciremo a ottenere introiti sulle imposte. Il bilancio pubblico è in sofferenza, lo abbiamo visto nell’ultima Finanziaria che chiudiamo in deficit, dunque dobbiamo indirizzare le nostre mosse verso un aumento delle entrate nelle casse dello Stato. Sostengo questo progetto. Costi diretti da parte dell’amministrazione non ne vedo. Al massimo ci saranno incentivi previsti dalle leggi vigenti”.

Nicola Renzi, Ap: “Ci sono investitori interessati a investire nella Repubblica di San Marino. Penso sia un primo risultato importante che dimostra come il percorso di cambiamento intrapreso stia dando i suoi frutti. Nella verifica che abbiamo appena concluso abbiamo affrontato delle importantissime questioni di metodo. Questo progetto è una visione del sistema paese. Anche sul centro storico vogliamo portare avanti progetti importanti. Occorre avere una visione di insieme e non un intervento spot perché se così fosse stato non avrebbe avuto alcun senso. Il territorio? Il segretario Mularoni ha spiegato tranquillamente come l’area indicata sia stata scelta dagli investitori. Il Congresso di Stato non si è fatto mediatore. Tutti fanno richiami alla responsabilità della maggioranza. Abbiamo questa responsabilità. Ma è una responsabilità che c’è sia nel dire si che nel dire no, ovvero ‘dire no’ a posti di lavoro nuovi e a presenze turistiche maggiori”.

Grazia Zafferani, Rete: “Se volete realizzare il Polo del Lusso ci sono mille soluzioni diverse utilizzando le strutture che ci sono già. Non c’è bisogno di creare la città. Credo che questo tipo di turismo che, nonostante da tanto tempo stia funzionando, ora stia volgendo al termine. Perché? Perché il povero non andrà più all’outlet, mentre il ricco continuerà ad acquistare nella boutique. Un’altra domanda che mi pongo è cosa offrirà San Marino ai suoi turisti. Che non vengono in centro storico ad acquistare perché gli acquisti li fanno all’outlet. Stiamo facendo passare un messaggio sbagliato: ogni imprenditore può venire a San Marino e avanzare le sue richieste. Non c’è nessun problema. In questo caso realizzeremo uno svincolo che dal casello conduce fino a Rovereta e modificheremo il Prg trasformando 103 mila metri quadri di Parco in commerciale. E la centrale elettrica? Vogliamo numeri chiari sui costi del progetto”.

Guerrino Zanotti, Psd: “Da una parte c’è la ragione di chi ha preoccupazioni, dall’altra credo che chi ha responsabilità di gestione del Paese deve farsi carico delle sue necessità. Credo che la politica abbia valutato la fase preliminare del progetto. E’ stata presente perché ha tenuto conto di ciò che necessita al Paese. Non abbiamo detto sì al primo progetto e al primo investitore. E’ stato riconosciuto che gli investitori sono seri, ma soprattutto che è un progetto che dà più risposte al Paese. C’è la volontà di dare lavoro a imprese del settore edile sammarinesi. La politica è stata presente. Il suo compito è di badare agli interessi del Paese e in questo caso ci sono. C’è chi ha detto che per dare lavoro a imprese edili dovevamo fare sottopassi e piste ciclabili, ma purtroppo servono soldi per questi interventi e senza dare input all’economia non ci sono. Mi sta a cuore che la politica sia presenta dalla prima lettura di questa normativa all’avvio del progetto. E chiedo che le garanzie che saranno definite siano reali. Questo progetto va a valorizzare ulteriormente la zona di Rovereta. Ho sentito proposte da maggioranza e opposizione. In questa fase, da oggi alla realizzazione, dobbiamo prestare attenzione a un progetto di interesse pubblico che dà risposte a problemi del Paese affinché non dia vantaggi solo al privato”.

Paride Andreoli, Ps: “Giudico molto positivo il percorso del confronto e che tutti i consiglieri intervenuti hanno posto una serie di considerazioni molto utili per la scelta che governo e maggioranza dovranno adottare in merito a un’importante scelta che non è solo quella del polo del lusso ‘sì o no’. E’ il primo tassello di un più ampio obiettivo che questo governo si deve prefiggere per raggiungere determinati risultati. Tra cui dare nuove entrate al bilancio dello Stato e occupazione. E’ un investimento positivo che dà avvio alla fiducia al comparto edile e artigianale. Può toccare favorevolmente anche il settore finanziario interno. A noi interessa trasparenza e chiarezza nell’azione del governo, concordo che l’opposizione e il Paese tutto devono essere messi nella condizione di conoscere passo dopo passo gli sviluppi con gli investitori. Gli investimenti nuovi non sono panacee di tutti i mali, ma condizioni per rilanciare Paese. Noi come partito di opposizione aspettiamo di conoscere in modo approfondito le particolarità sollevate da più parti in Aula che vanno nella direzione di poter affrontare con maggior serenità e determinazione una scelta importante per il Paese. Mi auguro infine che le osservazioni delle categorie siano tenute in considerazione”.

Andrea Zafferani, C10: “Anche io in premessa preciso che nessuno qui potrebbe essere contrario agli investimenti esteri. Nello stesso modo bisogna vedere come questi siano realizzati. Le cose vanno fatte bene e per noi qui non lo sono. Il governo magnifica questo progetto, promuove incontri con imprenditori a Palazzo Begni, va direttamente a cercare l’impresa senza affidarsi a un’agenzia per lo sviluppo e ha legato ogni progetto di sviluppo e occupazione a questo. Ci si approccia con le mutande un po’ abbassate- scusate il termine- pena la perdita del rilancio di un’azione politica. Altra cosa grave, si prevedono due interventi ad hoc per questa impresa, variante e incentivi. Su questi ultimi non sappiamo cosa partorirete. Una anno fa, quando questi imprenditori si dovevano insediare al Queen outlet, avevate regalato loro un regime agevolato di imposte in deroga alla legge, una variante di Prg anche quella volta per ingrandire la struttura, un contributo a fondo perduto a sostegno dei costi di ristrutturazione dell’immobile, si parlava di 8 mln di euro. Questa volta non lo sappiamo quanto darete, Mularoni dice ‘sentiremo cosa ci chiedono’. In ogni caso è discrezionalità pura lasciata dall’articolo 18 della legge sullo sviluppo, creando condizioni ad hoc. Vi state giocando tanto ma il Paese deve sapere che si tratta di investimenti non privati ma sovvenzionati dallo Stato. Sulla variante c’è poco da dire. Chiedo chi pagherà le spese per il collegamento diretto con la superstrada, gli oneri di urbanizzazione, lo spostamento centrale elettrica. Non si sa. Capicchioni dice che non ci saranno costi a carico dello Stato, me lo auguro. Noi pensiamo a un’imposta sui grandi patrimoni immobiliari per non dover consumare altro terreno verde. Ho apprezzato Selva, spero si possa andare su questa strada. Volete un’altra proposta? Quella della perequazione. Oppure lo Stato esproprierebbe il terreno a parco vendendolo lui come edificabile. Invece qui lo Stato fa la variante e non ci guadagna niente. Vogliamo tutelare la collettività anche in queste operazioni? Non basta, la politica non si ferma e chiede a investitori di acquisire altro terreno a parco da realizzare a parco. Noi saremo attentissimi su questa questione. Altra proposta, chiediamo garanzie se il progetto parte e resta a metà o se viene dismesso dopo pochi anni, affinché non resti una cattedrale vuota. Saranno investitori di alto livello, ma siccome questo è già accaduto in passato, bisogna che ci tuteliamo. Mi auguro che oggi non si stia inaugurando il ‘governo Borletti’ e che alle richieste degli investitori ci sia una controparte in grado di dire qualcosa. Ho i miei dubbi”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Noi non abbiamo contrarietà di tipo ideologico, lo dico così mi metto in linea con gli altri interventi. Qui stiamo parlando di un investimento di un imprenditore rinomato. Quello che ci lascia perplessi è che ci sia una totale mancanza di controparte. Non possiamo parlare a cuor leggero di bloccare questo intervento proprio perché si parla di posti di lavoro e introiti per lo Stato e andiamo con cautela. Parliamo di 250 posti di lavoro, sono manna dal cielo, un ottavo dei disoccupati che abbiamo. Ma chiedo, il governo per l’emergenza lavoro cosa prevede di fare? Altri otto interventi del genere? Quello che manca è una programmazione. Come mai siamo arrivati al punto in cui che è l’imprenditore a scegliere lui la zona dove realizzare il polo e se ha bisogno di una variante, di uno svincolo lo facciamo noi, a nostro carico? Sono d’accordo che sia lo Stato ad acquisire questi terreni, non i privati. Indichi la politica quale sono le zone sono da trasformare. Si potrebbe indicare quelle zone piuttosto che stendere un tappeto rosso agli imprenditori. Poi è vero che abbiamo bisogno di 7-8 mln di euro di introiti all’anno. Ma non è che ‘pur che arrivino i soldi va bene qualsiasi cosa’, questo è stato il problema del passato. Il progetto è di livello, ovviamente, quello che manca è la controparte politica, qualcuno che dica loro le condizioni. Siamo sicuri che il personale della cittadella sarà sammarinese o se come in centro storico si cercherà personale russo o cinese?”.

Gian Nicola Berti, Ns: “Chi mi ha preceduto dice che il progetto sarà deleterio perché verranno tanti russi e cinesi, faranno shopping senza poi visitare San Marino e l’Italia. Ma dobbiamo avere onestà intellettuale. Tutte le forze politiche sono state invitate ad un’assoluta trasparenza, con l’incontro con gli investitori. Ciavatta era presente e oggi ci fa capire che non era molto attento. Il bacino di utenza va dall’Emilia Romagna alle Marche e cerca di attrarre potenziali clienti di medio e alto livello per un qualcosa di diverso dell’outlet, in un’iniziativa completamente nuova in Europa. Un bacino potenziale di 9 mln di persone, raccogliere griffe e imprenditori internazionali sono uno spot pubblicitario di valore incommensurabile. Tutti quanti qua dentro ci stiamo lamentando del turismo, i flussi sono importanti ma il target è di basso livello. Il ragionamento che fa il governo è che iniziative di questo genere possono avvicinare una diversa clientela a San Marino. Noi siamo disponibili a fare anche un sacrificio grosso per il territorio in cambio di un’iniziativa che porti benefici, a condizioni che il polo sia realizzato e portato a compimento. La variante porterà due dibattiti consiliari. Verrà sottoposto a tutti i consiglieri . Certamente ci portano tanto di indotto e certamente tanto ci chiedono come Stato di metterci. A me non frega niente se i privati vendono a tanto a metro quadro, è un fatto di economia di impresa. Io come cittadino mi chiedo quanto ci guadagno, quali sono i benefici per il Paese? Tutte le dietrologie non mi interessano”.

Manuel Ciavatta, Pdcs: “Il dibattito ha sviscerato posizioni positive e critiche su questo investimento che è un’opportunità ampia per il Paese rispetto alle ricadute che può avere in ambito lavorativo. Non è la soluzione ai problemi del Paese, ma può contribuire a risolvere parte dei suoi problemi. Questi imprenditori hanno investito a Milano e a Parigi e i primi a non credere che anche San Marino è una realtà importante a livello internazionale siamo noi. Non è vero che non c’è qualità e che governo, maggioranza e spero opposizione devono considerare questo non un investimento qualsiasi. Sulla critica di totale mancanza di controparti: di fronte a stime concrete viene detto ci saranno 250 posti di lavoro, loro investono 40-50 mln di euro, il volume di introiti previsti sono 80 milioni, di cui il 17% di imposte, tutto questo credo sia il contrario di mancanza di controparte. Capisco le paure dei commercianti del centro storico, qui ci sarà la necessità di intessere sinergie che attraverso i loro promotori facciano tutto il percorso. Se domani verranno altre attività e aree indirizzate allo sviluppo commerciale faranno forzature per non metterle a disposizione e il paese sarà bloccato. E’ necessario svincolare questo elemento anche con una tassazione finalizzata alle zone di sviluppo. Non sono contrario a questo, ma al tassare grandi patrimoni e industrie che danno lavoro. E’ giusto tassare latifondi e proprietà lasciate ferme invece, perché bloccano lo sviluppo. Dire che c’è il rischio che l’investimento sia fatto altrove non è essere sotto ricatto, ma ricordarsi del passato, quando abbiamo perso risorse che ricadono oggi a Rimini”.

Franco Santi, C10: “Noi siamo in condizione di grande debolezza perché continuiamo a rincorrere le emergenze e non diamo possibilità di programmare il futuro del Paese. Ciò determina che dobbiamo sempre rincorrere e sempre aspettare e subire le scelte di altri. Anche in questo caso, investitori propongono un business e la politica subisce. Si è detto che questi investitori sono 4 anni che provano a realizzare il loro progetto a San Marino. Ci sono ostacoli, malgrado incentivi e legge di sviluppo. Noi non riusciamo comunque a eliminare ostacoli interni che ci portiamo dietro da politiche oligarchiche condotte in passato. Se siete il governo del cambiamento dimostratelo. Per questo proponiamo perequazione, intervento diretto dello Stato per rivedere lui il terreno. Se andiamo avanti così può succedere che subiremo altre richieste. Bisogna cercare il modo di sbloccare certi gangli: i beni immobili dei grandi proprietari, le banche, le imprese in difficoltà. C’è tanto da fare e siamo molto preoccupati. Aspettiamo il percorso di confronto sul progetto per fare altre rilevazioni in merito”.

Antonella Mularoni, segretario di Stato replica: “Per grande parte di questo lungo dibattito ho ascoltati interventi costruttivi che hanno dato suggerimenti di cui come governo terremo conto. La prima lettura serve intanto ad approfondire e chiedere chiarimenti. Sgombro però il campo: la fase prettamente economica la definiremo tra prima e seconda lettura perché oggi non siamo pronti. Oggi iniziamo ad approfondire la questione e quando si dovrà votare avremo tutto. Come governo abbiamo solo organizzato l’incontro con gli investitori e non era quella la sede per approfondire questioni politiche. Avremo modo di approfondire le questioni in sospeso. Ringrazio di alcune preoccupazioni avanzate perché sono anche le nostre. Avremmo anche noi preferito di non fare la variante, ma non si può dire che ai primi che arrivano e ci chiedono la variante gliela diamo. Abbiamo detto che erano anni che questi imprenditori cercavano di fare investimenti. Sono arrivati con un’ultima possibilità, dopo il progetto in centro storico e quello a Ponte Mellini, dicendoci che è l’ultima opzione. Diversamente non investiranno a San Marino. Io ero la prima a non voler fare la Variante. Comunque se salta il progetto è chiaro che salta anche la variante. Noi ci cauteleremo perché l’investimento venga fatto e non sia lasciato a metà e che gli impegni per il lavoro alle imprese sammarinesi restino.

Penso che alla fine la cabina elettrica resterà dov’è- ci è stato solo chiesto di fare una valutazione sui costi- perché lo Stato non è disposto a pagarla. Lo svincolo è una richiesta legittima e anche nostra come Stato per realizzare uno svincolo preferenziale con una rotonda, per non pregiudicare il traffico di quella zona. E’ evidente che abbiamo una tavolo aperto con l’Italia sugli interventi sulla statale e lo tratteremo in quella sede. L’Italia, rendendosi conto che la presenza di questo investimento a San Marino potrebbe portare un valore aggiunto per tutte le attività sullo svincolo, ci darà una mano. Chiarisco che il governo non è entrato nella trattativa con i privati per il terreno, ci hanno solo informato sull’opzione di acquisto per quei terreni e per la zona adibita a parco pubblico perché ciò facilita che quell’area sia salvaguardata per il proprio investimento, per non correre il rischio di aver vicino brutti capannoni in futuro. Si può strumentalizzare sempre, ma è anche vero che la possibilità di fare una variante Prg per progetti specifici di sviluppo è prevista dalla legge del 2013. Sull’assunzione di sammarinesi noi abbiamo chiesto garanzie e ci sono state date. Poi se hanno bisogno di chi parla russo o cinese per vendere borsellini, i sammarinesi saranno anche in grado di imparare quelle 200-300 parole necessarie.. Gli imprenditori si sono rivolti a noi per aspetti che riguardano il governo e stiamo svolgendo correttamente il nostro ruolo coinvolgendo tutte le parti. Noi abbiamo cercato di dare una garanzia ulteriore vincolando la variante alla tipologia di sviluppo, per questo è stata introdotta una nuova categoria nel Prg.

Il mio auspicio è che questa iniziativa, che deve essere attentamente vagliata, possa rappresentare un’occasione di sviluppo per il Paese, lo valuteremo tutti insieme e lo decideremo insieme”.

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