Illustrato oggi alla stampa il documento programmatico del CSIR San Marino, Emilia Romagna, Marche
“Sono 1.467 i lavoratori frontalieri che negli ultimi 6 anni hanno perso il posto di lavoro”. È il primo dato sottolineato da Ivan Toni (CSdL), Presidente del CSIR San Marino-Emilia Romagna-Marche, nella conferenza stampa di questa mattina convocata dall’Ufficio di Presidenza dello stesso CSIR, di cui erano presenti anche Gianluca Montanari della CDLS, Lora Parmiani della CGIL, e Giuseppina Morolli, della UIL Rimini.
“I lavoratori frontalieri, in gran parte, sono assoggettati a contratti a tempo determinato, dato che il processo di stabilizzazione è stato interrotto nel 2011, e non è stato riattivato, nonostante le pressanti richieste del sindacato sammarinese e dell’intero CSIR. Molte sono le penalizzazioni a cui in generale sono soggetti i lavoratori frontalieri. Se da un lato hanno diritto ad un periodo di Cassa integrazione per tre mesi, dall’altro hanno scarsissime possibilità di essere ricollocati presso le imprese sammarinesi. Lo Stato Italiano da parte sua non riconosce ai frontalieri, terminata la mobilità a San Marino, l’indennità di disoccupazione. È quindi necessaria un’armonizzazione delle due normative, per garantire anche a questi lavoratori lo stesso percorso dei colleghi residenti. In questo contesto va rivisto l’accordo Italo/Sammarinese del 1974, che prevede che le coperture economiche degli ammortizzatori sociali siano a totale carico della RSM, a prescindere da quale sia lo stato che materialmente le eroga. Va introdotto un nuovo sistema che preveda la partecipazione dei due Stati alle coperture economiche necessarie”.
Uno dei principali obiettivi del CSIR è “riattivare il percorso di stabilizzazione. Premesso che i lavoratori sammarinesi e residenti hanno la precedenza negli invii al lavoro, una volta appurato che una determinata figura professionale non è presente a San Marino, e una volta che il lavoratore è entrato nel sistema sammarinese, deve avere gli stessi diritti degli altri. Considerando poi che la Repubblica di San Marino ha avviato confronto con la U.E. finalizzato al raggiungimento di un accordo di associazione, dovrà adeguarsi alle norme europee che vietano, di fatto, qualsiasi tipo di diversificazione nel riconoscimento dei diritti sulla base della residenza anagrafica. In generale va affermato definitivamente un sistema normativo che stabilisca che non vi può essere alcuna discriminazione di trattamento in riferimento al sistema di sicurezza sociale, al regime fiscale ed alla legislazione del lavoro, sulla base della residenza del lavoratore, come è già universalmente sancito per quanto riguarda il genere, l’ideologia politica, la religione, ecc. La problematica fiscale, anche se molto ridimensionata dalla avvenuta stabilizzazione della franchigia, va in ogni caso affrontata”. Il CSIR ribadisce “la necessità di giungere quanto prima, da parte italiana, ad una legge ordinaria che stabilisca definitivamente l’ammontare della franchigia, e che sancisca il principio della sua rivalutazione in base all’andamento del costo della vita”. Insomma, “per i frontalieri va superata un’altra stridente anomalia; dal fisco italiano sono considerati come lavoratori autonomi. Le direttive della CES (Confederazione Europea dei Sindacati) affermano che il lavoratore subordinato, ancorché frontaliero, non debba subire la tassazione sui propri redditi da lavoro dipendente, secondo regole che sono state calibrate per altre casistiche di lavoratori. Pertanto, per superare questa anomalia, è necessario il dialogo tra le due autorità fiscali, al fine di non rendere difficoltoso il pagamento delle imposte, e favorire un concreto scambio di informazioni tra gli enti, utile ad ostacolare qualsiasi forma di evasione fiscale”.
Altro problema irrisolto è il mancato riconoscimento da parte di San Marino degli istituti previsti da entrambi gli Stati per il lavoratore che abbia un figlio invalido a qualsiasi titolo. “Va cancellata al più presto questa intollerabile discriminazione, con un accordo che stabilisca un passaggio diretto di documentazione tra i due enti previdenziali (INPS – ISS). Vanno altresì chiarite tutte le problematiche relative agli eventuali infortuni in itinere dei lavoratori frontalieri, a prescindere dallo Stato in cui siano avvenuti incidenti stradali”.
Il CSIR, unitamente ai sindacati che lo compongono, intende aprire un percorso di confronto e sensibilizzazione di tali problematiche con le autorità sammarinesi ed italiane. Saranno inoltrate richieste al Congresso di Stato, così come all’Ambasciatore Italiano nella RSM e alle autorità territoriali limitrofe, Emilia Romagna e Marche. Il CSIR convocherà una assemblea informativa dei lavoratori frontalieri.
Infine, il CSIR sostiene l’obiettivo di uno “Statuto del lavoratore Frontaliere”, ritenendo di fondamentale importanza il riconoscimento, da parte internazionale, di un preciso status giuridico di queste figure professionali. In tal senso il CSIR fa proprio il documento della CES “Raccomandazioni ai governi nazionali e all’Unione europea (UE) per il superamento degli ostacoli alla mobilità dei lavoratori frontalieri in Europa”, adottato nelle scorse settimane, in cui il sindacato europeo indica chiaramente la direzione della creazione di uno specifico statuto, come ulteriore strumento di tutela e di diritto di questi lavoratori.