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RAEE, le best practice che fanno bene all’ambiente

da Redazione

IAM srl: a livello ambientale invece, e quindi parliamo di ritiro dei rifiuti, i RAEE si suddividono in due categorie, “pericolosi” e “non pericolosi”.

 

di Mirkare Manzi

 

La maggior fonte di recupero dei metalli sono i RAEE, i Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, una “miniera” inesauribile. E’ pensiero comune abbinare questo acronimo ai computer fissi e portatili, ma anche ai fax. In realtà la gamma è davvero molto ampia, e comprende anche i condizionatori, gli aspirapolveri, i gruppi di continuità, i tostapane, i forni a microonde, eccetera. Per semplificare, possiamo affermare che per RAEE si intendono tutti i macchinari che sono in possesso di una scheda elettrica ed elettronica.

Per la normativa in vigore i RAEE si suddividono in cinque macroaree, tutte contraddistinte dalla lettera R. Vediamoli assieme.

R1 raggruppa tutte le apparecchiature refrigeranti, ovvero i frigoriferi, i congelatori e i condizionatori.

R2 comprende i cosiddetti “grandi bianchi” come le lavatrici, le lavastoviglie, i forni a microonde, le cucine, eccetera.

R3 contraddistingue invece le televisioni (sia quelle “vecchie” a tubo catodico che quelle di ultimissima generazione, cioè a LED e al plasma) e i monitor dei pc.

Gli R4 invece sono le apparecchiature illuminanti e “altro”. In questa categoria trovano spazio gli aspirapolveri, le macchine per cucire, i ferri da stiro, le friggitrici, i frullatori, ma anche i computer (intesi però come unità centrale, mouse, tastiera), le stampanti, i fax, i telefoni cellulari, i videoregistratori VHS e DVD, le radio e le plafoniere.

Le sorgenti luminose sono inserite nella categoria R5: qui vengono inseriti i neon e le lampade.

A livello ambientale invece, e quindi parliamo di ritiro dei rifiuti, i RAEE si suddividono in due categorie, “pericolosi” e “non pericolosi”: la IAM srl li ritira entrambi. Una parte viene trattata all’interno del nostro impianto, un’altra invece viene trasferita negli impianti idonei che sono ubicati in Italia.

Ricordiamo che i principali problemi derivanti da questo tipo di rifiuti sono la presenza di sostanze considerate tossiche per l’ambiente e la non biodegradabilità.

La crescente diffusione di apparecchi elettronici determina un sempre maggiore rischio di abbandono nell’ambiente o in discariche e termovalorizzatori con conseguenze di inquinamento del suolo, dell’aria, dell’acqua. Con ripercussioni, chiaramente, sulla salute dell’uomo.

I cittadini e le imprese, attraverso piccoli accorgimenti semplici ma preziosi, possono fare davvero molto.

Una best practice che consigliamo riguarda il conferimento dei RAEE: non vanno mai immessi nella “raccolta indifferenziata” o ancor peggio abbandonati sulla strada o al fianco dei cassonetti, bensì negli appositi contenitori. Un gesto che fa bene all’ambiente e anche al portafogli. Meglio un valore di mercato quasi nullo – le plastiche che si trovano nei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche si avvicinano allo “zero” – che un costo di discarica.

Nella prossima rubrica, il primo venerdì di maggio, affronteremo i materiali che vengono utilizzati per l’imballaggio dei RAEE, gli eventuali incentivi e il ruolo dei consorzi.

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