Home FixingFixing Bellezza da svenire: quando la visione dell’arte provoca turbamenti psicologici

Bellezza da svenire: quando la visione dell’arte provoca turbamenti psicologici

da Redazione

“Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere”. Così lo scrittore Stendhal (pseudonimo di Marie-Henri Beyle) descrive la “celebre” sindrome che porta il suo cognome.

 

“Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere”. Così lo scrittore Stendhal (pseudonimo di Marie-Henri Beyle) descrive la “celebre” sindrome che porta il suo cognome.

Il disturbo venne individuato ed analizzato per la prima volta nel 1977 dalla psichiatra fiorentina Graziella Magherini, che descrisse alcuni casi di turisti stranieri in visita a Firenze colpiti da episodi acuti di sofferenza psichica ad insorgenza improvvisa e di breve durata. Tali pazienti, perlopiù di sesso maschile, di età compresa fra 25 e 40 anni e con un buon livello di istruzione scolastica, viaggiavano da soli, erano provenienti dall’Europa Occidentale o dal Nord-America e si mostravano molto interessati all’aspetto artistico del loro itinerario.

L’esordio del disagio si presentò poco tempo dopo il loro arrivo a Firenze, e si verificò all’interno dei musei durante l’osservazione delle opere d’arte.

In età contemporanea è stato scoperto che anche la musica moderna, di forte impatto psicologico ed emotivo, può essere causa di stati molto simili a deliri comuni e allucinazioni, la cui diagnosi è tuttavia accostabile di preferenza alla psicosi.

Ma se la sindrome di Stendhal è particolarmente conosciuta, ce n’è una più “particolare” e che porta il nome di un Maestro della pittura: Rubens, pittore fiammingo barocco che ha vissuto tra il Cinquecento e il Seicento. Senza entrare nei dettagli, i visitatori vengono travolti da un irresistibile “desiderio” all’interno di determinati palazzi e di fronte a certe opere d’arte. Recentemente il professor Cicogna ha stilato una classifica speciale dei musei a rischio “Rubens”.

Al primo posto ha indicato Palazzo Doria Pamphilj di Genova, dove si trova il “Satiro” del pittore. Il secondo è la Pinacoteca di Brera di Milano. Il terzo museo è la Gam, Galleria d’arte moderna di Torino, da molti indicato come il museo più sensuale d’Italia. Nella top ten troviamo però anche il Vittoriano di Roma e il Museo Capodimonte di Napoli.

La “sindrome di Gerusalemme” invece consiste nella manifestazione improvvisa, da parte del visitatore della città di appassionati sentimenti religiosi e di un impulso a proferire espressioni visionarie.

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