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Consiglio Grande e Generale: le dimissioni del comandante Gentili

da Redazione

Nel corso del dibattito è unanime il parere sull’accoglimento delle dimissioni come “atto dovuto”. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

SAN MARINO – L’ultima giornata di lavori consiliari è interamente dedicata al comma 17, ovvero il riferimento del governo sulle dimissioni del comandante della Gendarmeria, Alessandro Gentili, e il successivo dibattito. I lavori si concludono con l’approvazione dell’ordine di maggioranza, Ps e Upr, con 39 voti a favore e 13 contrari. e la bocciatura dell’Odg della minoranza composta da C10, Su, Rete e i consiglieri indipendenti Pedini Amati e Lazzari, respinto con 36 contrari 14 a favore e un astenuto.

Il testo approvato recita che “il Consiglio grande e generale (…) accerta le dimissioni del generale Alessandro Gentili e valuta la necessità di approfondire le numerose problematiche su sicurezza e ordine pubblico e al riordino dei corpi di polizia; impegna il governo a riferire in un comma specifico nella prossima sessione del Consiglio grande generale anche per addivenire nel più breve tempo possibile alla nomina del comandante della Gendarmeria”.

Apre la seduta la lettura della lettera di dimissioni del generale Gentili da parte della Reggenza, cui segue il riferimento del segretario di Stato per gli Affari esteri, Pasquale Valentini. Sono 47 gli iscritti al dibattito. Nel corso del dibattito è unanime il parere sull’accoglimento delle dimissioni come “atto dovuto”, mentre l’opposizione insiste con la richiesta di un’ammissione di responsabilità da parte del segretario di Stato Valentini e del governo. Anche tra le fila delle maggioranza non mancano le osservazioni critiche rispetto l’esecutivo. Per Maria Luisa Berti, Ns, non si può fare del comandante Gentili il capro espiatorio: “Ci sono responsabilità diffuse- manda a dire- la politica si assuma la sua responsabilità”. Valeria Ciavatta, Ap, giudica la conferma di Gentili da parte dell’esecutivo “frettolosa e per nulla condivisa”. Sempre dalle fila di Ap, Mario Venturini condivide la sua contrarietà rispetto alla conferma data a Gentili: “Il governo si è preso questa prerogativa e ora e se ne prende la responsabilità, soprattutto perché non l’ha condivisa con la maggioranza”.

Dall’opposizione Simone Celli, Ps, lancia la proposta di attivare “un confronto con tutte le rappresentanze consiliari per individuare un progetto complessivo che metta in sicurezza Gendarmeria e corpi di polizia” , così come quella di avere un dibattito su questi temi nella prossima seduta consiliare, proposte che sono accolte con favore da più interventi della maggioranza. La ricerca di condivisione su ordine pubblico e sicurezza è fondamentale anche per

Nicola Selva, Upr: “Sono temi che impongono unità nazionale e tutte le forze politiche devono dimostrare assunzione di responsabilità”.Anche Denise Bronzetti, Ind.:lancia l’auspicio che “lo sforzo di questo Consiglio sia quello di fare sistema”. Nella scelta del successore di Gentili, Federico Pedini Amati, Ind., chiede che sia “lo stesso corpo della Gendarmeria a sottoporre una proposta alle varie commissioni consiliari di riorganizzazione e una rosa di nomi”. Per Gian MatteoZeppa, Rete, il “vero sconfitto è il segretario Valentini e deve mettersi nell’ottica di collaborare o lasciare il passo”, anche perché “la nomina del prossimo comandante la deve fare il Consiglio”.Andrea Zafferani, C10, ribadisce che”le responsabilità di Valentini sono gravi e ci aspetteremmo una assunzione piena di responsabilità”. Rispetto al problema del riordino dei corpi di polizia, Luca Beccari, Pdcs sottolinea che “le scelte di fondo, il quadro, lo deve disegnare la politica”, non il capo della Gendemeria. Francesca Michelotti, Su torna a condannare le parole di spregio verso la magistratura del comandante: “Ogni parola di denigrazione verso i magistrati del generale intercetta interessi della componente del Paese coinvolta in fenomeni corruttivi ma anche quella dei qualunquisti”.Infine, Gerardo Giovagnoli, Psd, ribadisce che “dal punto di vista della maggioranza si deve ammettere che forse Gentili non era la persona più adatta”.La sessione consiliare si chiude con il messaggio di saluto della Reggenza, al termine del proprio mandato.

Di seguito una sintesi degli interventi.

Comma 17. Riferimento del Governo sulle dimissioni del Comandante del Corpo della Gendarmeria e successivo dibattito

La Reggenza legge lettera di dimissioni del comandante Gentili: “Prendo atto delle difficoltà incontrate dal mio arrivo in Repubblica. Riscontrate già da 6 mesi prima di assumere l’incarico. Non posso fare altro che constatare l’evidente e assoluta impossibilità di proseguire in un incarico rivelatosi incomprensibilmente troppo complesso. Le notizie uscite sulla mia persona hanno avuto risonanza negativa e altamente lesiva tanto della mia onorabilità quanto della dignità delle Pubbliche Istituzioni. Tenuto conto che non posso difendermi da fatti di cui ho avuto solo generica cognizione chiedo alla Reggenza di volermi prosciogliere dai vincoli di ferma quinquennali assunti con il contratto di novembre 2013. Esprimo profondo rammarico per epilogo innaturale, peraltro da tempo da me presagito e previsto come ineluttabile. Epilogo che, come tale, va a sommarsi con altrettanti epiloghi traumatici che, per diversi fattori e differenti problematiche nelle quali non posso ovviamente immedesimarmi, hanno visto comunque l’allontanamento dalla Repubblica in successione di ben tre funzionari delle Polizie italiane: eventi che non possono non porre inquietanti interrogativi, che non compete certe al sottoscritto chiarire. Mi rincresce che nonostante la mia predisposizione non si è potuto instaurare un migliore e proficuo rapporto di collaborazione con la Magistratura, con la quale dallo scorso settembre si sono incomprensibilmente ventilati a più riprese attriti e contrasti e con la Gendarmeria ed il suo comandante: chi scrive continua a non comprendere a cosa sono dovuti. Né si può pensare che tale precisazioni, formulate sempre in modo riservato in carteggi ufficiali, tese a ricercare maggiore efficacia collaborativa e rispetto dei ruoli tra istituzioni, possano obiettivamente divenire base per attriti o azioni di delegittimazione. Le presunte delegittimazioni hanno spesso avuto corpo ed ingiustificato eco a mezzo stampa, certo mai attivata dal sottoscritto, né dalla Gendarmeria. Dunque in cosa si sostanzierebbero codeste delegittimazioni? Non ho mai mancato di lealtà a istituzioni sammarinesi. So cos’è la lealtà. E ho espresso parole di vivo apprezzamento e ammirazione per la Repubblica, le sue istituzioni pubbliche e anche per l’assetto e la funzionalità del Tribunale. Ho dedicato risorse, pazienza e tempo alla Gendarmeria che ho rilevato disorientata e provata da vicende che affondano le radici in tempi non recenti. Al corpo auguro migliori fortune”.

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari Esteri: “La lettera del comandante chiederebbe di essere presa sul serio e di tenere conto di quello che il generale Gentili in questo momento chiede, ossia di essere prosciolto dal suo incarico. L’accoglimento della richiesta è compito istituzionale. Parlerò di quello che conosco e ho potuto constatare. Non posso parlare di cose che non conosco e di cui non ho né esperienza, né documentazione. Parlerò solo di quello che so. A fine novembre 2013 si è deciso di prendere contatto con l’Arma dei Carabinieri perché si pensava di poter trovare lì la figura adeguata per occuparsi del riordini dei Corpi di Polizia sammarinesi. Abbiamo chiesto personalmente un incontro al generale dell’Arma e abbiamo espresso la nostra esigenza di dare un comandante alla Gendarmeria che si occupasse del riordino dei Corpi. Dopo che sulla base dei curriculum il Congresso si è espresso, abbiamo incontrato fisicamente il generale Gentili. E si è trovato oggetto di polemica prima di poter iniziare il suo incarico. Una caratteristica continuata per tutto il percorso. Polemica che si è acutizzata nel momento in cui è nata la discussione sul grado del comandante. E’ proseguita nel momento in cui ha presentato la relazione illustrativa di riorganizzazione dei Corpi. Opposizione che poi è proseguita con l’aumento dei furti. Il comandante Gentili ha vissuto male questa polemica continua e l’ha considerata, anche per sua natura di militare, una provocazione. In effetti il dileggio è stato molto forte. La sua reazione è stata a sua volta fatta con modalità e toni che hanno offerto il fianco a interpretazioni che si sono ritorte contro lo stesso. Venendo alla strutture dei Corpi di Polizia sammarinesi. C’era un problema di revisione e riorganizzazione. La scelta che mi sembrava fosse stata fatta era che, avendo scelto che i corpi dovessero rimanere tre, era inevitabile andare verso la scelta di un Dipartimento e dunque di un direttore di Dipartimento. Un errore che abbiamo fatto è stato quello di non risolvere questa problematica prima dell’arrivo del comandante. Non avendo deciso con precisione quale assetto vogliamo dare ai Corpi di Polizia, rischiamo che chiunque venga nominato non sia poi nelle condizioni di fare quello per cui è stato chiamato. E’inevitabile oggi accogliere la richiesta di interruzione dell’incarico avanzata dal generale. Non ci sono più le condizioni. Credo si debba allo stesso tempo trovare il tempo e la modalità giusta per approfondire le altre problematiche che anche con l’accoglimento delle dimissioni restano sul tavolo. Credo infine che la soluzione di quelle problematiche non sia più rinviabile”.

Andrea Zafferani, C10 : “L’Odg che avevamo presentato è superato, visto che oggi stiamo parlando di dimissioni”.

Vladimiro Selva, Psd: “Vorrei cercare di analizzare quale può essere lo sviluppo di questa vicenda, avendo a cuore l’interesse nazionale, non solo per una questione interna di sicurezza e gestione di un corpo, ma anche per l’attività di indagine e i rapporti con le autorità italiane e internazionali. Di qui a breve saremo chiamati a valutare il profilo di un sostituto del generale Gentili. E’ inevitabile accogliere infatti le dimissioni, nonostante le buone intenzioni e l’impegno profuso, ma per responsabilità di vario ordine, non tutte imputabili a lui, si sono create difficoltà di relazione con il tribunale e interno al corpo. Colui che verrà individuato dovrà avere un’innata capacità di comando, poi bisognerà tenere in considerazione l’organizzazione del corpo della Gendarmeria, che non ha ufficiali e ha una distanza notevole tra chi ha il comando e i ranghi inferiori. Forse si dovrà rivedere il regolamento interno. E se dovessimo rivolgerci fuori per individuare questa figura, dovremo avere un’ampia rosa di proposte. Oggi non è il momento giusto per prendere decisioni, ma l’Aula deve fare questo sforzo e come Psd auguriamo che un dibattito consiliare si debba avere. Altro tema importante sono le regole di ingaggio, ovvero quali obiettivi dovremo dargli. In un contesto in cui il corpo della Gendarmeria ha urgente necessità di essere riorganizzato, ci vogliono indirizzi politici. Gentili ha lavorato su un progetto di riforma dei corpi sulla base di direttive che gli sono prima state date, poi smentite dalla stessa politica. E su questo serve chiarezza”.

Simone Celli, Ps: “Le dimissioni di Gentili sono un tema delicato che impone il mantenimento del senso di responsabilità del Consiglio. E’ un tema infatti che mette in luce le difficoltà relazionali consistenti tra diversi settori dell’amministrazione statale. C’è poco da dire rispetto la decisione di dimettersi, è un atto dovuto che il Consiglio deve accogliere senza tentennamenti. Ma il Consiglio deve interrogarsi su una gestione politica della vicenda da parte del governo, non voglio ripercorrere il vespaio di polemiche partite dalla nomina di Gentili, ma certi errori in futuro non dovrebbero ripetersi, in quanto frutto di una gestione politica discutibile e approssimative. Come membro della Commissione giustizia, ricordo che l’8 settembre 2014 in quella sede emersero con nitidezza le criticità notevoli nei rapporti tra il comandante e l’autorità giudiziaria. Ma non credo che siano state tenute in debita considerazione dai membri di governo. Le criticità erano vere e la rafferma del comandante rappresenta sul piano politico un atto sconsiderato. Oggi si chiude una fase politica infelice, sulle nomine di questo governo un minimo di autocritica credo che civoglia. Forse non abbiamo avuto fortuna negli ultimi anni.

I temi della sicurezza e dell’ordine pubblico non hanno colore politico e non sono temi che fanno riferimento al governo, ma all’intera comunità sammarinese e vogliamo concludere questo dibattito dimostrando attaccamento alle istituzioni, anche mettendole di fronte a scelte sbagliate. Avanziamo infine due proposte: attiviamo da domani mattina un confronto con tutte le rappresentanze consiliari per individuare un progetto complessivo che metta in sicurezza Gendarmeria e corpi di polizia. E’ fondamentale ricercare la più ampia condivisione possibile su queste tematiche Ordine pubblico e sicurezza impongono unità nazionale e tutte le forze politiche devono dimostrare assunzione di responsabilità. Il metodo delle nomine calate dall’alto è sbagliato, procediamo diversamente e cerchiamo nella nomina più ampiamente condivisa possibile. Seconda proposta: usciamo con un impegno formale affinché nella prossima seduta consiliare si possa avere un dibattito ad hoc per uscire con una proposta sull’emergenza di ordine pubblico. I sammarinesi lo pretendono e la politica deve dare risposte al più presto”.

Marco Gatti, Pdcs: “L’intervento che mi ha preceduto ha parlato di un Paese sfortunato nelle nomine, effettivamente è così. Soprattutto, rispetto alle nomine di figure esterne che hanno portato a rotture traumatiche, vi invito a ragionare e condividere affinché la nomina futura sia più forte, condivisa e ragionata. E’ la sfida che il Consiglio e le forze politiche devono prendere in esame. Rispetto la Gendarmeria, dal dopo Biagioli in avanti, abbiamo avuto tante problematiche, tutte diverse, ma tutte che hanno portato a rotture traumatiche. Non possiamo prescindere dal fatto di accettare le dimissioni presentate dal comandante perché, pur ritenendo di non aver motivi per fare valutazioni approfondite, quello che però è a nostra conoscenza è sufficiente per poter esprimere un parere. Quello che non ci sono più le condizioni di serenità per portare avanti un rapporto di lavoro importante tra il nostro Stato e il generale Gentili. Ciò chiude una problematica sul singolo, ma lascia aperto il problema generale di riordino delle forze polizia. In questi anni abbiamo fatto tante cose, installato telecamere, messo in esame un progetto di riordino dei corpi e bisognerà che l’Aula consiliare dibatta di questo al più presto. Dobbiamo sicuramente prestare attenzione alla visita del Moneyval che ragionerà sulla funzionalità dei corpi e il fatto di avere comandante che si è dimesso non aiuterà. Sono preoccupatissimo di quello che sta accadendo in territorio, rispetto i furti, stiamo assistendo a fenomeni inusuali, come rapine a mano armata in semplici esercizi commerciali. Condivido la proposta di porre in essere un dibattito nella prossima seduta consiliare per individuare insieme le soluzioni a tutti i problemi”.

Nicola Selva, Upr: “Siamo di fronte al terzo cambio al comando di questo corpo, all’aumento della criminalità e all’emergenza nel Paese. Le problematiche restano sul tavolo. Le vicenda pone inquietanti interrogativi, ma parlerò solo delle cose che conosco. Oggi si delinea una situazione di grande preoccupazione sulla sicurezza del Paese. Il ruolo del comandante resta vacante. Il problema non è solo del governo e della maggioranza. Sulla sicurezza è emergenza e chiediamo cosa si intende fare, occorre porre basi per un nuovo ragionamento. Quali sono gli investimenti per l’ordine pubblico, quali atti normativi sono previsti? Noi abbiamo fatto proposte concrete, abbiamo chiesto di destinare dei finanziamenti, una centrale unica delle forze ordine, l’aumento del personale servizio attivo, l’uso di apparati tecnologici e altro. Torno a chiedere con fermezza interventi e stanziamenti economici. Il problema è di tutti e la scelta del nuovo comandante deve essere espressione di tutti, mi unisco al collega Celli per un confronto per raggiungere condivisione. attiviamo da domani mattina un confronto con tutte le rappresentanze consiliari per individuare un progetto complessivo che metta in sicurezza Gendarmeria e corpi di polizia. E’ fondamentale ricercare la più ampia condivisione possibile su queste tematiche Ordine pubblico e sicurezza impongono unità nazionale e tutte le forze politiche devono dimostrare assunzione di responsabilità.

Ivan Foschi, Su: “Nel riferimento del segretario ho trovato una cronologia, ma non dei riferimenti alle vicende più spinose, quelle emerse nell’ordinanza. Credo il segretario avesse tutti gli elementi senza incorrere nella violazione segreto istruttorio. Non abbiamo analizzato seriamente le ultime vicende. A fine 2013, quando è stato nominato comandante, pur di fronte a questioni bizzarre, quale l’elevazione del titolo a Generale, noi come gruppo di Su ci siamo posti senza pregiudizi. I primi passi sono stati mossi in audizione della Commissione antimafia nel gennaio 2014 e durante quella ebbi alcune perplessità riguardo all’inserimento del Generale nella nostra realtà. Pareva non avesse preso visione della nostra realtà, eravamo vicino ai toni dell’isola felice, ma una serie di problemi in realtà c’erano. Ci fu una nuova audizione a gennaio 2015, in un quadro totalmente cambiato. Ci fu un giudizio più uniforme di tutti i commissari, erano evidenti i rapporti incrinati con i magistrati, ci sono state vicende che hanno lasciato il segno, come l’arresto di Podeschi e del gendarme Mazzocchi. Da qui era emersa la carenza della struttura carceraria e del personale dislocato. Di questo si è parlato in commissione Giustizia. E avevamo mantenuto riservatezza, ma i nodi sono arrivati al pettine. Ed sono arrivati tramite un’ordinanza, scritta nero su bianco, non da un blog. Così come è inaccettabile che l’episodio dell’arresto Mazzocchi dal generale venga liquidato come “rapimento”. Lasciamo stare il giudizio sulle istituzioni, atteniamoci al rapporto tra vertice della gendarmeria, tribunale e nucleo antifrode. A me sembra una situazione ‘fuori di testa’, di una gravità assoluta, da rimozione immediata. Ne parliamo solo oggi perché sono arrivate le dimissioni. Ma il governo sapeva benissimo quali erano i problemi e doveva porvi rimedio”.

Denise Bronzetti, Psd: “Mi auguro si possa parlare presto in Aula con serenità su sicurezza, riordino dei corpi e sostituzione del comandante Gentili, con tutte le forze consiliari. Non se ne invitano due al tavolo per trovar soluzioni che spianino la strada ad altro, smettiamo di fare i giochini, ci sono emergenze nel Paese che vanno risolte in fretta. E non significa agire come in precedenza, con scelte non ponderate e non condivise. Le motivazioni di Gentili possono essere condivisibili, ovvero l’aver visto un Paese che nonostante gli avvenimenti giudiziari, ancora non sa reagire e ancora non è in grado di agire in totale trasparenza. Il problema è che il generale avrebbe dovuto essere più cauto nell’esternare questa valutazione, in larga parte condivisibile. Ma avrebbe dovuto essere più cauto. Non vi nego che all’atto dell’Audizione del generale Gentili, appena arrivato, in commissione Esteri, sono rimasta esterrefatta da alcune sue osservazioni che non lasciavano pensare a un profondo rispetto delle istituzioni e del Paese che lo stava ospitando. Come molto incauta è stata la sua considerazione verso il tribunale. Se aveva davvero compreso che in questo Paese ancora necessitano passi in avanti sul fronte della trasparenza, era meglio che si mettesse a fianco del lavoro fatto dal tribunale e non in contrapposizione. Ciò ha dato adito a pensieri diversi. Maldestro poi è stato, da un uomo che dice di avere comandato migliaia di uomini, lasciarsi andare a considerazioni piuttosto personali in riunioni di lavoro nei confronti dei segretari di Stato e dei membri del Consiglio. Mi auguro che lo sforzo di questo Consiglio sia quello di fare sistema. Di fronte a queste cose non si scherza e il Paese sta pagando un prezzo troppo alto. Bisogna fare lo sforzo per trovare velocemente una soluzione e dare una nomina al corpo della Gendarmeria”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Gentili ha fallito, ha fallito chi lo ha proposto e ha perorato la causa, il segretario Valentini. Il compito del riordino delle forze di polizia è stato completamente disatteso. E’ arrivato qui con boria e prosopopea, in modo non consono alla sua figura che gli stava stretta. Tutti e tre gli ultimi comandanti ne sono usciti con le ossa rotte, aggiungiamoci il quarto, il comandante Riccio. Gentili ha scaricato i suoi errori sugli altri, non è certamente lui che deve giustificare i suoi fallimenti. Fortunatamente ora Gentili è il passato, è necessario guardare avanti cercando di non compiere gli errori precedenti. Bisogna salvaguardare il tribunale. Il problema è uno solo, la polizia giudiziaria, deve essere risolto.

Il vero sconfitto è il segretario Valentini e deve mettersi nell’ottica di collaborare o lasciare il passo. La nomina del prossimo comandante la deve fare il Consiglio, attraverso l’analisi dei curriculum, non è pensabile sia ascrivibile a una sola persona. Cosa si fa nel frattempo della vacatio? Propongo di responsabilizzare i 4 marescialli che abbiamo, redigano un documento sulle effettive esigenze da attuare in attesa che si scelga un nuovo comandante. E’ fattibile unire le competenze dei più alti in grado e tra un anno si sarà qui e si farà il punto della situazione. Si rischia altrimenti una frattura insanabile tra tribunale e forze dell’ordine. La responsabilità di quanto è successo è ascrivibile a due segretari, in primis Valentini, poi Venturini, che hanno perorato la causa di Gentili, è necessario coinvolgere l’Aula per una scelta sul prossimo comandante, ma da oggi in poi è importante organizzare un quadrumvirato dei 4 marescialli”.

Andrea Zafferani, C10: “Il comandante Gentili è arrivato con un buon curriculum e con il compito di riorganizzare e coordinare le forze dell’ordine. La prima cosa che ha fatto è stata proprio quella di chiedere il titolo di generale: un’assoluta anomalia. Poi ha riorganizzato i Corpi rendendo il generale capo supremo delle Forze di Polizia. Qualche disposizione interna su tatuaggi e capelli lunghi e poi se ne sono perse le tracce. Ma se Gentili ha fallito nel suo compito è dovuto anche al segretario Valentini arroccato nella sua posizione di difesa a oltranza del generale. E’ mancato nel suo ruolo di indirizzo politico del comandante della Gendarmeria. Censura per le parole espresse da Gentili nei confronti della Magistratura, ha parlato di ‘banditi e gangster’. La politica, ma in realtà è il governo, oltre a non dare l’indirizzo politico non è stato in grado di risolvere per tempo i problemi emersi tra il comandante e le altre istituzioni del paese, in primis il tribunale. E di questo il principale responsabile è il segretario Valentini. Capita di sbagliare le nomine. Bisogna però saperlo capire e rimediare, altrimenti le responsabilità politiche sono gravi. E le responsabilità di Valentini sono gravi. Ci aspetteremmo una assunzione piena di responsabilità. Ma l’intervento del Segretario non era di questo tenore”.

Rossano Fabbri, Ps: “La situazione poteva essere prevenuta a tempo debito. Arrivare a questo punto non fa altro che mettere in maggiori difficoltà il Paese. Invito l’Aula a riflettere se tutte le questioni sono state dipanate. La riorganizzazione delle Forze di Polizia e la messa in sicurezza del Paese sono questioni che vanno affrontate presto. Per quanto riguarda il comandante a mio avviso per il futuro occorre giungere a una scelta più ampia e condivisile possibile. Il Paese merita una soluzione immediata a queste problematiche”.

Stefano Canti, Pdcs: “Anche io, vorrei iniziare ricordando come l’arrivo del Generale Gentili in Repubblica sia stato frutto di un rapporto tra il Congresso di Stato, il Ministero della Difesa del precedente Governo Italiano ed il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri. Tra i vari nominativi proposti dell’Arma dei Carabinieri Italiana, il Congresso di Stato ha trovato nel curriculum del Generale Alessandro Gentili i requisiti necessari per ricoprire il ruolo di Comandante del Corpo della Gendarmeria e per coordinare il progetto di riordino dei Corpi di Polizia, sia sotto l’aspetto normativo che organizzativo, con particolare riferimento alla revisione della Legge istitutiva del Dipartimento di Polizia. In questi giorni ho avuto modo di prendere visione dei contenuti della relazione illustrativa al Progetto di Legge per il riordino dei Corpi di Polizia e delle proposte formulate per contrastare i furti in Repubblica. Una proposta che necessitava di adeguate valutazioni da parte della politica dovute dalla necessità di armonizzare i tre corpi di Polizia e all’esigenza di non creare un accentramento troppo rilevante dei poteri e certamente, di una condivisione da parte di tutte le parti direttamente coinvolte. Senza entrare nel merito della proposta, certamente va evidenziato come la stessa abbia generato diverse reazioni tra le forze politiche ed in altri ambiti. Reazioni accresciutesi con la delibera del Congresso di Stato con il quale era stato dichiarato superato con esito favorevole il periodo di prova di un anno del Comandante della Gendarmeria, riconfermandolo fino al 17 Novembre 2018. Un altro passaggio che ritengo sia meritevole di approfondimento, sono le dichiarazioni dell’ex Comandante della Gendarmeria, riprese nell’Ordinanza del Tribunale per il ri-arresto dell’ex Consigliere Podeschi e su cui perdura il segreto istruttorio. A questo punto, io credo che la politica debba porsi alcuni interrogativi, non tanto sulle dichiarazioni fatte dal Generale Gentili – a mio avviso inopportune se realmente pronunciate da un’autorevole figura Istituzionale quale quella di un Comandante della Gendarmeria – bensì, sulla rilevanza degli articoli apparsi sulla stampa locale. Dunque io credo che oggi non siano disponibili sul tavolo tutte le carte affinché la politica possa effettuare una valutazione complessiva a 360° sull’argomento in oggetto e sulla possibile incidenza nei rapporti fra le Istituzioni. Vorrei porre una ulteriore domanda. Archiviato il comma con l’accoglimento delle dimissioni dell’ex Comandante della Gendarmeria Gentili, la maggioranza e l’intera politica, come intende procedere alla nomina del nuovo Comandante? E quale incarico o ruolo intende assegnargli? Anche questi penso siano interrogativi da porre all’interno dell’aula, affinché, si possa svolgere un dibattito sul futuro riordino delle forze di polizia facendo un preciso riferimento sul ruolo che dovrà tenere ed essere assegnato al nuovo Comandante. A questo proposito colgo favorevolmente la proposta avanzata dal consigliere Celli a sedersi attorno ad un tavolo per confrontarsi sul da farsi”.

Marco Podeschi, Upr: “La vicenda Gentili non mi è piaciuta perché quando si parla di rispetto ferisce vedere che il comandante della Gendarmeria prese servizio in abiti civili. Voglio poi rilevare che ci sono state tutta una serie di difficoltà ambientali nell’ambientarsi a San Marino. Il comandante è arrivato in uno Stato che versava in una grande situazioni di criticità. E’ arrivato dopo la grossissima difficoltà nel trovare il nuovo comandante. Con tutte queste responsabilità noi come opposizione abbiamo sempre chiesto di condividere tutti i passaggi. Ma nonostante tutto Governo e maggioranza hanno continuato. A mio avviso il governo deve fare attente riflessioni su cosa vuole in materia di sicurezza questo paese. Nonostante un forte richiamo all’ordine pubblico fino adesso il governo se n’è lavato le mani. Che risposte date per la sicurezza e l’ordine pubblico? Chiediamo che entro aprile si proceda alla nomina del comandante della Gendarmeria. E si coinvolga l’opposizione”.

Tony Margiotta, Su: “Il comandante Gentili aveva portato con sé aspettative molto importanti su sicurezza e su riorganizzazione corpi. Questa figura doveva attraverso la sua grande esperienza doveva risolvere questa grandissima incombenza di cui si discute da anni. Le problematiche sollevate da Gentili sono molto gravi. E io mi chiedo: come è stato possibile attraverso la delibera riconfermare il comandante? Le dimissioni verranno sicuramente accettate dall’Aula ma il problema politico è un altro ed è legato alla riconferma di questa persona. Ha creato distacco con il Tribunale e inoltre non ha mai realmente riorganizzato i Corpi di Polizia”.

Iro Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro: “Mi rivolgo a Gentili con l’approccio che si deve alle istituzioni a chi ha saputo, anche presentando le dimissioni, rimettere in discussione la sua funzione. Il percorso di confronto con le istituzioni italiane era partito anche nella scorsa legislatura perché il Paese era consapevole della necessità del riordino delle forze di polizia. In un governo ci deve essere reciproca fiducia e la nomina era stata condivisa. Qualche problema è insorto con la riorganizzazione dei corpi, la proposta sembrava molto forte. Da lì purtroppo sono nate una serie di questione che hanno fatto sentire delegittimata l’azione del comandante. Al di là della pura cronaca degli accadimenti, in questo dibattito la politica e il Paese entrano da sconfitti.

Rilevo che in questa fase è mancato un raffronto con chi in Repubblica ha svolto e svolge un ruolo importante, il Comando superiore delle Milizie. Maggioranza, consiglio e le forze politiche che vorranno spendersi per ritrovare soluzioni migliori, mi auguro possano arrivare e permettere che la politica possa confrontarsi sui percorsi del governo. Ma chiedo che fin da oggi, quando dovremo riaffrontare il riordino e l’individuazione di chi dovrà prendere il comando della Gendarmeria, ci sia un coinvolgimento forte del Comando delle Milizie”.

Mimma Zavoli, C10: “La politica è la vera responsabile della catena degli eventi legata alle dimissioni di Gentili. Le sue parole sono state in qualche modo intercettate e questo è motivo di preoccupazione, qualcuno ha agito consapevolmente e ne ha fraudolentemente carpito lo sfogo. E’ esempio di degrado etico. E’ probabile che Gentili ci abbia visto come un popolo senza la spina dorsale, ma questo è da rigettare, le colpe non sono imputabili a tutto un popolo. Il suo status gli impediva di fare certe esternazioni, è incomprensibile che dica che è lui il vero danneggiato. Difficile non essere irritati, come rappresentanti delle istituzioni, dal comportamento del comandante. Ma non dobbiamo cedere all’irritazione spiccia , piuttosto provare a comprendere le motivazioni. Sullo sfondo resta la responsabilità della malapolitica, Bene comune ha fatto i suoi disastri, a testa bassa ha imposto le sue scelte chiuse nelle segrete stanze. Valentini ha tenuto fuori quasi tutti nelle sue decisioni, minoranza in primis. Gentili in qualità di Generale è stato nominato da quest’Aula, ma non tutta. Ben consapevoli che tale grado non era dovuto. Idem per la conferma, condotta nelle segrete stanze, e su cui parte della maggioranza ha storto il naso. Oggi, più che narrarci i presupposti della nomina di Gentili, il segretario altro non fa, non c’è ombra di percorso né di un progetto autonomo da sottoporre al Consiglio. Le chiedo seriamente di valutare se continuare il suo mandato alla luce di tutto ciò. Oggi manca il segretario per la Giustizia ed è abbastanza disarmante. Il governo viaggia su 9 strade diverse e insieme i segretari di Stato non guidano il paese”.

Federico Pedini Amati, Ps: “Rilevo in primis che parte dell’opposizione riesce ad approcciarsi in modo tenero con la maggioranza anche in queste situazioni. Ora, siamo sicuri che Gentili si sia approcciato a San Marino con buona volontà. Aveva il compito primario di riorganizzare i corpi delle forze di polizia, tanto che in Commissione si presentò con una bozza. Ma già allora Valentini disse che la politica non era pronta ad accogliere quella proposta, ovvero la maggioranza. Da lì slittò la funzione primaria e da lì a oggi non se ne è più parlato. Eppure è tuttora indispensabile.

Il generale Gentili purtroppo non era stato messo nelle condizioni per fare il lavoro cui era chiamato, ma non aveva neppure le qualifiche in termini, non di esperienza, ma operative per il riordino dei corpi. La stessa Gendarmeria è divisa in più fazioni. Senza che sia la politica e basta a scegliere suo successore, augurandomi non si vada a cercarlo in Italia, mi viene da chiedere allo stesso corpo della Gendarmeria di sottoporre una proposta alle varie commissioni consiliari di riorganizzazione e una rosa di nomi, magari per gestione coordinata di più persone che ci tirino fuori da situazione che sta proseguendo da anni”.

Marino Riccardi, Psd: “Ho ascoltato con molta attenzione la lettera di dimissioni, sia l’introduzione del segretario, delineando un percorso attivato per arrivare a nomina. Le responsabilità non sono imputabili a poche persone, ma un po’ a tutti. La mancanza di condizioni per proseguire, evidenziate dal comandante, fanno si che le dimissioni vadano accettate. Ma mi pongo un problema, con un posto vacante le difficoltà che ci sono non possono che aumentare e mi preoccupano moltissimo. Soprattutto in questo momento, quando in questi ultimi tempi la delinquenza sta aumentando. Bisogna ripensare ad alcuni atteggiamenti che noi come maggioranza e consiglio dobbiamo mantenere. A questo punto non è sufficiente limitarsi ad avere telecamere ai confini, ma serve un presidio più forte nelle zone di confine. Magari bisogna dare più risorse. D’accordo con Celli, la sicurezza compete a tutto il Consiglio e apprezzo la disponibilità messa in campo per collaborare. Mi auguro vi sia una presa di posizione comune di tutto il Consiglio per affrontare senza pregiudizi il problema della sicurezza. Già dalla prossima seduta.”

Gian Nicola Berti, Ns: “Mi ero iscritto per una semplice ragione, per apprezzare la disponibilità del comandante Gentili, può essere criticato per alcune espressioni, opinabili anche i risultati, di sicuro però è costume di una popolazione civile cessare le polemiche e rendere gli onori a chi lascia il proprio incarico. Chiusa la parentesi Gentili, i problemi permangono tutti sul tavolo. La delibera odierna porta ad attribuire le responsabilità dell’operato Gentili, forse anche quello di Biagioli, Zechini, forse anche Selva, al segretario Valentini. Cerchiamo sempre di dare una lettura politica di convenienza a problemi reali del Paese. Sono letture che non aiutano alla risoluzione dei problemi. Rispetto all’azione di contrasto e repressione dei reati, se il tribunale è la mente, le forze di polizia sono il braccio. Abbiamo fatto molto per il tribunale, non abbiamo fatto abbastanza per le forze dell’ordine. La commissione Sopaf si è chiusa con l’auspicio a fare sistema contro i problemi. Problemi come microcriminalità e furti non sono completamente dipendenti dalla vulnerabilità dei nostri confini. Ci inseriamo in un contesto in cui il circondario vive situazioni pesanti di microcriminalità e flussi migratori. Il problema forse non è quello di telecamere ai confini ma di presidi”.

Alessandro Mancini. Ps: “L’atteggiamento da tenere su questo dibattito doveva essere un altro, ovvero un atteggiamento di grande responsabilità perché qui non c’è solamente la questione del comandante Gentili e la necessità di trovare un successore. Qui c’è un’emergenza da affrontare che coinvolge la sicurezza dei sammarinesi. Occorre un approccio diverso. Più collegiale e aperto. Non si può far finta che non sia successo niente, perché gli errori commessi devono essere di insegnamento. Ora inizia la fase 2: si metta sul tavolo il progetto di riorganizzazione dei Corpi di Polizia, si nomini il più velocemente possibile il nuovo Comandante della Gendarmeria, che non dovrà essere un generale in pensione, ma sarebbe meglio se fosse un 45enne capitano in carriera magari proveniente dal circondario”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “Se noi oggi pensiamo davvero che questo Paese non potrà cambiare sarebbe già fallita la nostra azione all’interno di quest’Aula. La nuova nomina del comandante della Gendarmeria sarà un passaggio fondamentale. Dovrà essere una nomina il più ampiamente condivisa all’interno dell’Aula. Ma dovrà anche essere fatta nel più breve tempo possibile perché la Gendarmeria ha bisogno di una persona in grado di guidarla in questo momento. Primo compito che spetterà al comandante è il riordino delle forze di Polizia. Altro problema vero è relativo alla sicurezza. Il nostro Paese non è mai stato così al centro di azioni di furti ripetuti. Ma le telecamere da sole non servono a niente e dunque occorre mettere sulle strade più persone. Magari pescandoli tra gli amministrativi. Il lavoro dei gendarmi deve essere assolutamente preso in considerazione”.

Maria Luisa Berti, Ns: “Il rispetto per le istituzioni impone dei passi indietro quando si sbaglia. Passo che il comandante Gentili ha compiuto e bene ha fatto. Ci sono alcuni rilievi emersi negli interventi dell’opposizione che mi creano comunque delle domande e la richiesta di avere chiarimenti. Mi riferisco a una notizia di cui non avevo avuto direttamente conoscenza ma che mi pone degli interrogativi. Ho apprezzato l’intervento del consigliere Celli che ha parlato della conferma del comandante Gentili come di un atto “sconsiderato” alla luce di ciò che emerse in una commissione di Giustizia. Non si può fare del comandante Gentili il capro espiatorio. Ci sono responsabilità diffuse. La politica si assuma la sua responsabilità. Solo oggi vengono fuori alcuni interventi che prendono cognizione del problema sicurezza presente nel nostro Paese. E’necessario valorizzare quello che realmente è il Corpo della Gendarmeria”.

Luca Santolini, C10: “Saremmo anche sfortunati nelle nomine, ma a me pare che spesso e volentieri i problemi ce li andiamo a cercare. Dovremo fare autocritica e ne ho sentita davvero molto poca. I segretari competenti si sono lavate le mani come Ponzio Pilato del conflitto tra il Tribunale e lo stesso Comandante. Nonostante la riforma dei corpi non fosse gradita, Gentili è stato riconfermato dal segretario Valentini senza neppure un confronto coi gruppi consiliari di maggioranza e minoranza. E così il conflitto è deflagrato. Sono poi emerse le affermazioni gravissime riprese dalle intercettazioni. In questa mala gestione o non gestione vi è una responsabilità politica evidente. A causa di questa non gestione ci troviamo con una patata bollente da risolvere: la questione sicurezza. Spero anche io di arrivare ad una nomina condivisa”.

Massimo Cenci, Ns: “E’stata chiesta al comandante dell’Arma una rosa di nomi e tra questa rosa di nomi è stato scelto Gentili. Nessuna ingerenza della politica, ma solo volontà di uscire dal ragionamento di nomine di parte politica. Il congresso di Stato si è poi mosso in maniera conseguente a questa indicazione e ha dato a Gentili l’incarico di riordinare i Corpi di Polizia sammarinese. Il Consiglio ha votato la nomina di Gentili. E’ evidente che quell’obiettivo non è stato raggiunto e che qualcosa non ha funzionato. Forse non si è stati in grado di mettere il comandante Gentili nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio lavoro. Ma forse è anche vero che il comandante Gentili non era la figura più adatta a ricoprire quel ruolo. Si è parlato tanto di furti e di rapine, ma io mi preoccupo molto di più di quelle situazioni che non fanno rumore ma di cui abbiamo piena contezza: dalla criminalità organizzata ai reati finanziari”.

Grazia Zafferani, Rete: “Gentili aveva il compito di riorganizzare i corpi di polizia, cosa urgentissima. A dire il vero una bozza l’aveva preparata, ma è stata purtroppo per lui smontata dal Congresso militare. Inoltre doveva collaborare con la magistratura. Valentini credeva in lui, tanto da non dover concordare il rinnovo dell’incarico con i suoi colleghi di governo. Ci chiediamo che legame ci sia tra lui e Gentili. Per forza serve il mea culpa del segretario e dei colleghi, ma lo fate sempre dopo scivolate imbarazzanti. Queste dimissioni saranno sottoposte a strumentalizzazione da parte di chi ha tutto il vantaggio di cavalcare l’onda”.

Paolo Crescentini, Ps: “Anche io esprimo rammarico per una vicenda nata male e finita ancor peggio, con un epilogo che non fa onore né al comandante, né alle nostre istituzioni, per come sono state dipinte dal comandante stesso. Le dimissioni sono un atto dovuto. Si sarebbe potuti intervenire senza rinnovo dell’incarico che è stato frettoloso da parte del segretario e del congresso. Da parte del comandante è stato dipinto un quadro non meritorio per il nostro Paese. Da cui ci dissociamo. La vacatio non deve durare troppo tempo, sarebbe utile un dibattito già nella prossima seduta consiliare. Il comandante, dopo aver fallito nella missione del riordine, si è adagiato. Credo si debba ridare credibilità alle istituzioni e una guida alla Gendarmeria in un momento particolarmente delicato con l’ondata di furti spaventosa. Il segretario in una precedente seduta ci ha dato statistiche vicine alle precedenti, ma con dati statistici non si va da nessuna parte, devono diminuire. La politica deve intervenire e non ci si deve dividere in queste battaglie. Non vorrei che i cittadini si organizzino in ronde e situazioni ingestibili. Facciamo in fretta nell’affrontare un dibattito serio e a trovare una soluzione condivisa”.

Luca Beccari, Pdcs: “La vicenda ci pone tanti interrogativi che potranno essere chiariti non oggi, ma nel tempo. Ritengo assolutamente conclusa l’esperienza Gentili, è evidente, non penso però che oggi questa sia la sede per esprimere un giudizio sereno sul suo contributo. Al netto delle sue mancanze, il clima non è stato dei migliori.

Si pone quindi il problema ora di cosa succede nella Gendarmeria domani. Condivido l’idea di affrontare in una sessione apposita il tema delle forze dell’ordine e del superamento delle criticità che ruotano attorno ai tre corpi e per valutare le soluzioni per migliorare la sicurezza nel Paese. Credo però occorra stabilire delle regole di ingaggio, a San Marino tendiamo a concentrare la risoluzione dei problemi, tutte su figure apicali. Ma le scelte di fondo, il quadro, lo deve disegnare la politica. Si parla di corpo unico, di mantenere i tre corpi, magari con una maggiore specializzazione, di mettere in atto strumenti operativi per definire dinamiche organizzative. Queste sono le problematiche della politica, solo una volta sciolti i nodi si può chiamare un comandante della Gendarmeria. Non possiamo pensare che la semplice nomina di un comandante sia risolutiva dei problemi”.

Elena Tonnini, Rete: “Prendendo atto delle dimissioni, prendiamo atto anche della forzatura della sua nomina sostenuta da Valentini, non sappiamo i motivi per la sua nomina. La notizia della conferma arriva all’insaputa della stessa maggioranza e malgrado le notizie arrivate in commissione Giustizia. Gentili aveva un ruolo che lo impegnava a fare accertamenti, invece emerge una figura che voleva sostenere apertamente l’immagine dell’isola felice, mentre privatamente diceva che il Paese non voleva cambiare. Gentile non se ne va di sua volontà ma a seguito delle sue provocazioni. Noi facciamo alcune proposte: quella di non ripetere gli stessi errori pur di procedere, il primo obiettivo da raggiungere deve essere l’operatività con la polizia giudiziaria. Piuttosto prendiamoci tempo, non sarà un dibattito in aula a ridare efficienza alla Gendarmeria, ma possiamo coinvolgere il tribunale, chiediamo ci indichi le sue esigenze per portare avanti al meglio il proprio lavoro, e chi all’interno della gendarmeria può dare suo contributo. Coinvolgiamo questi attori piuttosto che tentare di gestirli”.

Luca Lazzari, Indipendente: “Questo comma tocca la debolezza delle scelte del governo, il rapporto con le autorità italiane, il grado di autonomia della Repubblica, gli scompensi nei poteri dello Stato. Ha ancora senso discutere di politiche rilevanti, quando mancare è proprio la politica? In questi anni è successo di tutto, ma pare non sia successo niente. E’ in atto un’aberrazione dei valori, la Repubblica sta scivolando in uno stato di natura dove a decidere è solo la forza. Ho deciso quindi di lasciare da parte le questioni politiche rilevanti. Su Fb c’è un gruppo sulla ‘San Marino come eravamo’, con due mila membri. Ci sono molte foto che rappresentano l’allegria, la comunione tra i sammarinesi del passato, sento nostalgia di quel passato. Oggi c’è degradamento della convivenza civile e la politica non è stata capace di far crescere lo Stato con i tempi, l’ha piegato a logiche di consenso e anche la Gendarmeria è stata vittima di questa logica che ha favorito lassismo e incompetenza. La nomina di un comandante capace potrebbe aiutare, ma si dovrebbe fare altro, come aprire all’interno della stessa Gendarmeria, un tavolo di confronto e lasciare che lei stessa parli dei suoi problemi per ascoltare con attenzione quello che ha da dirci”.

Valeria Ciavatta, Ap: “Le frasi riportate sui media non sono state smentite dall’interessato. Sono solo state derubricate come “precisazioni formulate sempre in modo riservato”. Allora io dico che San Marino è una realtà difficile e complessa. C’è chi ha pensato di trattare i sammarinesi come se avessero gli anelli al naso. Se noi chiediamo rispetto verso i ruoli istituzionali lo dobbiamo chiedere anche fuori da quest’Aula. Non mi pare che fuori di qui si usino stessi pesi e stesse misure. Il percorso di nomina credo dovrà essere diverso da quello posto in essere: la conferma di Gentili è stata frettolosa e per nulla condivisa. C’è necessità di chi di dovere si assuma le proprie responsabilità. Chi viene a San Marino deve avere il senso delle istituzioni. E chi commette un errore deve fare un passo indietro. Per il futuro è la politica che deve dare indicazioni sui ruoli istituzionali. Il Dipartimento di Polizia è il vertice e non si può fare solo finta di dare i poteri. Ma non si può neppure fare un mega Dipartimento. Dobbiamo riordinare i Corpi affinché le funzioni che esercitano siano valorizzate e portate a risultato”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Sono disorientato. Mi aspettavo che Valentini venisse in Aula a riconoscere che alcune forzature fatte anche contro suoi colleghi di maggioranza furono uno sbaglio. Sarebbe stata una dimostrazione di forza venire in Aula con umiltà e ammettere l’errore. Non ha senso continuare a fingere che non ci siano stati errori in questa nomina. Valentini non è un bravo politico e ha perso anche questa occasione per ripristinare la propria legittimità. Le dichiarazioni di Gentili lo hanno condotto alle sue dimissioni perché dipinge il paese e le sue istituzioni come “un covo di gente poco raccomandabile”. Il fatto problematico è che questa persona non era al bar a chiacchierare ma era il capo della Gendarmeria. E non ha fatto nulla per contrastare questa situazione. Si è detto da più parti che ora deve cambiare la situazione. La situazione di un corpo della Gendarmeria che è in stato di crisi. Prima di nominare un comandante dobbiamo capire che tipo di qualifiche ci servono. Poi in base ai requisiti individuati scegliamo tra una rosa di nomi. E poi entro un anno saranno da valutare in Aula in base ai risultati ottenuti”.

Franco Santi, C10: “Devo allinearmi in maniera convinta alle dichiarazioni fatte da Roberto e da Valeria Ciavatta perché mettono in fila le problematiche emerse dalla vicenda. La politica si misura con i fatti che porta a casa e in questo settore specifico la politica e il governo hanno mancato. Su questo c’è una responsabilità precisa che bisogna prendersi. Altrimenti siamo sempre da capo. Siamo a un ulteriore esempio di mancanza della politica e di disaccordi in maggioranza, sanciti dalla richiesta di verifica di governo di Ap. Tiriamo una riga e ridiamo la parola ai cittadini per disegnare una nuova stagione. Il documento che ha determinato l’avvicendamento, l’ordinanza della magistratura, fa un racconto della situazione che merita veramente un bel ragionamento della politica e credo debba farci condividere l’esigenza di resettare tutto e ripartire”.

Francesca Michelotti, Su: “E’ già due volte nel 2015 che il Consiglio affronta dibattiti su un’azione inadeguata del governo, un mese fa erano le dimissioni del presidente Rtv, oggi di Gentili, ciò alimenta sfiducia nelle istituzioni. Tutto genera da violazioni palesi avvenute al carcere per opera di un gendarme incriminato per un atteggiamento ritenuto troppo indulgente . E’ una storia che ha conosciuto il Consiglio per mezzo della commissione Giustizia, e che sta a monte del dissidio tra gendarme e magistrati. Penso che il generale si sia trovato di fronte a una realtà più complessa di quello che credeva, è vittima dell’inganno che San Marino offre a dirigenti venuti nel nostro Paese, convinti che ‘piccoli è facile’, niente di più diverso per quello che ci riguarda. La conferma del generale è stato un errore madornale, sembra quasi lei segretario abbia avuto una visione condivisa con Gentili. Oggi siamo in mezzo al guado, il processo di bonifica è in corso, ma c’è tutto da fare e il sistema è presidiato da corruttore e corrotti non scoperti. Esiste una componente non irrilevante del Paese che teme l’offensiva del tribunale, ogni giorno potrebbe aprirsi una pagina nuova e questa paura cementa volontà animali. Ogni parola di denigrazione verso i magistrati del generale intercetta interessi della componente del Paese coinvolta in fenomeni corruttivi ma anche quella dei qualunquisti. Ora bisogna fare quadrato contro i Roberti e i soloni dentro il territorio e contro i politici che ora predicano bene e prima razzolavano malissimo. Cerchiamo di non essere loro complici inconsapevoli”.

Mario Lazzaro Venturini, Ap: “Mi sento di censurare le parole del generale Gentili che non ha mai smentito. Se non si fa questo, si dà spazio a chi approfitta per voler far passare che c’è una verità di fondo in quello che ha detto. Il generale Gentili si è rivelato una persona inadeguata al suo ruolo. Il fatto che la politica non ha accettato la sua risoluzione per il riordino dei corpi, può avere maturato in lui una delusione che l’ha portato a percepire lo stipendio e fare poco altro. Ci sono persone che quando ricoprono certi ruoli devono parlare con i fatti, così fanno i magistrati e i commissari delle commissioni d’inchiesta. Invece lui non lo ha fatto, le sue sono affermazioni che vanno censurate in modo netto e dal momento che sono state pronunciate è fuori luogo trovare giustificazioni. La persona è andata a scontrarsi con le istituzioni sammarinesi, prima di tutto con un congresso militare che è roba nostra, del nostro Paese, e va rispettata. Poi con il tribunale, la politica e il governo, dando giudizi sprezzanti. Sono d’accordo con chi ha detto che qui non si tratta di scontro tra istituzioni, qui si tratta di scontro tra il tribunale e un personaggio che ha esternato certi commenti sopra le righe. La persona se ne va sbattendo la porta, quando avrebbe dovuto scusarsi o quantomeno andarsene in punta di piedi, come ha fatto suo predecessore per aver detto cose meno gravi. Ha dimostrato di essere fuori posto. Voglio fare sistema sulle cose veramente importanti, la vicenda in sé non mi entusiasma per niente e non voglio riferirla così isolata al fare sistema. L’epilogo avrebbe potuto risolversi più sobriamente, se solo il governo avesse investito il Consiglio della responsabilità della sua conferma. Ha rivendicato una prerogativa che forse gli appartiene, io ho opinione non proprio in linea. Ma il governo si è preso questa prerogativa e ora e se ne prende la responsabilità, soprattutto perché non l’ha condivisa con la maggioranza. Non a caso il metodo era questione della verifica di governo, e questo è un metodo che non voglio nel mio governo”.

William Giardi, Upr: “Il problema è che in un anno di lavoro insieme al comandante Gentili le istituzioni e il governo hanno preso l’abbaglio di aver preso persona inadeguata a questo ruolo. Upr ribadisce la necessità che sia la politica a riappropriarsi di questi temi per il riordino dei Corpi di Polizia e per la nomina del comandante. Anche se, ribadisco, l’indirizzo deve essere dato dalla politica. Upr è da tempo che pone l’accento su questo tema. Molte volte c è stato detto che facciamo inutili allarmismi. Ma anche qui la politica può agire a diversi livelli: in un riordino dei Corpi, in un potenziamento di queste risorse. La politica può fare tutta una serie di incentivazioni. Ad esempio è da alcuni anni che non si vede un vademecum sui comportamenti da attuare in caso di rapine o borseggi etc. O ancora penso a una serie di politiche incentivanti nei confronti di coloro che si dotano di sistemi d’allarme (vetri anti-sfondamento, porte blindate etc.). L’auspicio è che il nuovo comandante venga nominato nei tempi più rapidi possibili”.

Paride Andreoli, Ps: “Mandiamo un messaggio al segretario Valentini, al Governo e a tutta l’Aula consiliare. Andiamo velocemente verso l’individuazione del nuovo comandante della Gendarmeria. Una scelta che dovrà avvenire coinvolgendo le forze politiche d’opposizione. No alle decisioni interne alla maggioranza. Noi crediamo di poter individuare il nuovo metodo che poi è il metodo classico basato sul confronto. In questa direzione mi auguro che ci possano essere quelle condizioni di confronto che si aspetta il Paese”.

Gerardo Giovagnoli, Psd: “Non possiamo fare altro che confermare le dimissioni del generale Gentili. Il casus belli che ha generato dimissioni è stato quello sbagliato. Siamo qui a parlare di dimissioni perché qualcuno ha registrato parole che non sono state smentite. Se però le motivazioni di dimissioni devono essere registrazioni di colloqui non pubblici, ho timore per tutti noi. Non è uno strumento tollerabile per far dimettere le persone. Mi chiedo perché ci sia questa registrazione. Penso a un ordine del giorno per recepire le dimissioni e poi aprire un ragionamento con le opposizioni che ci stanno. Questo deve essere messo al centro della questione. Ho apprezzato lo spirito di questo dibattito. Non siamo arrivati a estremi. Dal punto di vista della maggioranza si deve ammettere che forse Gentili non era la persona più adatta. Anche se avevo ritenuto opportuna la concertazione fatta per arrivare al suo nome. Io credevo potesse essere l’uomo giusto”.

Luigi Mazza, Pdcs: “Non è sicuramente facile affrontare le nostre realtà per chi viene da fuori. Gentili era il migliore comandante possibile? Non posso esprimere un giudizio. La questione è complessa. Le dimissioni vanno accettate immediatamente. Perché il generale Gentili è finito dentro quella ordinanza dove ha poco a che fare? Non lo so. Qualcuno è contento che il tribunale si sia sostituito alla politica. Io non lo sono per niente. Ho sentito in Aula ricostruzioni che non posso accettare. Non accetto che si venga a dire che nomina Gentili sia stata forzatura del segretario di Stato. Nessuno si è opposto a quella delibera. Che era una delibera di superamento del periodo di prova. E’stato un errore? Forse si. Oggi accettiamo le dimissioni. Le dichiarazioni che ha rilasciato lo rendono incompatibile con il ruolo che deve svolgere. Chiediamo a tutte le forze politiche di aderire a quell’ordine del giorno e di confrontarsi in Aula sulle questioni. Ordine del giorno: “Preso atto della lettera consegnata in data 12 marzo 2015 dal generale Gentili alla Reggenza nella quale il comandante chiede di essere prosciolto dai vincoli di durata quinquennale, il Consiglio Grande e Generale accetta le dimissioni: il Cgg valutata la necessità di approfondire le problematiche relative alla sicurezza, all’ordine pubblico e al riordino dei Corpi di Polizia impegna il Governo a riferire sulla questione in un comma specifico nella prossima sessione del Cgg”. Approvato con 39 voti a favore e 13 contrari.

Federico Pedini Amati, indipendente, legge l’Odg di parte della minoranza: “Il Consiglio grande e generale, al termine del dibattito sulle dimissioni del comandante Gentili, (…) esprime disapprovazione nei confronti della scelta del congresso di Stato di procedere alla conferma del comandante Gentili, a seguito del periodo di prova, senza coinvolgere il Consiglio grande e generale, nonostante la presenza di elementi che dovevano come minimo suggerire prudenza e riflessione; delibera di incaricare il corpo della Gendarmeria di elaborare un documento, da portare in commissione Affari esteri e Giustizia, contenente un esame delle criticità esistenti che limitano l’azione della Gendarmeria stessa e un elenco di proposte per migliorarla, (…); di convocare il Consiglio, anche in via straordinaria,entro 15 giorni dell’elaborazione del documento stesso, dopo l’esame nelle sopra indicate commissioni, per discutere quanto evidenziato e prendere precisi indirizzi d’azione; sulla base del documento, di addivenire alla nomina del nuovo comandante, da adottare in Consiglio (…)”. Respinto con 36 contrari 14 a favore e un astenuto

Dichiarazioni di voto:

Roberto Ciavatta, Rete: “L’Odg maggioranza mi sembra scarno e inutile, impegna il governo a prendere atto delle dimissioni e a venire in Consiglio il prossimo mese per fare un comma specifico sul riordino dei corpi di polizia. Forse sarebbe stato inutile portare in Aula, bastava metterlo a verbale questo impegno. E non vedo una censura, come fatto da qualcuno in maggioranza, di quanto è accaduto. Per questo non l’abbiamo sottoscritto e vedrà il nostro voto contrario. Non penso ci siano invece da parte dei membri di maggioranza elementi ostativi a sottoscrivere il nostro Odg, in cui chiediamo il coinvolgimento della Gendarmeria a scrivere un documento in cui si rilevano le difficoltà, convocare il Consiglio e fare un dibattito su questo documento e sulla base di questo arrivare a un elenco dei requisiti richiesti al prossimo comandante dela Gendarmeria. E’ un Odg di buona volontà”.

Giovagnoli Gerardo, Psd: “Dal punto di vista della garanzia che si dovrebbe avere in più dal procedere su quanto scritto dall’Odg, si parla di analisi a curriculum e non è diverso da quello che diciamo noi. Non c’è soluzione ideale, non credo sia quella dell’ipotesi di incaricare il corpo Gendarmeria su cui noi fare le nostre valutazioni. Andando su Odg frutto dell’interazione di tutti i gruppi consiliari, alle firme di maggioranza si sono aggiunte quelle dei rappresentanti di Ps e Upr, si è trovata una sintesi rispetto al testo letto, con l’aggiunta finale ‘anche per addivenire nel più breve tempo possibile alla nomina del comandante della Gendarmeria’.”.

Luigi Mazza, Pdcs: “Ci sono più elementi per cui respingere l’Odg minoranza, per quanto previsto per il documento della Gendarmeria, in più si fa riferimento a un’ordinanza che è un documento coperto dal segreto istruttorio”.

Federico Pedini Amati, Ps: “Ho sentito inesattezze. L’Odg su maggioranza, si è trovata sintesi con Upr e Ps, ovvero l’aggiunta dell’ultima riga. Voterò nostro Odg non quello di maggioranza”.

Andrea Zafferani, C10: “La carta canta e le differenze dei due Odg son evidenti, in primis il coinvolgimento della Gendarmeria per redazione di documento da sottoporre a commisisoni consiliari”.

Francesca Michelotti, Su: “La minoranza chiede prudenza e ponderazione degli obiettivi da affidare al comandante Gendarmeria, l’Odg di maggioranza poteva trovare nostra astensione ma non si stigmatizzano affermazioni offensive del generale Gentile verso istituzioni e politica, poi la così detta sintesi dell’aggiunta ci induce proprio a respingere in toto il testo”.

Mario Venturini, Ap: “E’ vero che Odg di maggioranza, Upr e Ps è scarno, ma è espressione del dibattito avuto in questo ambito da queste forze politiche. Personalmente, e come gruppo, avrei preferito ci fosse nell’Odg che fosse presente un richiamo alle parole pronunciate da Gentili e la relativa stigmatizzazione. Non avrei difficoltà a votare l’Odg delle forze di minoranza, ma sono perplesso nell’elemento detto che è stato detto fare la differenza. Si incarica infatti il corpo Gendarmeria di presentare un documento a commissione. Non mi sembra atteggiamento consono. E’ solo su questo che ho riserva”.

Giancarlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni: “Non entro nelle diatribe su Odg, voglio solo ricordare che Odg di opposizione trova alcune perplessità, mi unisco a quelle espresse di Venturini, che potrebbe essere in contrasto con indicazioni organismi internazionale che indicano autonomia corpi di polizia. Se poi si vogliono cambiare modalità di nomina comandante visogna cambiare la legge”.

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