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Il Duca bianco (ma anche a colori)

da Redazione

David Bowie e Masayoshi Sukita: a Bologna la ONO arte contemporanea omaggia il cantautore londinese attraverso un percorso di grandi immagini.

 

di Alessandro Carli

 

La grandezza di un artista si misura anche dai particolari. E David Bowie – al di là della musica, su cui nulla si può dire – è un uomo che non lascia nulla al caso. Del resto, per chi ha voluto avvicinare grandi testi e ottime note a un’immagine straordinariamente glam e provocatoria, è quasi normale affidare a un Maestro della fotografia la scelta delle “pose”, Masayoshi Sukita.

La “ONO arte contemporanea” (Via Santa Margherita, 10 – Bologna) omaggia il genio inglese ospitando “David Bowie ‘Heroes’: fotografie di Masayoshi Sukita”, un viaggio fotografico lungo 40 frame che approda per la prima volta in Italia e che rimarrà aperto sino al 5 maggio.

L’archivio di Sukita su Bowie è probabilmente uno dei più importanti di quelli che riguardano l’artista londinese. Sebbene il suo lavoro sia universalmente noto attraverso gli scatti iconici che illustrarono la copertina dell’album “Heroes” in pochi sanno che la relazione tra Bowie e Sukita si è negli anni trasformata in una relazione di amicizia che ha dato vita a un vero e proprio sodalizio tra i due artisti, nonché a scatti intimi e di disarmante bellezza per la loro quotidianità. La relazione tra Bowie e Sukita nasce nel 1972 quando il fotografo arriva a Londra per immortalare Marc Bolan e i T-Rex, e sebbene ignaro su chi fosse David Bowie, decide di andare ad un suo concerto perché irresistibilmente attratto dal cartellone di “The man who sold the world” che lo promuoveva. Una volta entrato Sukita ricorda: “Seeing David Bowie on stage opened up my eyes to his creative genius. I watched Bowie perform with Lou Reed and it was so powerful, Bowie was different to the other rock and rollers, he had something special that I knew I had to photograph” (“Vedere David Bowie sul palco mi ha aperto gli occhi sul suo genio creativo. Ho visto Bowie duettare con Lou Reed e l’esibizione era davvero potente. Ma Bowie aveva qualcosa di diverso dagli altri cantanti rock and roll, aveva qualcosa di speciale che sapevo doveva essere fotografato”). Sukita riesce finalmente a incontrare Bowie di persona grazie all’aiuto dell’amica e stylist Yasuko Takahashi, pioniera di questo mestiere in terra nipponica nonché mente dietro alle prime sfilate di londinesi di Kansai Yamamoto, lo stilista che disegnò i costumi di scena di Bowie durante il periodo di “Ziggy Stardust”, come saranno visibili nella foto in mostra.

La Takahashi propose un portfolio con i lavori di Sukita all’allora manager di Bowie che gli accorda uno shooting. E’ così che comincia una relazione professionale e umana tra i due che dura sino ad oggi. Nel 1973 Sukita ritrae di nuovo Bowie, sia negli Stati Uniti che durante il suo primo tour in Giappone, ma l’incontro indubbiamente più significativo avviene nel 1977 quando Bowie torna a Tokyo con Iggy Pop e chiede a Sukita di ritrarlo in una lunga sessione fotografica che il maestro della fotografia giapponese non sapeva sarebbe divenuta la celebre copertina dell’album “Heroes”, una delle più iconiche mai realizzate nella sua carriera.

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