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Centrale del Latte, opzione interna (ma con garanzie)

da Redazione

Aperto un tavolo con gli allevatori sammarinesi. Da definire però l’accesso ai finanziamenti. Il segretario Antonella Mularoni: “Devono essere rispettate le richieste del bando”.

 

di Alessandro Carli

 

Per la Centrale del latte della Repubblica di San Marino si prospetta una soluzione interna. Sembra proprio questa la strada che verrà percorsa dal Governo, che ha aperto un tavolo di confronto con l’Associazione Cooperativa Agricola Latte Sammarinese. L’imprenditore piemontese Paolo Bernardi, che aveva presentato il proprio piano industriale per la Centrale, si concentrerà (perlomeno questo è l’auspicio) sulla nascita di un’azienda specializzata in prodotti di latte di capra. I giochi che riguardano la privatizzazione dell’azienda però non sono ancora del tutto finiti: rispetto a qualche settimana fa, le parti (Associazione Cooperativa Agricola Latte Sammarinese e Governo) sono però più vicine: la cordata sammarinese, nell’ultima proposta, ha inserito anche l’assorbimento di otto dipendenti della “vecchia” Centrale nella nuova società. Molto dipenderà, come conferma il segretario di Stato al Territorio Antonella Mularoni, dalle condizioni espresse nel bando di concorso, specie per quel che concerne la ristrutturazione dell’immobile e l’ammodernamento dei macchinari. “La ratio del bando – spiega il segretario – è nel cambio gestionale della Centrale”, non più pubblica quindi ma “privata”, anche perché “le risorse economiche dello Stato sono scarse”.

L’aggiudicatario, secondo quanto richiesto dal bando, è tenuto ad assumere, attraverso la sottoscrizione di apposito contratto, una serie di impegni ben precisi.

Oltre all’acquisto del complesso dei beni aziendali e la conduzione in uso per 30 anni del terreno di mq. 4.320 circa e del fabbricato, anche l’assunzione degli oneri e costi relativi alla realizzazione, sul terreno concesso in uso trentennale, di un nuovo stabilimento o alla ristrutturazione di quello esistente, da effettuarsi con modalità tali da assicurare il rispetto delle norme stabilite dall’Unione europea e garantendo la continuità dell’attività di lavorazione del latte. Gli oneri – sottolinea il documento – verranno scomputati dal canone di locazione fino ad un importo massimo di 500 mila euro. Non va dimenticata inoltre la rinuncia alla “zona bianca” attualmente vigente in Repubblica al termine di un periodo transitorio che non potrà superare i quattro anni.

Intanto l’Associazione Cooperativa Agricola Latte Sammarinese sta cercando di capire se esiste la possibilità di accedere a qualche finanziamento: l’impegno economico è abbastanza sostanzioso. L’attenzione è ricaduta sull’articolo 40 della Legge 96/1989 (Immobile e terreno sempre di proprietà dell’Eccellentissima Camera, in cui sono stati concessi contributi a fondo perduto inferiori al 50% dell’investimento e sulla restante parte dell’investimento sono stati concessi contributi sul pagamento dell’80% delle quote interessi di un mutuo ventennale) e sull’articolo 21 dell’ultima Legge di Bilancio. Nello specifico, per quanto riguarda i convenzionamenti per prestiti agevolati, per il 2015 sono stati stanziati 2 milioni e mezzo di euro.

Privatizzazione sì quindi, ma a quanto pare, con il contributo dello Stato.

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