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Consiglio Grande e Generale: Legge a sostegno dei Giovani Imprenditori

da Redazione

Oggi i lavori riprenderanno con il progetto di legge, in seconda lettura, “Disposizioni in materia di edilizia sovvenzionata”. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

SAN MARINO – In Aula sono presentati e discussi tre progetti di legge in prima lettura: “Legge a sostegno dei Giovani Imprenditori e delle nuove attività nei Centri Storici”, presentato dal consigliere del Pdcs, Alessandro Cardelli; quindi due progetti di legge del gruppo consiliare Civico 10, “Riforma della Legge sul Diritto allo Studio” e “Trasparenza della Politica e dell’Amministrazione Pubblica”. I lavori si interrompono con la conclusione del dibattito sull’ultimo progetto di legge in prima lettura. Oggi i lavori riprenderanno con il progetto di legge, in seconda lettura, “Disposizioni in materia di edilizia sovvenzionata”.

Di seguito una sintesi degli interventi.

Comma 12. Progetto di legge “Legge a sostegno dei Giovani Imprenditori e delle nuove attività nei Centri Storici” (I lettura)

Relatore Alessandro Cardelli, Pdcs: “Il seguente progetto di legge si pone come obiettivo quello di favorire la promozione e il sostegno di nuove attività da parte di giovani imprenditori e lo sviluppo di attività nei centri storici. La legge nasce con l’obiettivo di sostituire la precedente legge in materia, la n. 134 del 1997, in modo di rendere le procedure di rilascio ai giovani imprenditori più veloci e al passo con i tempi. Passiamo ora ad analizzare la proposta di legge. Distinguiamo due tipologie di soggetti richiedenti, in base alle due forme di interventi previsti rispettivamente al capo II, relativo ai giovani imprenditori e al capo III, relativo alle attività economiche nei centri storici, ricomprendendo quindi tutti i centri storici dislocati nella Repubblica. Il primo capo, relativo ai giovani imprenditori, è rivolto ai residenti o ai cittadini sammarinesi fino all’età di 40 anni che vogliono intraprendere una nuova attività imprenditoriale. Rispetto alla legge precedente, vengono mantenuti alcuni strumenti ma ne vengono introdotti anche di nuovi. La novità più importante riguarda il prestito d’onore, che va da una cifra di 15.000 fino a 45.000 euro, per le attività innovative. Il prestito verrà rilasciato senza alcun tipo di garanza, ma esclusivamente sull’onore del soggetto richiedente. Un’altra novità è la possibilità di posticipare il versamento del capitale sociale nei tre anni successivi alla nascita dell’attività. Viene poi data la possibilità di scaricare eventuali perdite fiscali relative ai primi tre anni di imposta, viene inoltre prevista l’esenzione della tassa di primo rilascio della licenza per i primi tre anni di attività. Per quel che riguarda invece gli incentivi fiscali, contributivi e credito agevolato vengono mantenuti in linea con la legge n.134 del 1997. Il secondo capo invece, riguarda le attività nei centri storici, in questo caso rivolto a tutti i residenti e cittadini sammarinesi, senza limiti d’età, con la possibilità di cumulare i benefici con il capo II, qualora il richiedente sia un residente o cittadino sammarinese con 40 anni o meno. Vengono anche in questo caso previsti forti incentivi fiscali, contributivi e una novità, l’incentivo alla stabilizzazione, che riguarda una percentuale pagata dallo stato sull’affitto per i primi due anni di attività. Rispetto alla legge precedente è stata fatta un’altra modifica sostanziale, sostituendo la commissione con un comitato valutatore composto da Camera di Commercio, Ufficio Industria, Artigianato e Commercio, e un delegato della Segreteria di Stato all’Industria. Il comitato avrà poi l’obbligo entro venti giorni (prima la commissione si riuniva ogni sei mesi), di deliberare e comunicare al presentatore la decisione sulla richiesta. Vengono poi previsti strumenti di verifica e ispezione volti all’accertamento della regolare attività. L’obiettivo che ci poniamo con questa legge è quello di rendere più facile e soprattutto più veloce ed immediato per un giovane o per chi vuole intraprendere un’attività nei centri storici di poter avviare un impresa con maggior elasticità, minori costi e rendendo l’offerta sammarinese varia, concorrenziale e al passo con i tempi. Il sogno di questo progetto di legge è di credere nei giovani sammarinesi. Un progetto di legge che può dare nell’immediato risposte importanti”.

Segretario di Stato all’Industria Marco Arzilli: “Mi complimento con i giovani che hanno lavorato a questa legge. Quando abbiamo però visto l’interesse dei giovani, ci è sembrato più logico dare a loro la possibilità di proseguire il percorso iniziato. Un progetto di legge che viene dal Consiglio e che introduce principi importanti come il ‘prestito d’onore’ che è un’agevolazione per l’accesso al credito. Un prestito basato sul proprio onore. Ma non un fondo perduto. C’è stata un’importante richiesta della vecchia legge relativa allo strumento a fondo perduto, sono state 210 le domande accolte, di cui molte per le donne. Il fondo perduto concesso alle imprese per l’avvio dell’attività aveva in sé la norma che l’azienda doveva restare aperta per almeno 7 anni. In caso contrario doveva essere restituito il fondo perduto con gli interessi. Questo ha creato un grosso problema per l’azienda che poi non sono riuscite a stare aperte 7 anni. Facciamo presto e facciamo bene. Perché questa è una legge che serve, capace di far nascere nuove imprese con strumenti innovativi”.

Comma 13. Progetto di legge “Riforma della Legge sul Diritto allo Studio (presentato dal Gruppo Consiliare Civico10) I lettura.

Luca Santolini, C10: “Con il provvedimento che sottoponiamo al Consiglio Grande e Generale intendiamo andare a modificare la Legge sul Diritto allo Studio in alcune sue parti aggiornandola anche rispetto alle riforme avvenute negli ultimi anni all’ordinamento scolastico, universitario, master e dottorati soprattutto in Italia, visto che comunque il provvedimento attualmente in vigore ha più di dieci anni e quindi ha bisogno di essere rinnovato in alcune sue parti. Proprio per questo all’art. 2 tra i destinatari degli interventi della presente legge al comma lettera d) non inseriamo nessun limite temporale ai corsi successivi alla laurea, dottorati e master, come invece prevedeva la precedente legge, in quanto oramai i corsi disciplinati al suddetto punto sono oramai anche di durata annuale. All’art. 3 per far sì che gli interventi economici siano equi e che vadano a sostenere coloro che, soprattutto in questo periodo di crisi, non riescono a sostenere ingenti spese economiche per i propri figli, abbiamo per questo pensato che gli interventi previsti dall’articolo l della presente legge siano legati all’Indice della Situazione Economica del richiedente secondo la logica che, per esempio, l’assegno di studio potrà essere ridotto al crescere dell’Indice della Situazione Economica del richiedente, vista quindi la situazione di benessere del richiedente. L’Indice della Situazione Economica, come previsto anche dall’articolo 49, comma 3, della legge 150/2012, dovrà riassumere in un unico numero tutta una serie di situazioni di tipo economico, patrimoniale, familiare in capo al richiedente il sussidio, e sarà essenziale per aiutare in misura maggiore chi abbia situazioni economiche, a livello personale e familiare, di maggiore difficoltà: per fare un esempio pratico, uno studente con un padre (o madre) di famiglia, single che abbia un mutuo o un affitto a cui far fronte per la propria abitazione e magari con altri fratelli /sorelle dovrà godere di un sussidio di importo evidentemente maggiore di un soggetto, figlio unico con genitori che godono di un buon reddito. La predisposizione di questo Indice sarà essenziale per una giusta equità degli interventi e anche per cercare di semplificare e rendere più immediata la determinazione dell’ammontare evitando l’utilizzo degli scaglione di reddito previsti nella precedente normativa. Infatti all’art 5. abbiamo infatti previsto che l’assegno di studio debba essere attribuito anche a chi svolge master, dottorati e soprattutto debba essere calcolato dividendo il valore economico base, che abbiamo previsto in 2500 euro, valutando questa una cifra congrua in linea anche con altri standard esteri, per il coefficiente ISEE che abbiamo spiegato precedentemente. Inoltre l’assegno di studio così come l’assegno di merito verrà erogato ogni anno indipendentemente dalla sede di svolgimento degli studi o dei corsi superando così la decisione adottata dalla Consulta Pubblica Istruzione che prevedeva l’erogazione, per le sedi extraeuropee, dei contributi solo dopo aver conseguito il titolo e dietro presentazione della dichiarazione di valore dell’Ambasciata per il relativo riconoscimento del titolo in Italia. Noi crediamo che soprattutto coloro che avviano un percorso formativo all’estero debbano essere sostenuti e supportati dal nostro Stato che deve poter puntare su giovani sempre più formati e quindi competitivi ed eccellenti in specifici campi con l’onere evidente da parte dello studente di consegnare all’amministrazione preposta tutta la documentazione necessaria per comparare, per esempio, le votazioni avute nella sede extra europee e i tutti i riconoscimenti diplomatici del caso. Per quanto concerne invece l’art.6, quello previsto per l’assegno di merito, anche in questo caso estendiamo l’intervento a tutti i soggetti previsti all’art. 2 della presente legge e prevediamo che, per il raggiungimento della media richiesta, possano essere considerate anche talune votazioni che in paesi diversi dalla Repubblica di San Marino non siano valutate con il valore numerico. Tutto questo ovviamente previa presentazione della tabella comparativa sottoscritta dal Preside e/o Dirigente dell’Istituto Scolastico presentato. Nel caso dei corsi di laurea, lettera a) art.2, e i corsi successivi al conseguimento della laurea o della laurea specialistica finalizzati al conseguimento del diploma di specializzazione, del dottorato di ricerca o del master universitario, lettera d) art.2, l’ammontare dell’assegno di merito viene calcolato tenendo in considerazione anche il coefficiente ranking stabilito dalla Consulta Pubblica Istruzione ogni anno ovvero un valore numerico che viene conferito all’Università in base alle classifiche, le statistiche e le pubblicazioni riconosciute a livello internazionale. Ulteriori importanti modifiche vengono effettuate al prestito sulla fiducia all ‘art. 8. Mentre nella precedente versione della legge il prestito previsto é un piccolo contributo che possono richiedere tutti e che deve essere restituito a tasso agevolato allo Stato, nella nostra impostazione il prestito lo vediamo come un investimento sul giovane studente. Infatti aumentiamo fino a 12.000 euro all’anno il prestito per gli studenti iscritti ai corsi di laurea, i corsi di laurea specialistica e i corsi di alta formazione artistica, musicale e coreutica e ai corsi successivi al conseguimento della laurea o della laurea specialistica finalizzati al conseguimento del diploma di specializzazione, del dottorato di ricerca o del master universitario presso sedi fuori dall’Italia o presso sedi italiane particolarmente prestigiose. Evidentemente questa scelta comporta per il nostro Stato maggiori costi, anche se per la cultura la formazione crediamo che di “costi” non si possa mai parlare. Proprio per questo abbiamo inteso proporre, sempre all’art. 8, un contributo alle banche, che hanno usufruito di interventi di sostegno patrimoniale, oppure che usufruiscano di sgravi fiscali o contributivi pluriennali a seguito di interventi di sostegno ad altri istituti di credito, affinché si impegnino a fornire finanziamenti, ad un tasso inferiore al tasso di mercato per pari scadenza da destinare proprio al finanziamento dei prestiti sulla fiducia di cui al presente articolo. Per il rimborso lo studente può effettuarlo mediante rate trimestrali nell’arco di tanti anni quanti sono gli anni per i quali ha usufruito del prestito pagando il 50% degli interessi dovuti sul finanziamento; se però lo studente ha beneficiato di un prestito totale complessivo di euro 15000 egli può effettuare il rimborso. L’art. 9 disciplina le borse di studio che anche in questo caso verranno attribuite anche ai i corsi successivi al conseguimento della laurea o della laurea specialistica finalizzati al conseguimento del diploma di specializzazione, del dottorato di ricerca o del master universitario, cosa non prevista nella precedente legge. Le borse di studio vengono istituite dalla Consulta Pubblica Istruzione che ha la facoltà di determinarne l’ammontare, di stabilire i requisiti di ammissione e di indicare le sedi presso cui dovranno essere usufruite. Lo studente che avrà i requisiti potrà richiederla ed entro 15 giorni secondo il principio del “silenzio assenso” la Consulta dovrà rispondere in merito. Qualora la borsa di studio venga rilasciata allo studente richiedente, il beneficiario non potrà usufruire di altri contributi concessi dallo Stato. Lasciamo quindi, con questa modifica, discrezionalità alla Consulta Pubblica Istruzione che al successivo articolo Il e 12 della presente legge andiamo a modificare sia nella sua composizione sia nei suoi compiti e funzioni, apportando importanti cambiamenti all’ art 18 e 30 della legge 12 Febbraio 1998 n.21 (Norme Generali sull’Istruzione). Queste sono le novità più importanti contenute nel presente progetto di legge che il nostro Movimento intende presentare al Consiglio Grande e Generale affinché anche dentro quest’aula si inizi a parlare sempre più di frequente di scuola e di formazione. La crescita economica del paese passa per forza da una crescita culturale della nostra cittadinanza in particolar modo della cittadinanza più giovane che deve essere sempre più formata affinché possa guidare in futuro, in tutti i campi dell’economia, il nostro piccolo Stato verso un modello economico sostenibile, virtuoso, competitivo ed eccellente”.

Marco Podeschi, Upr: “E’ un progetto di legge molto interessante. Grazie a Civico 10. La legge sul diritto allo studio viene calata in una realtà completamente diversa rispetto al contesto della precedente legge. Piena disponibilità a portare un contributo fattivo a questa legge. Speriamo che su questo tema, fondamentale per il futuro e per lo sviluppo di San Marino, si possano portare elementi di innovazione”.

Andrea Zafferani, C10: “La disponibilità al confronto è massima. Quando c’è un proposta non penso possa essere accolta integralmente. Se c’è interesse siamo disponibili a fare un ragionamento. La riforma della legge del diritto allo studio crediamo sia una priorità. E’ importante, a mio avviso, la previsione del legame tra l’importo dell’assegno di studio e l’indice della situazione economica del richiedente. L’indice della situazione economica delle famiglie purtroppo sta tardando. Facciamo un rimando ad un decreto per introdurlo. Un altro aspetto importante è quello di concedere subito l’assegno di studio e l’assegno di merito agli studenti che studiano fuori: oggi non è così. E’ una mancanza della legge. Voglio segnalare poi la riforma della consulta della pubblica istruzione che modifichiamo con l’ingresso dei rappresentanti degli studenti”.

Comma 14. Progetto di legge “Trasparenza della Politica e dell’Amministrazione Pubblica” (presentato dal gruppo consiliare Civico10) I lettura.

Franco Santi, C10: “Con il presente testo di legge il movimento Civico 10 intende chiedere che siano resi disponibili e pubblicati online i curricula vitae dei candidati alle elezioni del Consiglio Grande e Generale e delle giunte di Castello, nonché dei dirigenti e direttori di dipartimento della pubblica amministrazione e del settore pubblico allargato. Riteniamo infatti che chiunque occupi ruoli di responsabilità ali ‘interno delle istituzioni, o della macchina statale, debba garantire la propria totale trasparenza nei confronti del proprio datore di lavoro, quindi la cittadinanza. Questa, tramite la pubblicazione dei Curricula, avrebbe quindi la possibilità di valutare non solo l’operato, ma anche le competenze di chi occupa determinate posizioni. Al primo articolo intendiamo introdurre fra la documentazione richiesta al momento della candidatura per il rinnovo del Consiglio Grande e Generale e per il rinnovo delle Giunte di Castello il curriculum personale del cittadino che intende candidarsi. Tale curriculum dovrà essere redatto nella forma prevista appositamente dalla Segreteria Istituzionale e sarà pubblicato online in modo da renderlo consultabile dai cittadini. Qualora sussistano dei cambiamenti al curriculum del soggetto, poi successivamente eletto, sarà cura dello stesso soggetto provvedere all’aggiornamento del proprio profilo professionale. Oltre al curriculum, con la norma in oggetto, richiediamo la presentazione al candidato della propria ricognizione di debito, se gravante sul soggetto così come un’autocertificazione in merito a eventuali partecipazioni o possedimenti immobiliari. Con l’art. 2 rendiamo trasparente agli occhi del cittadino le Segreterie di Stato infatti istituiamo l’obbligo di pubblicare nel sito internet delle Segreterie le retribuzioni annuali, i curricula vitae , certificato penale, certificato carichi pendenti, gli indirizzi di posta elettronica e i numeri telefonici ad uso professionale del segretario di Stato , dello staff della Segreteria e di ogni persona in qualunque modo assunta discrezionalmente, consulenti in primis, presso la Segreteria stessa. Stessa documentazione e stessi dati vengono richiesti alla pubblica amministrazione e al settore pubblico allargato infatti all’art. 3 prevediamo che il direttore del dipartimento e i dirigenti delle unità organizzative dei dipartimenti o loro facenti funzioni presentino e pubblichino online i dati previsti sopra.

Crediamo sia arrivato il momento di puntare decisi sulla trasparenza e questa scelta va portata avanti anche mediante semplici decisioni, piccoli accorgimenti che però darebbero la possibilità, in primis ai cittadini, che concretamente si voglia propendere, appunto, per la strada della chiarezza totale. Con questo progetto verrebbero infatti eliminate alcune aree di opacità nell’ambito della politica e dell’amministrazione. Fiduciosi in una costruttiva analisi del progetto”.

Elena Tonnini, Rete: “Il tema della trasparenza della politica e dell’amministrazione è attuale e necessario. Il nostro movimento dà piena disponibilità ad approfondire questo argomento. Il progetto contiene piccoli accorgimenti che permetterebbero modifiche sostanziali. La pubblicazione dei dati richiesti permetterebbe non solo controllo, ma anche la possibilità di raccolte statistiche. Piena disponibilità e ci auguriamo il Pdl sia accolto con l’importanza che merita”.

Ivan Foschi, Su: “E’ un progetto che va contro il sistema di opacità delle risorse e interessi non dichiarati, come risulta dalle recenti inchieste, con cui si andava a inquinare la vita politica e le decisioni che si andavano a prendere. Si danno maggiori strumenti conoscitivi delle segreterie di Stato e dei collaboratori. Non sono articoli rivoluzionari, ma introducono buone pratiche e un modo di approcciarsi tra cittadini e istituzioni che non può non giovare alla trasparenza. Per chi non dovesse adempiere alle indicazione prevederei anche una forma di sanzione. Diamo pieno sostegno al progetto di legge”.

Mimma Zavoli, C10: “Quanto si propone non è un aspetto marginale. E’ una proposta, passibile a qualsiasi modifica, anzi lo riteniamo una valorizzazione quando arrivano suggerimenti. L’importanza da parte della politica di attestare queste condizioni tira fuori la politica stessa da ombre e aloni non positivi, che invece la politica da sola si sta portando dietro. Potrebbe essere un piccolo stimolo e un modo per far sì che la politica tutta si prenda carico e si appropri del senso di responsabilità per rendersi conoscibile ai suoi cittadini. E’ un passaggio non più rinviabile”.

Nicola Selva, Upr: “Anche noi come Upr abbiamo sollevato il tema della trasparenza e fatto proposte perché deve essere un aspetto istituzionale. Per questo motivo accogliamo con favore questo progetto di legge, ancor più perché il nostro Paese ha grande esigenza di trasparenza e non vedo slanci della maggioranza e del governo”.

Marco Podeschi, Upr: “Abbiamo come Upr una proposta sullo stesso tema, auspico si possa arrivare ad un progetto unico con C10, perché tra la cittadinanza c’è esigenza di trasparenza. Noi, nel nostro progetto, parliamo di emolumenti, ovvero di mettere in trasparenza tutti gli emolumenti percepiti dai membri del Consiglio e da chi prende incarichi di nomina consiliare, proponiamo di metterli on line. Upr spera che celermente questo progetto di legge possa essere portato in prima lettura e che da parte dei gruppi ci sia un dibattito per avere un progetto di legge che possa far fare passo in avanti sul fronte della trasparenza istituzionale”.

Valeria Ciavatta, Ap: “Da parte mia c’è parere positivo, ben venga, dove si può, applicare il più possibile trasparenza a chi ricopre incarichi istituzionali. Zafferani era presente in due legislature passate e il mio pensiero va alle difficoltà di allora nel trovare accordo tra consiglieri, per indicare quali informazioni dovevano essere rese pubbliche nella legge elettorale. Per chi viene eletto si potrebbe prevedere livello di trasparenza più approfondito. Posso essere d’accordo sullo spirito della proposta, ma mancano un sacco di cose importanti per il Greco. E ancora, perché non si prevede di dichiarare se ci sono debiti verso l’erario per tasse non pagate? Questo è importante ai fini della scelta elettorale. D’accordo invece sui compensi di chi collabora con le segreterie. Non capisco però perché si chiede il numero di telefono professionale dei dirigenti, quello dell’ufficio è pubblico, nell’elenco telefonico, mi sembra eccessivo. E ancora, si prevedono tempistiche eccessive, esagerate, come ‘entro cinque giorni'”.

Francesca Michelotti, Su: “Lavorare sulla trasparenza è un dovere, in questo momento è un dovere terribile. La trasparenza concorre al protagonismo civico che permette l’esercizio di una democrazia compiuta e non formale. I redditi dei politici sono tra i parametri più evidenti con cui misurare onestà dei politici. Bene hanno fatto i colleghi di C10 a portare in Aula un tema determinate per la democrazia”.

Maria Luisa Berti, Ns: “Il movimento cui appartengo ha sempre portato avanti la battaglia sulla trasparenza di chi ricopre incarichi istituzionali. Nel 2006, senza che le leggi lo prevedessero, tutti i candidati avevano pubblicati i propri redditi. E’ la dimostrazione quanto Ns tenga alla trasparenza personale verso collettività. Condivido quindi la ratio e le finalità del progetto, però penso che per certi versi si sia superato un certo limite. C’è necessità dei chiarimenti sulle espressioni adottate, il certificato di rendita catastale non esiste, e la ricognizione di debito, così come indicata, è imprecisa. Non si possono palesare soggetti terzi cui si ha posizione debitoria, che hanno diritto a non essere menzionati pubblicamente come creditori. Ma queste sono cose che si possono correggere. Non c’è invece equo trattamento tra politici e chi invece ricopre ruoli di rilievo nella Pa. Da una parte c’è ricerca spasmodica e dall’altra parziale. Non è equo.

Poi non c’è un regime sanzionatorio. Non sarebbe meglio limitare l’individuazione delle capacità di reddito, ma prevedere una sorta di sistema sanzionatorio per chi dichiara il falso?

Stiamo poi attenti ad evitare che le capacità di reddito e patrimoniali vadano a condizionare il voto dell’elettorato passivo. Potrebbe essere un rischio da evitare. Può essere inoltre un deterrente, persone con redditi bassissimi o altissimi potrebbero non volere candidarsi per non mostrare la propria capacità reddituale. Spero in commissione ci sia disponibilità al confronto e spero che la trasparenza, di cui tutti abbiamo sete, non diventi eccesso e ci faccia diventare uno Stato di polizia, limitativo per un sistema democratico”.

Andrea Belluzzi, Psd: “Questa proposta di legge ha sicuramente un merito, di aprire una riflessione non tanto della trasparenza nei confronti della politica, su cui la legge elettorale fa già molto. Al Psd interessa un altro ragionamento. Quello di diminuire il potere concessorio in capo alla politica e trasferire decisioni in capo ai dirigenti della Pa. Non condivido di pubblicare numeri di telefono o altri aspetti, ma credo nella trasparenza del pubblico. Però ritengo che bisogna concentrarsi di più sugli aspetti relativi ai conflitti di interessi, sia sui dirigenti Pa, che nei consulenti. Su questo credo bisogna accendere le riflessioni. In futuro infatti l’esercizio dei poteri sarà sempre più spostato altrove rispetto quest’Aula”.

Luca Beccari, Pdcs: “Io credo che ci troviamo di fronte ad un’ennesima distanza. Distanza che sta nella differenza di concepire il concetto di trasparenza. Sono disponibile al ragionamento sul potenziamento delle attuali forme previste dalla legge. Ma credo che si entri in una sfera che non è più quella della trasparenza. Piuttosto, e lo dico in termini provocatori, si cade nel voyeurismo. E’ chiaro che alcuni elementi che oggi già la legge prevede, come reddito e partecipazione della società, siano elementi su cui ragionare. Andare a inserire dettagli sulla situazione debitoria o sulle disponibilità liquide o sul patrimonio è sbagliato. Si arriva a creare una barriera all’accesso dei consiglieri alla carica politica. Il politico che non vuole esternare la propria situazione debitoria, perché magari ha legittimamente contratto un mutuo, potrebbe arrivare a non candidarsi. Sul compenso diamo una informativa di trasparenza sull’emolumento percepito da una persona e dunque mi sta bene. Così come mi sta bene la partecipazione nelle società che producono reddito. Questi provvedimenti secondo me stravolgono il senso delle cose. E’ un tema su cui sono disponibile al confronto. Siamo tutti d’accordo su favorire la trasparenza”.

Andrea Zafferani, C10: “Ringrazio i colleghi di maggioranza che sono vivi su questo tema. Mi fa piacere che il tema della trasparenza sia molto sentito. Posso comprendere alcune delle critiche che mi sono state rivolte. Ma spetta agli elettori il compito di decidere se quelle informazioni sono più o meno importanti. Non è un’invasione della privacy, ma è solo un indice di trasparenza per rendere più consapevoli i nostri elettori. Si può però prevedere un regime diverso tra chi si candida e chi viene eletto. Il confronto resta apertissimo”.

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