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Consiglio Grande e Generale: Part-time imprenditoriale

da Redazione

I lavori terminano con l’accoglimento di un emendamento di Cittadinanza attiva, che estende l’accesso al part-time imprenditoriale a chi lavora come dipendente 24 ore a settimana (non più solo 20 ore, come la versione originaria). Il report dell’agenzia Della Torre.

 

SAN MARINO – L’Aula procede all’esame dei decreti delegati scorporati. Il primo provvedimento su cui si apre dibattito è il n.222 “Part-time imprenditoriale”, presentato dal segretario di Stato per l’Industria, il Commercio e l’Artigianato, Marco Arzilli.

I lavori terminano con l’accoglimento di un emendamento di Cittadinanza attiva, all’articolo 2 del decreto, che estende l’accesso al part-time imprenditoriale a chi lavora come dipendente 24 ore a settimana (non più solo 20 ore, come la versione originaria).

Di seguito una sintesi del dibattito sul decreto delegato n.222.

Comma 10.

Ratifica decreto delegato 2014 n.222 – Part-time imprenditoriale

Marco Arzilli, segretario di Stato all’Industria: “Ringrazio le associazioni di categoria, in primis l’Unas perché è stata la prima a proporre il part time imprenditoriale. Ringrazio anche tutti i partiti politici e i movimenti che hanno dato un contributo fattivo alla definizione di questo provvedimento. Alcune osservazioni della minoranza sono state recepite. Viene introdotta una novità nel nostro ordinamento: c’è la possibilità per un dipendente che svolge attività per conto terzi, per non più di 20 ore a settimana, di richiedere la licenza per l’esercizio di un’attività economica. A patto che non vi sia concorrenza tra le due mansioni. Il part-time imprenditoriale ha una durata massima di due anni. Occorrerà introdurre opportuni strumenti per rendere la legge valida anche per modificare il regime di P.A.”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “Qual è il motivo che ha portato la maggioranza a questo decreto? Dare la possibilità di esercitare l’attività imprenditoriale anche a persone che lavorano come dipendenti. Viene data loro la possibilità di mettersi in gioco e di aprire un’attività. Sono previsti incentivi importanti per i giovani che hanno meno di 40 anni. Diamo anche garanzie al soggetto che vuole mettersi in proprio. Nel caso di licenziamento infatti viene garantita la mobilità: l’imprenditore part time può infatti chiedere una posticipazione della mobilità se preferisce portare avanti la propria attività imprenditoriale. Credo che questo decreto sia importante. E’ arrivato dopo diversi mesi di lavoro. E darà prospettive al nostro comparto economico”.

Tony Margiotta, Su: “Vedo questo decreto come una cosa molto positiva che può dare risposte a chi ha un’idea imprenditoriale di start up. Consentendogli di mantenere il posto di lavoro come dipendente, garantendogli sicurezza che oggi è fondamentale. Come coalizione Cittadinanza attiva abbiamo presentato emendamenti perché crediamo si possa migliorare con delle proposte questo decreto, cercando di favorire tutti coloro che vogliono ricorrere a questa opportunità con garanzie maggiori”.

Elena Tonnini, Rete: “Anche noi siamo d’accordo con i principi che hanno mosso il decreto delegato. Si parla di persone che già svolgono un lavoro, occorre però pensare alla priorità di chi un lavoro non ce l’ha, è giusto tentare di liberare posti di lavoro altrove, ma bisogna pensare a dare lavoro a chi ha terminato gli ammortizzatori sociali. Sull’esclusione del settore pubblico a questa possibilità, sarebbe importante inserire un coordinamento con quella legge. Chi non rientra nel regime part time deve richiederlo all’azienda e molto dipenderà da quanto lo si possa ottenere”.

Massimo Cenci, Ns: “E’ un provvedimento originale e coraggioso. Dà una risposta a un fenomeno che ha caratterizzato gli ultimi due decenni, la crisi delle vocazioni imprenditoriali di molti cittadini sammarinesi. A fronte di mancanza di difficoltà nel trovare lavoro e a fronte di stipendi buoni, si è verificato questo fenomeno e oggi notiamo che la mancanza di generazioni di potenziali imprenditori. Consentirà poi di liberare posti di lavoro”.

Andrea Zafferani, C10: “Come idea sembra buona, mi rammarico solo che dovremmo avere lo stesso coraggio su altri fronti per provare proposte nuove. Oggi sappiamo come sia complicato ottenere un part-time presso la propria impresa se non c’è obbligo di legge, e allora rischia di diventare impossibile il ricorso a questa opportunità. La misura credo sia efficace se c’è un obbligo. Sollecito poi un passo un più, che a tutti i lavoratori sia concessa l’aspettativa per dedicarsi full time all’avvio di una propria impresa”.

Marco Arzilli, segretario di Stato, replica: “E’ una norma innovativa e bisogna vedere le dinamiche di applicazioni quali saranno, quanti dipendenti vi ricorreranno. A Tonnini ricordo quanto ribadito da una circolare recente, qualsiasi dipendente pubblico con contratti di consulenza è un agente pubblico. A Zafferani: questa norma da una parte è una scommessa, dall’altra un’innovazione e stranamente questa proposta è stata fatta dai datori di lavoro. L’auspicio è che la norma si basi non su una chiusura, ma su un patto nuovo tra datore e dipendente. L’azienda con il lavoratore part-time può inoltre abbattere costi. L’obbligo di concedere part-time a chi lo chiede non c’è. Obbligare l’imprenditore parte dal presupposto che non ci sia disponibilità. Verifichiamo se ci saranno problematiche.

L’aspettativa viene prevista dai contratti di lavoro, ma c’è limite in caso di concorrenza.

Questi strumenti possono dare quel coraggio in più per creare nuove imprese. Abbiamo già avuto tante richieste di informazione sul decreto. C’è voglia di provarlo”.

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