Home FixingFixing La “farmacia internazionale” vale oltre 3 milioni per l’Iss

La “farmacia internazionale” vale oltre 3 milioni per l’Iss

da Redazione

Oltre 2 milioni da cure per l’Epatite C, ma ci sono anche molte richieste per terapie antitumorali. San Marino può vendere prodotti non presenti in Italia: fatturato in forte crescita.

 

di Daniele Bartolucci

 

Sovaldi, Olysio, Daklinza, Harvon, Florinef… forse questi nomi saranno sconosciuti ai più e non rendono l’idea di cosa rappresentino per San Marino, ma se li dovessimo trasformare in euro il discorso cambia: 1.655.400, 421.000, 174.200… Sono questi i rispettivi incassi che hanno garantito allo Stato attraverso l’Iss questi farmaci esteri nell’ultimo anno, per un totale di 3.047.503,87 euro, poco meno della metà dell’indotto generato dalla vendita di tutti i farmaci. E il trend è in forte crescita, come ha recentemente dichiarato il Segretario alla Sanità Francesco Mussoni rispondendo alle interpellanza di Civico 10: “La valorizzazione di questo servizio della vendita di farmaci esteri, in particolare, ha determinato un progressivo aumento delle entrate negli ultimi 2 anni in quanto si è passati da un incasso di 512.082 euro nel 2013 a 3.047.503,87 euro nel 2014. Quest’ultimo picco è determinato dalla vendita di nuovi farmaci. E’ particolarmente evidente l’aumento delle entrate nelle farmacie attualmente deputate alla vendita fuori territorio, come quelle dì Borgo, San Marino Città e Faetano. Caso a parte la farmacia di Cailungo che ha registrato il maggior incasso per effetto dell’apertura h24”. Allo stesso modo (vedi Fixing nr 3) tutto il settore della sanità è in crescita sul Monte Titano, confermato dall’aumento del ‘monte salari’ e dalle nuove imprese aperte in territorio negli ultimi anni. E’ il caso quindi di valutare attentamente questo settore e, in particolare, quello che sta diventando un asset per lo Stato, ovvero l’essere una ‘farmacia internazionale’ in grado di soddisfare le esigenze di quanti (italiani ma non solo) necessitano di cure particolari che, nonostante siano già state validate da organismi internazionali, non sono ancora commercializzate in tutti i Paesi. “San Marino”, ha infatti precisato Mussoni, “esercita questo ruolo di Farmacia Internazionale da molti anni, adoperandosi nell’offrire questo servizio che nella maggior parte riguarda pazienti esterni al nostro Paese e che determina un’ottima considerazione del nostro servizio farmaceutico”. Ovviamente “la procedura è adottata in piena collaborazione tra la nostra Authority sanitaria e le Autorità competenti italiane” e questo fa ben sperare per il futuro, ovvero per un ruolo sempre più importante di San Marino nella fornitura di questi farmaci speciali.

 

I PIÙ RICHIESTI SONO PER EPATITE C E TUMORI

“All’interno delle farmacie Sammarinesi”, si legge sul portale dell’Iss, “è possibile ordinare farmaci che non sono in commercio in Italia ma che sono stati già registrati dalle Autorità Sanitarie a livello Europeo o Statunitense […] Dal momento dell’ordine, il ritiro avviene in genere dopo circa 8 giorni tramite presentazione di ricetta medica ed è effettuato presso una farmacia sul territorio precedentemente indicata al momento della richiesta del farmaco”.

Tutti questi farmaci nell’immaginario collettivo sono ancora la famosa pillola azzurra e le sue sorelle, ma in verità rappresentano terapie innovative per malattie molto serie, come dimostrano gli acquisti di Sovaldi, Olysio, Daklinza e Harvoni che da soli sono valsi quasi 2,3 milioni di euro e sono tutti riferiti alla cura della epatite C.

Molti altri riguardano invece la cura di tumori: dallo Xtandi per la cura del carcinoma della prostata allo Stivarga per il trattamento del carcinoma colorettale metastatico, fino al Synacthen noto per essere parte della ‘cura Di Bella’, ma anche Esmya per il trattamento pre-operatorio di fibromi uterini e tumori non cancerosi dell’utero. Questi sono i farmaci più costosi, ma non rappresentano la totalità, come dimostra ad esempio la vendita per oltre 77mila euro di Florinef, indicato per curare il morbo di Addison. Tra le altre cure acquistate c’è il Restasis, collirio a base di ciclosporina per la cura degli occhi secchi, e il Dantrium per la cura dell’ipertermia maligna. Ma anche l’Uro-vaxom per la cura della cistite, e c’è grande richiesta di Contractubex, utilizzato per l’eliminazione delle cicatrici. Infine due farmaci che hanno effetti sul comportamento: il Tofranil, utilizzato per curare le depressioni, e il Nopron, forse il farmaco più celebre per le giovani coppie, visto che aiuta a far addormentare i neonati.

 

IL CASO “SOVALDI” E LE POLEMICHE ITALIANE

Come detto, il primo farmaco estero acquistato nelle farmacie di San Marino è il Sovaldi, per un valore di 1.655.400 euro nel 2014. Il primo ma non l’unico che ha determinato il moltiplicarsi dell’incasso dell’Iss negli ultimi due anni. Di certo quello più famoso e discusso. Ipotizzando 3 confezioni al costo di 19.000 euro l’una per ogni ciclo completo di terapia, sul Titano sono già una novantina i malati che si sono rivolti alle farmacie statali per il Sovaldi e, quindi, moltissimi in pochi mesi, visto che a maggio, quando ne diede notizia l’Adnkronos Salute, erano solo 3 gli italiani che avevano approfittato di questa opportunità. Allora si parlò di ‘viaggi della speranza’, in quanto in Italia non era ancora possibile usufruire della cura e, stante il prezzo esorbitante – circa 60mila euro per il ciclo completo – anche per pochi.

Nel frattempo però, come spesso accade, è cresciuta la consapevolezza e la polemica si è rivolta verso le istituzioni italiane, ree di non aver introdotto il Sovaldi nonostante l’accreditamento e la certificazione internazionale (quella che ha permesso a San Marino e altri Paesi di venderlo). Un’opinione pubblica che ha iniziato a fare pressioni sul Governo italiano, visto che l’Epatite C colpisce attualmente oltre un milione di persone nel Belpaese. E così anche l’Italia ha accettato il Sovaldi, peccato però che, invece di metterlo sul mercato l’abbia considerato un farmaco ospedaliero con la conseguenza che solo gli ospedali (in pratica le Asl) con i soldi potranno acquistarlo e curarci i pazienti. E così quasi nessun ospedale l’ha acquistato e agli italiani non resta che salire sul Titano per poterlo acquistare senza fare viaggi infiniti o acquisti poco sicuri su internet. Quindi, per fortuna che c’è San Marino.

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