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Sempre dalla parte delle donne in Rwanda e a San Marino

da Redazione

Soroptimist: rilancio dell’attività in Africa con la neonata Fondazione Silvana Arbia. Nel frattempo cresce anche il gruppo proDomina con iniziative concrete sul Titano e all’Expo.

 

di Daniele Bartolucci

 

“La volontà di servire gli altri, mai se stesso, di favorire il rispetto della vita, della dignità umana”: è questo uno dei valori fondanti del Soroptimist International, condiviso dal Single Club di San Marino fin dalla sua costituzione, nel 1989. Dopo aver festeggiato recentemente il primo quarto di secolo di vita sul Titano, le socie del Club hanno ripreso con rinnovato entusiasmo la loro attività, sia in territorio sia all’estero. “In questi anni”, spiega la Presidente eletta per il biennio 2015-17, Francesca Nicolini, “abbiamo inviato aiuti ai piccoli terremotati dell’India, ad un istituto albanese che si occupa di bambini, al progetto dell’Associazione ‘Agimi’ per la costruzione di un ospedale pediatrico a Berat, all’Associazione Emofilici e Talassemici di Ravenna per aiutare i bambini affetti da queste terribili malattie, e al progetto in corso per il Brasile “Adotta un maestro povero”. Dal 1993 in particolare la nostra attenzione è rivolta al Rwanda, terra di violenza indicibile in passato, Paese in forte ripresa oggi, a vent’anni dal genocidio grazie al determinato impegno delle donne, anche se c’è ancora tanto da fare per ricostruire”. E’ in questa ricostruzione che il Club Soroptimist di San Marino ha giocato un ruolo da protagonista nel corso di tanti anni ed oggi è pronto a rilanciare questa azione internazionale con il sostegno di una nuova istituzione ‘made in San Marino’, ovvero la Fondazione ‘Silvana Arbia’, ufficializzata il 12 febbraio scorso durante l’evento “I Bambini soldato” a Villa Manzoni. Non per caso sul Titano: il legame tra il Club sammarinese e l’ex Registrar della Corte Penale Internazionale dell’Aia è infatti molto forte e rinsaldato nel tempo. Nominata poi socia onoraria, fu proprio il Club di San Marino a candidarla al Premio per la Pace, vinto da Arbia nel 2013 e interamente devoluto – 20mila euro – per la creazione della fondazione omonima qui a San Marino. Una fondazione che permetterà alle Soroptimist e a tutte le persone che vogliono aiutare le popolazioni dei Grandi Laghi africani, di operare in maniera ancora più efficace a sostegno in particolare dei bambini e delle loro madri. Se con Arbia si parla di legame molto forte, con il Rwanda e le donne di questo paese martoriato dai conflitti e dalla povertà si può parlare di legame quasi personale, tante sono stati negli anni i service e le ‘missioni’ promossi dal Club Soroptimist per aiutare madri e orfani che cercano di ricostruire la propria vita distrutta dalla lunga e sanguinosa guerra civile. A partire dal gemellaggio con il Club di Kigali nel 1993, le volontarie sammarinesi hanno offerto continuativamente il loro sostegno, anche economico, svincolate da qualsiasi etichetta o personalismo, rimarcando se mai ce ne fosse stato bisogno che la concretezza è una virtù prettamente femminile. E di progetti concreti ce ne sono stati molti, dalla costruzione di una scuola dell’infanzia alla collaborazione per la finitura di altre strutture nel centro di accoglienza ‘San Marco’, fino al corso di formazione professionale per artigiane, in cui proprio San Marino si è reso protagonista del grande progetto Atelier Rwanda: insieme all’Università sono stati ‘inviati’ docenti e studenti affinché insegnassero alle donne del centro a realizzare non solo suppellettili e oggetti d’arredo, ma veri e propri gioielli. Il successo dell’iniziativa è ormai riconosciuto a tutti i livelli, con esposizioni alla Biennale di Venezia e in mostra permanente nel Museo etnografico nazionale di Butare, città universitaria a sud di Kigali. Solidarietà, presenza e aiuto, quindi, ma anche il seme della speranza, che con il proprio lavoro si possa garantire ai bambini un futuro migliore. Ora, con la Fondazione ‘Silvana Arbia’ questi progetti potranno diventare ancora più importanti, e tutelati: infatti uno dei primi impegni della Fondazione sarà quello di educare le donne ruandesi a difendere i propri figli (ma anche quelli non loro) dalle bande di criminali che li rapiscono per trasformarli in bambini soldato. E in questo San Marino potrà fare molto, anche attraverso il Club Soroptimist, che continuerà a raccogliere fondi per questi progetti con rinnovato entusiasmo: dai continuativi e immancabili ‘Biglietti di Natale’, ideati nel 1995 in collaborazione agli artisti sammarinesi, alle altre iniziative in territorio. E proprio al territorio si sta rivolgendo particolare attenzione alle donne sammarinesi che, pur vivendo in un contesto evidentemente diverso dal Rwanda, non è esattamente esente da rischi, violenze e diritti negati. “C’è senz’altro molto lavoro da fare sul piano culturale”, spiega Nicolini, “ma c’è anche grande attenzione, come dimostra la nascita del gruppo ‘proDomina’ a cui partecipano tutte le associazioni femminili sammarinesi e non solo. Di cose da fare ce ne sono molte, sia per le donne lavoratrici che per quelle separate, insieme siamo certe di poter dare un contributo importante”. Nel frattempo il club parteciperà anche all’Expo di Milano: “Realizzeremo uno scrigno contenente molte ricette dei piatti della tradizione sammarinese, alcuni testi saranno scritti anche in Braille. Non potevamo mancare in una vetrina di questo livello, così come non può mancare la San Marino più bella: in un contesto internazionale ed ora ancora di più in ambito europeo, la nostra Repubblica non può non puntare sul ruolo che il suo popolo ha costruito di ambasciatore di libertà e pace nel mondo”.

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