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San Marino, contratto industria, un argine contro la crisi

da Redazione

Già aperti i contatti tra la Federazione Industria e l’Anis. “La strada è tracciata dall’ultimo accordo contrattuale” spiegano i segretari industria Enzo Merlini e Giorgio Felici.

 

SAN MARINO – “Garantire potere d’acquisto ai lavoratori e stabilità sociale alle imprese per fare fronte comune contro la crisi”. È lungo questo binario che la Federazione Lavoratori Industria della CSU ha firmato nel 2012 il Contratto Industria e sta lavorando per il rinnovo.

Già aperti i contatti tra la Federazione Industria e l’Anis. “La strada è tracciata dall’ultimo accordo contrattuale – spiegano i segretari industria Enzo Merlini e Giorgio Felici – che ha stabilito che gli aumenti retributivi debbano essere in linea con l’inflazione a fronte di un maggiore utilizzo della flessibilità aziendale. Accordo che, in uno scenario economico segnato da disoccupazione, chiusure aziendali e bassa crescita, ha rappresentato un punto fermo e ha funzionato da argine ai pesanti colpi della recessione”.

La Federazione Industria ha dunque inviato nello scorso mese di dicembre una lettera all’Anis con l’obiettivo di “consolidare questo argine anche per gli anni a venire”, ipotizzando una durata anche maggiore rispetto ai due anni previsti di verifica periodica sulle dinamiche inflative. Verifiche che fanno riferimento, così come avviene per la rivalutazione delle pensioni, al tasso di inflazione calcolato dall’Istat. “Questo perché – sottolineano Merlini e Felici – le nostre imprese si confrontano per il 90% con quelle del territorio italiano. Elemento che va sempre tenuto presente per evitare confusi balletti di cifre”.

“I protagonisti del settore industriale – continuano i due Segretari – oggi più che mai hanno il dovere di fare fronte comune per combattere crisi e disoccupazione e dunque confermare le linee di fondo dell’ultimo accordo contrattuale. Accordo che ha riscosso oltre il 70% dei consensi dei lavoratori ed ha aiutato le realtà produttive a rispondere meglio alle continue sfide del mercato”.

In un saldo occupazionale fortemente negativo, sono infatti le industrie medio – grandi le uniche che hanno fatto registrare un aumento di occupati. Ecco i numeri: le prime 9 aziende industriali, con più di 100 dipendenti, al 31 gennaio scorso occupavano 1.924 lavoratori, mentre al gennaio 2011 gli occupati erano 1.723. Un incremento di 200 unità, pari all’11,7%. Va anche tenuto conto che queste 9 aziende generano un indotto che dà lavoro a circa 500 persone.

“Una fondamentale boccata d’ossigeno in questi tempi di crisi – affermano Merlini e Felici – al punto che alcune aziende hanno portato a San Marino processi produttivi che prima venivano svolti fuori territorio. Non intendiamo certo dare tutto il merito al contratto, però siamo convinti di aver contribuito a creare una delle condizioni perché ciò avvenisse. Ora il rinnovo contrattuale è in attesa di essere definito nei particolari, in quanto l’Anis sta verificando la possibilità di giungere ad un accordo unico anche con le altre organizzazioni datoriali e sindacali, ed evitare così il perpetuarsi di una confusione contrattuale. Obiettivo condiviso, se le modalità di accertamento della rappresentatività diventeranno comuni.

Per i segretari della FLI-CSU, “c’è insomma bisogno di responsabilità, stabilità e coesione sociale per dare prospettive di sviluppo al settore manifatturiero, che in termini di posti di lavoro e reddito prodotto resta un architrave dell’intera economia sammarinese”.

FLI-CSU

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