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Repubblica di San Marino, la lettera di Lorenzo Rossi, figlio di Biljana Baruca

da Redazione

“Mi chiamo Lorenzo Rossi, ho 15 anni, sono cittadino sammarinese e mia mamma si chiama Biljana Baruca. Ho perso mio padre quando ero ancora troppo piccolo per ricordarmi di lui e sono cresciuto solo con mia mamma. Da otto mesi lei si trova rinchiusa nel carcere di San Marino: da otto mesi non posso incontrarla, non posso abbracciarla, non posso confrontarmi con lei su tutti i piccoli e grandi problemi che mi trovo quotidianamente ad affrontare. Problemi quotidiani che, pensando a mia mamma dietro le sbarre di una cella, mi vergogno perfino a confessarle le rarissime volte che me la lasciano sentire per telefono tanto appaiono distanti dal dramma che si è abbattuto su di lei e su tutta la nostra famiglia dal 13 di giugno dello scorso anno. Problemi con la scuola, problemi con gli amici, problemi personali, problemi assolutamente normali per un ragazzo della mia età, da otto mesi, di colpo, mi sono trovato a doverli affrontare da solo senza il suo supporto, senza la sua vicinanza e senza il suo consiglio. Una telefonata di pochi minuti ogni due giorni con il personale del carcere che ascolta le nostre conversazioni non può sostituire la presenza di una madre. Quella telefonata mi consola perché so che mia mamma sta bene (o almeno così mi dice) ma un attimo dopo mi ricorda che lei non c’è e che non ci sarà ancora per non so quanto tempo. E’ questa l’altra cosa che mi far star male e spesso, lo confesso e non me ne vergogno, mi fa piangere. Non sapere quando potrò finalmente rivederla. In otto mesi tante cose mi sono successe, tante cose ho dovuto affrontare, tante. Io non so e non conosco le accuse che vengono mosse a mia madre. Da figlio non posso che essere convinto della sua totale innocenza. Da figlio però, prima di tutto, spero solo che le venga permesso di difendersi e di sostenere le proprie ragioni, per uscire il prima possibile dal carcere. Il aprile sarà il mio compleanno e l’unico regalo che vorrei ricevere sarebbe quello di poterla riabbracciare. Ciao mamma, spero e prego di poterti rivedere presto”.

 

Lorenzo Rossi

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