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Orti urbani, ora anche il Titano dice “sì”

da Redazione

Da fine gennaio anche a San Marino si possono ripensare gli spazi pubblici. In “affitto” per 3 anni, precedenza alle famiglie con basso reddito.

 

di Daniele Bartolucci

 

Gli Orti Urbani Garbatella sono da qualche anno i protagonisti indiscussi delle trasmissioni tv dedicate all’ambiente e alla scoperta (o ri-scoperta) dell’agricoltura del terzo millennio, quella che unisce economicità, sostenibilità e socialità.

Dal 28 gennaio 2015 anche a San Marino si possono ripensare alcuni spazi pubblici secondo i principi degli orti urbani – di cui quelli romani sono forse i più famosi ma sicuramente non gli unici in Italia e nel mondo – grazie al Regolamento che, in base alla Legge 96 del 1989, “disciplina le modalità di individuazione, concessione in uso e conduzione di terreni di proprietà o nella disponibilità dell’Eccellentissima Camera di San Marino, con l’obiettivo di favorire la coltivazione di ortaggi ad uso familiare, nonché ottimizzare l’impiego del tempo libero della cittadinanza in attività che favoriscano il contatto con la natura e la tutela dell’ambiente”. Premesso che “le aree da utilizzare come orti possono essere individuate esclusivamente fra quelle che la Legge 29 gennaio 1992 n.7 Piano Regolatore Generale destina ad aree agricole o ad aree a parco”, l’assegnazione di questi appezzamenti di terreno avverrà attraverso un bando da parte dell’Ufficio Gestione Risorse Ambientali ed Agricole (UGRAA), che stabilirà la graduatoria in base ai punteggi ottenuti dai partecipanti. Ovviamente il requisito fondamentale sarà la residenza in territorio sammarinese (più punti a chi risiede nel Castello in cui vengono selezionati i terreni), ma a differenza di quello che si può pensare l’età anagrafica non privilegerà i pensionati: il punteggio massimo, infatti, stabilito dal Regolamento in 7 punti, lo otterranno i richiedenti tra un’età compresa tra i 36 e i 50 anni, mentre tra i 51 e i 65 verrà assegnato solo 1 punto e 5 per gli over 65, 3 per gli under 35. Il criterio scelto, infatti, non è quello di creare luoghi destinati alla terza età, ma veri e propri ‘centri sociali’ all’aria aperta dove giovani, famiglie e anziani possano conoscersi, ‘costruire’ qualcosa assieme e trasferirsi tradizioni, tecniche di coltivazioni e perché no, anche ricette gustose per portare in tavola i frutti del proprio orto. Il fatto poi, che tale attività possa generare anche dei risparmi in termini di spesa famigliare, è valorizzato nel Regolamento a tal punto che vengono ‘premiati’ i richiedenti che si trovino in difficoltà economiche, come i disoccupati (7 punti), i lavoratori in mobilità o Cig (5 punti) e i pensionati (3 punti). Unita a questa casistica, c’è quella del reddito, che viene espresso nella dichiarazione dei redditi del nucleo familiare (sulla falsariga dell’Isee italiano per questo genere di bandi pubblici): 7 punti se il reddito è inferiore a 10.000 euro, poi 5, 3 e 1 punti se inferiore a 18, 28 e 38mila euro. Reddito a parte, verranno esclusi dal bando i proprietari “di altri appezzamenti di terreno, coltivati o coltivabili ad orto, e di non coltivare ad orto fondi appartenenti, a qualsiasi titolo, a familiari o terzi”. Premio in punti anche alla composizione della stessa famiglia, ovvero 7 punti se ci sono 5 o più persone, 5 se 3 o 4 persone, 3 punti se 2 persone e 1 punto se il nucleo corrisponde al richiedente. Una volta stilata la graduatoria finale, “il Congresso di Stato adotta delibera di autorizzazione alla stipula di contratto di uso triennale” e “sarà applicato un canone sulla base di quanto stabilito con apposita delibera del Congresso di Stato”. Inoltre “è vietato lo svolgimento di attività di lucro utilizzando l’orto assegnato o gli ortaggi prodotti”, così come “non è consentita la realizzazione di alcun manufatto o opera muraria di alcun genere”, mentre “è possibile realizzare serre (in centine con copertura in plastica), con un’altezza dal suolo non superiore a 2 m. nel punto più alto; dette serre dovranno essere provvisorie e stagionali”. Diverse sono inoltre le prescrizioni sulla manutenzione e la gestione, tanto che “per garantire il corretto svolgimento della gestione ed il necessario collegamento con l’Amministrazione Pubblica, in ciascuna area destinata ad orti i concessionari degli appezzamenti eleggono a maggioranza un Comitato per la Gestione” che oltre a tenere i rapporti con l’Amministrazione Pubblica, organizzerà “i turni delle pulizie delle parti comuni quali viottoli, fossetti, eccetera” e pianificherà “la suddivisione dei lavori di manutenzione, secondo le indicazioni impartite dall’UGRAA”, al quale segnalerà “le esigenze di manutenzione straordinaria, i casi di inadempimento dei concessionari e gli eventuali comportamenti che richiedano l’adozione di provvedimenti specifici”.

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