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Editoriale: accordo UE, un’opportunità da cogliere

da Redazione

Per i rapporti con gli Stati extra-Unione europea la dogana invece certamente sarà mantenuta ma la sua gestione deve rispondere alle leggi comunitarie e sammarinesi e alcune funzioni potrebbero essere assunte dalla Repubblica di San Marino.

 

di Alessandro Carli

 

Nell’agenda della Repubblica di San Marino la data del 18 marzo è stata segnata con l’evidenziatore: quel giorno difatti inizierà ufficialmente a Bruxelles il negoziato per la definizione dell’Accordo di Associazione con l’Unione europea.

Lunedì scorso la segreteria Esteri ha riunito le parti sociali e i rappresentanti dei partiti politici al tavolo per lo sviluppo per comunicarlo ufficialmente e chiedere la collaborazione necessaria per svolgere al meglio questo percorso. Un percorso, come i nostri lettori sapranno, indispensabile per il rilancio del Paese e che deve contemplare, come pre-condizione, il passaggio dall’imposta monofase al sistema IVA. Il segretario di Stato alle Finanze Giancarlo Capicchioni, a inizio mandato, aveva raccontato a San Marino Fixing che la data individuata per l’entrata in vigore dell’Imposta sul Valore Aggiunto è stata fissata per il 1° gennaio 2016. Tra meno di un anno quindi il Titano potrà “parlare” il linguaggio dell’Europa. E’ chiaro che il 18 marzo non sarà una “scampagnata”: il tavolo è “bello apparecchiato”, e ha quindi le sue regole, come ad esempio le quattro libertà fondamentali (la libera circolazione delle merci, dei capitali, delle persone e la libera prestazione dei servizi). San Marino dovrà sicuramente impegnarsi in una serrata trattativa per proporre e ricercare adeguate soluzioni alle diverse problematiche. Per le imprese del territorio un’apertura (anche culturale) verso l’Unione europea significa affrontare nuove sfide e nuove opportunità.

Per le imprese la semplificazione degli interscambi commerciali è una priorità. Se il passaggio a un sistema IVA è un mattone importante, non da meno è il discorso legato alle dogane: il sistema Intrastat, che assolve il controllo fiscale degli scambi intracomunitari di beni e di servizi effettuati dagli operatori nazionali con il resto della comunità europea e le statistiche sullo scambio di beni effettuati dagli operatori nazionali con il resto della comunità europea, risolverà i dialoghi con gli altri Stati dell’Unione europea.

Per i rapporti con gli Stati extra-Unione europea la dogana invece certamente sarà mantenuta ma la sua gestione deve rispondere alle leggi comunitarie e sammarinesi e alcune funzioni potrebbero essere assunte dalla Repubblica di San Marino.

Sarà molto importante la negoziazione sui temi Istituzionali per la rilevanza politica che essi hanno legata all’identità del nostro Paese.

L’accordo dovrà essere comunque calibrato in rapporto alle caratteristiche del Monte (e dei due altri Piccoli Stati coinvolti, ovvero Andorra e il Principato di Monaco), con molta attenzione ai tempi tecnici di allineamento a quanto richiesto dall’Unione.

Parimenti, sarà fondamentale la composizione della delegazione che tratterà l’accordo: occorre riunire tutte le migliori competenze pubbliche e – consentiteci – anche private per l’incidenza diretta che l’accordo ha sulle attività economiche, in particolare per quelle che vendono sui mercati internazionali i loro prodotti.

E’ un passaggio epocale, quello che si prospetta per il Titano: una scelta di campo decisamente “forte” che permetterà alla Repubblica di San Marino di poter programmare a lungo termine il suo futuro.

Non vi sono altre opzioni all’orizzonte.

Stare fermi e arroccati significa perdere competitività.

E oggi il Paese non se lo può più permettere.

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