Un capolavoro al posto di un altro. I “Sei personaggi in cerca d’autore”, in programma il 4 marzo a San Marino nella versione di Gabriele Lavia, sono stati sostituiti da “Enrico IV” interpretato da Franco Branciaroli.
di Alessandro Carli
Un capolavoro al posto di un altro. I “Sei personaggi in cerca d’autore”, in programma il 4 marzo a San Marino nella versione di Gabriele Lavia, sono stati sostituiti da “Enrico IV” interpretato da Franco Branciaroli.
Pirandello per Pirandello, lo spettacolo che metterà in scena il “Brancia” (ci perdoni l’intimismo) ci offre il braccio per riflettere attorno alle grandi repliche che gli attori del passato hanno donato alle plateee (soprattutto una, quella firmata per la scena dalla Compagnia dei Giovani) e per rileggere qualche passo di un libro – “Pirandello o la stanza della tortura” di Giovanni Macchia – ritenuto una pietra miliare per la critica a Pirandello.
La Compagnia dei Giovani (Romolo Valli, Giorgio De Lullo, Rossella Falk) con “Enrico IV” hanno raggiunto uno dei vertici della loro straordinaria carriera: uno dei meriti che gli venne riconosciuto fu, come scrisse Masolino D’Amico, “quello di liberare Pirandello dal ‘pirandellismo’, di presentare un Pirandello internazionale proprio perché esprimeva i problemi esistenziali di ogni uomo al di là dei confini geografici e sociali”.
Con Macchia si entra nell’analisi. In quasi tutti i lavori di Pirandello i fatti non avvengono sulla scena. I fatti sono già avvenuti. E anche i moventi dell’ azione possono risultare oltremodo oscuri. “In ‘Enrico IV’ la scena non accoglierà più personaggi che agiscono, ma personaggi che hanno agito – scrive Macchia -. Sulla scena il dramma diviene allora una cosa sola con la discussione del dramma. Pirandello non ci lascia mai andare a letto tranquilli. Richiede che il dubbio installi in noi le sue profonde radici, fino al punto che esso scoppi nel dissenso o nel rifiuto. Lo spettatore pirandelliano è visitato da un malessere vago, irritato. Ma il destino dell’artista oggi non sarà quello di farsi amare. Direi che è quasi impossibile amare Pirandello”.