Sono Pier Sante Battistini, indicato dall’Upr, Rodolfo Valli, Renato Di Donato, Andrea Mina nominati dalla maggioranza. Il report dell’agenzia Della Torre.
I lavori consiliari proseguono con la nomina di quattro Esperti della Commissione per la Tutela ambientale: sono Pier Sante Battistini, indicato dall’Upr, Rodolfo Valli, Renato Di Donato, Andrea Mina nominati dalla maggioranza.
Quindi si procede con le dimissioni dei rappresentanti di Rete da tre organismi, l’Authority per le pari opportunità, la commissione per le Politiche giovanili e la Commissione per la Cooperazione. A riguardo, il capogruppo di Rete, Roberto Ciavatta, annuncia l’intenzione di non sostituire i dimissionari. I capi gruppi della altre forze politiche concordano nel non procedere alla sostituzione e decidono di rinviarla nella prossima seduta di Marzo.
In particolare, si apre un dibattito sulla commissione per le Politiche giovanili: Gian Matteo Zeppa, Rete, è stata un fallimento. Marco Podeschi, Upr, sostiene la necessità di una riflessione da parte della politica e in Consiglio grande e Generale sull’attuale legge per le Politiche giovanili per discutere di una sua rivisitazione. Proposta accolta da Francesco Morganti, Psd, che ammette come l’attività della commissione sia sospesa da diverso tempo. Alessandro Cardelli, Pdcs, osserva come sia necessario sganciare la Commissione, organismo che deve essere rilanciato, dal Forum dei Giovani che non è mai riuscito a funzionare.
Segue la presa d’atto del conferimento di tre onorificenze, a seguito della visita di Stato dei Capitani Reggenti in Vaticano: il titolo di Cavaliere di Gran Croce con il gran collare al Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, quello di Cavaliere di Gran Croce a Giovanni Angelo Beccio, Sostituto per gli Affari Generali, infine a Paul Richard Gallagher, segretario di Stato pe i Rapporti con gli Stati.
Si apre il comma successivo, il n.8, dedicato alla Ratifica dei decreti delegati: inizia il dibattito del n.212, “Costituzione della società ‘Poste San Marino Spa” che proseguirà in seduta notturna.
Di seguito una sintesi degli interventi:
Comma 3. Ratifica dei Decreti Delegati.
Decreto n. 212 “Costituzione della società ‘Poste San Marino Spa’
Giancarlo Capicchioni, segretario di Stato alle Finanze: “Presentiamo come governo due emendamenti: proponiamo all’articolo 1 che la data per la costituzione della Poste San Marino Spa sia il 30 maggio 2015 . All’articolo 2 dello statuto viene modificata la sede della società, che è l’attuale sede dell’Ente Poste a Serravalle in strada Borrana 32, al posto di quella di Rovereta”.
Roberto Ciavatta, Rete: “ Abbiamo già chiesto nel dibattito sulla Finanziaria di non privatizzare le poste. Scommettere nel lancio di servizi finanziari con una società per azioni che rimane attaccata alla mammella dello Stato tramite dei contributi, quest’anno per esempio oltre un milione di euro, non ci convince. Si agisce inoltre in stabili che erano di proprietà dello Stato. Non abbiamo la volontà di discutere nel dettaglio un articolato del quale non condividiamo il principio. Il personale delle poste in un momento di grande difficoltà deve avere un’attenzione particolare. Le sorti dei dipendenti vanno considerate, ma non è stato fatto, dando carta bianca al dirigente delle poste. Chi per qualche giorno non è rientrato nella stabilizzazione del 2012 deve essere trattato come cittadino e dipendente di serie b. Fino a oggi ha lavorato come tutti gli altri, da domani dovrà adeguarsi a lavorare in un’altra maniera. Un licenziamento di massa sarebbe stato peggiore. Ci fa specie che di questo non si sia parlato. E’ un settore che non aveva ragione di essere privatizzato e anzi mette a rischio i beni patrimoniali messi a disposizione dallo Stato”.
Claudio Felici, Psd: “ Le Poste Spa sono state approvate per esigenze di cui si è parlato in molte occasioni. Il Paese ha necessità di far svolgere servizi finanziari al servizio di poste pubblico. La privatizzazione è un’idea di Ciavatta, forse strumentale. La proprietà è pubblica, lo dice la legge. Il problema è la ricollocazione delle risorse umane. I nuovi assunti verranno assunti attraverso uno strumento contrattuale di carattere privato. Rimangono 26 dipendenti che non hanno avuto stabilizzazione. Ci sono ragioni se è stato fatto così. A questo punto il tema sta nel decidere se è giusto che i lavoratori debbano essere stabilizzati, ma secondo le nuove regole che verranno definite per la Spa. A quei 26 dipendenti precari non prospettiamo un panorama negativo, ma un rapporto di lavoro a tempo indeterminato”.
Francesco Mussoni, segretario di Stato alla Sanità : “Fin dall’origine non abbiamo voluto mettere in discussione i dipendenti. C’è in atto la trasformazione di un ente che avrà dei concetti di funzionamento di carattere privato, ma non è una privatizzazione. Confermiamo da un lato la serenità che devono avere i dipendenti, dall’altro il fatto che nessuno qui cede azioni a privati, lo Stato rimane il detentore delle poste. Ci tenevo a intervenire perché avviai questo percorso quando ero alla segreteria di Stato al Lavoro, con delega alle poste. Ci sono persone nel Paese che non hanno garanzie sul proprio lavoro, ma i dipendenti delle poste ce l’hanno. Non va strumentalizzata questa situazione, come qualche consigliere fa”.
Mimma Zavoli, C10: “Non sono per niente convinta dagli interventi del consigliere Felici e del segretario Mussoni. Dovete dire chiaramente quello che intendete fare. Dopo 18 mesi di attività i dipendenti verranno assunti a tempo indeterminato? Questo passaggio non lo avete affrontato, vedremo dove si andrà a finire. Sul decreto faremo diverse proposte, per esempio, riteniamo che anche chi contribuisce con il suo lavoro al consolidamento di un luogo di lavoro debba avere di pari passo una forma di controllo. Non ritengo che la strada presa sia quella giusta, mi spaventa il fatto che siano stati tolti comparti della Pa e che si inizi a privatizzare a spot. Credo che voi non abbiate un progetto di insieme sul futuro sviluppo della Pa”.
Marco Podeschi, Upr: “Non sono contrario di principio alla trasformazione Spa, il problema è su come siete arrivati a questo decreto, a Upr non è piaciuta la sua genesi. Non ci è piaciuta la scelta di inserire nella Finanziaria la previsione di uno Statuto dell’Ente poste. Non ci piaceva si liquidasse il tutto con l’emissione di un decreto. Avremmo voluto una legge in cui coinvolgere tutti i soggetti presenti in Consiglio grande e generale. Non può poi l’Ente poste essere sotto intero controllo del governo, esautorando il Consiglio. E ancora: ha senso aprire un’ulteriore banca a San Marino con un settore bancario in difficoltà e con lo Stato intervenuto nella ricapitalizzazione di istituti? E’ normale prevedere la possibilità di emettere moneta elettronica, tipo bancomat e carte di credito? C’è auto referenzialità assoluta con il governo, ma è in controtendenza con le scelte e le norme fatte in questa legislatura. Almeno negli altri enti il Cda è nominato dal Consiglio”.