Home FixingFixing Uno, due, tre… stella: Jobs act, ecco il terzo decreto attuativo

Uno, due, tre… stella: Jobs act, ecco il terzo decreto attuativo

da Redazione

Verrà portato in Consiglio dei Ministri e tratterà il riordino della disciplina contrattuale. Come cambieranno il “tempo determinato”, i Cocopro e le prestazioni occasionali.

 

Un peccato di presunzione, o forse una scarsa credibilità. E’ stato preso sottogamba, Matteo Renzi: indimenticabile l’incontro di circa un anno fa, trasmesso anche via web tra l’attuale Premier e Beppe Grillo quando “Renzie” provava a spiegare il suo programma e il leader del M5S non gli consentiva di parlare.

A distanza di un anno – era il 19 febbraio – molti politici italiani si sono dovuti ricredere sul decisionismo del Presidente del Consiglio dei Ministri: ha beffato il patto del Nazzareno, ha burlato Silvio Berlusconi sull’elezione del Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella (a proposito: lodevole l’iniziativa di tenere aperto il Quirinale al pubblico anche durante la settimana: da qualche giorno è diventato un luogo più familiare anche per i cittadini) e adesso è pronto per tirare la volata finale al Jobs act, che verrà applicato solo per i contratti del settore privato, mentre i lavoratori del pubblico impiego non saranno toccati dalla normativa firmata Renzi-Poletti. Il 20 febbraio è la data fissata per il terzo dei decreti attuativi del Jobs act, il provvedimento dedicato al riordino dell’attuale disciplina contrattuale che dovrebbe mettere in campo consistenti novità relativamente ai cocopro, ai contratti di apprendistato, al contratto a tempo determinato e a molte altre tipologie di contratto che interessano un numero minore di lavoratori. La ratio del provvedimento è chiara: semplificare il panorama contrattuale agendo sulla riduzione delle tipologie attuali.

 

CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO

La disciplina oggi prevede che i contratti a tempo determinato possano durare fino a un massimo di 36 mesi e possano essere rinnovati per 5 volte. Nel Jobs act il governo agirà su entrambi i punti: le proroghe dovrebbero essere tagliate sino a tre rinnovi e la durata dei contratti dovrebbe essere ridotta di 12 mesi, passando da 36 a 24.

 

CONTRATTO DI APPRENDISTATO

Sino ad oggi la normativa – che contempla tre forme di apprendistato, qualifica, professionalizzante e di alta formazione – chiarisce che le piccole imprese, ovvero quelle che hanno un numero di dipendenti inferiore a nove unità, siano esenti dal pagamento dei contributi dovuti per gli apprendisti che assumono. Due le vie individuate dal Jobs act: riduzione degli adempimenti normativi per l’attivazione di contratti di apprendistato per la qualifica e per l’apprendistato di alta formazione; sconto totale dei contributi dovuti per gli apprendisti dalle aziende con meno di 9 dipendenti.

 

COCOPRO E COCOCO

Nonostante sia stata disincentivata attraverso la Legge 92/2012, questa tipologia di contratto potrebbe sparire nel giro di pochi mesi: i contratti a progetto, spiega il Jobs act, potrebbero venir definitivamente soppressi dal 1 gennaio 2016.

 

RITENUTA D’ACCONTO E PRESTAZIONI OCCASIONALI

Anche questa forma di contratto, che coinvolge in Italia circa 6 milioni di persone, dovrebbe arrivare a fine corsa facendo spazio ai voucher per il lavoro accessorio. Quest’ultima tipologia contrattuale “dovrebbe subire una sostanziale semplificazione che la renda maggiormente appetibile e ne introduca l’utilizzo in tutti i settori lavorativi. Anche i limiti monetari attualmente vigenti potrebbero essere rivisti al rialzo”.

Il video del futuro Premier a colloqui con Grillo sembra appartenere a un’epoca remota.

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