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Agricoltura innovativa: la coltivazione del Goji è un modello replicabile

da Redazione

Un business che conferma quanto questi frutti siano portentosi: un concentrato assoluto delle caratteristiche del suolo e una fonte nutrizionale completa per l’organismo umano.

 

di Cristina Righi

 

Il faut cultiver notre jardin” dice Candide alla fine delle sue avventure. Nell’ultima pagina del suo celebre libro, Voltaire non invita però il lettore a ‘coltivare’ il proprio interesse, ma a cominciare dal coltivare al meglio il proprio giardino perché è ciò che possiamo realmente e subito fare, il punto di partenza per risolvere i problemi, che non puoi solo enunciare e lamentarti che il mondo non cambia; ma ti metti in azione, ‘nel tuo orto’, per fare quei cambiamenti possibili.

E’ con questo spirito che dirigo la mia azienda.

Ed è per questo che, per dare più spazio alla ricerca, ho iniziato a studiare piante non autoctone, come il Goji.

E’ infatti necessario che l’azienda continui a fare ciò che normalmente fa, ma un ramo della stessa deve reinvestire in innovazione, dove il fattore di rischio può essere limitato dallo studio della coltura e della pianta scelta.

Il Lycium Barbarum nasce in territori in cui suolo e il clima sono simili a quelli del centro Italia/San Marino: l’altopiano su cui cresce è caratterizzato da elevate escursioni termiche (da +38,5 gradi centigradi a -15 gradi centigradi) e da un terreno ricco di sali minerali e prevalentemente alcalino.

La coltivazione del Goji è quindi un modello replicabile sul territorio calanchivo, come il nostro, con un duplice vantaggio: rendere produttivi anche i terreni marginali del fondo agricolo, integrando il reddito dell’azienda; tenere a regime il sistema collinare per mezzo dell’apparato radicale e contribuire alla biodiversità locale tramite l’arbusto e la sua fioritura. Per questo motivo ho deciso di coltivarlo, sfruttando il fatto che qui come in Italia si trova solamente essiccato, mentre il frutto fresco – utilizzabile da agosto sino ad ottobre – è notevolmente più ricco di elementi.

E si può coltivare senza pesticidi, una virtù che non possiamo verificare se arriva da paesi extra Cee come per esempio la Cina, il maggiore produttore mondiale con circa 95.000 tonnellate di raccolto e un export di 120 milioni di dollari.

Un business che conferma quanto questi frutti siano portentosi: un concentrato assoluto delle caratteristiche del suolo e una fonte nutrizionale completa per l’organismo umano.

Le vitamine del gruppo C ed E proteggono da radicali liberi e stress ossidativo (funzione anti-age confermata dai test Orac); il rame, il ferro, il fosforo e il manganese aiutano a regolare il metabolismo energetico; la potente concentrazione di potassio e magnesio aiuta ad aumentare la resistenza muscolare e la combinazione di zinco e cromo attiva il metabolismo dei macronutrienti. Una ricerca su PubMed stima più di 100 articoli sulle proprietà benefiche del Lycium barbarum e alcune di queste pubblicazioni ne riconoscono gli effetti su malattie cellulari/tumorali riducendo anche gli effetti causati dalla radioterapia, grazie all’assunzione del germanio.

Questo significa che in futuro il Goji, attraverso la ricerca medica, potrebbe rivelare nuove proprietà oltre alle virtù che già conosciamo.

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