Home FixingFixing Quella cena con Robert Altman

Quella cena con Robert Altman

da Redazione

I ricordi e le parole di Tullio Giacomini dopo una sera assieme al grande regista e alle farfalle di Tonino “Garibaldi” Guerra.

 

di Tullio Giacomini

 

Donna Francesca, delle Tele e delle Tavole. E’ ideatora giustamente – e più volte- applaudita – per le sue messe in scena di noti “Pittattori”, in Gallerie della Penisola Italica e non solo della Penisola.

Francesca, in una recente intervista nel settimanale San Marino Fixing, per dire di Maestri de’ Pennelli da lei “ordinati” nella nuova Galleria di Palazzo Graziani – l’esposizione è stata aperta fino al 6 di gennaio – ha detto male di Garibaldi! Già, fra gli italici Garibaldi ebbe, aveva ed ha, la licenza d’essere stato sempre al di sopra d’ogni sospetto. Anche di quelli dimostrati, dimostrabili e provati. Guai a chi sparli dell’Eroe dei 2 Mondi. Ma, Francesca è andata controcorrente ed ha saputo dare – al Garibaldi di Santarcangelo di Romagna Tonino Guerra – quod erat in votis: quanto s’andava (da più parti) sperando. Ha detto, Francesca, che il Guerra è una sopravvalutata penna che intingeva nell’inchiostro di Fellini o viceversa. Che, da sempre, riceve ripetuti omaggi per i suoi straripetuti ed indifferenziati “pezzi di bravura”. Quali il non aver mangiata una farfalla, appena liberato dal lager, o il racconto, maravigliato, delle glorie inimitabili di un clown russo, in un circo ai tempi di Stalin, che cercava di catturare, abbracciandola, una luna proiettata. appunto!, da un proiettore. E… forse quel Clown – ma Tonino Guerra Garibaldi – non lo diceva, non lo disse e non l’avrebbe mai detto, mimava un desiderio di liberta, un miraggio di luna per dire di un libretto chiamato passaporto…

E si torna a Francesca Brugnettini con un “Brava Francesca, abbasso Tonino Garibaldi Guerra”. Perché un “abbasso” non l’ha detto soltanto lei. Sentite questa, infatti Chi scrive, dunque io stesso – Tulliaccio Giacomini de’ Candlera e brutt e cattiv !- correndo gli anni Novanta – non potrei dire quale anno – ebbi la fortuna di frequentare per due interi giorni nientemeno che Robert Altman, sì! proprio Lui, il Grande Regista. Se lo era portato a Pesaro il produttore Riki Roseo che pensava di fargli dirigere un film su Gioachino Rossini. Ed in Pesaro e dintorni, si andavan visitando luoghi come probabili set per non meno probabili riprese.

Ma, Robert, avendo saputo della mia sammarinesità, mi chiese di fargli visitare la Repubblica del Titano. Io, così, fui sua guida e… feci di più perché chiesi ai Capitani Reggenti di riceverlo, il celebrato regista, e così fu. Ma, dopo San Marino – come prima c’era stata una visita ad Urbino – Riki Roseo ne aveva prevista un’altra a Santarcangelo per pranzare con Tonino Guerra. Eravamo in 5: Guerra e la sua moglie russa, Altman, la segretaria interprete, Riki Roseo ed io. Eravamo in 5 ma a parlare – come sempre – di farfalle non mangiate e clown russi fu soltanto Guerra.

Non vi dico dell’imbarazzo per la nostra parte silenziata. Ma vi dico che, compiuti gli addii, tornammo a chiacchierare… finalmente. E Robert Altman, nella sera inoltrata, con Riki Roseo, in auto, tornò a Roma. Il giorno dopo sarebbe rientrato negli States. Ma cosa accadde, in Roma? Accadde che Robert avesse consegnato alla segretaria interprete, un biglietto a me riservato. Biglietto che potei leggere qualche giorno dopo. E nel biglietto c’era scritto: “Grazie Tullio per averti conosciuto. La cosa più interessante che ho visto da Urbino a San Marino a tutta la sosta in Santarcangelo… La cosa più interessante il tuo cappello.. Era un cappello di Panama, io vi guardai dentro, perché l’avevo di nuovo in testa. Non c’era Tonino Guerra. Eravamo in quattro: Altmann, Riki Roseo, la Segretaria interprete ed io…”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento