Home FixingFixing Meno ricchi di un tempo ma affamati di cultura

Meno ricchi di un tempo ma affamati di cultura

da Redazione

Rapporto MAE 2015: l’Italia punta sul Titano per riempire gli alberghi. Ecco come l’ENIT classifica i turisti della Repubblica di San Marino.

 

di Daniele Bartolucci

 

Benestanti, interessati all’arte ma anche ‘confinati’, quasi costretti a scegliere l’Italia per vicinanza e crisi economica, che li ha visti perdere lo status di ‘ricchi’. Sono i turisti sammarinesi, o almeno come li vedono gli strategist di Enit, che per il 2015 hanno messo a disposizione di enti e operatori turistici italiani il “Rapporto MAE – ENIT sul turismo” relativo a San Marino. Il documento recuperato da Fixing e quasi sconosciuto sul Titano (è comunque a disposizione delle istituzioni) ha un obiettivo chiaro: fornire informazioni utili a diversificare l’offerta italiana rispetto a quella di altri concorrenti, delineando il quadro macro-economico di San Marino e un’analisi quantitativa e qualitativa del suo turismo verso l’Italia, per individuare gli obiettivi e le azioni promozionali per intensificare tali flussi. Tutto questo si integra al fatto che il 28/04/2004 è stato firmato un Accordo bilaterale di cooperazione in campo turistico e che, più recentemente, il 16/03/2013 è stata stipulata una Convenzione fra l’Enit e l’Ufficio di Stato per il Turismo di San Marino volta proprio a migliorare i rapporti e le collaborazioni in questo ambito tra i due Paesi.

 

I SAMMARINESI: QUANTO GUADAGNANO E SPENDONO

Il Rapporto parte da una ricognizione del quadro macro-economico di San Marino secondo i dati forniti dall’Ufficio di Statistica, ricordando che “San Marino è una realtà del tutto particolare. Geograficamente (ma anche politicamente ed economicamente) è un’enclave al centro della Penisola, con la quale non esistono frontiere né dogane e l’attività economica è spesso condivisa”. L’economia del Titano poggia su “settori principali” quali: “turismo, bancario e finanziario, manifatturiero, commercio, servizi, edilizia, agricoltura, pubblica amministrazione, assicurativo, telecomunicazioni, commercio elettronico. In particolare il turismo contribuisce in misura considerevole al PIL, dato che San Marino accoglie due milioni di turisti all’anno, con effetti positivi anche sulle correnti turistiche della Riviera Adriatica”. E’ anche vero che “la crisi economica mondiale ed in particolare la contrazione del mercato italiano hanno determinato la riduzione della produzione industriale sammarinese, con ripercussioni sull’occupazione. San Marino ha sofferto negli ultimi tre anni di una delle più pesanti recessioni economiche al mondo: il PIL si è contratto del 25% nel quadriennio 2009-2012, del 4-5% nel solo 2012, del 3,5% nel 2013 e, secondo le stime del FMI, è stazionario nel 2014 (-1% secondo Fitch)”. Nonostante questo, i sammarinesi non hanno smesso di muoversi fuori i propri confini per vacanze e viaggi di piacere: “Tra le mete estere, aumenta l’Europa e diminuisce l’Africa, mentre restano stabili le Americhe e l’Asia. Considerando che nel 2012 la spesa media per le vacanze è diminuita, sono diminuiti i giorni medi di vacanza, ma sono aumentate le famiglie che vanno in vacanza, le mete italiane e quelle estere europee, si può dedurre che i sammarinesi non rinunciano alla vacanza anche se prediligono vacanze low cost”.

 

BENE CULTURA E CLIMA, MALE CRIMINI E SCIOPERI

Il rapporto MAE utilizza l’analisi SWOT (Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats) per trovare punti di forza e punti di debolezza della “destinazione Italia”. Tra le note positive che i sammarinesi possono valutare ci sono: “L’Italia come possibilità di uscita più vicina verso il mare; i paesaggi costieri ed isolani unici con alternanza di litorali sabbiosi e rocciosi; l’offerta combinata di turismo culturale, gastronomico, termale e per lo shopping; la possibilità di raggiungere in auto le principali città italiane (Bologna, Milano, Roma, Firenze, Venezia); la possibilità di effettuare ponti e week-end nelle principali città d’arte e di shopping; il clima, la cultura, la variegata offerta di prodotti in campo turistico”. Di contro, l’Italia ha parecchi difetti che penalizzano il suo appeal sui sammarinesi e, in buona parte, la differenziano dal contesto in cui sono abituati a vivere: “La micro-criminalità; gli scioperi frequenti con disservizi sul trasporto pubblico; la viabilità in alcuni tratti insufficiente per l’elevato traffico automobilistico; il traffico ed il livello di smog nei grandi centri urbani; il livello di inquinamento nei mari e dei corsi d’acqua; i problemi legati allo smaltimento dei rifiuti; i pedaggi autostradali piuttosto elevati; la scarsità dei collegamenti collettivi con i centri esterni del Paese e verso il meridione; la classificazione alberghiera regionale non omogenea nel rapporto qualità/prezzo”.

 

STRATEGIE PER ATTRARRE TURISTI DA SAN MARINO

Partendo dal fatto che “secondo i dati forniti dalla Camera di Commercio sammarinese, i Tour Operator operanti a San Marino sono 39”, “data la posizione geografica di San Marino, tutti gli operatori turistici sammarinesi offrono servizi turistici in Italia”. La conferma è data dal fatto che “l’Italia è la meta principale per le vacanze delle famiglie sammarinesi (59,1%)” e nell’ultimo periodo “è emerso un aumento di tale percentuale […] dovuto principalmente alla riduzione del budget da destinare a viaggi e vacanze, per effetto della crisi economica che ha colpito il Paese negli ultimi anni”. Importante da notare è che “l’utilizzo della tecnologia ed in particolare di internet anche nel settore del turismo è in costante e rapida crescita, in aggiunta ai canali tradizionali”. Per questo le linee strategiche che l’Italia dovrà seguire per attrarre sempre più turisti provenienti da San Marino sono presto dette: “La motivazione del viaggio in Italia è prevalentemente di ordine culturale e si riferisce al desiderio di visitare e di conoscere il nostro immenso patrimonio artistico. La scelta degli obiettivi deve pertanto essere rivolta al consolidamento dei flussi turistici nel nostro Paese, al mantenimento delle posizioni acquisite ed all’ampliamento del target attraverso una più capillare diffusione della marca Italia. Quindi, oltre a curare l’immagine del Paese, è necessario fornire supporti organizzativi ai programmi turistici regionali ed agli altri operatori privati, nonché attuare un processo continuo di ricerca ed analisi del mercato, al fine di meglio recepire i mutamenti della domanda, le varie tendenze e le aspettative dell’utenza. Se, da una parte, si rende necessario procedere all’ulteriore valorizzazione di prodotti che maggiormente interessano il mercato, dall’altra, bisogna identificarne altri (preferibilmente di nicchia) che potrebbero interessare territori attualmente poco conosciuti. A questo scopo vanno incentivate: la creazione di nuove professionalità, la possibilità di generare nuove risorse (ad es. carta musei), una maggiore presenza nel mercato, una sensibilizzazione delle città di provincia dei bacini di utenza più interessanti, un ampliamento dei database (università, imprese, categorie professionali ad alto reddito)”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento