I rappresentanti ANIS dei singoli settori economici tra passato e futuro. Bene chi ha dialogato con l’estero, difficoltà invece con l’Italia.
di Alessandro Carli
Per un anno che si è appena concluso, uno si è aperto da pochissimi giorni. A cerniera tra il 2014 e il 2015, abbiamo raccolto le riflessioni di alcuni imprenditori dell’Associazione Nazionale Industria San Marino – più precisamente dei consiglieri rappresentanti dei singoli settori economici – per capire, attraverso le loro testimonianze, lo stato di salute del sistema. Com’era facile intuire, il 2014 è stato un anno di difficoltà, specie per chi ha dovuto interfacciarsi con l’Italia, storicamente il mercato di riferimento per il Titano. Meglio invece chi ha lavorato con l’Europa e, a pioggia, con il mondo. E il 2015? L’entrata nella white list fiscale italiana da parte del Titano di certo darà slancio alle imprese. “L’anno che verrà”, come cantava oltre 30 anni fa Lucio Dalla, sarà molto importante per capire se l’economia del territorio – o perlomeno una buona parte – riuscirà finalmente a rimettersi in moto. La speranza, storicamente, appartiene al mondo delle imprese, abituate a parlare poco e a fare. Ma occorre anche uno sforzo da parte della politica: per troppo tempo non ha preso decisioni leonine, anche dopo le sollecitazioni delle associazioni di categoria
Abbiamo così raccolto i pensieri di alcune aziende ANIS, in rappresentanza di una serie di settori-chiave. Nelle loro parole, la forza di chi è abituato a lavorare, di chi guarda al futuro con slancio. Per un anno che si è chiuso, un altro è in arrivo: altri 12 mesi da “aggredire” per cresce e far crescere. Molti sono i progetti in cantiere, legati al territorio ma soprattutto rivolti verso l’esterno.
NENI ROSSINI (GRUPPO SIT) SETTORE: CARTA, STAMPA
“Il Gruppo SIT nel 2014 ha visto una decisa crescita, soprattutto verso i mercati esteri, che ci hanno dato molte soddisfazioni. A una lieve compressione del fatturato derivante dall’Italia, ha fatto da contraltare una crescita di quelli internazionali. I volumi e il fatturato sono complessivamente aumentati, anche se con molta fatica. Il settore degli imballaggi per alimenti è un mercato che da sempre non ha grandi oscillazioni: è storicamente piuttosto equilibrato. La stampa invece, quella legata al mondo dell’editoria, non è andata molto bene. Il 2015 sarà sempre positivo, soprattutto per le aziende che riescono e riusciranno a lavorare in Europa. Quest’anno poi si terrà l’Expo di Milano, che rappresenta una grande opportunità di marketing. In quei sei mesi anche le imprese che hanno più difficoltà ad approcciarsi ai mercati internazionali potranno disporre di una piattaforma di incontro e dialogo”.
GIULIO CARAMASCHI (COLORIFICIO SAMMARINESE) SETTORE: CHIMICO
“L’azienda è soddisfatta per aver colto piuttosto bene l’avanzamento del fatturato e dei volumi nel 2014, anche se con molte difficoltà. Il primo buon risultato è stato quello di aver registrato un +40% di fatturato dall’estero rispetto al 2013. Una crescita che ha portato questa voce al 15% del fatturato globale. E’ un risultato molto apprezzabile. L’idea è riuscire ad arrivare al 40% di fatturato estero entro il 2017. Il settore nel 2014 è stato caratterizzato da due fattori: da un lato le difficoltà di molti competitor, il che significa che il mercato è fermo, bloccato anche dai ritardi nei pagamenti, dall’altro invece l’intravvedere una serie di opportunità lì dove le imprese non sono più presenti. Dal 7 gennaio ci aspetta un impegno molto grande e importante, ovvero quello di farci trovare pronti, mettendo in campo dinamismo ed energia. Oggi gli obiettivi devono essere riperfezionati e ritarati ogni tre o quattro mesi: è necessario essere elastici. Essere pronti a cambiare anche in corsa”.
FRANCO LA ROSA (SAN MARINO FORWARDING) SETTORE: PICCOLA IMPRESA
“Il 2014 è passato, come si suol dire, ‘senza troppi danni’. E’ stato un anno né buono né cattivo, anche se le aspettative, solo 12 mesi fa, erano ben altre. Sino a maggio e giugno la situazione è stata piuttosto difficile, poi da luglio a novembre si è lavorato bene e a novembre è arrivata l’incertezza. Dicembre ha visto un po’ di ‘movimento’, dovuto alle scadenze di fine anno. Dicevo: a gennaio 2014 c’erano molte attese, anche da parte della politica. Alla fine, eccezion fatta per l’uscita dalla black list italiana, molti progetti non hanno avuto seguito o non si sono compiuti. Nel nostro settore le speranze che avevamo nel 2014 non sono state rispettate. Le stesse verranno riproposte quest’anno, anche se all’orizzonte potrebbe arrivare la crisi di governo. L’auspicio è che nel 2015 il mercato sia un po’ più stabile, magari con minori oscillazioni da mese a mese. Mi spiego: in 60 giorni si poteva passare da un segno positivo a uno negativo. Vorremmo che nel 2015 ci sia magari un minore aumento ma costante nei mesi”.
FRANCO CAPICCHIONI (ALI PARQUETS) SETTORE: CARTA E LEGNO
“L’Italia e le Repubblica di San Marino sono in crisi. Il settore del legno è legato in maniera indissolubile a quello dell’edilizia e il mercato italiano, a cui la Repubblica di San Marino principalmente si rivolge, è quasi disastrato. Questa situazione, chiaramente, ha un effetto-domino sull’economia del Titano. I dati consolidati sono molto esplicativi: preso il valore 100 nel periodo pre-crisi, ovvero prima del 2008, nel 2014 siamo arrivati a 40. Lo scorso anno, in estrema sintesi, abbiamo assistito a un crollo imponente dei mercati italiani. Su quelli esteri siamo invece un po’ più tranquilli: alcuni Paesi sono stabili, altri invece sono in espansione. Il nuovo anno dipenderà molto dalle decisioni che assumerà il governo del Premier Matteo Renzi, dalle iniziative che metterà in campo, e che modo riuscirà ad attrarre investimenti esteri. Come Aliparquets, nel 2015, saremo sempre concentrati sui mercati italiani ma senza dimenticare quelli esteri, su cui abbiamo investito e su cui investiremo ancora”.
ALBERTO CHEZZI (PONTE & MELLINI) SETTORE: ABBIGLIAMENTO
“Il settore dell’abbigliamento nel 2014 ha subito una forte contrazione. I motivi sono molteplici: dalla crisi dei mercati internazionali, soprattutto quello italiano, alla globalizzazione, passando per la perdita del potere d’acquisto del rublo. La contrazione della Russia ha avuto ricadute a pioggia sull’intero comparto. Questi freni li abbiamo registrati anche all’interno della nostra azienda, che lavora soprattutto con l’Italia: abbiamo avuto grandi difficoltà ad incassare e abbiamo registrato una riduzione dei margini di guadagno. Queste difficoltà ci hanno portato a una riduzione di personale. Le imprese che riescono a lavorare con l’estero, quindi bypassando l’Italia, sono riuscite a contenere le perdite. Il made in Italy ha ancora il suo grande appeal.Quest’anno il settore dell’abbigliamento dovrà resistere, cercando di aprirsi – chi può e chi è strutturato – verso l’estero. Per chi invece lavora con l’Italia la situazione sarà ancora difficile: il Belpaese ha poca liquidità e tende a risparmiare”.
ROBERTO AMATI (GRUPPO ASA) SETTORE: MECCANICO
“Il settore meccanico comprende comparti marcatamente diversi: è difficile tracciare una fotografia precisa. Ad ogni modo alcuni imprenditori a capo di aziende strutturate mi hanno riferito di aver registrato qualche piccolo segnale di ripresa. Il 2014 per il Gruppo Asa è stato un anno interessante: se sino a tre anni fa la clientela era prevalentemente italiana – direi 80% e 20% -, il 2014 ha rappresentato il punto di equilibrio: 50% e 50%. Questo passaggio ci ha permesso di registrare un lieve aumento di fatturato: a uno schiacciamento di quello italiano ha fatto da contraltare una crescita di quello europeo. La preoccupazione però rimane, il mercato italiano non sta dando segnali di inversione di tendenza. Quest’anno proseguiremo la strategia aziendale intrapresa già da qualche anno: stiamo investendo molto su San Marino, il punto centrale del Gruppo. Per quel che concerne il settore, credo che vadano separati Italia e mondo. Le imprese concorrenti che lavorano in Italia sono ancora in difficoltà. Meglio quelle europee: sul vecchio continente il Gruppo Asa ha molte aspettative, legate al mercato del latte in polvere e anche dell’aerosol”.