Home FixingFixing La luce che “informa”: il Li-Fi sbarca sul Monte

La luce che “informa”: il Li-Fi sbarca sul Monte

da Redazione

Bernasconi presenta l’ultimo strumento di trasmissione dati attraverso LED. Si può utilizzare anche nelle sale operatorie, negli aerei e in acqua.

 

di Daniele Bartolucci

 

“Non c’è campo… accendi la luce, per favore”. Potrebbe essere questo il futuro, grazie all’ultima nata tra le tecnologie che permettono la comunicazione wireless: il Li-Fi. Fino a pochi anni fa era solo un’intuizione del Prof. Harald Haas, un progetto di ricerca scientifica per l’Università (in questo caso Versailles, Francia), un sogno in qualche modo. “Oggi è invece una realtà, con risvolti imprenditoriali e sociali che potenzialmente potrebbero cambiare – e migliorare – il mondo che conosciamo”, spiega Walter Bernasconi di Li-Fi Lab, costituita a fine 2013 a Comerio (VA), oggi la prima società a commercializzarne i prodotti in Italia e San Marino attraverso Tarasoft, il cui progetto (vedi Fixing numero 45) all’interno dell’incubatore d’impresa si sposa bene con questa tecnologia.

“Tecnicamente si tratta di un nuovo modo, dopo Ethernet e Wi-Fi, per stabilire protocolli di comunicazione wireless (IEEE 802.15) che utilizzano le reti di illuminazione a LED”. In sintesi: “Una trasmissione dati velocissima, decine di volte superiore al miglior Wi-Fi oggi in commercio, che non genera campi elettromagnetici e offre una localizzazione talmente precisa da permettere al cliente di un supermercato di allungare la mano a occhi chiusi sullo scaffale sapendo già cosa c’è”.

Inoltre, il LED sta ‘colonizzando’ il mondo ed “è diverso dagli altri tipi di lampade perché è semiconduttore: ciò conferisce la capacità di accensione e spegnimento entro pochi nanosecondi o miliardesimo di secondo. Grazie alla tecnologia Li-Fi, i 14 miliardi di lampade oggi in uso nel mondo, diventeranno gradualmente apparati mobili internet ‘green’, che permetteranno di rispondere alla crescente domanda di connettività mobile. Inoltre, questo permetterà la riduzione dell’inquinamento elettromagnetico generato dalle numerose soluzioni basate su onde radio oggi utilizzate”.

 

DAI CENTRI COMMERCIALI AGLI OSPEDALI

“Uno dei maggiori svantaggi del Wi-Fi è quello di generare campi elettromagnetici che, in determinati ambienti, limita fortemente o esclude del tutto il suo utilizzo. Un esempio: gli ambienti ospedalieri e gli aerei, dove interferirebbe con le strumentazioni delicatissime presenti, oppure in ambienti dove vengono utilizzate sostanze esplosive o infiammabili. Il Li-Fi”, spiega Bernasconi, “supera questi limiti, basterà una luce LED per trasmettere i dati al chirurgo in sala operatoria, per esempio”.

Non solo: “La luce non deve essere per forza di cose visibile, perché trasmette dati benissimo anche ad altre frequenze, quindi anche se utilizziamo la luce ultravioletta o infrarossa non cambia nulla. Quindi si può creare una comunicazione Li-Fi anche in ambienti scuri o bui, come i Musei”. Qui entra in gioco, però, anche l’altra caratteristica del Li-Fi, ovvero la localizzazione superprecisa: “Un vantaggio in questo caso è dato dalla grande disponibilità di possibili hot-spot: praticamente ogni lampadina a LED in casa, ufficio o all’aperto si può trasformare in punti di connettività”. Un’applicazione già oggi sul mercato, offerta da Li-Fi Lab si basa proprio su questa disponibilità: “Ogni punto LED può trasmettere informazioni diverse da quelle che trasmetterà il successivo punto nel suo cono di luce, quindi chi si trovi a passare sotto quel cono può avere ad ogni passaggio un’informazione diversa e puntuale. Si pensi ai supermercati, dove con una localizzazione indoor accurata, si possono guidare i clienti agli scaffali in base al loro elenco di prodotti”. Oppure nei Musei: “Con la nostra SmartGuide, le informazioni appaiono automaticamente in base alla posizione dei visitatori”.

Un passo avanti rispetto alle classiche cuffiette o ai Qr code, visto che necessitano di connessione Wi-Fi: “Uno dei problemi principali del Wi-Fi è proprio la necessità di suddividere la ‘banda’ in base al numero di utilizzatori, tanto che a volte la connessione risulta praticamente assente. Con il Li-Fi ciò non avviene perché la comunicazione non viene suddivisa tra gli utenti, ma arriva a tutti lo stesso segnale e con la stessa qualità”.

Quindi si potrebbe pensare al suo utilizzo anche in hotel, sale congressi e, perché no, anche negli stadi? “Certamente, ma gli scenari sono infiniti, perché è una tecnologia ancora giovanissima, ma che sta già attirando le attenzioni delle grandi aziende. Per citarne alcune, la Casio sta lavorando a una tecnologia per implementare il Li-Fi nella comunicazione tra smartphone e anche Intel e Boing stanno studiando possibili applicazioni” senza dimenticare la US Navy Americana che sta testando la tecnologia in modalità subacquea sui propri sottomarini. Inoltre, ricordando che il segnale WiFi viene trasmesso nell’etere e risulta impossibile contenerlo o limitarlo, “il segnale Li-Fi, al contrario, viene limitato dalle barriere fisiche: un punto di forza per le realtà dove la sicurezza delle comunicazioni è fondamentale (ambienti di pubblica sicurezza, banche, uffici, ospedali, eccetera), perché solo chi è nel cono luminoso potrà ricevere i dati trasmessi e quindi diventa semplice controllare la presenza di malintenzionati o ladri di informazioni”.

 

WORK IN PROGRESS: UNA “LUCE” PER I NON VEDENTI

“Questa tecnologia, potenzialmente, può sfruttare anche tutti i dispositivi di illuminazione già esistenti: insegne luminose, fari delle vetture, semafori e l’illuminazione stradale. Quest’ultima, i cosiddetti lampioni, potrebbero infatti trasmettere informazioni a chi dovesse passare in auto o a piedi nelle sue vicinanze. Si pensi alle informazioni sul traffico, ma anche, e su questo stiamo lavorando da tempo, alla stessa localizzazione degli utenti. Non stiamo parlando di chi può comunque vedere dove si trova, ma di chi questa possibilità non ce l’ha. Il Li-Fi può ‘illuminare’ la strada ai ciechi”, annuncia Bernasconi, “perché ogni luce a LED può trasmettere le informazioni necessarie ai non vedenti, informandoli precisamente dove si trovano e cosa troveranno davanti a loro. Stiamo lavorando per creare dei ‘percorsi’ guida per portatori di handicap visivo in aeroporti, stazioni, ospedali, uffici, ecc. Tecnicamente questo è già possibile, mentre il prossimo step, il Li-Fi 2.0 se vogliamo dargli un nome, sarà la comunicazione bidirezionale: oggi siamo in grado di trasmettere solo in una direzione, ovvero dal LED al device ricevente, che può essere un tablet o uno smartphone o altri strumenti, ma che per ‘rispondere’ o ‘domandare’ al LED deve sfruttare le funzioni 3g dei device. In pratica possiamo trasmettere tutto, dai testi alle foto, perfino i video e le pagine web, ma ancora non possiamo dare la connessione a internet ‘pura’. Per ora”, puntualizza però.

“Diciamo che ci vorranno ancora dodici, diciotto mesi, ma poi si potrà fare anche quello”.

 

LA PRESENTAZIONE A SAN MARINO A DICEMBRE

Lunedì 22 dicembre dalle 10 in poi il Centro Congressi Kursaal ospiterà l’evento “San Marino Digitale”.

L’ASI (organizzatrice dell’evento) ha invitato Tarasoft, società sammarinese con la quale LiFi lab Srl collabora da tempo, a presentare in anteprima ai propri ospiti la tecnologia LiFi affiancando l’aspetto teorico a simulazioni tratte dalla realtà operativa. L’evento sarà anche l’occasione per discutere di tecnologie digitali “Comunicazioni elettroniche ed e-commerce, pagamenti elettronici, Agenzia per lo sviluppo digitale” e “Agenda digitale sammarinese” e per la consegna dei premi ASI “Startup School in Silicon Valley” e “ASI per il Bannerce attività E-Commerce”. Patrocinio del Congresso di Stato, della Segreteria Industria e dell’Onu.

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