Home NotizieItalia La madre di Ilaria Alpi: “Chiudete Associazione e Premio, ormai sono inutili”

La madre di Ilaria Alpi: “Chiudete Associazione e Premio, ormai sono inutili”

da Redazione

L’associazione si era costituita proprio per contribuire a trovare la verità, ma – chiosa – non ci siamo riusciti”.

 

Dolore, rabbia e rassegnazione. Questi i sentimenti che si intrecciano alle parole, dure e determinate, che Luciana Riccardi Alpi, madre della giornalista del Tg3 uccisa a Mogadiscio, nel 1994, insieme all’operatore Miran Hrovatin, ha scritto in una lettera lo scorso 21 novembre e che solo in questi giorni è stata resa nota da un mittente anonimo alla redazione dell’Ansa. Quasi a continuare nel solco delle mistificazioni e misteri che avvolgono ancora oggi, venti anni dopo, quel duplice omicidio. L’Associazione ‘Ilaria Alpi’ e il Premio omonimo che hanno sede a Riccione, sono nati proprio per trovare quella verità che è stata negata alla madre e a tutta l’Italia. Purtroppo quella verità non è emersa e la signora Riccardi Alpi lo ha voluto ribadire, chiedendo di “prendere atto delle mie dimissioni irrevocabili da socio dell’Associazione e del mio desiderio che si ponga termine ad iniziative quali il Premio alpi, di cui non è più ravvisabile alcuna utilità”. La lettera è stata inviata all’assessore alla Cultura dell’Emilia-Romagna, Massimo Mezzetti; al sindaco di Riccione, Renata Tosi; alla presidente dell’Associazione Ilaria Alpi, Mariangela Gritta Greiner; al presidente della giuria del Premio Ilaria Alpi, Luca Airoldi; al direttore scientifico del premio Ilaria Alpi, Andrea Vianello, e ai direttori del premio Ilaria Alpi, Francesco Cavalli e Barbara Bastianelli. “Pur non avendo un ruolo formale nella vostra associazione e nell’organizzazione del Premio Alpi – scrive nella lettera – ho sempre sentito il dovere di seguire la vostra attività e possibilmente collaborarvi, specialmente nei rapporti con l’esterno, al fine di garantirne la rispondenza agli ideali di mia figlia”. Purtroppo, però, “questo impegno con l’andare degli anni è divenuto particolarmente oneroso, anche per l’amarezza che provo nel costatare che, nonostante il nostro impegno, le indagini in sede giudiziaria non hanno portato alcun risultato”. Una volta pubblicata dall’Ansa (pur essendo stata spedita quasi un mese fa), arriva ora la risposto del presidente dell’Associazione, Mariangela Gritta Grainer, già membro della Commissione Bicamerale d’Inchiesta sulla cooperazione con i paesi in via di sviluppo e consulente della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi: “Sono vicina a Luciana Alpi come lo sono stata ogni giorno negli ultimi vent’anni, e continuerò ad esserlo. Per questo capisco e condivido la sua posizione”. Tanto che “comprendo il suo grido di dolore, perché in questi vent’anni alla ricerca della verità abbiamo trovato continui ostacoli, depistaggi, bugie. L’associazione si era costituita proprio per contribuire a trovare la verità, ma – chiosa – non ci siamo riusciti”.

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